Trascrizione della MasterClass “LA RICEZIONE” tratta dalle interviste rilasciate agli amici di COACH FACTOR Francois Salvagni e Ciro Zoratti da tre grandissimi allenatori italiani di pallavolo.
In rigoroso ordine alfabetico:
- ANSASTASI ANDREA
-
BOSETTI GIUSEPPE
-
CAPRARA GIANNI
ANDREA ANASTASI
Prima: il
momento in cui la palla è ferma
Premetto che il
tutto dipende sempre dal tipo di servizio che andiamo a fronteggiare. Possiamo
avere di fronte a noi un servizio in salto spin, un servizio ibrido o un
servizio salto float. Nell’alto livello maschile il problema della ricezione
sulla battuta in salto potente è un aspetto molto complicato; la qualità della
ricezione su questo tipo di servizio è molto bassa. Ormai tutti i giocatori di
alto livello sono in grado di variare i diversi tipi di servizio e quindi una
delle prerogative della pallavolo moderna è la statistica e quindi lo studio
del servizio avversaria in modo da mettersi sempre nella condizione di sapere
in anticipo chi c’è davanti a noi. Io nell’ultimo periodo ho rispolverato il
bilanciamento della ricezione con spostamento dell’asse di ricezione a seconda
che la battuta venga da posto uno o da posto cinque. Con la battuta da 1
preferisco che il ricettore di posto 1 sia avanti rispetto al ricettore di
posto 6 e di posto 5. Questo perché spesso molti battitori da 1 tagliano la
battuta mettendo in grave difficoltà il ricettore di 1. Questo dà ottimi
risultati soprattutto quando hai dei giocatori che non sono molto abili nel
riconoscere il tipo di servizio avversario. Se hai grandi ricettori, giocatori
che tatticamente riescono a capire le situazioni, non hai bisogno di spiegargli
tutti i dettagli. Quando hai invece a che fare con atleti giovani, inesperti è
utile ricorrere anche a questi escamotage. Stessa cosa con il servizio da posto
5: preferisco avere uno sbilanciamento del baricentro dell’asse di ricezione
con il ricettore di posto 5 più avanzato rispetto ai ricettori di 6 e 1. Poi
tutto dipende anche dai ricettori che hai: ci sono ricettori che prediligono la
ricezione in palleggio, e mi sono reso conto che è difficile farli migliorare a
ricevere in bagher ed in questo caso è preferibile portare i giocatori (quando
c’è una battuta float importante) sui 4 – 5 metri, soprattutto se si tratta di
giocatori molto alti. Riguardo ai dati statistici sulla ricezione in palleggio
variano molto da giocatore a giocatore. Inoltre, quando metti in campo una
squadra con primo ricettore e secondo ricettore, il primo ricettore riceve due
volte in posto sei e deve ricevere dietro al secondo ricettore come posizione
di partenza. Questo significa che se come primo ricettore metti uno che
predilige la ricezione in palleggio, questo può creare molti problemi; è quindi
sempre preferibile utilizzare i ricettori che prediligono ricevere in palleggio
schierandoli in S2 e quindi lontani dal palleggiatore. Questo perché quando c’è
da effettuare una ricezione in palleggio, loro 4 volte su 6 si mettono sui 4
metri, tolgono tutto l’angolo di posto 5 dalla ricezione a svantaggio del primo
ricettore che deve essere comunque abile con la ricezione in bagher. Questo è un
dato di fatto che dobbiamo valutare quando schieriamo la squadra in campo. Ecco
perché nella stragrande maggioranza dei casi gli S1 (ricettore vicino al
palleggiatore) sono sempre dei giocatori molto abili in ricezione. Non è tanto
un qualcosa collegato alla P1, o ad altre cosa ancora, quanto un problema di
ricezione che è contingente. Purtroppo, ormai, molti giocatori si stanno
specializzando nell’attacco e meno nella ricezione, e questo sta creando dei
problemi perché facciamo fatica a trovare grandi ricettori. Forse non siamo più
neanche tanto bravi nell’insegnare a ricevere, perché se penso alla Francia e a
quanti giocatori la nazionale francese abbia in grado di ricevere bene, e poi
penso a tutte le altre nazionali, qualche dubbio mi sorge. E quindi, prima del
pronti e via, ci sono tante valutazioni che dobbiamo fare e che sono legate
alla parte tattica e alla parte tecnica. Nella pallavolo maschile, già se
arrivassimo ad avere il 50% di ricezioni perfette sarebbe un qualcosa di
straordinario. L’ultima finale scudetto è stata la finale delle ricezioni
esclamative; i grandi palleggiatori che erano in campo hanno dovuto
fondamentalmente gestire ricezioni esclamative o negative. È un dato di fatto.
E quindi devi poi avere grandi attaccanti laterali per risolvere questo genere
di palle. Un altro grosso problema nasce quando ci sono delle battute ibride, e
oggi vi sono molti giocatori che utilizzano l’ibrido
In questa
fase il libero ha delle indicazioni specifiche o il lavoro tattico è
distribuito equamente su tutti e tre i ricettori?
Nelle mie
squadre io pretendo che il libero sia il responsabile della parte tattica e
strategica della ricezione. Carl Mc Gown, il guru della pallavolo americana,
tanti anni fa mi spiegò che loro commissionarono ad un’azienda che si occupava
di statistica uno studio: analizzando 100 partite di alto livello, le migliori
100 partite del mondo, si voleva arrivare a conoscere quali sono i fondamentali
che spostano il gioco. Il risultato fu che i due fondamentali che spostano gli
equilibri del gioco sono battuta e ricezione. Il libero è quindi il
responsabile della parte tattica di questo aspetto (ricezione) così
determinante del gioco. Deve conoscere tutte le varianti del servizio dei
giocatori della squadra avversaria. E quindi deve richiamare ad esempio
l’attenzione del centrale sulla battuta corta nel caso di battitori che
utilizzano questo tipo di battuta (nelle mie squadre i centrali ricevono la
battuta corta perché se quando batte Leon devi stare sugli 8 metri, non puoi
prendere anche una buona battuta corta). Poi certo, anche gli schiacciatori
sono molto preparati riguardo la ricezione, perché studiamo molto le battute
avversarie.
Durante: ci
sono concetti universali o ogni giocatore è libero di organizzarsi come meglio
crede?
