martedì 27 ottobre 2020

LA FAVOLA DEL GRANDE CUS TORINO. Di Filippo Vagli


Alla fine degli anni 70 Torino è una città ferita. Alle ore 13,55 del 16 novembre del 1977, il giornalista e scrittore Carlo Casalegno mentre sta facendo ritorno a casa, viene raggiunto da quattro colpi di pistola sparati in pieno volto da un gruppo appartenente alla colonna torinese delle Brigate Rosse. La sua colpa, pubblicare articoli dal contenuto ostile alla lotta armata che in quegli anni insanguinava il nostro paese. Casalegno, pur avendo subito gravissime lesioni non muore subito. Morirà tredici giorni dopo, Il 29 novembre del 1977.

La Torino di quegli anni sta vivendo l’immenso fenomeno dell’immigrazione di massa dal sud della penisola. La Fiat, la grande industria automobilistica della famiglia Agnelli diventata tale negli anni del boom economico italiano, quelli compresi tra gli anni cinquanta e sessanta, richiama nella città piemontese migliaia e migliaia di persone tra operai ed impiegati. Il capoluogo piemontese è il simbolo della lotta di classe attraverso i suoi due estremi. L’immensa imprenditoria piemontese, che si ritrova per il thé nei salotti borghesi del centro e a pochi chilometri di distanza, nelle periferie torinesi, gli operai, le tute blu. Migliaia di immigrati da ogni parte d’Italia che vivono in edifici fatiscenti, ubicati in strade spesso prive delle opere di urbanizzazione primaria. Quartieri dormitorio in cui le persone si incrociano soltanto nell’andare e nel tornare dalla grande fabbrica.

Torino è una città in grande fermento. Lo è anche dal punto di vista sportivo. In città ci sono due squadre di calcio: la Juventus, la squadra dei “padroni” e il Torino, la squadra del “popolo”. Entrambe sono ai vertici del calcio italiano. Sono gli anni di Zoff, Cabrini e Pablito Rossi così come gli ultimi squilli di tromba del “poeta” Claudio Sala e dei “gemelli del gol” Pulici e Graziani. Ma oltre al calcio c’è un altro fenomeno sportivo che sta iniziando a far parlare di sé in città. La squadra di pallavolo, il Cus Torino Volley.

La società, fondata nel 1952, a metà degli anni ’60 approda nella serie cadetta. Vi rimane fino al 1972, anno in cui ottiene la promozione in serie A. La stagione 1972/73 è quella che vede per la prima volta la squadra giocare nella massima serie. E’ allenata da Franco Leone e schiera una rosa composta da Candia, Centalla, Fasson, Forlani A., Forlani G., Gatti, Gioia, Martorano, Pellissero, Piola, Scaccabarozzi, Cholov, Testori, Tori e un giovanissimo Gianni Lanfranco. Lanfranco è un ragazzo torinese di sedici anni che ha iniziato a praticare sport giocando come portiere nelle giovanili del Torino. Negli anni del liceo il professore di educazione fisica lo “arruola” per la squadra di volley, sport verso il quale Lanfranco possiede un vero e proprio talento. Per lui bagher, alzate, schiacciate e muri sono veri e propri talenti che la natura gli ha donato. Lanfranco li esegue con grande naturalezza e senza alcuna fatica. Tutto questo, congiuntamente a doti di salto fuori dal comune lo convincono a traslocare verso il volley. Diventerà un giocatore universale. Prima un palleggiatore con spiccate doti anche di schiacciatore e poi un centrale, uno dei centrali più forti al mondo, di fatto un’icona, l’idolo della pallavolo italiana degli anni Settanta e Ottanta.

Nella stagione 1972/73 sono Ruini Firenze, Panini Modena e Lubiam Bologna a contendersi lo scudetto. Torino fatica a stare a quei livelli e chiude la stagione al terzultimo posto con otto punti frutto di quattro partite vinte e ben diciotto perse. Teoricamente sarebbe retrocessione ma l’allargamento a 14 squadre della serie A deciso dalla Federazione, ripesca tutte le retrocesse e quindi il Cus Torino è salvo.

Nella stagione successiva Torino inserisce nella rosa un paio di giocatori di ottimo livello. Diego Borgna, classe 1953, posto quattro di grande sostanza, ma soprattutto un palleggiatore che ha fatto la storia della volley, il bulgaro Dimitar Karov regista della Bulgaria quarta alle olimpiadi di Monaco 72. L’intelligenza tattica e la sapienti mani del bulgaro alzano il livello qualitativo della squadra, che si classifica al quinto posto finale con 32 punti.

Ma è nell’anno successivo, stagione 1974/75, che il Cus Torino cresce in maniera esponenziale e sfiora la conquista dello scudetto. In un epoca in cui ancora non esistevano i playoff si classifica seconda, con solo due punti in meno dell’Ariccia Roma di Renato Ammannito che può schierare un sestetto composto da Mario Mattioli in cabina di regia, dal lungagnone Di Coste opposto, da Salemme e Coletti centrali ed infine dalla coppia Nencini - Kirk Kilgour, lo statunitense volante, a schiacciare da posto quattro.

Torino ci prende gusto e la stagione successiva, 1975/76, regala al Cus la novità dello sponsor “Klippan”, che porta una ventata d’ossigeno nelle casse della società piemontese. L’ex tecnico - factotum Franco Leone, che a Torino è un istituzione della pallavolo, prende posto dietro la scrivania più importante della società e fa accomodare in panchina il bulgaro Karov, utilizzandolo nel doppio ruolo di allenatore – giocatore. Per irrobustire il reparto degli schiacciatori scippa la Panini Modena di uno dei giocatori più forti d’Italia, l’esperto e pluriscudettato Andrea Nannini, 31 anni, di ruolo universale e straordinario ricevitore. Sarà proprio una lotta testa a testa tra Torino e Modena, il leitmotiv dell’intera stagione. Le due compagini concludono la stagione a pari punti e servirà uno spareggio al PalaLido di Milano per assegnare il titolo di Campione d’Italia. Saranno i modenesi, che schierano un 4-2 con Dall’Olio e Morandi in cabina di regia, Skorek e Montorsi centrali con grandi doti di attaccanti (Skorek attacca anche dalla seconda linea, rarità assoluta per la pallavolo di quegli anni) e Sibani e Giovenzana schierati nel ruolo di schiacciatori, ad avere la meglio con un 3-0 senza storia (15-12, 15-12, 15-5 i parziali)  

I dirigenti di Torino sono convinti che l’epoca Karov stia volgendo al termine e per sostituirlo si rivolgono ad un esperto palleggiatore cecoslovacco, il fuoriclasse Jiri Svoboda, già campione d’Italia con la Pallavolo Parma nella stagione 1968/69 . Karov non gradisce la scelta e prepara le valigie, liberando oltre che il posto in regia anche quello di allenatore. Franco Leone , senza esitazione alcuna, fa accomodare in panchina un giovane tecnico, Silvano Prandi, di San Benedetto Belbo, che nel 1972 aveva terminato la carriera di atleta proprio nel Cus Torino. Un’intuizione che risulterà geniale dal momento che il “professore” (il soprannome che contraddistinguerà la carriera di Silvano Prandi) verrà consacrato alla storia come uno dei tecnici più vincenti e apprezzati della pallavolo non solo italiana ma mondiale. Prandi imposta una squadra giovane, consapevole che nel medio - lungo termine potrà diventare di primo livello. Perde Andrea Nannini che si trasferisce al Gonzaga Milano di Walter Rapetti ma questo non lo demoralizza, anzi. Sempre più convinto che la politica migliore sia quella di puntare sui giovani porta in prima squadra due giovani talenti “autoctoni”, il palleggiatore - attaccante Piero Rebaudengo, antesignano del target del palleggiatore moderno e Giancarlo Dametto, centrale dotato di uno spiccato talento naturale nel fondamentale del muro. Due atleti che nei rispettivi ruoli, diventeranno giocatori di levatura mondiale.

L’era Prandi si apre con un onorevole quarto posto, in una stagione che laureerà campione d’Italia la Federlazio Roma di Mario Mattioli. Nella stagione successiva, 1977/78, i piemontesi scaleranno un’ulteriore posizione chiudendo al terzo posto dietro a Roma e alla Paoletti Catania neo campione d’Italia.

Dopo due anni di rodaggio, nella stagione 1978/79, Prandi può presentare ai nastri di partenza una squadra che oltre al talento ha acquisito l’esperienza necessaria per affrontare da protagonista la nostra serie A. Conferma l’intera rosa di atleti in cui spicca sempre di più un giovane schiacciatore friulano, Franco Bertoli, acquistato nel corso dell’estate 1977 dalla Dermatrophine Padova, che grazie alla potenza delle sue schiacciate verrà soprannominato “mano di pietra”. Prandi, oltre che ad essere un rinomato insegnante di pallavolo, è anche un eminente studioso di tecniche e metodologie di allenamento e di gioco. E proprio studiando i migliori, vale a dire i mostri sovietici, che in quegli anni stanno dominando la scena mondiale, capisce che in quella pallavolo che ancora si gioca con il cambio palla, due fondamentali ancor più degli altri potevano diventare decisivi: la battuta e il muro. Saranno proprio le battute potenti e precise (Franco Bertoli sarà tra i primi a sdoganare la battuta in salto) e i muri granitici dei piemontesi a mettere il cappio al collo al cambio palla delle squadre avversarie. La Klippan schiera un 4-2 di grande sostanza con Rebaudengo e Gianni Lanfranco a smistare il traffico e ad attaccare come veri e propri martelli, Pilotti e Dametto centrali in stile sovietico dal muro invalicabile e in posto quattro due schiacciatori che si completano l’un l’altro: Bertoli martello di palla alta devastante e Borgna uomo d’ordine e di equilibrio. La squadra cresce partita dopo partita e al termine di una cavalcata straordinaria, prima affianca Modena e poi nell’ultima giornata in un PalaRuffini gremito da oltre settemila tifosi la supera, schiantandola con un 3-0 senza storia che lascerà ai canarini guidati dal Prof. Guidetti la miseria di 18 punti complessivi. Per la prima volta Torino può festeggiare uno scudetto anche nella pallavolo.  

La stagione successiva, 1979/80, è trionfale. Torino, oltre che confermarsi campione d’Italia con sei punti di vantaggio sulla Paoletti Catania, riesce a conquistare anche il trofeo continentale più ambito, la Coppa dei Campioni. E’ la prima squadra dell’Europa dell’Ovest ad aggiudicarsi il titolo di Campione d’Europa, riuscendo a battere nella Finale di Ankara, i cecoslovacchi della Stella Rossa di Bratislava con un netto 3-0.

