martedì 13 luglio 2021

MASTERCLASS: LA RICEZIONE

 


Trascrizione della MasterClass “LA RICEZIONE” tratta dalle interviste rilasciate agli amici di COACH FACTOR Francois Salvagni e Ciro Zoratti da tre grandissimi allenatori italiani di pallavolo. 

In rigoroso ordine alfabetico:

-         ANSASTASI ANDREA

-          BOSETTI GIUSEPPE

-          CAPRARA GIANNI


 Buona lettura

ANDREA ANASTASI

 

Prima: il momento in cui la palla è ferma

Premetto che il tutto dipende sempre dal tipo di servizio che andiamo a fronteggiare. Possiamo avere di fronte a noi un servizio in salto spin, un servizio ibrido o un servizio salto float. Nell’alto livello maschile il problema della ricezione sulla battuta in salto potente è un aspetto molto complicato; la qualità della ricezione su questo tipo di servizio è molto bassa. Ormai tutti i giocatori di alto livello sono in grado di variare i diversi tipi di servizio e quindi una delle prerogative della pallavolo moderna è la statistica e quindi lo studio del servizio avversaria in modo da mettersi sempre nella condizione di sapere in anticipo chi c’è davanti a noi. Io nell’ultimo periodo ho rispolverato il bilanciamento della ricezione con spostamento dell’asse di ricezione a seconda che la battuta venga da posto uno o da posto cinque. Con la battuta da 1 preferisco che il ricettore di posto 1 sia avanti rispetto al ricettore di posto 6 e di posto 5. Questo perché spesso molti battitori da 1 tagliano la battuta mettendo in grave difficoltà il ricettore di 1. Questo dà ottimi risultati soprattutto quando hai dei giocatori che non sono molto abili nel riconoscere il tipo di servizio avversario. Se hai grandi ricettori, giocatori che tatticamente riescono a capire le situazioni, non hai bisogno di spiegargli tutti i dettagli. Quando hai invece a che fare con atleti giovani, inesperti è utile ricorrere anche a questi escamotage. Stessa cosa con il servizio da posto 5: preferisco avere uno sbilanciamento del baricentro dell’asse di ricezione con il ricettore di posto 5 più avanzato rispetto ai ricettori di 6 e 1. Poi tutto dipende anche dai ricettori che hai: ci sono ricettori che prediligono la ricezione in palleggio, e mi sono reso conto che è difficile farli migliorare a ricevere in bagher ed in questo caso è preferibile portare i giocatori (quando c’è una battuta float importante) sui 4 – 5 metri, soprattutto se si tratta di giocatori molto alti. Riguardo ai dati statistici sulla ricezione in palleggio variano molto da giocatore a giocatore. Inoltre, quando metti in campo una squadra con primo ricettore e secondo ricettore, il primo ricettore riceve due volte in posto sei e deve ricevere dietro al secondo ricettore come posizione di partenza. Questo significa che se come primo ricettore metti uno che predilige la ricezione in palleggio, questo può creare molti problemi; è quindi sempre preferibile utilizzare i ricettori che prediligono ricevere in palleggio schierandoli in S2 e quindi lontani dal palleggiatore. Questo perché quando c’è da effettuare una ricezione in palleggio, loro 4 volte su 6 si mettono sui 4 metri, tolgono tutto l’angolo di posto 5 dalla ricezione a svantaggio del primo ricettore che deve essere comunque abile con la ricezione in bagher. Questo è un dato di fatto che dobbiamo valutare quando schieriamo la squadra in campo. Ecco perché nella stragrande maggioranza dei casi gli S1 (ricettore vicino al palleggiatore) sono sempre dei giocatori molto abili in ricezione. Non è tanto un qualcosa collegato alla P1, o ad altre cosa ancora, quanto un problema di ricezione che è contingente. Purtroppo, ormai, molti giocatori si stanno specializzando nell’attacco e meno nella ricezione, e questo sta creando dei problemi perché facciamo fatica a trovare grandi ricettori. Forse non siamo più neanche tanto bravi nell’insegnare a ricevere, perché se penso alla Francia e a quanti giocatori la nazionale francese abbia in grado di ricevere bene, e poi penso a tutte le altre nazionali, qualche dubbio mi sorge. E quindi, prima del pronti e via, ci sono tante valutazioni che dobbiamo fare e che sono legate alla parte tattica e alla parte tecnica. Nella pallavolo maschile, già se arrivassimo ad avere il 50% di ricezioni perfette sarebbe un qualcosa di straordinario. L’ultima finale scudetto è stata la finale delle ricezioni esclamative; i grandi palleggiatori che erano in campo hanno dovuto fondamentalmente gestire ricezioni esclamative o negative. È un dato di fatto. E quindi devi poi avere grandi attaccanti laterali per risolvere questo genere di palle. Un altro grosso problema nasce quando ci sono delle battute ibride, e oggi vi sono molti giocatori che utilizzano l’ibrido  

In questa fase il libero ha delle indicazioni specifiche o il lavoro tattico è distribuito equamente su tutti e tre i ricettori?

Nelle mie squadre io pretendo che il libero sia il responsabile della parte tattica e strategica della ricezione. Carl Mc Gown, il guru della pallavolo americana, tanti anni fa mi spiegò che loro commissionarono ad un’azienda che si occupava di statistica uno studio: analizzando 100 partite di alto livello, le migliori 100 partite del mondo, si voleva arrivare a conoscere quali sono i fondamentali che spostano il gioco. Il risultato fu che i due fondamentali che spostano gli equilibri del gioco sono battuta e ricezione. Il libero è quindi il responsabile della parte tattica di questo aspetto (ricezione) così determinante del gioco. Deve conoscere tutte le varianti del servizio dei giocatori della squadra avversaria. E quindi deve richiamare ad esempio l’attenzione del centrale sulla battuta corta nel caso di battitori che utilizzano questo tipo di battuta (nelle mie squadre i centrali ricevono la battuta corta perché se quando batte Leon devi stare sugli 8 metri, non puoi prendere anche una buona battuta corta). Poi certo, anche gli schiacciatori sono molto preparati riguardo la ricezione, perché studiamo molto le battute avversarie.

Durante: ci sono concetti universali o ogni giocatore è libero di organizzarsi come meglio crede?