Nel maschile la
violenza della battuta non ti permette grandi movimenti, se non un’apertura
laterale a destra o sinistra e cercare di contenere avendo buone abilità con il
bagher. La preparazione è quindi frontale alla palla e possiamo insegnare ai
ragazzi solo a coprire lateralmente con apertura a destra o sinistra. Zone di
conflitto: dobbiamo dare ai ragazzi delle competenze molto chiare e un
altrettanto chiarezza riguardo all’errore. Prendere un ace in mezzo ai due
ricettori è un errore grave. Prendere ace con la palla che cade sulla linea
laterale non è un errore. E quindi cerco di far portare molta attenzione sulla
palla dentro il campo e dentro le zone di competenza, mentre sulla palla
esterna voglio una difesa; su questo tipo di palla non gli parlo più di
ricezione. Quando la palla cade tra due giocatori mi arrabbio, ma sulla palla
che cade sulla linea facciamo difesa, non mi interessa che sia una ricezione. Sulla
palla addosso faccio ricezione, sulla palla che va sulla linea faccio difesa,
perché non ho tempo per fare nient’altro. Questa è già una distinzione che
serve ai giocatori per abbassare la responsabilità e per avere un focus
attentivo molto marcato nei confronti di certi aspetti di questo fondamentale.
Battuta salto
float che arriva da 5: che indicazioni dai?
Ormai ci sono
battitori talmente bravi che su questi tipi di servizio superano i 70Km/ora;
queste sono battute che spesso producono efficienze superiori a quelle della
battuta in salto con un numero di ace e di ricezioni negative elevatissime. E
questo ci porta a dover studiare molto attentamente a come poter contrastare
questo tipo di battute e a come posizionarsi. Anche in questo caso secondo il
mio punto di vista ci deve essere una variazione dell’asse di ricezione in
maniera marcata a seconda che la battuta arrivi da 5 o da 1. Fermo restando che
dipende sempre da che tipo di ricettore hai.
Relativamente
alla battuta: ti capita di chiedere al tuo battitore di fare la sua migliore
battuta anche se è nella zona in cui si trova il miglior ricettore avversario?
Si. Io di solito
ai battitori in salto spin faccio tirare la loro miglior battuta. Solo con
alcuni giocatori vado a fare richieste specifiche relativamente su chi
indirizzare la battuta. Sulla salto float è un po’ diverso perché i buoni
battitori riescono a direzionarla con discreta facilità sui ricettori avversari
meno abili e quindi in questi casi si può dare un’indicazione su chi battere.
Però, in linea di massima, mi piace che loro vadano in battuta e pensino solo
ad imprimere velocità alla palla.
Ormai tutti
giocano con quattro punti rete e quindi anche chi deve ricevere deve poi
prepararsi per effettuare un attacco da prima o da seconda linea. Dai
indicazioni specifiche per il posto quattro che riceve ed attacca così come per
chi deve attaccare la pipe?
Molte squadre
per fronteggiare squadre con giocatori molto bravi ad attaccare la pipe usano
molto la battuta corta per fare avanzare il ricettore di sei in modo che poi
non possa più attaccare la pipe. Per quanto riguarda il posto 4, i giocatori
che ricevono in palleggio partono dai 4 metri e quindi non hanno molto spazio
per far rincorse d’attacco particolari, ed infatti quando noi alleniamo la
ricezione alleniamo insieme la ricezione con l’attacco in modo da allenare
sempre il collegamento con l’attacco dopo aver ricevuto. È importante lavorare
quotidianamente in allenamento con esercizi di battuta – ricezione – attacco.
Iniziando sempre dalla battuta reale per poi lavorare su ricezione – attacco
sviluppando quindi anche la parte relativa alla rincorsa che rimane una cosa
importante. Con la qualità delle battute di oggi è importante riuscire a
sviluppare con efficacia delle rincorse d’attacco con soli due passi perché non
possiamo più pretendere di avere rincorse allargate e allungate come nella
pallavolo di un tempo quando c’erano battute diverse. Dipende poi molto anche
dal tipo di ricettori: ci sono ricettori che preferiscono ricevere con le dita,
e quindi stando sui 4 metri devono imparare a sviluppare rincorse fatte di
sinistro, destro – sinistro. Non hanno tempo di fare nient’altro. Diverso è per
il primo ricettore, che ricevendo molto bene con il bagher si posiziona più
indietro in ricezione e quindi ha il tempo di sviluppare tutta la rincorsa che
predilige senza problemi. I brasiliani, ad esempio, studiano l’efficacia
dell’attacco in relazione alla ricezione. Guardano se battendo su un ricettore
che poi dovrà attaccare, questo sortisce risultati diversi nelle sue
percentuali di attacco rispetto a quando non riceve. Questo perché molto spesso
ci sono giocatori che hanno qualità d’attacco molto diverse a seconda se prima
dell’attacco hanno o meno ricevuto. Riguardo i passi della rincorsa,
soprattutto dopo la ricezione, lascio piuttosto liberi i miei giocatori. Spesso
dopo ricezione l’unica cosa che posso fare è aprire con il sinistro, poi fare
destro – sinistro e saltare. Quello su cui possiamo influire è invece sul
chiedere al ricettore di ricevere la palla molto alta perché se la palla viene
passata bassa all’alzatore poi non c’è il tempo per il centrale di sviluppare
una buona rincorsa anticipata. E quindi lavoriamo molto, anche con lavori
analitici di ricezione, per abituarli a ricevere la palla bella alta,
soprattutto per chi riceve in palleggio, in modo tale che anche per loro sia
poi più agevole il riuscire a sviluppare una buona rincorsa d’attacco. Altra
cosa interessante su cui stiamo lavorando è quella di proporre alzate con
traiettorie non troppo lunghe in posto 4 per poter sviluppare una rincorsa
dentro il campo, anche 1 metro dentro il campo. E sto vedendo che molti
attaccanti stanno beneficiano non poco di questo tipo di alzate, soprattutto
per ricettori non di primo livello, che lavorano molto con la ricezione in
palleggio e che quindi poi hanno poco tempo per sviluppare rincorse da fuori
campo.
Esercizi per
la ricezione: come lavori la ricezione in palleggio? Fai lavori analitici sul
bagher?