L’estate del 1980 ha un sapore agrodolce per i piemontesi. Da un lato l’arrivo di un nuovo e ricco sponsor, Robedikappa, importante marchio torinese. Dall’altro, il “golden boy” della pallavolo italiana Gianni Lanfranco, che nel frattempo ha cambiato ruolo diventando uno dei centrali più forti del mondo, passa alla ricca Santal Parma. Il patron Callisto Tanzi gli ha offerto non solo un principesco contratto ma anche il ruolo di testimonial della squadra emiliana. Franco Leone non può dar nulla per trattenerlo a Torino ma riesce a sostituirlo con un altro totem della pallavolo europea, il bulgaro Dimitar Zlatanov. Il centralone dell’est europeo, alto, potente ed esperto, ha appena vinto la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Mosca e non fa rimpiangere il Gianni nazionale. Prandi da buon stratega ha modificato il modulo di gioco passando alla formula del palleggiatore unico, Rebaudengo e inserendo l’universale Pilotti nel ruolo di opposto. Zlatanov e Dametto sono le due saracinesche al centro della rete, mentre Bertoli e Borgna continuano ad essere la coppia di martelli più efficace della nostra serie A. La squadra si laurea Campione d’Italia con quattro giornate di anticipo vincendo tutte le ventidue gare in programma perdendo soltanto sette set nell’intero campionato. Un vero e proprio rullo compressore. Le cose non vanno altrettanto bene in Europa. Il sorteggio dei quarti di finale non è benevolo per i piemontesi che nell’urna pescano i fortissimi sovietici del CSKA Mosca di Savin, Moliboga e Pancenko, che si aggiudicano entrambe le gare di andata e ritorno eliminando gli uomini di Prandi.

La stagione 1981/82 porta con sé una novità rivoluzionaria per la pallavolo italiana: l’introduzione dei playoff scudetto, e dopo due scudetti consecutivi la Robedikappa dovrà lasciare strada ad una grandissima Santal Parma. I parmensi, guidati dal funambolico Kim Ho Chul in cabina di regia, si classificano al secondo posto in regular season ma nei play off sciorinano le loro migliori prestazioni stagionali, eliminando prima il Latte Cigno Chieti e poi la Panini Modena. La gara due della semifinale tra Panini e Santal rimarrà storica per il 3-0 a tavolino a favore degli emiliani (sul campo la vittoria era andata a Modena per 3-1) a causa dell’infortunio occorso al palleggiatore Kim Ho Chul, ferito al viso da una monetina lanciata in campo da un tifoso modenese durante l’incontro stesso. Gara 1 e gara 2 della finale si chiudono entrambe 3-0 per la squadra di casa e si va quindi a gara 3, dove gli uomini di mister Claudio Piazza si impongono con un perentorio 3-1 davanti a dodicimila persone che gremiscono gli spalti del Palazzo della Vela di Torino. Nemmeno l’Europa sorride a Rebaudengo. Dopo aver eliminato gli ostici Cecoslovacchi della Stella Rossa di Bratislava, i torinesi conquistano l’accesso alla Final Four di Parigi insieme agli ellenici dell’Olympiakos di Atene, ai rumeni della Dinamo Bucarest e i mostri sacri sovietici dell’Armata Rossa di Mosca, quel CSKA che pare essere imbattibile. Nella capitale francese la squadra Italiana parte bene battendo piuttosto agevolmente sia i greci che i rumeni, ma nella terza partita si deve arrendere allo strapotere dell’orso sovietico che con un 3-1 impone la sua implacabile legge. 

L’estate del 1982 vede un profondo rinnovamento in casa Kappa. Hanno salutato la compagnia Diego Borgna con destinazione Pescara e Zlatanov attratto dagli yen Giapponesi. Leona e Prandi li hanno sostituiti con lo yankee Tim Howland e con il giovane Guido De Luigi. Howland è un ventitreenne di Los Angeles di 194 centimetri. Fisico scultoreo, proviene dal Beach Volley e si destreggia con estrema padronanza in tutti i fondamentali. Genio e sregolatezza, eccentrico, stravagante, con una vita privata ricca di eccessi, ma nello stesso tempo grandissimo professionista e trascinatore in palestra. Lo statunitense verrà schierato da Prandi nel ruolo di schiacciatore di posto quattro dove grazie alla sua grande personalità abbinata a doti fisiche e tecniche di prim’ordine risulterà essere uno degli schiacciatori migliori della nostra serie A. Guido De Luigi, torinese di 19 anni e 199 centimetri, proviene dalla “cantera” torinese e come tutti i centrali di scuola Prandi non è particolarmente appariscente ma molto efficace, soprattutto nel fondamentale del muro. Torino vince la regular season con quattro punti di vantaggio sulla Santal Parma dopo un testa a testa durato tuta la stagione. I play off iniziano bene. Elimina in due partite il Gandi Firenze allenato da Mario Mattioli ed in semifinale la Panini Modena. In finale, esattamente come dodici mesi prima, ritrova la Santal. Gara 1 è un netto 3-0 a favore di Torino, che sembra far presagire un ritorno dello scudetto sotto la Mole. Parma però ha sette vite. Risorge in gara 2 con un tiratissimo 3-2 e si impone in gara tre, dove avrà la meglio espugnando il PalaRuffini con un 3-0 al termine di una partita perfetta. Per il secondo anno consecutivo la Kappa Torino non ha fortuna nemmeno in campo europeo. Riesce ad accedere alla finale di Coppa delle Coppe ma ne esce sconfitta dai sovietici dell’Autolobilst di Leningrado guidati magistralmente in regia da un sontuoso Viceslav Zaitsev.

L’annata 1983/84 è quella in cui la Federazione Italiana Pallavolo concede ai nostri club la possibilità di tesserare il secondo straniero. Torino deve registrare l’ennesimo brutto colpo: Franco Bertoli, dopo sei stagioni passate a randellare al PalaRuffini saluta Prandi e compagni e si accasa nella ricca Modena che gli offre un contratto principesco. Più che un buco, la perdita di Bertoli apre una vera e propria voragine nell’assetto offensivo del sestetto torinese per colmare la quale sarà necessaria una maestosa intuizione di Leone e Prandi. I due, fini conoscitori della pallavolo europea e mondiale, avevano da tempo messo gli occhi su un ventenne svedese, Bengt Gustafson. 195 centimetri di potenza pura, l’atleta nordico è dotato di un salto naturale impressionante, di un’ottima tecnica individuale, di una “spallata” che impressiona e non per ultimo di una smisurata bellezza stilistica. Decidono di portarlo a Torino e non avranno da pentirsene dal momento che Bengt diventerà uno dei martelli più forti di tutti i tempi della pallavolo mondiale. Ai nastri di partenza le grandi favorite sono Parma, campione uscente, e Modena che con gli acquisti di Franco Bertoli, Ljubomir Travica, potente martello jugoslavo e Gianmarco Venturi, fantasioso palleggiatore romagnolo ha consegnato al neo tecnico Andrea Nannini una vera e propria fuoriserie.

Tra le due litiganti, sarà però proprio Torino a godere. Nel “PrandiLab” lavorando e sudando in silenzio, i piemontesi stanno costruendo un gioiellino perfetto. L’anno precedente avevano acquistato un giovanissimo talento toscano, Fabio Vullo, 198 centimetri di tecnica e personalità. Vullo palleggia come i miglior alzatori, attacca con l’efficienza dei re della schiacciata ed in campo mette in mostra una personalità impressionante per la sua giovane età. Prandi, considerando le caratteristiche dei propri giocatori, rispolvera il modulo 4-2 che ormai tutti avevano messo in soffitta e schiera Piero Rebaudengo e Fabio Vullo a fare gioco e a randellare da posto due. Al centro della rete affianca al re dei muri Giancarlo Dametto il giovane Fabio De Luigi, atleta di grande sostanza ed efficacia nei fondamentali del muro e dell’attacco di primo tempo. In posto quattro, insieme al californiano Tim Howland, c’è Bengt Gustafson, lo svedese volante. Torino vince la regular season con venti vittorie su ventidue gare e ai play off è un vero e proprio rullo compressore. Nei quarti di finale elimina il Kutiba Falconara di Marco Paolini con un doppio 3-1, ed in semifinale regola i bolognesi della Bartolini anch’essi in due partite. Completa la sua straordinaria cavalcata vincendo la finale scudetto in sole due partite, nelle quali, al termine di due gare perfette (3-0 a Torino e 3-1 a Parma) batterà la Santal Parma con i due martelli Howland e Gustafson sugli scudi. A mettere la ciliegina sulla torta arriva anche la vittoria in Coppa delle Coppe contro gli iberici del Club Voleibol Pòrtol

Alla termine di quella straordinaria stagione Torino perde la sponsorizzazione Robe di Kappa. Tornerà a giocare prima come Cus Torino e poi per tre successive annate con lo sponsor Bistefani. A causa di un budget che anno dopo anno si riduce sempre di più, Torino è costretta a privarsi uno ad uno dei suoi gioielli. I primi ad andarsene, nella stagione 1984/85, saranno il palleggiatore Piero Rebaudengo alla volta di Parma e il centrale Dametto che si accaserà sempre sull’asse della via Emilia, a Modena. Nella stagione successiva saluteranno Torino Bengt Gustafson, direzione Parma, Howland, Kutiba Falconara mentre Vullo saluterà la Mole nella stagione 1986/87 trasferendosi a Modena per occupare la cabina di regia lasciata vacante dal grande Pupa Dall’Olio. Della grande squadra del 1983/84 rimangono solo Guido De Luigi in campo e Silvano Prandi in panchina. La perdita di tutti questi campioni, l’allontanamento da parte dei principali sponsor e i costi di gestione sempre più rilevanti di una pallavolo italiana lanciatissima verso il professionismo, costringono il club torinese a rinunciare all’iscrizione del campionato 1988/89. Cederà il titolo sportivo a Cuneo, piazza che negli anni 90/2000 diventerà di primo livello nazionale. Torino sparisce dai radar della grande pallavolo ma quei sedici anni vissuti ai vertici della pallavolo italiana rimarranno scolpiti per sempre nella storia dello sport del nostro paese. Perchè quella squadra, fatta di grandi uomini e di grandi campioni, con i suo record delle 51 partite di campionato vinte consecutivamente (dal 12 gennaio 1980 al 10 marzo ’82), con i 46 successi consecutivi al PalaRuffini, con le sei Regular Season consecutive chiuse al primo posto e con la prima Coppa dei Campioni vinta da un club italiano, è passata direttamente alla leggenda.