Nel maschile la violenza della battuta non ti permette grandi movimenti, se non un’apertura laterale a destra o sinistra e cercare di contenere avendo buone abilità con il bagher. La preparazione è quindi frontale alla palla e possiamo insegnare ai ragazzi solo a coprire lateralmente con apertura a destra o sinistra. Zone di conflitto: dobbiamo dare ai ragazzi delle competenze molto chiare e un altrettanto chiarezza riguardo all’errore. Prendere un ace in mezzo ai due ricettori è un errore grave. Prendere ace con la palla che cade sulla linea laterale non è un errore. E quindi cerco di far portare molta attenzione sulla palla dentro il campo e dentro le zone di competenza, mentre sulla palla esterna voglio una difesa; su questo tipo di palla non gli parlo più di ricezione. Quando la palla cade tra due giocatori mi arrabbio, ma sulla palla che cade sulla linea facciamo difesa, non mi interessa che sia una ricezione. Sulla palla addosso faccio ricezione, sulla palla che va sulla linea faccio difesa, perché non ho tempo per fare nient’altro. Questa è già una distinzione che serve ai giocatori per abbassare la responsabilità e per avere un focus attentivo molto marcato nei confronti di certi aspetti di questo fondamentale.

Battuta salto float che arriva da 5: che indicazioni dai?

Ormai ci sono battitori talmente bravi che su questi tipi di servizio superano i 70Km/ora; queste sono battute che spesso producono efficienze superiori a quelle della battuta in salto con un numero di ace e di ricezioni negative elevatissime. E questo ci porta a dover studiare molto attentamente a come poter contrastare questo tipo di battute e a come posizionarsi. Anche in questo caso secondo il mio punto di vista ci deve essere una variazione dell’asse di ricezione in maniera marcata a seconda che la battuta arrivi da 5 o da 1. Fermo restando che dipende sempre da che tipo di ricettore hai.

Relativamente alla battuta: ti capita di chiedere al tuo battitore di fare la sua migliore battuta anche se è nella zona in cui si trova il miglior ricettore avversario?

Si. Io di solito ai battitori in salto spin faccio tirare la loro miglior battuta. Solo con alcuni giocatori vado a fare richieste specifiche relativamente su chi indirizzare la battuta. Sulla salto float è un po’ diverso perché i buoni battitori riescono a direzionarla con discreta facilità sui ricettori avversari meno abili e quindi in questi casi si può dare un’indicazione su chi battere. Però, in linea di massima, mi piace che loro vadano in battuta e pensino solo ad imprimere velocità alla palla.

Ormai tutti giocano con quattro punti rete e quindi anche chi deve ricevere deve poi prepararsi per effettuare un attacco da prima o da seconda linea. Dai indicazioni specifiche per il posto quattro che riceve ed attacca così come per chi deve attaccare la pipe?

Molte squadre per fronteggiare squadre con giocatori molto bravi ad attaccare la pipe usano molto la battuta corta per fare avanzare il ricettore di sei in modo che poi non possa più attaccare la pipe. Per quanto riguarda il posto 4, i giocatori che ricevono in palleggio partono dai 4 metri e quindi non hanno molto spazio per far rincorse d’attacco particolari, ed infatti quando noi alleniamo la ricezione alleniamo insieme la ricezione con l’attacco in modo da allenare sempre il collegamento con l’attacco dopo aver ricevuto. È importante lavorare quotidianamente in allenamento con esercizi di battuta – ricezione – attacco. Iniziando sempre dalla battuta reale per poi lavorare su ricezione – attacco sviluppando quindi anche la parte relativa alla rincorsa che rimane una cosa importante. Con la qualità delle battute di oggi è importante riuscire a sviluppare con efficacia delle rincorse d’attacco con soli due passi perché non possiamo più pretendere di avere rincorse allargate e allungate come nella pallavolo di un tempo quando c’erano battute diverse. Dipende poi molto anche dal tipo di ricettori: ci sono ricettori che preferiscono ricevere con le dita, e quindi stando sui 4 metri devono imparare a sviluppare rincorse fatte di sinistro, destro – sinistro. Non hanno tempo di fare nient’altro. Diverso è per il primo ricettore, che ricevendo molto bene con il bagher si posiziona più indietro in ricezione e quindi ha il tempo di sviluppare tutta la rincorsa che predilige senza problemi. I brasiliani, ad esempio, studiano l’efficacia dell’attacco in relazione alla ricezione. Guardano se battendo su un ricettore che poi dovrà attaccare, questo sortisce risultati diversi nelle sue percentuali di attacco rispetto a quando non riceve. Questo perché molto spesso ci sono giocatori che hanno qualità d’attacco molto diverse a seconda se prima dell’attacco hanno o meno ricevuto. Riguardo i passi della rincorsa, soprattutto dopo la ricezione, lascio piuttosto liberi i miei giocatori. Spesso dopo ricezione l’unica cosa che posso fare è aprire con il sinistro, poi fare destro – sinistro e saltare. Quello su cui possiamo influire è invece sul chiedere al ricettore di ricevere la palla molto alta perché se la palla viene passata bassa all’alzatore poi non c’è il tempo per il centrale di sviluppare una buona rincorsa anticipata. E quindi lavoriamo molto, anche con lavori analitici di ricezione, per abituarli a ricevere la palla bella alta, soprattutto per chi riceve in palleggio, in modo tale che anche per loro sia poi più agevole il riuscire a sviluppare una buona rincorsa d’attacco. Altra cosa interessante su cui stiamo lavorando è quella di proporre alzate con traiettorie non troppo lunghe in posto 4 per poter sviluppare una rincorsa dentro il campo, anche 1 metro dentro il campo. E sto vedendo che molti attaccanti stanno beneficiano non poco di questo tipo di alzate, soprattutto per ricettori non di primo livello, che lavorano molto con la ricezione in palleggio e che quindi poi hanno poco tempo per sviluppare rincorse da fuori campo.

Esercizi per la ricezione: come lavori la ricezione in palleggio? Fai lavori analitici sul bagher?