La prima
considerazione da fare riguarda l’importanza del numero dei contatti con la
palla in ricezione. Nel tennis i più grandi tennisti fanno un numero
elevatissimo di contatti con la pallina; ripetono, ripetono, ripetono
situazioni. Altra cosa è fare numeri di contatti alti ricreando situazioni più
vicine possibili al gioco; ecco perché per la ricezione sulla battuta float io
utilizzo molto le battute dai tavoli un po’ dentro il campo, per studiare
traiettorie che arrivano da altezze differenti. La ricezione analitica della
battuta in salto la facciamo con la macchina spara palloni (che sarebbe la cosa
migliore) oppure se non si dispone della macchina andando sui tavoli per creare
situazioni analitiche simili al gioco con elevati numeri di ripetizioni.
Esercitazioni che puoi fare alla mattina, ad inizio allenamento e a fine
allenamento. Per la ricezione in palleggio della float mi piace fare esercizi
analitici per sviluppare la sensibilità nelle dita e quindi anche dei lavori
con le palle mediche per rinforzare la forza nelle dita e questo lo puoi fare
anche quando fai sala pesi. Così come fare esercizi con battute float sui
tavoli posti sui 5 metri in modo da stimolare al massimo le capacità di
ricezione con poco tempo di reazione. Quando lavoro per la ricezione in
analitico mi piace anche usare i numeri; esempio su 5 ripetizioni cercare di avere
3 palle positive. Dare quindi degli obiettivi da raggiungere. Utilizzando anche
la lavagna magari si organizzano serie di dieci ricezioni e i ragazzi scrivendo
sulla lavagna i loro risultati si “scoutizzano” da soli. Questo li mette
davanti alla statistica; mettevamo infatti poi tutti i numeri su un file che
veniva esposto per far valutare ad ognuno di loro come era andato l’ultimo
allenamento svolto. Utile sia per vedere le cose che non vanno che per vedere i
miglioramenti. Rimane poi tutto l’aspetto legato al gioco, che è molto
importante. E quindi ricreare situazioni con battuta – ricezione – attacco; lo
si può fare sia in fase di riscaldamento, sia con muro che senza muro, con
difesa e senza difesa, ecc… Questa è una cosa che spesso faccio all’inizio
dell’allenamento come fase di riscaldamento con ricettore e libero, in modo che
il libero incomincia a toccare la palla in ricezione e il ricettore attaccante
fa 2-3 azioni poi ruota ed entra un altro. Altra cosa che cerco di fare è
creare giornalmente esercizi che partono dalla battuta e dalla ricezione,
almeno come prima palla. Poi magari possiamo mettere una seconda, una terza
palla nel campo avversario con le quali sviluppiamo quello che ci serve (palla
alta, free ball, ecc..). Partire sempre dalla ricezione è importante perché
ricrea lo stress che poi ritroverai in partita.
Nel femminile
soprattutto, non andando quasi mai per terra la prima palla, l’esercizio di
cambio palla si trasforma immediatamente in un esercizio di fase break e
quindi si sta consigliando di spostare un po’ l’asticella sull’allenamento
della rigiocata. Cosa ne pensi?
Ancora oggi, i
due fondamentali che spostano di più nella pallavolo maschile, sono battuta e
ricezione, e quindi vanno allenati molto. La ricezione specialmente, sta
diventando un problema per tante squadre; trovare grandi ricettori è molto
difficile. Grandi attaccanti si trovano ma i grandi ricettori scarseggiano. E
quindi dobbiamo lavorarci molto sulla ricezione e quindi sulla fase cambio
palla.
Qualcuno dice
che se un giocatore lavora tanto in ricezione, poi fa fatica a tenere tutta la
stagione soprattutto se gioca in squadra con il doppio impegno settimanale.
Cosa ne pensi?
Non credo. Oggi
i sistemi di allenamento sono cambiati. Il tempo che passiamo in palestra
giocando ogni tre giorni è cambiato, si è notevolmente ridotto. E quindi credo
non sia così, anzi, il ricezione è veramente complicato far migliorare un
giocatore se non lo alleni tanto. Io, infatti, per far migliorare i ricettori
uso anche altri sistemi di allenamento come, ad esempio, l’utilizzo di sessioni
video con analisi tecnica del gesto, proprio perché tante ora in palestra non
sempre si riescono a fare.
Se un tuo
giocatore durante una partita è in grave difficoltà in ricezione, come
intervieni? Con un time out motivazionale, oppure riporti tutto alla tecnica
analitica per ridare certezze al tuo giocatore?
Durante la
partita non credo ci siano possibilità di dare aiuti dal punto di vista tecnico.
Spesso in questi casi ricorro allo scarico del ricettore in difficoltà,
togliendolo dalla linea di ricezione e passando alla ricezione a due per
qualche rotazione (magari lo lasciano solo a ricevere la palla corta che gli
cadeva davanti ai piedi). Questo mi consente di sgravarlo un pochino a livello
psicologico. Dal punto di vista tecnico l’unica cosa che si può fare è dagli
qualche feedback attraverso qualche parola chiave che gli consente di fare un
po’ di pulizia mentale e di resettare.
Ai tuoi
giocatori dai un modello di riferimento in ricezione o lavori solo con video
che riguardano i suoi difetti da correggere?
Do dei modelli di riferimenti ai miei giocatori, studiando i grandi ricettori. Riguardo alla ricezione della float io sono un grande fautore della ricezione laterale a destra e a sinistra; non voglio mai la palla sulla pancia ma voglio che ci sia il piede destro arretrato se ricevo a destra o il piede sinistro arretrato se ricevo a sinistra, avendo sempre una posizione di grande equilibrio quando impatto la palla. E questo lo facciamo anche studiando e guardando i migliori. Anche i migliori ricettori al mondo hanno comunque bisogno di ripetere tanto, così come i migliori palleggiatori riguardo al palleggio. Magari i migliori ricettori e palleggiatori del mondo hanno meno bisogno di confrontarsi con altri modelli, ma hanno comunque bisogno di ripetere molto in ricezione ed in palleggio.
GIUSEPPE BOSETTI
Bagher frontale e bagher laterale: in cosa si differenziano le due
tecniche?
Cominciando da un’età
di 11-12 anni l’impostazione delle tecniche fondamentali del bagher di
ricezione devono essere ben curate. Si deve partire da una fase preparatoria
con un’impostazione d’attesa corretta, seguita da un’impostazione di
attivazione per la ricezione con i vari spostamenti da effettuare. Quindi io
curerei particolarmente come punto primario nella fase di impostazione che
queste situazioni siano il più corretto possibile. Durante la fase di attesa
devo assumere una posizione che sia comoda e nella quale sia pronta a muovermi.