 

 


 

lunedì 26 ottobre 2020

SUPERLEGA CREDEM BANCA: 7° GIORNATA DI ANDATA. Tabellini e commenti

 



Risultati:

Cucine Lube Civitanova – Allianz Milano 3-0 (25-20, 26-24, 25-22)

Sir Safety Conad Perugia – Consar Ravenna 3-0 (25-18, 25-20, 26-24)

Kioene Padova-Leo Shoes Modena 1-3 (17-25, 23-25, 25-21, 18-25)

NBV Verona-Top Volley Cisterna 3-2 (25-19, 26-28, 25-23, 24-26, 15-11)

Vero Volley Monza-Itas Trentino 3-2 (25-21, 21-25, 19-25, 25-16, 15-13)

 

Giocata sabato:

Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia – Gas Sales Bluenergy Piacenza 1-3 (19-25, 20-25, 25-23, 19-25)

 

 

Cucine Lube Civitanova - Allianz Milano 3-0 (25-20, 26-24, 25-22)

Cucine Lube Civitanova: De Cecco 2, Juantorena 15, Anzani 4, Rychlicki 12, Leal 13, Simon 8, Balaso (L), Marchisio 0, Hadrava 0. N.E. Yant Herrera, Kovar, Falaschi. All. De Giorgi. Allianz Milano: Sbertoli 4, Ishikawa 8, Kozamernik 7, Patry 7, Maar 11, Piano 7, Meschiari (L), Pesaresi (L), Basic 2, Daldello 0, Weber 0. N.E. Mosca, Staforini. All. Piazza. ARBITRI: Puecher, Boris. NOTE - durata set: 25', 29', 31'; tot: 85'. MVP: De Cecco

 

Continua spedita la marcia della Cucine Lube Civitanova, che nella settima di Regular Season della Superlega Credem Banca conferma la sua imbattibilità in Campionato superando l’Allianz Milano in tre set (25-20, 26-24, 25-22), davanti ai 200 spettatori ammessi all’Eurosuole Forum. Il primo parziale è tutto in discesa per i padroni di casa, orfani del giovane centrale Larizza (alle prese con una tonsillite), e con Kovar inserito a referto ma inutilizzabile. Merito della buona vena dai nove metri di Robertlandy Simon e compagni, che prima scavano un buon gap sul turno di Leal (ace dell’8-5, firmerà ben 6 punti col 57% in attacco), e poi scappano via con altre due battute vincenti proprio del gigante cubano (12-7). Nella metà campo marchigiana funziona tutto a meraviglia, con Balaso protagonista in difesa. Piazza gioca la carta Basic al posto di Ishikawa per provare a sistemare la seconda linea (solo 17% di positive in ricezione) sul 17-10, maturato con il quinto ace della Lube firmato stavolta da Juantorena. Poi tenta anche il cambio della diagonale d’attacco. Senza però trarne i benefici sperati: finisce 25-20. Decisamente più equilibrati, i due set successivi. Nel secondo Milano, dopo aver messo il muso davanti con un ace di Ishikawa (11-13), prova la fuga grazie al contrattacco del +3 di Piano. I lombardi, che sfoggiano un ottimo Maar (5 punti, 75% in attacco) e vengono agevolati dai 9 errori al servizio dei marchigiani, si fanno riacciuffare a quota 19. In volata un muro vincente di Simon e il successivo contrattacco di Leal (altri 6 punti col 60% sulle schiacciate), che sfrutta una gran difesa di De Cecco, regalano il 26-24 e quindi il 2-0 ai padroni di casa. Stesso canovaccio nel terzo parziale: squadre in parità fino al 19-19, poi è un attacco out di Ishikawa a regalare il break (21-19) alla Cucine Lube. I cucinieri mettono in vetrina un Osmany Juantorena delle grandi occasioni (top scorer con 15 punti, davanti a Leal con 13) e difendono lo scarto fino al sigillo di Rychlicki (25-22), innescato con precisione da De Cecco, MVP del match.

 

MVP: Luciano De Cecco (Cucine Lube Civitanova)

 

Ferdinando De Giorgi (allenatore Cucine Lube Civitanova): “Sono tre punti importanti. In settimana abbiamo lavorato senza due centrali e con Kovar in convalescenza, inoltre Milano ci inseguiva in classifica. Dobbiamo trovare più continuità, soprattutto al servizio, ma sono soddisfatto, specie per la reazione e l’epilogo nel secondo set, in cui non siamo stati precisi dai nove metri".

Matteo Piano (Allianz Milano): “Giocare a Civitanova con uno squadrone come la cucine Lube rappresenta sempre una grande opportunità. Misurarsi al cospetto di certi giocatori aiuta a crescere. È un peccato non aver sfruttato le chance utili nel match, soprattutto nel secondo set. C'è mancata la giusta aggressività in alcuni fondamentali, dobbiamo ritrovarla nel prossimo match”.

 

 

Sir Safety Conad Perugia - Consar Ravenna 3-0 (25-18, 25-20, 26-24)

Sir Safety Conad Perugia: Travica 2, Plotnytskyi 13, Biglino 6, Ter Horst 9, Leon Venero 23, Russo 10, Vernon-Evans 0, Piccinelli (L), Zimmermann 0, Sossenheimer 0. N.E. Atanasijevic. All. Heynen. Consar Ravenna: Redwitz 0, Recine 14, Grozdanov 4, Pinali 14, Loeppky 3, Mengozzi 7, Zonca 0, Giuliani (L), Kovacic (L), Batak 0, Koppers 5. N.E. Pirazzoli, Rossi, Grottoli. All. Bonitta. ARBITRI: Giardini, Florian. NOTE - durata set: 23', 27', 31'; tot: 81'. MVP: Leon

 

Le assenze non fermano la corsa della Sir Safety Conad Perugia che supera 3-0 la Consar Ravenna nella settima di andata di Superlega e rimane salda in vetta alla classifica. Senza Ricci e Solé, con Atanasijevic in panchina non utilizzabile e con l’assenza dell’ultimo minuto anche di Colaci, la squadra di coach Heynen si compatta e trova una prestazione impeccabile per larghi tratti in fase break, con Biglino (6 punti, l’86% in primo tempo) e Piccinelli (una macchina in ricezione e difesa) che non fanno assolutamente rimpiangere gli assenti. Due set di marca bianconera, che attacca con percentuali altissime (78% nel primo, 61% il secondo) e che commette pochissimi errori. Nel terzo la Consar, trascinata da un ottimo Recine (14 alla fine col 62% in attacco), resta sempre attaccata e porta il parziale ai vantaggi, dove decide un fallo di formazione di Pinali che consegna set e partita a Perugia. È ancora un infermabile Leon l’MVP della partita. Il fenomeno caraibico ne mette 23 con 2 ace, 3 muri e il 69% sotto rete. Doppia cifra anche per i positivi Plotnytskyi (13) e Russo (10) che da posto tre imperversa in primo tempo. Per Ravenna, detto di Recine, 14 i punti anche per Pinali, pur ben marcato da muro e difesa avversari.

 

MVP: Wilfredo Leon Venero (Sir Safety Conad Perugia)

 

Thijs Ter Horst (Sir Safety Conad Perugia): “È stata una settimana dura e molto complicata per noi. Abbiamo dimostrato che siamo una squadra vera, anche se ci mancavano alcuni compagni, spingendo all’unisono dal primo all’ultimo punto”.

Francesco Recine (Consar Ravenna): “Abbiamo tenuto in tutti i set cercando di fare quello che potevamo contro una Sir rimaneggiata ma tosta. Siamo stati sempre presenti e nel terzo set abbiamo anche inquadrato meglio la partita comprendendo cosa fare per contrastare Perugia. Abbiamo pagato alcuni errori pur giocando discretamente. Ora testa alla prossima gara”.

 

 

Kioene Padova - Leo Shoes Modena 1-3 (17-25, 23-25, 25-21, 18-25)

Kioene Padova: Shoji 4, Wlodarczyk 9, Vitelli 6, Stern 16, Bottolo 15, Volpato 5, Gottardo (L), Danani La Fuente (L), Merlo 0, Casaro 1. N.E. Ferrato, Fusaro, Milan, Canella. All. Cuttini. Leo Shoes Modena: Christenson 3, Karlitzek 9, Stankovic 9, Vettori 22, Petric 16, Mazzone 8, Sanguinetti (L), Iannelli (L), Grebennikov (L), Bossi 0, Estrada Mazorra 1, Porro 0. N.E. Negri, Sala. All. Giani. ARBITRI: Vagni, Sobrero. NOTE - durata set: 24', 31', 32', 24'; tot: 111'. MVP: Vettori

 

Nella gara numero 7 della stagione 2020/21, la Kioene Padova prova a impensierire la compagine di Modena aggiudicandosi il terzo set e provando a riaprire la gara davanti al proprio pubblico, ma cede per 3 a 1. I 22 punti di Vettori, MVP di giornata, e i 4 ace di Petric mettono in difficoltà i ricevitori bianconeri e la formazione di Cuttini che manca ancora di concretezza nei momenti che contano. Nel primo set, tra muri e rimpalli, Modena allunga sul muro di Christenson per il 14-18. Il 16-22 ospite è opera del tedesco Karlitzek. Il fallo dai 3 metri di Wlodarczyk segna il 17-25 ospite. Più combattuto il secondo parziale (15-15). La zona di conflitto della Kioene Padova premia Vettori, che segna l’ace del 21-23. Il diagonale di Karlitzek porta Modena in vantaggio di due set (23-25). Al rientro in campo arriva il riscatto patavino (16-12). Bottolo gioca con le mani del muro per il 19-13 Kioene. Petric rifila 2 ace nel campo di casa: 19-16. Dopo due palle set sventate agli ospiti, la parallela di Wlodarczyk permette alla squadra di casa di accorciare sull’1-2 (25-21). È la Leo Shoes Modena a imporsi durante i primi scambi del quarto set con Vettori e Mazzone 1-4. Ancora Vettori per il 4-8. Modena attacca a tutto braccio (9-13). Merlo in battuta fa il suo per i padroni di casa (14-16). Al time out richiesto dalla panchina bianconera, la Leo Shoes Modena è avanti di 4 (16-20). Vettori mette la parola fine al match (18-25).

 

MVP: Luca Vettori (Leo Shoes Modena)

 

Toncek Stern (Kioene Padova): “Secondo me questa sera abbiamo giocato bene, tuttavia ci lasciamo sfuggire troppe occasioni. Come mostra il punteggio, eravamo sempre vicini agli avversari. Torniamo in palestra consapevoli di dover migliorare per portare a nostro favore i punti decisivi”.

Luca Vettori (Leo Shoes Modena): “Stasera abbiamo fatto una buona partita, specie nei momenti del punto a punto dove abbiamo imposto il nostro gioco. A tratti siamo calati in attacco, ma siamo stati in grado di tenere la testa sulla gara. Sono molto contento della mia prestazione e del titolo di MVP ”.