La prima considerazione da fare riguarda l’importanza del numero dei contatti con la palla in ricezione. Nel tennis i più grandi tennisti fanno un numero elevatissimo di contatti con la pallina; ripetono, ripetono, ripetono situazioni. Altra cosa è fare numeri di contatti alti ricreando situazioni più vicine possibili al gioco; ecco perché per la ricezione sulla battuta float io utilizzo molto le battute dai tavoli un po’ dentro il campo, per studiare traiettorie che arrivano da altezze differenti. La ricezione analitica della battuta in salto la facciamo con la macchina spara palloni (che sarebbe la cosa migliore) oppure se non si dispone della macchina andando sui tavoli per creare situazioni analitiche simili al gioco con elevati numeri di ripetizioni. Esercitazioni che puoi fare alla mattina, ad inizio allenamento e a fine allenamento. Per la ricezione in palleggio della float mi piace fare esercizi analitici per sviluppare la sensibilità nelle dita e quindi anche dei lavori con le palle mediche per rinforzare la forza nelle dita e questo lo puoi fare anche quando fai sala pesi. Così come fare esercizi con battute float sui tavoli posti sui 5 metri in modo da stimolare al massimo le capacità di ricezione con poco tempo di reazione. Quando lavoro per la ricezione in analitico mi piace anche usare i numeri; esempio su 5 ripetizioni cercare di avere 3 palle positive. Dare quindi degli obiettivi da raggiungere. Utilizzando anche la lavagna magari si organizzano serie di dieci ricezioni e i ragazzi scrivendo sulla lavagna i loro risultati si “scoutizzano” da soli. Questo li mette davanti alla statistica; mettevamo infatti poi tutti i numeri su un file che veniva esposto per far valutare ad ognuno di loro come era andato l’ultimo allenamento svolto. Utile sia per vedere le cose che non vanno che per vedere i miglioramenti. Rimane poi tutto l’aspetto legato al gioco, che è molto importante. E quindi ricreare situazioni con battuta – ricezione – attacco; lo si può fare sia in fase di riscaldamento, sia con muro che senza muro, con difesa e senza difesa, ecc… Questa è una cosa che spesso faccio all’inizio dell’allenamento come fase di riscaldamento con ricettore e libero, in modo che il libero incomincia a toccare la palla in ricezione e il ricettore attaccante fa 2-3 azioni poi ruota ed entra un altro. Altra cosa che cerco di fare è creare giornalmente esercizi che partono dalla battuta e dalla ricezione, almeno come prima palla. Poi magari possiamo mettere una seconda, una terza palla nel campo avversario con le quali sviluppiamo quello che ci serve (palla alta, free ball, ecc..). Partire sempre dalla ricezione è importante perché ricrea lo stress che poi ritroverai in partita.

Nel femminile soprattutto, non andando quasi mai per terra la prima palla, l’esercizio di cambio palla si trasforma immediatamente in un esercizio di fase break e quindi si sta consigliando di spostare un po’ l’asticella sull’allenamento della rigiocata. Cosa ne pensi?

Ancora oggi, i due fondamentali che spostano di più nella pallavolo maschile, sono battuta e ricezione, e quindi vanno allenati molto. La ricezione specialmente, sta diventando un problema per tante squadre; trovare grandi ricettori è molto difficile. Grandi attaccanti si trovano ma i grandi ricettori scarseggiano. E quindi dobbiamo lavorarci molto sulla ricezione e quindi sulla fase cambio palla.

Qualcuno dice che se un giocatore lavora tanto in ricezione, poi fa fatica a tenere tutta la stagione soprattutto se gioca in squadra con il doppio impegno settimanale. Cosa ne pensi?  

Non credo. Oggi i sistemi di allenamento sono cambiati. Il tempo che passiamo in palestra giocando ogni tre giorni è cambiato, si è notevolmente ridotto. E quindi credo non sia così, anzi, il ricezione è veramente complicato far migliorare un giocatore se non lo alleni tanto. Io, infatti, per far migliorare i ricettori uso anche altri sistemi di allenamento come, ad esempio, l’utilizzo di sessioni video con analisi tecnica del gesto, proprio perché tante ora in palestra non sempre si riescono a fare.

Se un tuo giocatore durante una partita è in grave difficoltà in ricezione, come intervieni? Con un time out motivazionale, oppure riporti tutto alla tecnica analitica per ridare certezze al tuo giocatore?

Durante la partita non credo ci siano possibilità di dare aiuti dal punto di vista tecnico. Spesso in questi casi ricorro allo scarico del ricettore in difficoltà, togliendolo dalla linea di ricezione e passando alla ricezione a due per qualche rotazione (magari lo lasciano solo a ricevere la palla corta che gli cadeva davanti ai piedi). Questo mi consente di sgravarlo un pochino a livello psicologico. Dal punto di vista tecnico l’unica cosa che si può fare è dagli qualche feedback attraverso qualche parola chiave che gli consente di fare un po’ di pulizia mentale e di resettare.

Ai tuoi giocatori dai un modello di riferimento in ricezione o lavori solo con video che riguardano i suoi difetti da correggere?

Do dei modelli di riferimenti ai miei giocatori, studiando i grandi ricettori. Riguardo alla ricezione della float io sono un grande fautore della ricezione laterale a destra e a sinistra; non voglio mai la palla sulla pancia ma voglio che ci sia il piede destro arretrato se ricevo a destra o il piede sinistro arretrato se ricevo a sinistra, avendo sempre una posizione di grande equilibrio quando impatto la palla. E questo lo facciamo anche studiando e guardando i migliori. Anche i migliori ricettori al mondo hanno comunque bisogno di ripetere tanto, così come i migliori palleggiatori riguardo al palleggio. Magari i migliori ricettori e palleggiatori del mondo hanno meno bisogno di confrontarsi con altri modelli, ma hanno comunque bisogno di ripetere molto in ricezione ed in palleggio.


GIUSEPPE BOSETTI

Bagher frontale e bagher laterale: in cosa si differenziano le due tecniche?

