domenica 31 gennaio 2021

Finale Coppa Italia 2021: Analisi tecnica by Filippo Vagli

 


Del Monte Coppa Italia 

Finale: Cucine Lube Civitanova - Sir Safety Conad Perugia

Presentazione gara – 

Fefè De Giorgi mette in campo la sua miglior Cucine Lube Civitanova (alla quinta finale consecutiva di Coppa Italia) che prevede la diagonale De Cecco – Rychlicki palleggiatore – opposto, Juantorena e Leal in banda, Anzani e Simon al centro, Balaso libero. La Sir Perugia di Vital Heynen risponde con Travica in cabina di regia, Ter Horst opposto, Leon e Plotnytskyi in posto quattro, Solè e Russo centrali, Colaci libero. Il tema della partita è la sfida fra il side out di Civitanova e la fase break di Perugia, i marchi di fabbrica di queste due grandi squadre.

 

Analisi gara – 

Civitanova conquista la Coppa Italia al termine di un incontro, giocato a fasi alterne dalle due squadre, con momenti di grande pallavolo alternati ad altri ricchi di errori e imprecisioni in entrambi i campi. I primi due set sono speculari a parti invertite. Ottimo side out e buona fase break per Civitanova nel primo set e analoga situazione per Perugia nel secondo parziale. Dal terzo set Civitanova prende il largo con un’ottima battuta (compresa quella tattica) che le semplifica di molto il compito a muro, dove Anzani e Simon sono bravi nel toccare un elevato numero di palloni. Quarto set con una Perugia visibilmente sfiduciata che si spegne prematuramente in attacco, in battuta e con il punto di forza muro-difesa che non funziona come di consueto. Civitanova è superiore in tutti i fondamentali, compresi  quelli come la difesa, che di norma non rappresentano il suo punto di forza. Una grande fase break e una più efficiente gestione degli attacchi con palla ricevuta lontana da rete completano l’opera.

 

Analisi per parziale

Primo set  - 

P2 per Civitanova e P5 per Perugia le rotazioni di partenza dei due sestetti. Grande equilibrio fino a sei pari con entrambe le squadre che partono un po’ contratte. E’ Civitanova a prendere il primo vantaggio grazie a un ottimo servizio seguito da un attento muro di contenimento che le regala break importanti, con Simon e Anzani sugli scudi sia nel muro laterale che contro i primi tempi di Perugia. Al termine del set saranno 4 i muri vincenti di squadra per Civitanova contro 1 solo muro per i Perugini. E quando non arriva il muro c’è il libero Balaso che difende tutto (oltre che ricevere al 75% di positività). De Cecco varia molto il gioco distribuendolo tra primi tempi in diversi punti rete, palle aperte e pipe. Rychlicki è il principale punto di riferimento per De Cecco con un 63 % in attacco che va a bissare la grande prova offerta ieri in semifinale. Perugia fatica sia nel side out che nella fase break, con poco muro-difesa ed imprecisioni in contrattacco. Ter Horst non incide, Plotnytskyi fatica non poco a mettere palla per terra (10% in attacco), ben studiato e tenuto dal muro Lube. Leon non è decisivo come in altre occasioni (suo l’errore che chiude il primo set) né in battuta, né in attacco, con un 38 % finale assolutamente insufficiente per un atleta del suo calibro.

 

Nel secondo set si gioca alla pari fino al 10-10, con le due squadre che tengono i rispettivi side out rispondendo reciprocamente colpo su colpo. Il set si decide sul turno di servizio di Plotnytskyi che porta gli umbri sul 15-10 grazie a servizi di qualità che costringono gli uomini di De Giorgi a ricevere con palla fuori rete e a commettere errori e murate sia da parte di Leal che di Juantorena. Una Lube che, sottopressione, perde di lucidità e che per cercare il punto diretto si espone eccessivamente all’errore. In campo perugino nel frattempo, Leon ha scaldato il braccio, sia da prima che da seconda linea quando attacca da zona uno sostituendosi al finto opposto Ter Horst, e anche a muro la squadra di Heynen ritrova i suoi abituali standard. Travica mette sempre più in partita i suoi due centrali, Ter Horst cresce e Perugia vince il set. Lube in grossa difficoltà nell’attacco di posto 4 con Leal (25% in attacco e 17% del primo set) sostituito da Yant.

Nel terzo set i marchigiani ripresentano Leal nuovamente in campo, e anche questa frazione di gioco parte con grande equilibrio. Anzani è ottimo nel contenere Solè, uno dei miglior centrali al mondo nel fondamentale dell’attacco, toccandogli diversi primi tempi. Nessuna delle due squadre riesce a prendere il largo mancando in entrambi i campi quella continuità necessaria per staccare l’avversario. E’ però Civitanova che, complici anche gli errori e le imprecisioni in attacco di Perugia (9 errori totali nel set), riesce ad ottenere quel break che la porta sul 19-11 in una sola rotazione, la P2, nella quale gli attaccanti di Perugia non riescono ad uscire dalla rete tesa dal muro marchigiano. Il ben organizzato muro dalla Lube (Simon sugli scudi, sia nei muri vincenti che nelle palle toccate) riesce a contenere ottimamente anche la principale bocca da fuoco degli umbri, Leon, che soprattutto da zona uno fatica a mettere palla a terra con continuità. Civitanova prende coraggio, migliorando anche il rendimento dell’attacco e Perugia non riesce più a recuperare lo svantaggio. Leal si riprende leggermente chiudendo il set con il 43% in attacco e toccando anche qualche pallone a muro, ma sono il 63% di Simon e il 75% di Rychlicki i numeri migliori in attacco per la Lube. Sul 21-13 Heynen si gioca la carta Atanasijevic per tentare di aumentare il potenziale d’attacco della propria squadra con un Leon che, con il 33 % in attacco, zero punti in battuta e due errori sempre al servizio, non riesce ad incidere.