C’è una piccola inclinazione del busto in avanti, una leggera flessione delle
ginocchia e una preparazione del piano di rimbalzo anteriore con le braccia
rivolte verso l’obiettivo e il pollice aperto verso l’esterno in modo da
facilitare poi l’esecuzione della presa. Nell’età 10-11 anni quello che va
curato particolarmente è la presa, affinché sia il più corretta e funzionale
possibile. Parlando principalmente della pallavolo femminile non mi piace che
ci siano delle prese “particolari” ma la presa deve essere uniforme, sempre la
stessa, dal momento che nel femminile abbiamo una facilità che deriva dalla
conformazione di valgismo dei gomiti per cui l’avvicinamento del piano di
rimbalzo non prescinde dalla presa. La presa va insegnata correttamente fin
dall’inizio perché è un elemento difficile da cambiare poi in futuro. Deve
essere una presa che dia una simmetria perfetta del piano di rimbalzo già in
partenza, anche se ci saranno delle differenze fisiologiche – antropometriche
dei giocatori riguardo l’estensione delle braccia. Il momento di attivazione
invece, arriva quando l’avversario si lancia la palla per battere. Preferisco
avvenga attraverso un movimento dinamico della caviglia per facilitare poi lo
spostamento; quindi un piccolo adattamento dei piedi, tipo balzelli molto
veloci e non staccati dal pavimento, che mi permettano di attivare il corpo per
poi posizionarlo nella direzione consona di ricezione della battuta avversaria.
Nel momento dell’attivazione preferisco che ci sia un abbassamento del centro
di gravità dovuto a una flessione del ginocchio; devo arrivare a tenere una
posizione che sia il più forte e il più stabile possibile per poi andare in
direzione della palla. Una volta individuata la direzione e la traiettoria
della palla preferisco, nei limiti del possibile, di mantenere una posizione
frontale perché didatticamente non mi piace iniziare con lavori di ricezione in
bagher laterale dal momento che sono molto difficili da gestire nella fase 11-14
anni e soprattutto nella fase 11-12 anni. Per cui, l’arrivare dietro la palla,
visto che non si usa la battuta dall’alto, è una cosa facilitata. E quindi
questa diventa la mia richiesta principale: arrivare frontale alla palla.
Ovviamente se ne ho la possibilità e quindi a 13 anni cambiano un po’ le cose,
dal momento che si entra in una categoria in cui si deve affrontare la battuta
dall’alto per cui la situazione di utilizzo del piano di rimbalzo a 13 anni
deve essere un po’ più varia rispetto a quello che avveniva con la battuta dal
basso. E quindi quando ciò avviene dobbiamo anticipare la formazione della
ricezione con bagher laterale. Una battuta tesa con la rete 2,15 crea infatti
delle grosse difficoltà a lavorare solo con il bagher frontale di ricezione.
Quali sono i rischi a cui si va incontro con la ricezione frontale e
quelli con una ricezione laterale?
I rischi in entrambi i
casi sono sempre quelli di andare incontro all’errore. E quindi bisogna creare
una condizione tecnica, attraverso una ripetizione elevata del gesto tecnico, affinché
queste situazioni vengano gestite con il numero di errori che io considero
fisiologico. Teniamo conto che a livello giovanile l’incidenza dell’errore in
ricezione è molto elevata per il motivo che quasi sempre la battuta, visto
l’altezza della rete, ha un’influenza troppo grande sula ricezione. Bisogna
quindi anticipare bene l’insegnamento di queste tecniche per poter giocare
senza commettere troppi errori. E quindi verso 11-12-13 anni dobbiamo lavorare
con un volume molto elevato di battuta e ricezione affinché si possa ridurre il
più possibile questo handicap esistente sia sulla ricezione frontale che su
quella laterale rispetto alla battuta.
Concetto dell’indipendenza delle braccia rispetto agli arti inferiori:
oggi si tende a dare meno importanza allo spostamento e una maggior priorità a
quello che è il piano di rimbalzo. Cosa ne pensa?
Io credo che questa
idea non sia molto applicabile nel giovanile. Preferisco che nel giovanile la
prima richiesta si quella di arrivare bene dietro la palla in frontalità. Poi,
se devo aprirmi lateralmente o a destra o a sinistra, devo saper gestire queste
situazioni e quindi certamente le facciamo e le proviamo. Però, la cosa sulla
quale maggiormente insistiamo è l’utilizzo delle gambe per arrivare bene dietro
alla palla e non solamente la formazione di un piano di rimbalzo anticipata e
una rotazione delle braccia in rapporto a dove si trova la palla. Su questo
insistiamo molto affinché le ragazze si rendano conto che la ricezione non è
una cosa che va fatta da fermo ma è una cosa che si può fare anche movendosi.
Soprattutto nella femminile dove ci sono delle battute con una velocità
nettamente inferiore a quella della maschile e che quindi consenta di portarsi
dietro alla palla quando si riceve. Nel maschile, soprattutto nella salto spin,
la palla è talmente veloce che bisogna valutare altre soluzioni, dal momento
che spesso anche effettuare soltanto un singolo passo diventa molto difficile.
E quindi in quel contesto essere in grado anche di lavorare con solo il piano
di rimbalzo è una necessità, mentre nel femminile, e ancor di più nel
giovanile, penso che ancora questa difficoltà non ci sia visto che la battuta a
11-12 anni non può essere di una velocità così elevata.
Ricezione in palleggio: va insegnata subito? Più avanti? E’ solo un
rimedio estremo? Cosa ne pensa?
Nella pallavolo
giovanile femminile non la vedo come una cosa particolarmente fattibile perché
le mani e le braccia sono ancora deboli, soprattutto nelle longilinee e la
tenuta dei palloni diventa difficoltosa su una battuta flot o su una salto
float. Quindi la lascio come una ricerca più individuale di questo gesto;
qualche giocatrice lo fa più naturalmente perché magari ha una particolare
predisposizione fisica per fare questo. In questo caso la lascio fare; se non
ha questa predisposizione naturale, cerco di favorire l’intervento in bagher
anziché l’intervento a mani alte. Anzi spesso freno questo tipo di intervento,
soprattutto in quelle giocatrici che da un punto di vista fisico non sono in
grado di supportare questo tipo di intervento. E su una ragazzina di 13 anni
longilinea di 1,80 – 1,85, diventa difficile riuscire ad essere qualitativa
nell’intervento.