Cominciando da un’età di 11-12 anni l’impostazione delle tecniche fondamentali del bagher di ricezione devono essere ben curate. Si deve partire da una fase preparatoria con un’impostazione d’attesa corretta, seguita da un’impostazione di attivazione per la ricezione con i vari spostamenti da effettuare. Quindi io curerei particolarmente come punto primario nella fase di impostazione che queste situazioni siano il più corretto possibile. Durante la fase di attesa devo assumere una posizione che sia comoda e nella quale sia pronta a muovermi. C’è una piccola inclinazione del busto in avanti, una leggera flessione delle ginocchia e una preparazione del piano di rimbalzo anteriore con le braccia rivolte verso l’obiettivo e il pollice aperto verso l’esterno in modo da facilitare poi l’esecuzione della presa. Nell’età 10-11 anni quello che va curato particolarmente è la presa, affinché sia il più corretta e funzionale possibile. Parlando principalmente della pallavolo femminile non mi piace che ci siano delle prese “particolari” ma la presa deve essere uniforme, sempre la stessa, dal momento che nel femminile abbiamo una facilità che deriva dalla conformazione di valgismo dei gomiti per cui l’avvicinamento del piano di rimbalzo non prescinde dalla presa. La presa va insegnata correttamente fin dall’inizio perché è un elemento difficile da cambiare poi in futuro. Deve essere una presa che dia una simmetria perfetta del piano di rimbalzo già in partenza, anche se ci saranno delle differenze fisiologiche – antropometriche dei giocatori riguardo l’estensione delle braccia. Il momento di attivazione invece, arriva quando l’avversario si lancia la palla per battere. Preferisco avvenga attraverso un movimento dinamico della caviglia per facilitare poi lo spostamento; quindi un piccolo adattamento dei piedi, tipo balzelli molto veloci e non staccati dal pavimento, che mi permettano di attivare il corpo per poi posizionarlo nella direzione consona di ricezione della battuta avversaria. Nel momento dell’attivazione preferisco che ci sia un abbassamento del centro di gravità dovuto a una flessione del ginocchio; devo arrivare a tenere una posizione che sia il più forte e il più stabile possibile per poi andare in direzione della palla. Una volta individuata la direzione e la traiettoria della palla preferisco, nei limiti del possibile, di mantenere una posizione frontale perché didatticamente non mi piace iniziare con lavori di ricezione in bagher laterale dal momento che sono molto difficili da gestire nella fase 11-14 anni e soprattutto nella fase 11-12 anni. Per cui, l’arrivare dietro la palla, visto che non si usa la battuta dall’alto, è una cosa facilitata. E quindi questa diventa la mia richiesta principale: arrivare frontale alla palla. Ovviamente se ne ho la possibilità e quindi a 13 anni cambiano un po’ le cose, dal momento che si entra in una categoria in cui si deve affrontare la battuta dall’alto per cui la situazione di utilizzo del piano di rimbalzo a 13 anni deve essere un po’ più varia rispetto a quello che avveniva con la battuta dal basso. E quindi quando ciò avviene dobbiamo anticipare la formazione della ricezione con bagher laterale. Una battuta tesa con la rete 2,15 crea infatti delle grosse difficoltà a lavorare solo con il bagher frontale di ricezione.

Quali sono i rischi a cui si va incontro con la ricezione frontale e quelli con una ricezione laterale?

I rischi in entrambi i casi sono sempre quelli di andare incontro all’errore. E quindi bisogna creare una condizione tecnica, attraverso una ripetizione elevata del gesto tecnico, affinché queste situazioni vengano gestite con il numero di errori che io considero fisiologico. Teniamo conto che a livello giovanile l’incidenza dell’errore in ricezione è molto elevata per il motivo che quasi sempre la battuta, visto l’altezza della rete, ha un’influenza troppo grande sula ricezione. Bisogna quindi anticipare bene l’insegnamento di queste tecniche per poter giocare senza commettere troppi errori. E quindi verso 11-12-13 anni dobbiamo lavorare con un volume molto elevato di battuta e ricezione affinché si possa ridurre il più possibile questo handicap esistente sia sulla ricezione frontale che su quella laterale rispetto alla battuta.

Concetto dell’indipendenza delle braccia rispetto agli arti inferiori: oggi si tende a dare meno importanza allo spostamento e una maggior priorità a quello che è il piano di rimbalzo. Cosa ne pensa?

Io credo che questa idea non sia molto applicabile nel giovanile. Preferisco che nel giovanile la prima richiesta si quella di arrivare bene dietro la palla in frontalità. Poi, se devo aprirmi lateralmente o a destra o a sinistra, devo saper gestire queste situazioni e quindi certamente le facciamo e le proviamo. Però, la cosa sulla quale maggiormente insistiamo è l’utilizzo delle gambe per arrivare bene dietro alla palla e non solamente la formazione di un piano di rimbalzo anticipata e una rotazione delle braccia in rapporto a dove si trova la palla. Su questo insistiamo molto affinché le ragazze si rendano conto che la ricezione non è una cosa che va fatta da fermo ma è una cosa che si può fare anche movendosi. Soprattutto nella femminile dove ci sono delle battute con una velocità nettamente inferiore a quella della maschile e che quindi consenta di portarsi dietro alla palla quando si riceve. Nel maschile, soprattutto nella salto spin, la palla è talmente veloce che bisogna valutare altre soluzioni, dal momento che spesso anche effettuare soltanto un singolo passo diventa molto difficile. E quindi in quel contesto essere in grado anche di lavorare con solo il piano di rimbalzo è una necessità, mentre nel femminile, e ancor di più nel giovanile, penso che ancora questa difficoltà non ci sia visto che la battuta a 11-12 anni non può essere di una velocità così elevata.

Ricezione in palleggio: va insegnata subito? Più avanti? E’ solo un rimedio estremo? Cosa ne pensa?

Nella pallavolo giovanile femminile non la vedo come una cosa particolarmente fattibile perché le mani e le braccia sono ancora deboli, soprattutto nelle longilinee e la tenuta dei palloni diventa difficoltosa su una battuta flot o su una salto float. Quindi la lascio come una ricerca più individuale di questo gesto; qualche giocatrice lo fa più naturalmente perché magari ha una particolare predisposizione fisica per fare questo. In questo caso la lascio fare; se non ha questa predisposizione naturale, cerco di favorire l’intervento in bagher anziché l’intervento a mani alte. Anzi spesso freno questo tipo di intervento, soprattutto in quelle giocatrici che da un punto di vista fisico non sono in grado di supportare questo tipo di intervento. E su una ragazzina di 13 anni longilinea di 1,80 – 1,85, diventa difficile riuscire ad essere qualitativa nell’intervento.