 

 

NBV Verona - Top Volley Cisterna 3-2 (25-19, 26-28, 25-23, 24-26, 15-11)

NBV Verona: Spirito 2, Kaziyski 17, Aguenier 9, Boyer 14, Jaeschke 21, Caneschi 12, Donati (L), Bonami (L), Asparuhov 2, Magalini 0, Kimerov 0. N.E. Zanotti, Peslac. All. Stoytchev. Top Volley Cisterna: Seganov 0, Tillie 9, Krick 16, Szwarc 19, Randazzo 23, Rossi 5, Rondoni (L), Sottile 0, Cavuto 8, Cavaccini (L), Onwuelo 0. N.E. Rossato. All. Kovac. ARBITRI: Santi, Lot. NOTE - durata set: 27', 30', 29', 33', 18'; tot: 137'. MVP: Jaeschke

 

Vittoria al tie break per Verona, in una partita accesissima che ha visto i gialloblù dominare nel primo set e la Top Volley nel quarto. Il match è appassionante, la seconda frazione combattutissima, almeno fino ai due ace di Boyer che sul 16-13 creano uno strappo. Cisterna, però, reagisce alzando le percentuali in attacco, martella con Randazzo e Krick strappando il parziale ai vantaggi. Il quarto set pende decisamente a favore della squadra ospite, che parte con uno 0-5, ma si vede rimontare dall’orgoglio di Verona, che per un soffio manca il match ball. L’ultimo set vede i gialloblù sempre avanti, ci pensa Boyer con un ace a decidere la gara (ultimo punto assegnato con l’ausilio del Video Check). Migliori in campo, da una parte e dall’altra, Thomas Jaeschke con 21 punti, 2 muri e il 51% in attacco, e Luigi Randazzo con 23 punti, 1 muro e il 54% in attacco.

 

MVP: Thomas Jaeschke (NBV Verona)

 

Thomas Jaeschke (NBV Verona): “Per me è sempre un piacere giocare con questi giocatori perché siamo amici. Abbiamo vinto, ma dobbiamo migliorare. Non saprei dire quale sia stato il problema, abbiamo ricevuto bene nel primo set, nel quarto abbiamo preso 5 punti. Da migliorare ci sono tante piccole cose che poi diventano un problema. Dobbiamo studiare e allenarci”.

Kevin Tillie (Top Volley Cisterna): "Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, ma in battuta e ricezione siamo andati peggio degli avversari. Questa Superlega sarà sempre dura. Noi continuiamo a lavorare per progredire: a livello di testa stiamo bene, dobbiamo continuare con gli allenamenti. Senza il pubblico? Non possiamo farci niente. Non è bello perché giochiamo per i tifosi, così è difficile ma sappiamo che loro ci seguono in tv e dobbiamo garantire lo spettacolo migliore per loro".

 

 

Vero Volley Monza - Itas Trentino 3-2 (25-21, 21-25, 19-25, 25-16, 15-13)

Vero Volley Monza: Orduna 2, Lanza 9, Holt 11, Lagumdzija 23, Dzavoronok 17, Galassi 4, Federici (L), Sedlacek 10, Brunetti (L), Beretta 2. N.E. Calligaro, Ramirez Pita, Falgari. All. Eccheli. Itas Trentino: Giannelli 3, Santos De Souza 10, Lisinac 4, Abdel-Aziz 32, Kooy 12, Podrascanin 8, Sperotto 0, Rossini (L), De Angelis 0, Cortesia 0, Sosa Sierra 0, Argenta 0. N.E. All. Lorenzetti. ARBITRI: Braico, Zavater. NOTE - durata set: 28', 28', 29', 25', 21'; tot: 131'. MVP: Sedlacek

 

Due punti d'oro per il morale e la classifica quelli conquistati dalla Vero Volley Monza tra le mura amiche contro l'Itas Trentino. A sorridere al termine di un match per cuori forti, valido per la settima giornata di andata della SuperLega Credem Banca 2020/21, è la formazione di Eccheli, all'esordio in panchina nella massima serie, capace di guidare i suoi uomini alla prima vittoria casalinga in Campionato. Si capisce che è una Monza diversa già dalle prime battute di gioco: Lagumdzija e Dzavoronok scaldano il braccio in attacco e murano con carattere, Lanza spinge forte in battuta e i lombardi si aggiudicano il primo gioco. Dal secondo parziale in poi, però, esce fuori tutta la qualità trentina. La squadra di Lorenzetti alza il livello al servizio e in attacco, con Abdel Aziz mattatore (6 ace ed il 65% in attacco) a trainare i suoi alla conquista di secondo e terzo set. Dal quarto Monza si ricompatta con grande dinamismo. Le bordate del primo parziale tornano a farsi sentire. Un Brunetti solidissimo in ricezione e tempestivo in difesa permette a Orduna di smistare bene anche verso il centro per Holt, Beretta e Galassi. I giri dei padroni di casa si alzano quando entra Sedlacek, vero protagonista nel finale di gara con le fiammate che valgono la vittoria di Monza, la terza in Regular Season. Il team brianzolo è atteso ora dalla trasferta di Vibo Valentia.

 

MVP: Marko Sedlacek (Vero Volley Monza)

 

Marko Sedlacek (Vero Volley Monza): "Non è mai facile rientrare nel match quando si è sotto 2-1. Noi però non abbiamo mai mollato, credendo fino alla fine nella vittoria. Sono felice per il gruppo perché credo in questa squadra. Stasera sapevamo come affrontarli e siamo stati concentrati nei momenti chiave. Dobbiamo continuare così. Possiamo toglierci belle soddisfazioni se esprimiamo questa pallavolo”.

Marko Podrascanin (Itas Trentino): “Eravamo stati bravi a riprendere una partita che era iniziata male, reagendo con rabbia e grinta e portandoci sul 2-1 in nostro favore, poi non siamo riusciti a completare l'opera e, anche per meriti propri, Monza ha ribaltato ancora una volta il punteggio portando a casa il tie break. C'è grande rammarico, non posso nasconderlo".

 

 

Giocata sabato 24 ottobre 2020:

Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia - Gas Sales Bluenergy Piacenza 1-3 (19-25, 20-25, 25-23, 19-25)

Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia: Saitta 2, Rossard 20, Chinenyeze 9, Drame Neto 17, Defalco 5, Cester 1, Sardanelli (L), Rizzo (L), Almeida Cardoso 5, Gargiulo 6, Dirlic 0. N.E. Chakravorti, Corrado, Fioretti. All. Baldovin. Gas Sales Bluenergy Piacenza: Hierrezuelo 3, Clevenot 12, Polo 4, Grozer 30, Russell 20, Candellaro 2, Fanuli (L), Scanferla (L), Shaw 1, Antonov 0. N.E. Tondo, Botto, Izzo. All. Bernardi. ARBITRI: Saltalippi, Brancati. NOTE - durata set: 24', 27', 28', 29'; tot: 108'. MVP: Grozer

 

 

Classifica SuperLega Credem Banca

Sir Safety Conad Perugia 21, Cucine Lube Civitanova 20, Allianz Milano 14, Leo Shoes Modena 12, Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia 10, NBV Verona 9, Gas Sales Bluenergy Piacenza 9, Vero Volley Monza 7, Itas Trentino 7, Consar Ravenna 6, Kioene Padova 4, Top Volley Cisterna 4

 

1 partita in meno: Itas Trentino e Leo Shoes Modena


(Fonte: Lega Pallavolo Serie A)


sabato 24 ottobre 2020

SUPERLEGA CREDEM BANCA: VERSO LA 7° GIORNATA DI ANDATA


Nel weekend del 24 e 25 ottobre va in scena la 7a giornata della SuperLega Credem Banca. Sabato, alle 18.00, Vibo torna in casa per sfidare Piacenza (diretta RAI Sport). Domenica, alla stessa ora, si gioca Verona – Cisterna con trasmissione live su RAI Sport, Civitanova ospita Milano, Perugia attende Ravenna, Padova riceve la visita di Modena. All’Arena di Monza arriva Trento.

Un bottino di 10 punti in 6 gare e 4 vittorie consecutive per la Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia, che nell’ultimo turno ha espugnato al tie break il Pala De Andrè di Ravenna mantenendo la quarta posizione solitaria alla vigilia della gara n. 300 di Cester in Regular Season. Nell’anticipo di sabato alle 18.00, si presenta la Gas Sales Bluenergy Piacenza, ottava a 4 lunghezze di ritardo sui calabresi e in cerca di rivalsa dopo lo stop in tre set nel derby al PalaPanini di Modena. Una sfida dal sapore amarcord al PalaMaiata di Vibo Valentia per la presenza di tre ex Callipo tra i piacentini: Antonov, Fanuli e Izzo. La Gas Sales ha vinto gli unici 2 precedenti.


Il vantaggio illusorio a Milano nel sesto turno ha reso ancor più amara la terza sconfitta consecutiva per una NBV Verona che all’Allianz Cloud era orfana di Boyer. Gli scaligeri sono sesti a 7 punti e, di fronte alle telecamere di RAI Sport, con Bonami alla presenza numero 200 in Regular Season, domenica alle 18.00 sfidano la Top Volley Cisterna. I pontini, sotto la “cura Kovac”, domenica sono riusciti a centrare i primi 3 punti in Campionato in virtù del 3-1 con Monza nel proprio quartier generale, tra l’altro senza i finalizzatori Onwuelo (a 1 gara dalle 100 in carriera) e Sabbi. I veneti svettano nel bilancio dei precedenti complessivi con 23 successi a 10.

Seconda in classifica a una sola lunghezza dalla capolista, la Cucine Lube Civitanova ha ceduto 1 solo punto dall’inizio del torneo (in casa con Ravenna) e insegue la settima vittoria consecutiva in Campionato. Dopo il successo convincente in 3 set contro Padova e l’esordio positivo di Yant, i cucinieri restano all’Eurosuole per sfidare l’Allianz Milano, terza forza del torneo che in caso di successo pieno nelle Marche aggancerebbe la Lube a quota 17. I meneghini, vincenti solo 2 volte nei 12 scontri diretti, sono in serie positiva da tre turni, non hanno mai perso in trasferta e credono nell’impresa, caricati anche dalla bella prova di Sbertoli nella rimonta contro Verona in 4 set. Mosca è a una presenza dalle 100 in Regular Season, Maar è a una gara dalle 100 in carriera. Tra gli ospiti figura l’ex Lube Pesaresi.

Nella sua marcia immacolata, la Sir Safety Conad Perugia ha superato anche l’esame della BLM Group Arena di Trento. Domenica sono arrivati 3 punti chiave in rimonta su un campo difficile. Come in altre occasioni, ad accendere la scintilla è stato il servizio dei Block Devils, fondamentale che ha permesso agli umbri di girare il match. Al PalaBarton arriva la giovane e tenace Consar Ravenna di Bonitta, formazione reduce dalle sconfitte al tie break a Milano e in casa con Vibo, ma in grado di raccogliere 5 punti nelle ultime tre gare giocate. I romagnoli hanno piegato la Sir solo 3 volte in 21 incroci, nel 2017 ai Quarti Play Off e nel 2010 nella doppia sfida di A2. Al PalaBarton gli ospiti ritrovano da rivali quattro ex: Ricci, Russo, Ter-Horst e Vernon-Evans.