Può essere opportuno dare indicazione alle nostre giocatrici relativamente
alla tecnica di ricezione da adottare in base alla tipologia di battuta
dell’avversario?
Bisogna intervenire a
seconda della necessità degli interventi; non si può predisporre prima che cosa
fare. Bisogna valutare, e in base alla valutazione della traiettoria si ha il
tipo di intervento che bisogna fare. Bisogna intervenire in relazione
all’effettiva traiettoria e non decidendo l’intervento a priori a seconda che
l’avversario si appresti ad effettuare una battuta salto spin, salto float,
piedi a terra, ecc…
Allenamento della ricezione: è utile allenarla anche a livello
individuale oppure allenarla sempre nel sistema di ricezione e quindi con la
gestione delle zone di competenza e di conflitto?
In linea generale
faccio al lunedì al giovedì l’allenamento individuale in ricezione. I giorni
vicini alla partita, e quindi venerdì, sabato se gioco alla domenica (a volte
anche il giovedì) o giovedì e venerdì se gioco il sabato, faccio il
collegamento inserendo la ricezione nel sistema. Il collegamento cerco però di
ridurlo su due zone, non su tre, affinché abbiano il maggior numero di contatti
sulla palla possibili. Lontano dal match faccio ricezione individuale perché
voglio che contattino il più possibile la palla da sole. E questo intervento
individuale lo faccio per un tempo prolungato e non per poco tempo. Inoltre,
tendo a farlo all’inizio dell’allenamento; subito dopo la fase di riscaldamento
(che è molto breve) faccio la ricezione. Questo perché quando le ragazze vanno
a scuola la giornata è già molto carica da un punto di vista attentivo e la
ricezione richiede molta attenzione. Questo è il motivo perché la faccio
subito, affinché non siano troppo stanche e siano ancora in grado di dare delle
risposte attentive adeguate. Se ci alleniamo in giorni in cui non vanno a
scuola (sabato o domenica) provo a farla alla fine dell’allenamento, dopo un
sovraccarico abbastanza elevato da un punto di vista della fatica fisica perché
poi durante la partita devono prepararsi a ricevere anche alla fine della gara
stessa quando la stanchezza si fa sentire.
E’ utile svolgere allenamento di battuta e ricezione prima della gara?
Si, è utile. La ricezione è un gesto che va ripreso il più possibile,
soprattutto con i ricevitori attaccanti ma senza escludere gli opposti perché a
livello giovanile in determinati momenti possono essere inseriti nella linea di
ricezione
Ruolo del libero: come va interpretato a livello giovanile?
I liberi dobbiamo formarli con quelle che
sono le richieste attuali e quindi il libero deve essere un atleta capace oltre
che di padroneggiare le tecniche di seconda linea che abbia anche la capacità
comunicativa di gestire la seconda linea, ad esempio della gestione delle zone
di conflitto. E quindi deve fare un grande lavoro specifico, a parte, per tutti
gli aspetti della ricezione quando gli altri atleti sono impegnati a fare
altro. Un po’ come il portiere nel calcio che ha il suo allenatore durante
l’allenamento perché ha bisogno di una cura particolare in relazione a quello
che è il suo ruolo specifico. Il libero deve imparare ad andare sulla palla, a
comunicare bene, ad essere una persona presente e non una mummia. Il libero nel
gioco deve avere certe caratteristiche e quindi queste caratteristiche devono
far parte anche della sua personalità oltre che del suo bagaglio tecnico. Se
non è una persona comunicativa, diventa difficile che possa avere un futuro
importante nel ruolo di libero.
Cosa fare
“prima”:
Se noi ci mettiamo in ricezione significa che
abbiamo subito punto e quindi quel momento li è fondamentale per far sì che la
squadra parli per un brevissimo tempo dell’azione precedente e poi
immediatamente si concentri sul cambio palla. Ci sarà quindi una persona
responsabile dell’organizzazione del sistema di ricezione che potrebbe essere
il libero (non è detto che debba però essere necessariamente il libero) che
deve richiamare l’attenzione dei ricevitori a quel momento. E ricordare alla
squadra che i ricevitori sono sempre sei, e non tre; perché anche l’opposto in
prima linea, o se è in seconda linea magari chiamando la palla fuori, così come
il palleggiatore se la palla tocca il nastro o il centrale sulle palle corte,
sono tutti giocatori responsabili della ricezione. Dopodichè ci si organizza
sulla linea di ricezione in base al tipo di battitore che abbiamo davanti.
Studiando preventivamente le traiettorie dei battitori sappiamo dapprima come
dobbiamo sistemarci in campo e a seconda del battitore utilizzeremo una linea
di ricezione che potrà essere a tre pura quando abbiamo un battitore salto
float molto insidioso o contro un battitore salto spin che tira forte,
piuttosto che una linea a due e mezzo contro un battitore salto float un
pochino meno pericoloso (diamo meno spazio al ricettore di prima linea). I
ricettori (tranne il libero) devono anche concentrarsi sul tipo di attacco che
ci sarà dopo la ricezione e su che tipo di attacco sarà meglio utilizzare in
base alla linea di muro e di difesa avversaria. Questo è tutto quello che
succede prima del fischio dell’arbitro. Dopo il fischio dell’arbitro c’è un
momento che i chiamo “on” che corrisponde al lancio del battitore, durante il
quale voglio vedere un leggero piegamento dei ricettori e le loro braccia che
sono proiettate in avanti. Non guardo moltissimo la posizione dei piedi essendo
un pochino filoamericano riguardo la ricezione. I piedi per me hanno
un’importanza relativa mentre mi interessa molto di più la ricerca dell’angolo,
ma questa è già una cosa che viene dopo. La linea a livello di profondità si
posiziona in base alle caratteristiche del battitore e varia da 6 metri
(posizione classica di partenza) a 1 metro più avanti (5 metri) o anche due
metri avanti per battitori che battono come una volta, da molto lontano o con
battitori che hanno una battuta molto lenta così come un metro o due metri
indietro (7-8 metri contro battitori che battono salto spin forte e lungo). A
livello di lateralità, in una situazione standard, e quindi con tre ricettori più
o meno con le stesse caratteristiche, possiamo spostare la linea di ricezione
mezzo metro a sinistra se battono da zona 1 avversaria, o a destra se battono
da zona 5. Se battono da 5 le spalle del posto 5 saranno orientate un po’ di
più di fronte al battitore e quindi più in diagonale che perpendicolare alla
rate mentre quando battono da 1 siamo tutti orientati di fronte al battitore.