Può essere opportuno dare indicazione alle nostre giocatrici relativamente alla tecnica di ricezione da adottare in base alla tipologia di battuta dell’avversario?

Bisogna intervenire a seconda della necessità degli interventi; non si può predisporre prima che cosa fare. Bisogna valutare, e in base alla valutazione della traiettoria si ha il tipo di intervento che bisogna fare. Bisogna intervenire in relazione all’effettiva traiettoria e non decidendo l’intervento a priori a seconda che l’avversario si appresti ad effettuare una battuta salto spin, salto float, piedi a terra, ecc…

Allenamento della ricezione: è utile allenarla anche a livello individuale oppure allenarla sempre nel sistema di ricezione e quindi con la gestione delle zone di competenza e di conflitto?

In linea generale faccio al lunedì al giovedì l’allenamento individuale in ricezione. I giorni vicini alla partita, e quindi venerdì, sabato se gioco alla domenica (a volte anche il giovedì) o giovedì e venerdì se gioco il sabato, faccio il collegamento inserendo la ricezione nel sistema. Il collegamento cerco però di ridurlo su due zone, non su tre, affinché abbiano il maggior numero di contatti sulla palla possibili. Lontano dal match faccio ricezione individuale perché voglio che contattino il più possibile la palla da sole. E questo intervento individuale lo faccio per un tempo prolungato e non per poco tempo. Inoltre, tendo a farlo all’inizio dell’allenamento; subito dopo la fase di riscaldamento (che è molto breve) faccio la ricezione. Questo perché quando le ragazze vanno a scuola la giornata è già molto carica da un punto di vista attentivo e la ricezione richiede molta attenzione. Questo è il motivo perché la faccio subito, affinché non siano troppo stanche e siano ancora in grado di dare delle risposte attentive adeguate. Se ci alleniamo in giorni in cui non vanno a scuola (sabato o domenica) provo a farla alla fine dell’allenamento, dopo un sovraccarico abbastanza elevato da un punto di vista della fatica fisica perché poi durante la partita devono prepararsi a ricevere anche alla fine della gara stessa quando la stanchezza si fa sentire.

E’ utile svolgere allenamento di battuta e ricezione prima della gara?

 Si, è utile. La ricezione è un gesto che va ripreso il più possibile, soprattutto con i ricevitori attaccanti ma senza escludere gli opposti perché a livello giovanile in determinati momenti possono essere inseriti nella linea di ricezione

Ruolo del libero: come va interpretato a livello giovanile?

I liberi dobbiamo formarli con quelle che sono le richieste attuali e quindi il libero deve essere un atleta capace oltre che di padroneggiare le tecniche di seconda linea che abbia anche la capacità comunicativa di gestire la seconda linea, ad esempio della gestione delle zone di conflitto. E quindi deve fare un grande lavoro specifico, a parte, per tutti gli aspetti della ricezione quando gli altri atleti sono impegnati a fare altro. Un po’ come il portiere nel calcio che ha il suo allenatore durante l’allenamento perché ha bisogno di una cura particolare in relazione a quello che è il suo ruolo specifico. Il libero deve imparare ad andare sulla palla, a comunicare bene, ad essere una persona presente e non una mummia. Il libero nel gioco deve avere certe caratteristiche e quindi queste caratteristiche devono far parte anche della sua personalità oltre che del suo bagaglio tecnico. Se non è una persona comunicativa, diventa difficile che possa avere un futuro importante nel ruolo di libero.

 

 GIANNI CAPRARA

 

Cosa fare “prima”:

Se noi ci mettiamo in ricezione significa che abbiamo subito punto e quindi quel momento li è fondamentale per far sì che la squadra parli per un brevissimo tempo dell’azione precedente e poi immediatamente si concentri sul cambio palla. Ci sarà quindi una persona responsabile dell’organizzazione del sistema di ricezione che potrebbe essere il libero (non è detto che debba però essere necessariamente il libero) che deve richiamare l’attenzione dei ricevitori a quel momento. E ricordare alla squadra che i ricevitori sono sempre sei, e non tre; perché anche l’opposto in prima linea, o se è in seconda linea magari chiamando la palla fuori, così come il palleggiatore se la palla tocca il nastro o il centrale sulle palle corte, sono tutti giocatori responsabili della ricezione. Dopodichè ci si organizza sulla linea di ricezione in base al tipo di battitore che abbiamo davanti. Studiando preventivamente le traiettorie dei battitori sappiamo dapprima come dobbiamo sistemarci in campo e a seconda del battitore utilizzeremo una linea di ricezione che potrà essere a tre pura quando abbiamo un battitore salto float molto insidioso o contro un battitore salto spin che tira forte, piuttosto che una linea a due e mezzo contro un battitore salto float un pochino meno pericoloso (diamo meno spazio al ricettore di prima linea). I ricettori (tranne il libero) devono anche concentrarsi sul tipo di attacco che ci sarà dopo la ricezione e su che tipo di attacco sarà meglio utilizzare in base alla linea di muro e di difesa avversaria. Questo è tutto quello che succede prima del fischio dell’arbitro. Dopo il fischio dell’arbitro c’è un momento che i chiamo “on” che corrisponde al lancio del battitore, durante il quale voglio vedere un leggero piegamento dei ricettori e le loro braccia che sono proiettate in avanti. Non guardo moltissimo la posizione dei piedi essendo un pochino filoamericano riguardo la ricezione. I piedi per me hanno un’importanza relativa mentre mi interessa molto di più la ricerca dell’angolo, ma questa è già una cosa che viene dopo. La linea a livello di profondità si posiziona in base alle caratteristiche del battitore e varia da 6 metri (posizione classica di partenza) a 1 metro più avanti (5 metri) o anche due metri avanti per battitori che battono come una volta, da molto lontano o con battitori che hanno una battuta molto lenta così come un metro o due metri indietro (7-8 metri contro battitori che battono salto spin forte e lungo). A livello di lateralità, in una situazione standard, e quindi con tre ricettori più o meno con le stesse caratteristiche, possiamo spostare la linea di ricezione mezzo metro a sinistra se battono da zona 1 avversaria, o a destra se battono da zona 5. Se battono da 5 le spalle del posto 5 saranno orientate un po’ di più di fronte al battitore e quindi più in diagonale che perpendicolare alla rate mentre quando battono da 1 siamo tutti orientati di fronte al battitore. Stabiliamo poi le zone di competenza che teoricamente sono a sinistra per quello che riguarda quando battono da 1 e a destra quando battono da 5. Lascio però poi alle giocatrici la possibilità di modificare queste regole perché la cosa fondamentale è che loro siano d’accordo su come fare; anche se però se poi vedo che si cono problemi legati alle competenze intervengo io e discuto insieme ai ricevitori quali possono essere le competenze migliori da utilizzare. Per quanto riguarda la zona di conflitto cerco di dare come riferimento al giocatore che se mi battono da 5 e la competenza è a destra il giocatore che mi parte da 5, in ogni caso, non voglio che mi faccia uno spostamento verso l’interno con tutti e due i piedi ma al massimo esegue un’apertura con la gamba destra verso l’interno e prende quella palla li. Stessa cosa quando battono da 1; il ricettore di 5 a destra riceve solo con l’apertura della gamba, non entra troppo in campo; e questo è il segnale di confine tra i due giocatori.