Il penultimo posto in classifica con 4 punti all’attivo impone un’accelerata alla Kioene Padova, che non vince dal secondo turno della Regular Season ed è reduce dalla sconfitta lampo a Civitanova. All’Eurosuole Forum il servizio dei padroni di casa ha messo a dura prova la ricezione patavina. Alla Kione Arena sbarca la Leo Shoes Modena, tornata al successo nel derby emiliano dopo la sconfitta casalinga con l’Allianz e un quinto turno infrasettimanale da spettatrice. Nei giorni scorsi Lavia ha riportato una lesione muscolare di primo grado della parete addominale sinistra, ma gli emiliani hanno dimostrato domenica che anche senza il giovane talento sanno farsi valere. Si tratta della sfida n. 99 tra le due squadre: netto il dominio modenese nel corso degli anni con 80 successi contro i 18 padovani. Tra i padroni di casa Vitelli cerca il punto n. 500, tra gli ospiti Mazzoni è a 17 punti dai 1500 in Regular Season, Vettori a 16 attacchi vincenti dai 3500 in carriera.

Decima a 5 punti, la Vero Volley Monza ha optato per uno scossone dopo un avvio di torneo al di sotto delle aspettative. Il Club ha sollevato dall’incarico Soli, affidando il team a Massimo Eccheli. Decisiva la sconfitta esterna per 3-1 con Cisterna. In settimana, invece, è arrivato il sospiro di sollievo per l’esito positivo dell’intervento al menisco di Federici. All’Arena di Monza, i brianzoli devono fronteggiare l’Itas Trentino, bestia nera battuta solo una volta in 16 faccia a faccia globali. La corazzata di Lorenzetti è decisa a rialzarsi dopo la terza sconfitta subita in casa nel big match contro Perugia. La formazione gialloblù occupa un insolito settimo posto con appena un punto in più dei monzesi, ma deve recuperare il match della quinta giornata con Modena. In un colpo solo l’Itas ritrova da rivali Galassi e Lanza.


SuperLega Credem Banca 7a giornata di andata


Sabato 24 ottobre 2020, ore 18.00
Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia – Gas Sales Bluenergy Piacenza

Domenica 25 ottobre 2020, ore 18.00

NBV Verona – Top Volley Cisterna

Cucine Lube Civitanova – Allianz Milano

Sir Safety Conad Perugia – Consar Ravenna

Kioene Padova – Leo Shoes Modena

Vero Volley Monza – Itas Trentino


Classifica:
Sir Safety Conad Perugia 18, Cucine Lube Civitanova 17, Allianz Milano 14, Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia 10, Leo Shoes Modena 9, NBV Verona 7, Itas Trentino 6, Gas Sales Bluenergy Piacenza 6, Consar Ravenna 6, Vero Volley Monza 5, Kioene Padova 4, Top Volley Cisterna 3

1 incontro in meno: Itas Trentino e Leo Shoes Modena

 

Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia – Gas Sales Bluenergy Piacenza

 PRECEDENTI: 2 (2 successi Piacenza)
EX: Oleg Antonov a Vibo Valentia nel 2017/18, Michele Baranowicz a Vibo Valentia nel 2019/20, Fabio Fanuli a Vibo Valentia nel biennio 2010-2011, Marco Izzo a Vibo Valentia nel biennio 2016-2017
A CACCIA DI RECORD:
In Regular Season: Enrico Cester – 1 gara giocata alle 100 (Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia)
In carriera: Enrico Cester - 16 punti ai 2100 (Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia), Michele Baranowicz - 25 punti ai 700, - 4 muri vincenti ai 200 (Gas Sales Bluenergy Piacenza)

Valerio Baldovin (allenatore Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia): “Terminata una prima fase del Campionato che ci ha visto in campo ogni tre giorni, abbiamo approfittato di una settimana tipo per fare il punto della situazione e valutare il nostro gioco e capire quali sono le aree di sviluppo su cui dobbiamo insistere: dobbiamo continuare a lavorare bene sulla battuta che a volte è poco incisiva. Piacenza è una squadra strutturata per i piani alti della classifica con diversi campioni in campo, ma avendo un nuovo assetto ha faticato un po' a trovare subito l'amalgama. Inoltre ci sono stati dei cambi sia nel roster che in panchina che non le hanno permesso ancora di trovare la sua stabilità. Anche il calendario non è stato a loro favore perché hanno già incontrato le storiche prime quattro big del torneo, a differenza nostra che ne abbiamo affrontate solo due. Abbiamo messo in conto che domani potremo trovare dall’altra parte della rete diversi sestetti. Per questo motivo la preparazione della partita non è stata semplice anche perché sappiamo che le armi che hanno a disposizione sono molteplici”.
Fabio Fanuli (Gas Sales Bluenergy Piacenza): “Stiamo continuando a lavorare tanto sul nostro gioco e la nostra alchimia di squadra perché non siamo contenti di quello che stiamo esprimendo. Anche i risultati non sono quelli che ci aspettiamo e che vorremmo. C'è tanta concentrazione e tanta voglia di cambiare rotta. Coach Baldovin ha dimostrato, in questi anni, di essere una grande guida tecnica ottenendo sempre ottimi risultati. Attualmente il quarto posto in classifica di Vibo è quello che dice il campo e noi lo rispettiamo, ma dalla nostra parte non siamo contenti della nostra posizione. Andiamo a Vibo con la voglia di dimostrare che anche noi meritiamo un posto migliore”.


NBV Verona – Top Volley Cisterna

PRECEDENTI: 33 (23 successi Verona, 10 successi Cisterna)
EX: Milan Peslac a Latina nel 2019/20; Luigi Randazzo a Verona nel 2016/17; Daniele Sottile a Verona dal 2007/08 al 2009/2010
A CACCIA DI RECORD:
Federico Bonami - 1 gara giocata alle 200 (NBV Verona), Giulio Sabbi - 32 punti ai 3000, Luigi Randazzo - 33 punti ai 1500 (Top Volley Cisterna)
In carriera: Matey Kaziyski - 17 punti ai 4200 (NBV Verona), Samuel Onwuelo - 1 gara giocata alle 100 (Top Volley Cisterna)

Rado Stoytchev (allenatore NBV Verona): “In questo periodo è complicato gestire e programmare, siamo attenti a seguire tutte le regole anti Covid-19 previste da Governo e Lega Volley. Fortunatamente siamo tutti negativi, però questo ci impedisce di fare programmi a lungo termine, questa è la difficoltà del momento. Contro Cisterna? Sarà una partita molto complicata, affrontiamo una squadra che sulla carta ha tante ambizioni per il campionato, hanno preso tanti giocatori importanti. Hanno anche loro le difficoltà, ma hanno possibilità di variare il sestetto, con tanti giocatori, e anche loro come noi sono a caccia di punti”.
Daniele Sottile (Top Volley Cisterna): “Ci stiamo preparando per un’altra partita importante a Verona, ci arriviamo dopo una vittoria che ci serviva molto e questo è un momento in cui siamo in difficoltà, questo è evidente, ma la cosa positiva è che chi sta andando in campo sta rispondendo bene. Sono convinto che quando saremo al completo ci potremo togliere soddisfazioni, ma ora dobbiamo lavorare e ragionare una partita dopo l’altra con la consapevolezza che dobbiamo cercare di prendere punti contro tutti”.


Cucine Lube Civitanova – Allianz Milano

PRECEDENTI: 12 (10 successi Civitanova, 2 successi Milano)
EX: Nicola Pesaresi a Lube nel 2016/17
A CACCIA DI RECORD:
In Regular Season: Simone Anzani - 13 punti ai 1500 (Cucine Lube Civitanova) Leandro Mosca - 1 gara giocata alle 100, Jean Patry - 15 punti ai 500 (Allianz Milano)
In carriera: Simone Anzani - 8 punti ai 1900, - 2 battute vincenti ai 100, - 3 muri vincenti ai 600, Kamil Rychlicki - 24 punti agli 800, Robertlandy Simon - 1 ace ai 200 (Cucine Lube Civitanova), Yuki Ishikawa - 8 punti ai 1100, 5 battute vincenti ai 100, Stephen Timothy Maar – 1 gara giocata alle 100, Matteo Piano - 2 ace ai 100, Riccardo Sbertoli - 1 muro vincente ai 100 (Allianz Milano)

Ferdinando De Giorgi (allenatore Cucine Lube Civitanova): “Sarebbe un grave errore sottovalutare l'attacco di Milano dopo la partenza di Abdel-Aziz. Atleti come Patry, Ishikawa e Maar garantiscono una buona mole di punti. La squadra di Piazza esprime il proprio volley bene anche in trasferta e, come noi, sta cercando il migliore equilibrio. Il nostro obiettivo? Va bene conquistare punti, inseguire record e cercare la vetta, ma in primis voglio la continuità nel gioco. Migliorare gli aspetti tecnici e i meccanismi della nostra pallavolo è propedeutico al cammino di una squadra intenzionata a imporsi. Diamantini non ha ancora il via libera e Kovar difficilmente recupererà, ma se rimarremo concentrati, sfruttando al meglio il servizio, disputeremo una buona gara”.
Nicola Pesaresi (Allianz Milano): “Incontriamo un avversario tra i più forti della SuperLega: ci aspetta una partita complicata, ma allo stesso tempo bella da giocare. Scendiamo in campo consci di trovarci di fronte una grande squadra, ma proveremo a giocarci le nostre carte. Sappiamo che loro battono molto bene e quindi dovremo essere preparati a ricevere i loro servizi dai 9 metri, ma anche noi proveremo ad impensierirli. Il terzo posto in classifica? Non lo guardiamo, ma lo accarezziamo. Siamo contenti di ciò che abbiamo fatto, ma i veri valori verranno fuori tra un po’. Civitanova è la più forte? È una squadra completa, se la giocherà con Perugia e Trento”.