Stabiliamo poi le zone di competenza che teoricamente sono a sinistra per
quello che riguarda quando battono da 1 e a destra quando battono da 5. Lascio
però poi alle giocatrici la possibilità di modificare queste regole perché la
cosa fondamentale è che loro siano d’accordo su come fare; anche se però se poi
vedo che si cono problemi legati alle competenze intervengo io e discuto
insieme ai ricevitori quali possono essere le competenze migliori da
utilizzare. Per quanto riguarda la zona di conflitto cerco di dare come
riferimento al giocatore che se mi battono da 5 e la competenza è a destra il
giocatore che mi parte da 5, in ogni caso, non voglio che mi faccia uno
spostamento verso l’interno con tutti e due i piedi ma al massimo esegue
un’apertura con la gamba destra verso l’interno e prende quella palla li.
Stessa cosa quando battono da 1; il ricettore di 5 a destra riceve solo con
l’apertura della gamba, non entra troppo in campo; e questo è il segnale di
confine tra i due giocatori.
Durante:
il durante è dal momento del tocco della palla da
parte del battitore a quando il ricettore esegue il bagher. Bisogna fare molta
attenzione al tempo in cui il ricettore si muove. Spesso infatti accade che si
subiscono ace perché il ricettore si muove prima che il battitore tocchi la
palla. Quindi la prima regola è non muoversi mai prima di vedere la direzione
del pallone. Una volta vista la traiettoria della palla, la prima cosa che
chiedo è la ricerca dell’angolo del bagher e non lo spostamento del piede. Vuol
dire che se la palla è alla mia destra voglio vedere le braccia che vanno
subito verso destra (e viceversa se la palla è a sinistra) con il contemporaneo
movimento del piede verso la direzione della palla. Se invece la palla è al
centro del corpo il ricettore deve essere bravo a valutare la velocità di
quella palla: se è una palla molto lenta e bassa deve andare con il bagher vicino
alle ginocchia, non tanto in mezzo agli appoggi ma vicino al ginocchio destro o
sinistro e regolare poi con un leggero movimento di spalle l’angolo necessario
a direzionare la palla. Se invece la palla che arriva al centro del corpo è
lenta e alta è il momento di utilizzare il palleggio di ricezione. Se invece
arriva molto veloce devo spostarmi immediatamente dalla traiettoria della palla
per utilizzare il bagher laterale. Dopodichè mi concentro su tre tipi di
ricezione: 1) la ricezione in palleggio sulla palla alta lenta e in mezzo al
corpo, 2) la palla che colpisco davanti all’asse del corpo (a destra o
sinistra) che prevede più un movimento di spinta di caviglie con le braccia che
non si muovono tantissimo o che possono dare un po’ più di spinta alla palla
nel caso si debba mettere il ginocchio per terra, 3) una situazione in cui
colpisco la palla dietro la linea del corpo, dove le braccia intervengono molto
di più con una spinta maggiore a carico delle braccia stesse per accompagnare
la palla verso la rete. Volevo ora parlare della preparazione del bagher dove
spesso vedo giocatrici che tirano con i gomiti verso dietro mentre a me piace
moltissimo la preparazione americana cioè con le braccia distese spingere
ulteriormente con un’iperestensione dei gomiti e andare quindi subito con il
bagher posizionato senza tirare indietro. Poi c’è il discorso del “dove”
colpiamo la palla con il bagher. La palla va colpita alla stessa distanza tra
il polso e il gomito; quando si tocca la palla le mani devono rimanere in presa
solida, senza aprirsi (ci sono tanti ricevitori che invece aprono le mani molto
rapidamente appena hanno toccato la palla ma secondo me questo è un leggero
difetto) perché questo aiuta a direzionare meglio il pallone verso l’obiettivo
finale. C’è poi La spinta finale che può essere prodotta un po’ più dalle
braccia quando colpisci la palla dietro l’asse del corpo e un po’ più di
caviglie quando tocchi la palla davanti al corpo.
Quali più di queste tecniche vedi usare dai
tuoi giocatori?
Sulle battute salto float toste sei quasi
costretto ad usare 8 volte su 10 il bagher laterale. Sulle battute tattiche
corte ovviamente si interviene frontalmente. Poi ci sono le battute salto spin
potenti (Egonu) sulle quali è importante fare attenzione alla partenza delle
braccia; a me piace una partenza con le braccia leggermente arcuate, quasi ad
evidenziare che si farà un bagher più da difesa che da ricezione. Anche qui
bisogna essere molto rapidi a cercare le mani subito sotto il pallone e la
caduta del corpo a cercare la palla, soprattutto sulle palle forti – laterali.
La velocità di esecuzione, su quel tipo di battute, fa la differenza, così come
fa la differenza riuscire a contenere questo tipo di battute, tenendo la palla
anche un po’ distante da rete perché non è vero che bisogna ricevere sempre e
solo perfetto. Secondo me nella ricezione la cosa fondamentale è non subire
molti ace, poter portare un attacco sempre e in ogni caso. L’elemento più
importante per la fase cambio palla è quello di poter portare più attacchi
possibili. Quando ad esempio trovi un opposto che tira fortissimo in battuta e
poi davanti a muro c’è il palleggiatore che non è altissimo, secondo me è
meglio tenere la palla anche un po’ distante da rete e giocare palla alta in quattro
per attaccare sul palleggiatore e quindi sul lato debole del muro avversario.
Oggi secondo te si è un po’ spostata l’idea di
cercare un po’ più la palla con il bagher piuttosto che con i piedi, come
invece si insegnava una volta?
Per quello che riguarda me sicuramente sì, ma
sento molti colleghi che sono ancora molto restii sull’utilizzo del bagher
latrale, e questa è una cosa che sinceramente mi sorprende perché con la
velocità delle battute di oggi il bagher laterale sei quasi obbligato ad
utilizzarlo. Con le battute di oggi è impensabile riuscire a spostarsi di
fronte alla palla. Tra l’altro, con le salto float tese, se cerchi di spostarti
davanti alla palla, poi spesso ti ritrovi la palla davanti al petto e fai
fatica ad uscire. Invece se tu muovi subito le braccia verso l’esterno, la cosa
più difficile da valutare è la profondità, ma se io ho già le braccia fuori, se
poi la palla è più alta o più bassa, mi basta soltanto portare più su o più giù
le braccia stesse e io trovo la palla. Se invece ci sono di fronte cosa faccio?