Durante:

il durante è dal momento del tocco della palla da parte del battitore a quando il ricettore esegue il bagher. Bisogna fare molta attenzione al tempo in cui il ricettore si muove. Spesso infatti accade che si subiscono ace perché il ricettore si muove prima che il battitore tocchi la palla. Quindi la prima regola è non muoversi mai prima di vedere la direzione del pallone. Una volta vista la traiettoria della palla, la prima cosa che chiedo è la ricerca dell’angolo del bagher e non lo spostamento del piede. Vuol dire che se la palla è alla mia destra voglio vedere le braccia che vanno subito verso destra (e viceversa se la palla è a sinistra) con il contemporaneo movimento del piede verso la direzione della palla. Se invece la palla è al centro del corpo il ricettore deve essere bravo a valutare la velocità di quella palla: se è una palla molto lenta e bassa deve andare con il bagher vicino alle ginocchia, non tanto in mezzo agli appoggi ma vicino al ginocchio destro o sinistro e regolare poi con un leggero movimento di spalle l’angolo necessario a direzionare la palla. Se invece la palla che arriva al centro del corpo è lenta e alta è il momento di utilizzare il palleggio di ricezione. Se invece arriva molto veloce devo spostarmi immediatamente dalla traiettoria della palla per utilizzare il bagher laterale. Dopodichè mi concentro su tre tipi di ricezione: 1) la ricezione in palleggio sulla palla alta lenta e in mezzo al corpo, 2) la palla che colpisco davanti all’asse del corpo (a destra o sinistra) che prevede più un movimento di spinta di caviglie con le braccia che non si muovono tantissimo o che possono dare un po’ più di spinta alla palla nel caso si debba mettere il ginocchio per terra, 3) una situazione in cui colpisco la palla dietro la linea del corpo, dove le braccia intervengono molto di più con una spinta maggiore a carico delle braccia stesse per accompagnare la palla verso la rete. Volevo ora parlare della preparazione del bagher dove spesso vedo giocatrici che tirano con i gomiti verso dietro mentre a me piace moltissimo la preparazione americana cioè con le braccia distese spingere ulteriormente con un’iperestensione dei gomiti e andare quindi subito con il bagher posizionato senza tirare indietro. Poi c’è il discorso del “dove” colpiamo la palla con il bagher. La palla va colpita alla stessa distanza tra il polso e il gomito; quando si tocca la palla le mani devono rimanere in presa solida, senza aprirsi (ci sono tanti ricevitori che invece aprono le mani molto rapidamente appena hanno toccato la palla ma secondo me questo è un leggero difetto) perché questo aiuta a direzionare meglio il pallone verso l’obiettivo finale. C’è poi La spinta finale che può essere prodotta un po’ più dalle braccia quando colpisci la palla dietro l’asse del corpo e un po’ più di caviglie quando tocchi la palla davanti al corpo.

Quali più di queste tecniche vedi usare dai tuoi giocatori?

Sulle battute salto float toste sei quasi costretto ad usare 8 volte su 10 il bagher laterale. Sulle battute tattiche corte ovviamente si interviene frontalmente. Poi ci sono le battute salto spin potenti (Egonu) sulle quali è importante fare attenzione alla partenza delle braccia; a me piace una partenza con le braccia leggermente arcuate, quasi ad evidenziare che si farà un bagher più da difesa che da ricezione. Anche qui bisogna essere molto rapidi a cercare le mani subito sotto il pallone e la caduta del corpo a cercare la palla, soprattutto sulle palle forti – laterali. La velocità di esecuzione, su quel tipo di battute, fa la differenza, così come fa la differenza riuscire a contenere questo tipo di battute, tenendo la palla anche un po’ distante da rete perché non è vero che bisogna ricevere sempre e solo perfetto. Secondo me nella ricezione la cosa fondamentale è non subire molti ace, poter portare un attacco sempre e in ogni caso. L’elemento più importante per la fase cambio palla è quello di poter portare più attacchi possibili. Quando ad esempio trovi un opposto che tira fortissimo in battuta e poi davanti a muro c’è il palleggiatore che non è altissimo, secondo me è meglio tenere la palla anche un po’ distante da rete e giocare palla alta in quattro per attaccare sul palleggiatore e quindi sul lato debole del muro avversario.

Oggi secondo te si è un po’ spostata l’idea di cercare un po’ più la palla con il bagher piuttosto che con i piedi, come invece si insegnava una volta?

Per quello che riguarda me sicuramente sì, ma sento molti colleghi che sono ancora molto restii sull’utilizzo del bagher latrale, e questa è una cosa che sinceramente mi sorprende perché con la velocità delle battute di oggi il bagher laterale sei quasi obbligato ad utilizzarlo. Con le battute di oggi è impensabile riuscire a spostarsi di fronte alla palla. Tra l’altro, con le salto float tese, se cerchi di spostarti davanti alla palla, poi spesso ti ritrovi la palla davanti al petto e fai fatica ad uscire. Invece se tu muovi subito le braccia verso l’esterno, la cosa più difficile da valutare è la profondità, ma se io ho già le braccia fuori, se poi la palla è più alta o più bassa, mi basta soltanto portare più su o più giù le braccia stesse e io trovo la palla. Se invece ci sono di fronte cosa faccio? Mi alzo? Mi sposto? Mi ci vuole comunque più tempo. E quindi la mia idea è quella di fare meno movimento possibile e di mettere il bagher prima possibile sotto la palla. Sulla classica battuta laterale a sinistra, metti fuori il piede sinistro e contemporaneamente le braccia a sinistra; se ti rendi conto di essere ancora lontano dal pallone, invece di riportare il piede destro verso il sinistro, puoi addirittura incrociare con il piede destro davanti al piede sinistro, in modo quasi da avere una bagher rovesciato. Questa è una tecnica che, con le giocatrici alte, può funzionare.