Sir Safety Conad Perugia – Consar Ravenna


PRECEDENTI: 21 (18 successi Perugia, 3 successi Ravenna)
EX: Fabio Ricci a Ravenna nel 2011/2012 e dal 2013/14 al 2016/17, Roberto Russo a Ravenna nel 2018/19, Thijs Ter Horst a Ravenna nel 2019/20, Sharone Vernon-Evans a Ravenna nel 2019/20
A CACCIA DI RECORD: .
In Regular Season: Oleh Plotnytskyi - 17 attacchi vincenti ai 500, 5 ace ai 100 (Sir Safety Conad Perugia)
In carriera: Aleksandar Atanasijevic - 33 punti ai 4400, Wilfredo Leon Venero - 13 punti ai 1300, - 6 attacchi vincenti ai 1000, Fabio Ricci - 4 muri vincenti ai 200 ( Sir Safety Conad Perugia)

Stefano Recine (direttore sportivo Sir Safety Conad Perugia): “Domenica affrontiamo una squadra che gioca una bella pallavolo, anche molto divertente, fatta di tanta difesa e contrattacco e con grande entusiasmo vista la giovane età media. Noi, dal canto nostro, non possiamo permetterci distrazioni e dobbiamo cercare di proseguire nel nostro cammino finora molto positivo. Mio figlio Francesco dall’altra parte della rete? Sono molto felice. Chiaramente voglio vincere, ma come papà non posso che essere orgoglioso di vederlo in campo”.
Aleksa Batak (Consar Ravenna): “Nell’ultima partita contro Vibo non siamo stati fortunati, non abbiamo trovato le giuste soluzioni soprattutto nel finale e abbiamo perso il match, ma tutta la squadra ha combattuto fino all’ultimo e sono certo che se continueremo a lottare e a esprimere una buona pallavolo riusciremo a ottenere presto risultati migliori. Adesso ci attende la trasferta di Perugia, contro la capolista, una delle migliori e più forti squadre della SuperLega: stiamo preparando questa sfida con grande scrupolo,convinti di poter disputare una bella partita”.


Kioene Padova – Leo Shoes Modena

 PRECEDENTI: 98 (18 successi Padova, 80 successi Modena)
EX: nessuno
A CACCIA DI RECORD:
In Regular Season: Elia Bossi - 7 punti ai 500, - 1 muro vincente ai 100, Daniele Mazzone - 17 punti ai 1500 (Leo Shoes Modena)
In carriera: Marco Vitelli - 1 punto ai 500, Sebastiano Milan - 13 punti ai 1100, Toncek Stern - 18 attacchi vincenti ai 1000 (Kioene Padova), Luca Vettori - 16 attacchi vincenti ai 3500 (Leo Shoes Modena)

Sebastiano Milan (Kioene Padova): “Anche questa domenica ci attende una gara sicuramente difficile. Modena ha cambiato molto il suo assetto rispetto alla scorsa stagione, ma rimane una squadra di valore assoluto, candidata ad essere tra le protagoniste di questo Campionato. Quindi sarà stimolante giocare contro di loro, ma rispetto alla sfida di Civitanova mi aspetto di vedere una Kioene diversa e sicuramente più combattiva. Sotto il piano del gioco e dell'atteggiamento, la reazione all'ultima sconfitta deve arrivare anzitutto da noi”.
Jenia Grebennikov (Leo Shoes Modena): “Domenica scorsa abbiamo vinto finalmente al Palapanini ed era la mia prima vittoria. Era una partita difficile mentalmente perché dovevamo strappare punti importanti. Ora dobbiamo pensare a Padova, sarà una partita diversa e difficile, visto che giochiamo fuori casa, e non dovremo sbagliare cercando di conquistare i 3 punti, importantissimi per la classifica. Anche loro sono alla ricerca di punti e dovremo stare molto attenti ad imporre il nostro gioco. Il loro libero? È molto bravo, ma la mia vera sfida è con la mia squadra. Per arrivare alla vittoria ogni punto di ogni set è importante”.


Vero Volley Monza – Itas Trentino

PRECEDENTI: 16 (1 successo Monza, 15 successi Trento)
EX: Gianluca Galassi a Trento nel 2014/15; Filippo Lanza a Trento dal 2011/12 al 2017/18
A CACCIA DI RECORD:
In Regular Season: Donovan Dzavoronok - 14 attacchi vincenti ai 1000 (Vero Volley Monza), Andrea Argenta - 11 punti ai 1500, Dick Kooy - 16 punti ai 1000 (Itas Trentino)
In carriera: Nimir Abdel-Aziz - 24 punti ai 1600, Andrea Argenta - 7 punti ai 1600, Simone Giannelli - 2 muri vincenti ai 300 (Itas Trentino)

Thomas Beretta (Vero Volley Monza): “Trento come sempre è una squadra fortissima, questa stagione ancora di più. Dovremo giocare la nostra miglior pallavolo per portare a casa un risultato positivo. Non è il nostro miglior momento e questo sarà un'ulteriore spinta per mettere in campo tutto quello che abbiamo e fare una bella prestazione. I black-out che abbiamo avuto nelle ultime gare? Tutte le squadre giocano forte. Non puoi distrarti un attimo, altrimenti perdi. Dobbiamo ritrovare serenità, stabilità ed il gioco delle prime gare stagionali. Solo così usciremo da questo periodo no”.
Srecko Lisinac (Itas Trentino): “Come accaduto a noi, anche Monza in avvio di questo campionato ha forse perso qualche partita di troppo. Sarà quindi una partita importante per entrambe. Dal canto nostro dovremo non concentrarci troppo su quanto accadrà nella loro metà campo, ma piuttosto su quanto saremo in grado di esprimere nella nostra”.

 (Da LegaVolley Serie A)

giovedì 22 ottobre 2020

LA STAGIONE ‘83/’84, QUELLA DEL DOPPIO STRANIERO

 


Un dibattito che da sempre caratterizza gli innumerevoli bar sport sparsi un po’ in tutt’Italia riguarda i troppi atleti stranieri presenti nei nostri campionati. Su quell’insidioso terreno si scontrano due opposte filosofie, in perfetto stile Guelfi e Ghibellini. Da una parte chi afferma che i giocatori stranieri siano in grado di apportare un netto miglioramento al nostro campionato, alzandone l’asticella della tecnica, della personalità e della qualità. Dall’altro chi è invece convinto che un numero troppo elevato di atleti provenienti da altre federazioni finisca solo per togliere spazio vitale ai giovani talenti italiani impoverendo di fatto il nostro movimento nazionale.

Ma al di là di ogni possibile e legittima considerazione, noi italiani per quanto riguarda lo sport abbiamo un’accentuata tendenza a mitizzare gli altri. In poche parole, siamo spiccatamente esterofili. Nutriamo grande ammirazione per i giocatori stranieri e ogni estate aspettiamo con inquietudine e grande interesse il nome del nuovo acquisto straniero della nostra squadra del cuore.  

Per la pallavolo italiana, che da questo punto di vista non fa differenza rispetto agli altri sport, la grande svolta avviene nell’estate del 1983, quando la Fipav decide di sdoganare la possibilità di poter tesserare due giocatori stranieri per squadra, pur con la netta contrarietà di due top club dell’epoca quali Kappa Torino e Panini Modena.

In quella stagione la nostra serie A1, con la Santal Parma campione d’Italia uscente e squadra da battere, vede ai nastri di partenza dodici squadre. La maggior parte degli addetti ai lavori è convinta che chi riuscirà a dotarsi della miglior coppia di atleti stranieri, diventerà con ogni probabilità la prima rivale degli emiliani.

I campioni d’Italia in carica, guidati da mister Claudio Piazza, affiancano al funambolico regista coreano Kim Ho Chul il “gaucho” Hugo Conte. Atleta quest’ultimo che, nella Coppa dei Campioni della stagione precedente, in coppia con il palleggiatore transalpino Alain Fabiani tanto male le aveva fatto, infliggendole nella prima giornate della final four (svoltasi proprio a Parma) un cocente quanto inaspettato 3-1. Conte, 198 centimetri di altezza, è il classico universale d’attacco, specializzato in azioni offensive rapidissime portate da ogni zona del campo. E’ inoltre uno dei precursori della battuta in salto spin, fondamentale che esegue con grande efficacia creando non poche difficoltà alla linea di ricezione delle squadre avversarie. L’argentino farà bene in Coppa dei Campioni, contribuendo con ottime prestazioni alla conquista della prima Coppa continentale del club ducale in quel di Basilea. Non riuscirà però a ripetersi in campionato, offrendo prove non sempre adeguate alle grandi aspettative che lo avevano accompagnato al suo arrivo a Parma. Performance che non gli garantirono la riconferma per la stagione successiva con la conseguente cessione alla Victor Village Ugento, appena retrocessa in serie A2. Nel corso della sua lunghissima carriera Hugo Conte vestirà poi la maglie di Catania, Modena, Cuneo, Milano, per far ritorno a Parma nella stagione 2000/2001 a concludere la sua lunghissima parentesi italiana. Medaglia di Bronzo ai Mondiali '82, il forte attaccante argentino è stato inserito nella lista dei migliori 8 giocatori di tutti i tempi stilata dalla Federazione Internazionale FIVB e nell’anno 2011 è entrato a far parte della Hall of Fame del Volley.

Modena e Torino tentano di colmare il divario con Parma ingaggiando rispettivamente Ljubomir Travica e Bengt Gustafson. Il primo, martello serbo di 197 centimetri, è il classico prototipo della grande scuola dell’Est europeo anni ’70 e ’80. Un posto quattro di grande potenza, specializzato negli attacchi di palla alta. Affiancherà in maglia gialloblu l’altro straniero già presente in organico, Esteban Martinez, velocissimo e spettacolare universale d’attacco già da un anno tesserato per la Panini. Nella città della Ghirlandina Ljubomir schiaccerà soltanto una stagione, senza per altro lasciare un segno importante. Giocherà poi diverse buone stagioni nelle nostre serie A1 e A2 a Vimercate, Padova e Milano.

Sotto la Mole arriva invece Bengt Gustafson, lo “svedese volante”, scultoreo vent’enne di 195 centimetri che diventerà l’idolo incontrastato delle tifose di tutte le città in cui transiterà sotto rete. Attaccante di classe cristallina, dotato di doti di salto monumentali, così come di un colpo d’attacco pesantissimo. Dal punto di vista stilistico ha rappresentato con ogni probabilità lo schiacciatore di riferimento a livello mondiale fino al termine degli anni ’80. Rimane a Torino per due stagioni, nelle quali forma con il californiano Tim Hovland la miglior coppia straniera della nostra serie A1, per poi trasferirsi alla Santal Parma, squadra in cui fungerà da principale terminale offensivo per ben tre stagioni, prima di accasarsi in Grecia, precisamente all’Olimpiakos di Atene. Ritornerà nella nostra serie A1 nella stagione ‘89/’90 per dare l’avvio alla formidabile epopea trevigiana della Sisley, purtroppo con poca fortuna. A metà della stagione ‘90/’91 infatti, un grave incidente stradale lo obbligherà ad interrompere prematuramente la sua splendida carriera di giocatore.

Sono però Sassuolo ed Asti, e quindi non due “top club”, a compiere due veri e propri “botti” sul mercato degli stranieri. La squadra emiliana, targata Edilquoghi, fa il grande colpo mettendo sotto contratto nientepopodimeno che  Tomasz “Tomek” Wojtowicz mentre i piemontesi, ben consigliati dal proprio coach Enrique Edelstein, ingaggiano un giovane e poco conosciuto bomber argentino, Raul  Quiroga.