Mi alzo? Mi sposto? Mi ci vuole comunque più tempo. E quindi la mia idea è
quella di fare meno movimento possibile e di mettere il bagher prima possibile
sotto la palla. Sulla classica battuta laterale a sinistra, metti fuori il
piede sinistro e contemporaneamente le braccia a sinistra; se ti rendi conto di
essere ancora lontano dal pallone, invece di riportare il piede destro verso il
sinistro, puoi addirittura incrociare con il piede destro davanti al piede
sinistro, in modo quasi da avere una bagher rovesciato. Questa è una tecnica
che, con le giocatrici alte, può funzionare.
Quali indicazioni fornisci ai giocatori dopo
che hanno colpito la palla: finire il movimento? Mantenere l’angolo? È
importante che il piano di rimbalzo sia orientato verso l’alzatore?
Io insisto molto sul fato di accompagnare la
palla, di aver la sensazione proprio di accompagnare la palla verso il
palleggiatore e quindi mantenere un attimo le mani attaccate ed avere sempre
l’angolo del piano di rimbalzo rivolto verso l’obiettivo ovviamente. L’altra
indicazione che do è quella di fare attenzione alla parabola di uscita del
pallone perché la parabola molto tesa a me non piace moltissimo perché crea dei
problemi, più che altro ai centrali. Lo so che piace ai palleggiatori, ma
spesso la parabola tesa toglie un pochino di tempo al centrale che fatica ad
arrivare con il giusto tempo. Secondo me l’attenzione alla parabola d’uscita va
inculcata nelle ragazzine fin da quando sono piccole mentre vedo spesso fare
esercizi con le traiettorie che viaggiano sotto il nastro della rete, cosa che
secondo me ha poco senso. E quindi è necessario, anche quando si fanno degli
esercizi di bagher banali, di coppia, porre attenzione al tipo di parabole che
esce dal bagher perché deve consentire ai centrali, ma anche al palleggiatore,
di avere il giusto tempo di ingresso. Una cosa di cui non abbiamo parlato è
quando la palla cade corta. In questa situazione se non sei veloce a portare un
ginocchio per terra è facile che, o subisci punto, o che la tua ricezione non
consente un attacco. E quindi la velocità di far toccare il ginocchio per terra
quando la palla ti cade all’ultimo secondo, è determinante per poter mettere un
bagher che possa attaccare il pallone. Probabilmente se sei obbligata a mettere
un ginocchio per terra vorrà dire che non avevi valutato bene la traiettoria,
ma di errori di valutazione se ne faranno sempre e quindi la cosa più
importante è trovare le soluzioni, ed in questo caso la soluzione è proprio
questa. Lo stesso Velasco parlava di “SOS”, quando ci sono delle situazioni in
cui in ricezione devi solo pensare a salvare la palla: se hai sbagliato la
valutazione, se il battitore ha fatto una gran battuta. Tu in questi casi devi
solo pensare a salvare il pallone e a fare in modo che il palleggiatore possa
alzare la palla. Anche a costo di cadere e buttare la palla verso l’alto con
qualsiasi tecnica, ma quello che conta in quei momenti è tenere viva la palla.
So vedono giocatori eseguire uno “split”, una
sorta di saltello di caviglie, un pre-saltello, prima di operare lo
spostamento. Lo insegni? Ti piace?
Non mi piace per niente e non lo insegno. Rimango
dell’opinione che quando si è in attesa della battuta si sta con i piedi fermi
e quando vedo la palla comincio a muovere i piedi. Anche perché ho più o meno 3
metri di lateralità da proteggere (1,5 metri a destra e 1,5 metri a sinistra) e
con una bagher fuori dal corpo e un affondo riesco ad andare a coprire sia a
destra che a sinistra. Io sono molto americano sulla ricezione e gli americani
non usano questa tecnica. A me piace avere la braccia belle rilassate davanti
al corpo, con le spalle in attacco, cosa di cui non abbiamo parlato ma che è
importantissima: le spalle devono sempre essere in attacco del pallone, vale a
dire che la linea delle spalle deve sempre essere proiettata in avanti verso il
palleggiatore. Prima non n e ho parlati perché è una cosa che per me è la base
di tutto. Quando insegno la ricezione chiedo alle mie giocatrici che le spalle
siano sempre verso la rete, dopodichè andiamo a parlare di altre cose; ma se
non hai le spalle li, parti già con un grave errore. Ci sono volte in cui il
giocatore va indietro anche sulla ricezione laterale mentre le spalle devono
sempre essere in attacco, ad aggredire il pallone, e dopo la differenza la fa
la sensibilità del bagher nello spingere più o meno il pallone a seconda della
velocità con cui la palla arriva, ma le palle a mio avviso devono sempre essere
proiettate verso la rete. “Spalle in attacco” per me è un parola chiave della
ricezione. “Bostik”, come insegna un grande allenatore, può essere usata invece
come parola chiave per non apire le mani.
Cosa fare appena toccata la palla?
Prendere lo spazio migliore per andare ad
attaccare il pallone. La cosa fondamentale secondo me è il tempo, più che lo
spazio. Perché spesso non possiamo andare dove vorremmo per cui la cosa
fondamentale rimane, su che piede sono, quando il palleggiatore ha la palla in
mano in base al tipo di attacco che voglio fare. Se attacchiamo una super sono
appoggiato con il piede sinistro per terra e ho ancora indietro la gamba
destra. Se attacchiamo un Quick, una palla quindi più veloce della super, devo
avere già quasi il piede destro (e quindi l’ultimo passo) che va ad appoggiare
a terra. Se invece attacchiamo una mezza palla, la classica 5, devo ancora
appoggiare a terra il piede sinistro nel momento in cui il palleggiatore ha la
palla in mano. Su questi tempi va concentrata l’attenzione dell’attaccante.