Quali indicazioni fornisci ai giocatori dopo che hanno colpito la palla: finire il movimento? Mantenere l’angolo? È importante che il piano di rimbalzo sia orientato verso l’alzatore?

Io insisto molto sul fato di accompagnare la palla, di aver la sensazione proprio di accompagnare la palla verso il palleggiatore e quindi mantenere un attimo le mani attaccate ed avere sempre l’angolo del piano di rimbalzo rivolto verso l’obiettivo ovviamente. L’altra indicazione che do è quella di fare attenzione alla parabola di uscita del pallone perché la parabola molto tesa a me non piace moltissimo perché crea dei problemi, più che altro ai centrali. Lo so che piace ai palleggiatori, ma spesso la parabola tesa toglie un pochino di tempo al centrale che fatica ad arrivare con il giusto tempo. Secondo me l’attenzione alla parabola d’uscita va inculcata nelle ragazzine fin da quando sono piccole mentre vedo spesso fare esercizi con le traiettorie che viaggiano sotto il nastro della rete, cosa che secondo me ha poco senso. E quindi è necessario, anche quando si fanno degli esercizi di bagher banali, di coppia, porre attenzione al tipo di parabole che esce dal bagher perché deve consentire ai centrali, ma anche al palleggiatore, di avere il giusto tempo di ingresso. Una cosa di cui non abbiamo parlato è quando la palla cade corta. In questa situazione se non sei veloce a portare un ginocchio per terra è facile che, o subisci punto, o che la tua ricezione non consente un attacco. E quindi la velocità di far toccare il ginocchio per terra quando la palla ti cade all’ultimo secondo, è determinante per poter mettere un bagher che possa attaccare il pallone. Probabilmente se sei obbligata a mettere un ginocchio per terra vorrà dire che non avevi valutato bene la traiettoria, ma di errori di valutazione se ne faranno sempre e quindi la cosa più importante è trovare le soluzioni, ed in questo caso la soluzione è proprio questa. Lo stesso Velasco parlava di “SOS”, quando ci sono delle situazioni in cui in ricezione devi solo pensare a salvare la palla: se hai sbagliato la valutazione, se il battitore ha fatto una gran battuta. Tu in questi casi devi solo pensare a salvare il pallone e a fare in modo che il palleggiatore possa alzare la palla. Anche a costo di cadere e buttare la palla verso l’alto con qualsiasi tecnica, ma quello che conta in quei momenti è tenere viva la palla.

So vedono giocatori eseguire uno “split”, una sorta di saltello di caviglie, un pre-saltello, prima di operare lo spostamento. Lo insegni? Ti piace?

Non mi piace per niente e non lo insegno. Rimango dell’opinione che quando si è in attesa della battuta si sta con i piedi fermi e quando vedo la palla comincio a muovere i piedi. Anche perché ho più o meno 3 metri di lateralità da proteggere (1,5 metri a destra e 1,5 metri a sinistra) e con una bagher fuori dal corpo e un affondo riesco ad andare a coprire sia a destra che a sinistra. Io sono molto americano sulla ricezione e gli americani non usano questa tecnica. A me piace avere la braccia belle rilassate davanti al corpo, con le spalle in attacco, cosa di cui non abbiamo parlato ma che è importantissima: le spalle devono sempre essere in attacco del pallone, vale a dire che la linea delle spalle deve sempre essere proiettata in avanti verso il palleggiatore. Prima non n e ho parlati perché è una cosa che per me è la base di tutto. Quando insegno la ricezione chiedo alle mie giocatrici che le spalle siano sempre verso la rete, dopodichè andiamo a parlare di altre cose; ma se non hai le spalle li, parti già con un grave errore. Ci sono volte in cui il giocatore va indietro anche sulla ricezione laterale mentre le spalle devono sempre essere in attacco, ad aggredire il pallone, e dopo la differenza la fa la sensibilità del bagher nello spingere più o meno il pallone a seconda della velocità con cui la palla arriva, ma le palle a mio avviso devono sempre essere proiettate verso la rete. “Spalle in attacco” per me è un parola chiave della ricezione. “Bostik”, come insegna un grande allenatore, può essere usata invece come parola chiave per non apire le mani.

Cosa fare appena toccata la palla?

Prendere lo spazio migliore per andare ad attaccare il pallone. La cosa fondamentale secondo me è il tempo, più che lo spazio. Perché spesso non possiamo andare dove vorremmo per cui la cosa fondamentale rimane, su che piede sono, quando il palleggiatore ha la palla in mano in base al tipo di attacco che voglio fare. Se attacchiamo una super sono appoggiato con il piede sinistro per terra e ho ancora indietro la gamba destra. Se attacchiamo un Quick, una palla quindi più veloce della super, devo avere già quasi il piede destro (e quindi l’ultimo passo) che va ad appoggiare a terra. Se invece attacchiamo una mezza palla, la classica 5, devo ancora appoggiare a terra il piede sinistro nel momento in cui il palleggiatore ha la palla in mano. Su questi tempi va concentrata l’attenzione dell’attaccante. Perché ci saranno delle situazioni in cui non potrò prendere la rincorsa esterna e aggradire il pallone per bene andandogli incontro sulla diagonale, e quindi dovrò essere in grado di utilizzare colpi diversi per lavorare sulle mani del muro. Oppure, se il palleggiatore è stato bravo a tener la palla non troppo lunga devo aver la capacità di aggredire il pallone in extra rotazione con il braccio destro e colpirlo prima che mi arrivi sulla spalla destra in modo tale da poter uscire sulla diagonale stretta. Stesso concetto legato al tempo d’attacco, riguarda il ricettore attaccante di seconda linea che deve prepararsi ad attaccare la pipe dopo ricezione. Se il ricettore di 6 riceve sui 3,5 metri e quindi poi fatica a prendere la rincorsa per la pipe, in questi casi nel femminile l’indicazione che do al palleggiatore è di non utilizzare l’attacco da seconda linea in pipe; nel femminile è quasi impossibile trovare un giocatore che sia in grado di ricevere sui 3,5 – 4 metri e poi riuscire ad andare ad effettuare la rincorsa per attaccare la pipe. A meno che dia una ricezione con una parabola molto alta e sia talmente potente da riuscire ad effettuare la rincorsa d’attacco con solo un passi di rincorsa. Ma è molto difficile trovare atlete di questo tipo nel femminile.