Il polacco, centrale statuario di quasi due metri, è un vero e proprio eroe nazionale nel proprio paese per essere stato uno dei grandi protagonisti della famosa nazionale polacca Campione del Mondo nel 1974 e Campione Olimpica a Montreal 1976. A causa dei devastanti allenamenti imposti dal tecnico polacco Hubert Aleksander Wagner, soprannominato dai suoi giocatori “il boia” per la crudeltà dei suoi metodi di lavoro (vere e proprie sessioni al limite della sopravvivenza), Tomek arriva in Italia con ossa, muscoli, tendini e articolazioni particolarmente usurati, per usare un eufemismo. Tutto ciò non gli permette di mettere in mostra le straordinarie doti di salto e di velocità che lo avevano caratterizzato per tutti gli anni ’70, consacrandolo come il centrale più forte del mondo insieme a sua maestà Alexander Savin. La sua classe cristallina, accompagnata da un carisma che sprizza leadership da tutti i pori, consente al competente e appassionato pubblico sassolese di potersi lustrare gli occhi; fortuna che durerà solo per un anno dal momento che nella stagione successiva (83/’84) la Santal Parma lo individua come il rinforzo necessario per dare la caccia alla sua seconda Coppa dei Campioni. E mai scelta fu più azzeccata, dal momento che  Wojtowicz diventerà uno dei maggiori protagonisti delle imprese dei ducali di quell’anno che, prima espugnano la roccaforte sovietica di Riga, e poi si laureano Campioni d’Europa nella final four di Bruxelles. Wojtowicz concluderà la sua carriera italiana sparando gli ultimi colpi in attacco e a muro (le specialità della casa) prima a Ferrara e poi a Città di Castello.

Il Riccadonna Asti, come già detto, pesca il suo nuovo straniero oltreoceano e precisamente in terra argentina mettendo sotto contratto un ventunenne argentino, Raul Quiroga. Schiacciatore di posto quattro ma anche opposto all’occorrenza, 196 centimetri di salto, esplosività e potenza più unici che rari. Raul non solo sarà protagonista di una splendida stagione ad Asti, guidandola a suon di attacchi al quarto posto finale in regular season, ma negli anni successivi si consacrerà come uno degli schiacciatori più forti della storia della pallavolo. Nella stagione ‘84/’85 Quiroga si trasferirà a Modena dove verrà soprannominato “El Bombardero”, conquistando due scudetti come protagonista assoluto e diventando l’idolo della tifoseria gialloblu. Giocherà poi anche a Montichiari, Treviso e Spoleto.  

Milano targata Casio e guidata in panchina da Nino Cuco perde lo yankee Mike Dodd, ex grande giocatore di beach volley, ma acquista il martellone finlandese Mauri Lappanen, schiacciatore di grande potenza e forza fisica, mentre il Miolat Chieti di Nino Agricola affida le speranze di permanenza in serie A1 al mercato sudamericano.  Nella città abruzzese arrivano via Buenos Aires la coppia di schiacciatori comporta da Alcides Cuminetti (fratello del più famoso Juan Carlos Cuminetti che negli anni seguenti farà le fortune di Modena) e da Daniel Castellani, schiacciatore – ricevitore di stile e classe sopraffina che per tutti gli anni ‘80 illuminerà altri palasport italiani, e precisamente quelli di Falconara, Bologna Padova e Prato.   

Il campionato della stagione ‘83/’84 si presenta quindi come uno dei più belli ed incerti degli ultimi anni. Alla fine, sarà Torino a spuntarla su tutte le altre compagini, con la coppia Tim Howland e Bengt Gustafson sugli scudi. Vincerà prima la regular season con 40 punti, figli di venti vittorie e solo due sconfitte, e poi i play off  dove sconfiggerà l’acerrima rivale Santal Parma in sole due partite (3-0 nella gara d’andata e 3-1 nella gara di ritorno disputata al Pala Raschi di Parma).

Kim Ho Chul, Hugo Conte, Bengt Gustafson, Tim Hovland, Ljubomir Travica, Esteban Martinez, Tomasz Wojtowicz, Raul  Quiroga, Mauri Lappanen, Daniel Castellani. Grandi campioni che con la loro professionalità e le loro grandi qualità fisiche, tecniche e di leadership, hanno contribuito in maniera decisiva ad elevare il tasso qualitativo del nostro campionato, alzandone di gran lunga il livello tecnico.

Non a caso proprio in quell’anno l’Europa ci premierà come mai accaduto prima, con Parma trionfale in Coppa dei Campioni, Torino in Coppa delle Coppe e Modena in Coppa Cev. Così come le Olimpiadi di Los Angeles, regaleranno agli azzurri di Silvano Prandi  un insperato bronzo alle spalle di vere e proprie corazzate quali Usa e Brasile.  


mercoledì 21 ottobre 2020

LA STAGIONE 1978/79: IL POST GABBIANO D’ARGENTO

 


Il 1978 è un anno speciale per lo sport italiano. La nazionale di calcio guidata dal “vecio” Enzo Bearzot disputa un grande mondiale in Argentina. Contro tutti i pronostici della vigilia si regala un più che ragguardevole quarto posto che ci riporta ai massimi vertici del football mondiale. Agli Europei di atletica leggera di Praga Pietro Mennea conquista i titoli europei nei 100 e nei 200 metri, Venanzio Ortis la medaglia d’oro nei 10.000 metri, così come Sara Simeoni nella gara di salto in alto. La campionessa di Rivoli Veronese lo fa bissando quel 2,01 che poche settimane prima a Brescia durante una riunione di atletica tra le nazionali di Italia e Polonia le era valso il primato del mondo della specialità. A Berlino Ovest, l’Italia della pallanuoto diventa campione del mondo mettendosi alle spalle vere e proprie corazzate quali Ungheria e Jugoslavia mentre Eugenio Lazzarini è campione del mondo di motociclismo, aggiudicandosi il campionato mondiale 125 in sella alla MBA, vincendo 4 corse su le 10 disputate.

Ma è la nazionale italiana di Pallavolo a compiere una vera e propria, quanto inattesa, impresa. Ai mondiali di Roma i pallavolisti azzurri, magistralmente guidati dal tecnico Carmelo Pittera e letteralmente trasportati dal delirante pubblico capitolino, eliminano Cuba in una eroica e indimenticabile semifinale per poi aggiudicarsi la medaglia d’argento dietro l’imbattibile Unione Sovietica dei mostri sacri Savin e Zaitsev.

La stagione 78/79, quella del 34° campionato della nostra serie A1, si apre sulla scia luminosa di questa straordinaria avventura azzurra che ha consacrato i nostri eroi pallavolisti come vere e proprie star nazionali. Pupo Dall’Olio, Gianni Lanfranco, Marco Negri ed il resto della truppa, oltre ad essere diventati volti noti al grande pubblico italiano, sono considerati tra i migliori giocatori continentali. Non a caso la stampa sportiva definisce quello che sta partendo, il “più del campionato di sempre”.

Sono dodici le squadre che si presentano ai nastri di partenza. I campioni d’Italia uscenti della Paoletti Catania affidano la panchina a Nino Cuco, dal momento che al C.T. azzurro Carmelo Pittera la FIPAV ha negato la possibilità di svolgere il doppio incarico, costringendolo quindi ad assumere il ruolo di Direttore Sportivo. Anche sul terreno di gioco i catanesi denunciano un’assenza importante rispetto alla stagione precedente. Il formidabile martello Drahomir Koudelka dopo la conquista dello scudetto ha infatti deciso di chiudere la parentesi italiana facendo ritorno nella sua amata Cecoslovacchia. La Paoletti riesce comunque a mantenere inalterata buona parte dell’ossatura dell’anno precedente formata da Alessandro, Castagna, Concetti, Greco, Nassi e Scilipoti. Aggiunge inoltre altri tre eccellenti atleti: il gigante Claudio Di Coste proveniente da Roma, mancino, nazionale azzurro, 207 centimetri di altezza che gli consentono di  passare spesso e volentieri sopra il muro degli avversari, l’universale polacco Zbignlew Zarzycki, ex Dermatrophine Padova, ed il giovane Maurizio Ninfa. Quest’ultimo, catanese doc, diventerà nelle stagioni successive un pilastro della pluriscudettata Santal Parma, dove verrà schierato in diagonale con il fenomenale palleggiatore coreano Kim Ho Chul. Catania gioca una buona stagione ma le sconfitte stagionali che rimedia contro Modena, Pisa, Sassuolo e Torino la costringono ad accontentarsi del terzo posto finale.

Roma targata Tiber Toshiba, vicecampione d’Italia nella stagione precedente, perde uno dei suoi principali terminali d’attacco, il lungagnone di Coste trasferitosi a Catania. Riesce però a mantenere in organico le “stelle” Erasmo Salemme, Andrea Nencini e Mario Mattioli, quest’ultimo impiegato nel ruolo di allenatore – giocatore e lancia nel sestetto titolare un giovane centrale costruito in casa, Angelo Squeo. Forte in attacco e roccioso a muro, Squeo, oltre che a disputare un’ottima carriera da atleta in diversi club italiani (Modena, Bologna, Catania, Montichiari e Salerno), una volta appese le ginocchiere al chiodo diventerà un importante dirigente internazionale sportivo nell’ambito del Beach Volley. La stagione regalerà alla società capitolina un quinto posto finale, senza infamia e senza lode, grazie a 11 vittorie e 11 sconfitte.

Modena punta a riportare a casa quello scudetto che le manca dalla stagione 75/76. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo si affida ad una nuova guida tecnica. La panchina è infatti passata dalle mani polacche del duro Edward Skorek a quelle dell’autoctono Gian Paolo Guidetti, ex Edilcuoghi Sassuolo. I modenesi possono schierare in regia Pupo Dall’Olio, palleggiatore titolare della nazionale azzurra vicecampione del mondo, e gli esperti Paolo Montorsi e Stefano Sibani ad attaccare. Giorgio Goldoni è l’universale che fornisce equilibrio ad un sestetto di cui in più occasioni fanno parte due giovani ventenni di belle speranze, Daniele Berselli e il mancino Massimo Dalfovo. La ciliegina sulla torta è però rappresentata dal fuoriclasse brasiliano Bernard Rajzman, universale d’attacco che propone come prelibatezza della casa una tesa velocissima portata non solo da centro rete ma da ogni zona del campo. Il fortissimo carioca è inoltre famoso per la sua battuta “coreana” denominata “jornada na estrelas”, un tipo di battuta piuttosto utilizzata dai beachers nelle spiagge di Copacabana nel quale la palla viene colpita dal basso verso l’alto con la mano a taglio.  Una tecnica che consente di imprimere all’attrezzo un’altissima parabola rotatoria che si dirige fino a pochi centimetri dal soffitto dei palasport e che, ricadendo nel campo avversario col la pesantezza di un vero e proprio macigno, crea grande scompiglio nella linea di ricezione avversaria.  