Perché ci saranno delle situazioni in cui non potrò prendere la rincorsa
esterna e aggradire il pallone per bene andandogli incontro sulla diagonale, e
quindi dovrò essere in grado di utilizzare colpi diversi per lavorare sulle
mani del muro. Oppure, se il palleggiatore è stato bravo a tener la palla non
troppo lunga devo aver la capacità di aggredire il pallone in extra rotazione
con il braccio destro e colpirlo prima che mi arrivi sulla spalla destra in
modo tale da poter uscire sulla diagonale stretta. Stesso concetto legato al
tempo d’attacco, riguarda il ricettore attaccante di seconda linea che deve
prepararsi ad attaccare la pipe dopo ricezione. Se il ricettore di 6 riceve sui
3,5 metri e quindi poi fatica a prendere la rincorsa per la pipe, in questi
casi nel femminile l’indicazione che do al palleggiatore è di non utilizzare
l’attacco da seconda linea in pipe; nel femminile è quasi impossibile trovare
un giocatore che sia in grado di ricevere sui 3,5 – 4 metri e poi riuscire ad
andare ad effettuare la rincorsa per attaccare la pipe. A meno che dia una
ricezione con una parabola molto alta e sia talmente potente da riuscire ad
effettuare la rincorsa d’attacco con solo un passi di rincorsa. Ma è molto
difficile trovare atlete di questo tipo nel femminile.
Schiacciatore – ricettore di prima linea: che
passi gli consigli di fare per preparare la rincorsa? Un incrocio dietro? Un
incroci avanti? Qualcos’altro?
Se è dovuto entrare in campo, e ha tempo, deve
incrociare con il piede destro, poi va in appoggio con il sinistro e poi da lì
compie l’ultimo balzo finale destro – sinistro. Se si trova più indietro può
fare quattro appoggi e quindi farà qualche passo di più. È tutto in funzione
dello spazio che ha a disposizione dopo aver ricevuto. Se invece si accorge che
non sarà lui a dover ricevere, potrà uscire un pochino dal campo per preparare
al meglio la sua rincorsa d’attacco.
Che input dai in ricezione ai tuoi centrali
sulle zone di competenze?
In P2, P4 e P5, la battuta che cade corta nel
primo metro di zona 4 secondo me non la deve prendere il centrale ma il
ricettore di posto 5. Il centrale prende le palle corte che cadono tra il primo
metro interno di zona quattro verso il centro della rete. Sulla palla che cade
morbida appena dopi i tre metri entra in gioco la comunicazione. Se dietro c’è
il libero, magari diamo a quest’ultimo maggior responsabilità. Ma se vogliamo
che la prenda il centrale dobbiamo insegnargli la tecnica corretta, che anche
per lui è quella di usare il bagher laterale andando ad aggredire la palla son
le spalle. Con la palla che cade molto corta dentro i tre metri spesso viene
utilizzata la tecnica di ricezione a piedi paralleli ma per me è un errore nel
senso che ci vuole un piede davanti all’altro, bagher, e poi uscita, perché da
questa posizione è molto più facile non solo controllare la palla ma anche riuscire
a prendere una rincorsa più rapida. Anche in questo caso riuscire a dare una
parabola alta è importante perché consente di fare un passettino indietro e poi
di fare la rincorsa. In P1 e P6 il centrale ha lo stesso tipo di responsabilità
che ha in P2, P4, P5, perché lì c’è l’opposto che deve prendere la palla che
cade nel primo metro in 4, dalla parte opposta, nel promo metro di zona 2 c’è S1
che copre. In P6 il centrale avrà la competenza di 1 metro dentro il campo in
zona 2 fino al centro del campo; poi, se va a 7 può prendere anche qualcosa più
verso 4. In P3 cambia se si gioca fast o primo tempo, perché se giochi primo
tempo sei più responsabile della parte corta – sinistra del campo mentre se
giochi la fast sei più responsabile della palla corta sul centro – destra. In
P3 c’è il libero in mezzo che può dare una mano sulle battute che cadono
appenda oltre i 3 metri.
Qualche esercizio di battuta e ricezione:
È difficile trovare esercizi che tengano alta
l’attenzione quando si fa battuta e ricezione. Anche mettendo punteggi, io non
riesco a vedere questa gratificazione enorme per chi svolge l’esercizio. Un
esercizio che mi piace è quello globale dove lavoro con un battitore che ha 6
turni di battuta e chi fa cambio palla deve fare 4 punti per vincere e chi fa
fase break deve fare 3 punti per vincere. Perché questo è quello che succede di
norma in partita, cioè per vincere nell’alto livello femminile devi vincere 2
cambi palla su 3, che corrisponde a 4 su 6 (66% circa). Così per il break che
per essere buono deve stare sopra al 40% e vicino al 50%. Al battitore do 1
bonus di battuta sbagliata. Questo lo gioco senza palla aggiunta da fuori, con
una palla sola, e lo faccio spesso quando ho un volume alto ma con un’intensità
bassa e quindi non ho palle aggiunte; ad esempio, un esercizio classico del
mercoledì, giorno in cui di norma cerco di fare più volume e avere un’intensità
non altissima. Mentre nel fine settimana aumento l’intensità e riduco il
volume. Poi lavoro molto con ricezione individuale per zone, dove metto due
battitori che battono da 1 e da 5 su un giocatore; lavoro spesso a tempo perché
a lavorare sugli obiettivi, onestamente non ho trovato delle grandi differenze.
E quindi quando faccio individuale preferisco lavorare sulla tecnica per cui do
ai battitori consigli tecnici per quello che riguarda la battuta e ai
ricevitori consigli tecnici per quello che riguarda la ricezione. Spesso lavoro
anche di coppia con delle posizioni 5-6 o 6-1, e raramente lavoro con le terne
se non magari alla domenica mattina quando voglio inserire un giochino ad
obiettivi (tipo raggiungere 5 ricezioni da primo tempo o positive prima di
cambiare la rotazione). A me più che il lavoro a punteggio piace ragionare con
i ricevitori sul tipo di palla che è arrivata, e quindi in base al tipo di
palla che è arrivata che tipo di tecnica utilizzare. E vedo che c’è attenzione
da parte dei giocatori, che apprezzano molto questo tipo di sistema di
esercizi.
Esercizi in cui c’è ricezione – attacco,
magari su metà campo, ti capita di farlo? Per dare importanza al “dopo” che ho
ricevuto.
Io faccio poco lavoro sintetico e dopo l’analitico di solito vado subito sul globale. Il sintetico lo uso, ad esempio, quando faccio attacco libero perché in quel caso anziché fare attacco libero con il lancio della palla al palleggiatore faccio ricevere il ricevitore che poi va ad attaccare. In un campo faccio ricevere il libero e nell’altro campo il ricevitore – attaccante (anche con la pipe); gli lanciamo palloni, non troppo complicati, per fargli provare il movimento di ricezione e attacco. Questo è importante anche per trovare il giusto feeling con il palleggiatore.