Schiacciatore – ricettore di prima linea: che passi gli consigli di fare per preparare la rincorsa? Un incrocio dietro? Un incroci avanti? Qualcos’altro?

Se è dovuto entrare in campo, e ha tempo, deve incrociare con il piede destro, poi va in appoggio con il sinistro e poi da lì compie l’ultimo balzo finale destro – sinistro. Se si trova più indietro può fare quattro appoggi e quindi farà qualche passo di più. È tutto in funzione dello spazio che ha a disposizione dopo aver ricevuto. Se invece si accorge che non sarà lui a dover ricevere, potrà uscire un pochino dal campo per preparare al meglio la sua rincorsa d’attacco.

Che input dai in ricezione ai tuoi centrali sulle zone di competenze?

In P2, P4 e P5, la battuta che cade corta nel primo metro di zona 4 secondo me non la deve prendere il centrale ma il ricettore di posto 5. Il centrale prende le palle corte che cadono tra il primo metro interno di zona quattro verso il centro della rete. Sulla palla che cade morbida appena dopi i tre metri entra in gioco la comunicazione. Se dietro c’è il libero, magari diamo a quest’ultimo maggior responsabilità. Ma se vogliamo che la prenda il centrale dobbiamo insegnargli la tecnica corretta, che anche per lui è quella di usare il bagher laterale andando ad aggredire la palla son le spalle. Con la palla che cade molto corta dentro i tre metri spesso viene utilizzata la tecnica di ricezione a piedi paralleli ma per me è un errore nel senso che ci vuole un piede davanti all’altro, bagher, e poi uscita, perché da questa posizione è molto più facile non solo controllare la palla ma anche riuscire a prendere una rincorsa più rapida. Anche in questo caso riuscire a dare una parabola alta è importante perché consente di fare un passettino indietro e poi di fare la rincorsa. In P1 e P6 il centrale ha lo stesso tipo di responsabilità che ha in P2, P4, P5, perché lì c’è l’opposto che deve prendere la palla che cade nel primo metro in 4, dalla parte opposta, nel promo metro di zona 2 c’è S1 che copre. In P6 il centrale avrà la competenza di 1 metro dentro il campo in zona 2 fino al centro del campo; poi, se va a 7 può prendere anche qualcosa più verso 4. In P3 cambia se si gioca fast o primo tempo, perché se giochi primo tempo sei più responsabile della parte corta – sinistra del campo mentre se giochi la fast sei più responsabile della palla corta sul centro – destra. In P3 c’è il libero in mezzo che può dare una mano sulle battute che cadono appenda oltre i 3 metri.

Qualche esercizio di battuta e ricezione:

È difficile trovare esercizi che tengano alta l’attenzione quando si fa battuta e ricezione. Anche mettendo punteggi, io non riesco a vedere questa gratificazione enorme per chi svolge l’esercizio. Un esercizio che mi piace è quello globale dove lavoro con un battitore che ha 6 turni di battuta e chi fa cambio palla deve fare 4 punti per vincere e chi fa fase break deve fare 3 punti per vincere. Perché questo è quello che succede di norma in partita, cioè per vincere nell’alto livello femminile devi vincere 2 cambi palla su 3, che corrisponde a 4 su 6 (66% circa). Così per il break che per essere buono deve stare sopra al 40% e vicino al 50%. Al battitore do 1 bonus di battuta sbagliata. Questo lo gioco senza palla aggiunta da fuori, con una palla sola, e lo faccio spesso quando ho un volume alto ma con un’intensità bassa e quindi non ho palle aggiunte; ad esempio, un esercizio classico del mercoledì, giorno in cui di norma cerco di fare più volume e avere un’intensità non altissima. Mentre nel fine settimana aumento l’intensità e riduco il volume. Poi lavoro molto con ricezione individuale per zone, dove metto due battitori che battono da 1 e da 5 su un giocatore; lavoro spesso a tempo perché a lavorare sugli obiettivi, onestamente non ho trovato delle grandi differenze. E quindi quando faccio individuale preferisco lavorare sulla tecnica per cui do ai battitori consigli tecnici per quello che riguarda la battuta e ai ricevitori consigli tecnici per quello che riguarda la ricezione. Spesso lavoro anche di coppia con delle posizioni 5-6 o 6-1, e raramente lavoro con le terne se non magari alla domenica mattina quando voglio inserire un giochino ad obiettivi (tipo raggiungere 5 ricezioni da primo tempo o positive prima di cambiare la rotazione). A me più che il lavoro a punteggio piace ragionare con i ricevitori sul tipo di palla che è arrivata, e quindi in base al tipo di palla che è arrivata che tipo di tecnica utilizzare. E vedo che c’è attenzione da parte dei giocatori, che apprezzano molto questo tipo di sistema di esercizi.

Esercizi in cui c’è ricezione – attacco, magari su metà campo, ti capita di farlo? Per dare importanza al “dopo” che ho ricevuto.

Io faccio poco lavoro sintetico e dopo l’analitico di solito vado subito sul globale. Il sintetico lo uso, ad esempio, quando faccio attacco libero perché in quel caso anziché fare attacco libero con il lancio della palla al palleggiatore faccio ricevere il ricevitore che poi va ad attaccare. In un campo faccio ricevere il libero e nell’altro campo il ricevitore – attaccante (anche con la pipe); gli lanciamo palloni, non troppo complicati, per fargli provare il movimento di ricezione e attacco. Questo è importante anche per trovare il giusto feeling con il palleggiatore.


 Sulla piattaforma YouTube al canale COACH FACTOR trovate le tracce per ascoltare in formato audio tali interviste

 

 


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