Poco distante da Modena, venti chilometri circa, c’è un’altra squadra che lavorando in silenzio si sta affacciando ai massimi palcoscenici della nostra pallavolo. Si tratta dell’Edilcuoghi Sassuolo di mister Adriano Guidetti, tecnico che fino alla stagione precedente è stato il principale artefice delle fortune del Edilmar Cesenatico. L’allenatore modenese riesce ad allestire un sestetto favoloso creando nella propria bottega come il migliore degli alchimisti un mix composto da giovani talentuosi, Leo Carretti, Gianluigi Sacchetti, Enrico Zini, Saetti Baraldi, vecchi marpioni come Rodolfo Giovenzana e Giorgio Barbieri e atleti nazionali quali Marco Negri e Mauro Di Bernardo. La squadra sarà una delle rivelazioni del campionato e chiuderà al 4° posto finale, collezionando ben 16 vittorie. Affermazione tra le quali spiccano vere e proprie perle quali il 3-1 alla Klippan Torino, il 3-2 alla Paoletti Catania ma soprattutto l’entusiasmante 3-2 inflitto alla Panini Modena in un indimenticabile derby disputatosi nello storico Palamolza, l’impianto di Viale Molza di Modena, storica cattedrale della storia pallavolistica della città della Ghirlandina.

Continuando a percorrere la Via Emilia in direzione Romagna, c’è anche la Grondplast Ravenna che sta preparando la sua stagione. E lo sta facendo sotto la guida di un vero e proprio lusso in panchina dal momento che alla sua guida tecnica si trova Oddo Federzoni. Ex schiacciatore dell’Avia Pervia Modena, vincitore di due scudetti (65/66 e 66/’67) alla guida della Virtus Bologna, ma soprattutto CT della nazionale italiana dal 1970 al 1974 con cui vinse la medaglia d'oro alle Universiadi di Torino, primo successo a livello di competizioni mondiali per la Nazionale azzurra. I romagnoli hanno ingaggiato un buon giocatore brasiliano, Badà Ribeiro. Ventunenne di 193 centimetri che, nel solco della miglior tradizione paulista, dispone di un buon salto e di un braccio velocissimo. Doti che nel corso degli anni successivi gli consentiranno di vestire altre importanti maglie quali quelle di Modena, Catania, Roma e Jesi. Federzoni gli affianca gli esperti Carlo Cirota, universale reggiano e Aldo Bendandi che in quell’anno dividerà la cabina di regia con Marco Venturi, emergente palleggiatore genio e sregolatezza, dotato di uno smisurato talento che non riuscirà ad esprimere per intero nel corso della sua pur ottima carriera. A questi buonissimi giocatori Ravenna aggiunge Stefano “Cisco” Recine, ventunenne di belle speranze che con ragguardevoli doti atletiche di velocità e salto combinate ad una proverbiale grinta, sarà per tutti gli anni ’80 uno dei più forti giocatori italiani vestendo le maglie di Modena, Parma, Bologna, e Milano. Il quinto posto finale, a pari merito con Roma e Pisa, premierà la buona stagione degli uomini di mister Federzoni.

Anche l’asse Torino – Milano offre due ottime compagini alla nostra serie A1. La Klippan Torino del Professor Prandi inizia la stagione proponendo un sestetto che per 5/6 ricalca quello già messo in campo l’anno precedente. Rebaudengo e Gianni Lanfranco vengono schierati in diagonale nel doppio ruolo di palleggiatori – attaccanti, Borgna e Franco Bertoli ricevono e randellano da posto quattro e al centro della rete al confermatissimo Giancarlo Dametto, vero e proprio re del muro, affiancano Ernesto Pilotti, alessandrino, universale d’attacco di 195 centimetri. E’ una squadra che Silvano Prandi ha modellato nei lunghi e faticosi allenamenti svolti nelle palestre cittadine sul modello delle più forti squadre dell’Est Europeo, dotandola quindi di una grande battuta e di un muro invalicabile. A Milano invece il Presidente Gianni Ferrauto ha allestito una squadra composta prevalentemente da giovani dalla “cantera” milanese. E’ riuscito nel proprio intento grazie alle capacità del proprio tecnico, Walter Rapetti, per tutti “Walterone” grazie a alla sua imponente mole. Diplomato Isef e docente Universitario, Rapetti è il vero e proprio antesignano della pallavolo meneghina. Eccezionale maestro di pallavolo e fine motivatore di atleti, in quella stagione mette in campo una serie di giovani elementi forgiati nel settore giovanile da lui stesso diretto: Luca Ferrauto, Oliviero Cimaz, Valerio Dall’Ara, Claudio Brambilla, Stefano Duse e Piero Rimoldi. A questi giovani di belle speranze il tecnico milanese affianca a fare da chioccia il trentaquattrenne schiacciatore Zdizislaw Ambroziak, uno dei giocatori polacchi più forti di tutti i tempi, proveniente da Padova. Riuscirà a condurre la squadra verso il porto sicuro di una tranquilla salvezza, principale obiettivo del club, conquistando un buon nono posto finale.

Le grandi novità della stagione si riveleranno però essere le due neopromosse Cus Pisa (sponsorizzata Mazzei) e Amaro Più Loreto, unitamente alla Veico Parma, ripescata nel corso dell’estate a seguito della rinuncia alla serie A1 dell’Edilmar Cesanatico, compagine che nella stagione precedente, ottimamente guidata dal Prof. Adriano Guidetti in panchina e da un magistrale Mauro Di Bernardo in campo, aveva raggiunto un lusinghiero 5° posto finale. I toscani, guidati in panchina da Claudio Piazza II°, omonimo del coach che guiderà la Santal Parma a più stagioni di grandi successi, possono schierare due pilastri della nazionale campione del mondo: l’universale di classe cristallina Fabio Innocenti e il palleggiatore Alessandro Lazzeroni, che negli ultimi mondiali ha diviso la cabina di regia con il modenese Pupo Dall’Olio. Il tecnico dei pisani punta su un gruppo particolarmente affiatato dal momento che è composto in buona parte da giocatori pontederesi e pisani e quindi fidelizzati al massimo con la società cussina. Il Mazzei Pisa si aggiudicherà un ottimo 5° posto finale, in condivisione con Roma e Ravenna. Un risultato di tuto rispetto che non sarà però sufficiente a salvare la società dalla diaspora che la dissanguerà nelle stagioni successive. Nel corso di due annate infatti, il ciclo di mister Piazza e dello storico gruppo che lo aveva seguito nell’ultimo decennio, volgerà al termine. Il tecnico si accaserà a Ravenna insieme al palleggiatore Lazzeroni, mentre Corella, Ciardelli, Innocenti, Zecchi, Barsotti, De Marinis, Masotti, Mazzantini e Toniazzi si divideranno tra Chieti, Ugento e Lupi S. Croce, determinando la fine della società pisana per quanto riguarda il volley ai massimi livelli nazionali.

L’Amaro Più Loreto mette a segno un colpaccio in panchina, affidando le sorti della prima squadra ad un mostro sacro della pallavolo mondiale, Edward Skoerk. La società del piccolo comune anconitano riesce ad allestire un buon sestetto. Il palleggiatore – attaccante Daniele Ricci, che sarà poi il grande condottiero del Messaggero Ravenna targato Kiraly e Timmons dei primi anni ’90, Travaglini, Matassoli e lo schiacciatore Mrankov Vassil sono i suoi punti di forza. Riuscirà a garantirsi una più che dignitosa salvezza, gettando le basi per gli ottimi campionati che disputerà nel biennio successivo. Parma dopo i fasti dei Ferrovieri Parma del Professor Del Chicca, veri e propri pionieri del volley italiano e campioni d’Italia negli anni 1950 e 1951, e della Salvarani Parma, campione d’Italia nella stagione 68/69, ha da tempo ridimensionato le proprie ambizioni. Nella stagione 78/79, i fratelli Magri acquistano la società con l’ambizione di riportare Parma ai fasti di un tempo. I Ducali allestiscono una squadra formata da giovani atleti parmigiani, tra cui spiccano Giulio Belletti e Antonio Bonini, futuri atleti della nazionale azzurra, e un giovanissimo schiacciatore di nome Andrea Anastasi da Paggio Rusco che diventerà, prima un grande giocatore, e poi uno dei migliori allenatori italiani. D’oltreoceano i fratelli Magri fanno arrivare nella città di Maria Luigia lo yankee Scott Lindberg, centrale tutto fare di buona tecnica e di gran temperamento, che negli anni successivi sarà poi a Padova, Vimercate, Treviso e Bergamo. Con Veico come main sponsor e pur da ripescata, sotto l’ottima guida dell’ottimo Claudio Piazza la squadra si aggiudicherà un insperato ottavo posto finale.

Ad inizio stagione Modena parte forte e sembra poter essere la principale protagonista del campionato. L’asse Dall’Olio – Rajzman fa perdere la bussola a tutti i muri avversari e i gialloblu sembra abbiano la strada spianata per riportare dopo tre anni lo scudetto sotto la Ghirlandina. Ma la Klippan Torino non è della stessa idea. Gli uomini del Professor Prandi sono come un motore diesel; partono adagio ma, partita dopo partita, ingranano la quarta e non si fermano più. Dopo due sconfitte patite con Edilcuoghi e Panini, non sbaglieranno più un colpo trovandosi e al termine della ventunesima e penultima giornata di campionato appaiati a Modena in vetta alla classifica con 38 punti. Incredibilmente, il calendario ha disposto proprio all’ultima giornata lo scontro diretto fra i piemontesi e gli emiliani. Una vera e propria finale scudetto nell’era antecedente ai playoff. L’attesissima sfida si disputa in un PalaRuffini di Torino gremito da oltre settemila persone e non ha storia. La Klippan lascia a Dall’Olio e compagnia la miseria di 18 punti complessivi in tre set, conquistando il suo primo scudetto. La Panini si consolerà vincendo a sua volta la prima edizione della Coppa Italia.

Stagione che sancisce il dominio di Torino nella pallavolo italiana, non solo per quell’annata ma anche per quelle successive, dal momento che nei due campionati seguenti gli uomini di Silvano Prandi conquisteranno il titolo di campioni d’Italia. La stagione ‘80/’81 verrà tra l’altro sigillata con un incredibile ruolino di marcia: ventidue vittorie, zero sconfitte e soltanto 7 set persi in tutto il campionato.   

Al termine della stagione 78/79 il Bologna di Nerio Zanetti e l’Altura Trieste salutano la nostra massima serie al termine di un campionato particolarmente deludente per entrambe le compagini. Solo due le vittorie per i bolognesi e nemmeno una per i Triestini del giocatore – allenatore Giorgio Manzin.

Saliranno invece in A1 Belluno e Falconara. E sarà proprio quest’ultima, società modello del piccolo comune marchigiano, che scriverà a metà anni ’80 una delle più belle favole della pallavolo italiana, sotto la guida tecnica di Marco Paolini e l’illuminata regia societaria di Tarcisio Pacetti. 


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