Nel quarto set Perugia parte con Atanasijevic in campo, ma pare essere con il morale piuttosto basso. De Cecco con un’ottima distribuzione sia dal punto di vista tecnico che tattico fa viaggiare Simon al centro, sia in side out che in contrattacco, e la squadra si porta sul 6-3. Lo stesso centrale caraibico cresce anche al servizio, portando la squadra per mano fino al 10-4 in compagnia di un grande Rychlicki, che continua ad imperversare da prima e da seconda linea e di Leal che ritrova la forma dei momenti migliori con grandi attacchi soprattutto sulle palle alte (64% in attaccco). Il tutto condito da un sempre presente capitan Juantorena, centellinato da De Cecco, che non sbaglia i palloni che contano. Perugia è scarica e non riesce ad inanellare quei break necessari per riaprire il set. De Cecco distribuisce con lucidità, alternando i sui attaccanti per tutta la lunghezza della rete. Leon avrebbe a disposizione qualche buona rigiocata per rimettere in carreggiata la sua squadra ma non è serata, né in attacco né in battuta con zero ace in questo quarto set. Parziale che termina con un nettissimo 25-17 regalando partita e Coppa Italia a Civitanova con un grande muro finale su un attacco di Atanasijevic (17% di positività in attacco) da seconda linea.


Del Monte® Coppa Italia 2021: Vince Civitanova

 


Risultato Finale Del Monte® Coppa Italia SuperLega

Cucine Lube Civitanova - Sir Safety Conad Perugia 3-1 (25-17, 18-25, 25-17, 25-17)

Cucine Lube Civitanova: De Cecco 0, Juantorena 13, Anzani 2, Rychlicki 15, Leal 17, Simon 16, Larizza (L), Balaso (L), Marchisio 0, Hadrava 0, Kovar 0, Yant Herrera 2. N.E. Diamantini, Falaschi. All. De Giorgi. 

Sir Safety Conad Perugia: Travica 0, Plotnytskyi 9, Russo 7, Ter Horst 9, Leon Venero 19, Solé 6, Biglino (L), Zimmermann 0, Piccinelli 0, Colaci (L), Vernon-Evans 0, Atanasijevic 3. N.E. Ricci, Sossenheimer. All. Heynen. ARBITRI: Cesare, Boris. NOTE - durata set: 27', 25', 24', 25'; tot: 101'.

Trionfo della Cucine Lube Civitanova nella edizione 2021 della Del Monte® Coppa Italia, un dominio impressionante a muro e in battuta nei momenti chiave della gara. Niente da fare per la Sir Safety Conad Perugia, che ha lottato fino in fondo senza però riuscire a recuperare i break avversari.

Finisce così, con la Cucine Lube Civitanova a festeggiare davanti al maxi schermo dei propri tifosi; come accadde, ma non virtualmente, l’anno scorso sullo stesso taraflex della Unipol Arena di Bologna completamente sold out in due giorni di fronte a 18.000 spettatori totali.

D
opo il grande spettacolo della Del Monte® Supercoppa lo scorso settembre, un altro grandissimo spettacolo in queste Final Four di Del Monte® Coppa Italia. Una produzione televisiva esclusiva, con la Coppa e le bandiere virtuali sugli spalti, e con il drone in avvicinamento al campo a rendere ancora più fedeli gli scambi del volley più bello del mondo.

È stata come al solito una grande battaglia ricchissima di capolvolgimenti di fronte, di umore e di stati d’animo, come sempre accade tra queste due squadre. Primo set per Civitanova, secondo set per Perugia, terzo e quarto set per Civitanova, che è salita di livello a muro e in battuta, snocciolando break che hanno segnato sia il terzo set sia il quarto.

La partita
Vital Heynen parte con Thijs Ter Horst da opposto, Dragan Travica in regia, con Roberto Russo al centro assieme a Sebastian Solè, con Wilfredo Leon e Oleh Plotnytskyi a completare lo starting six assieme a Massimo Colaci come libero. Anche Fefè De Giorgi non cambia nulla rispetto a 24 ore prima, con Luciano De Cecco in regia e Kamil Rychlicki opposto, Robertlandy Simon e Simone Anzani al centro e Yoandy Leal e il capitano Osmany Juantorena schiacciatori, con Fabio Balaso libero.

Il primo break arriva per la Lube con un errore in veloce di Solè, che consegna il 4-2 alla Lube, anche se nel turno in battuta successivo arriva Leon che porta due break a Perugia con un ace e un’altra grande battuta. Su un muro di Leal e sul contrattacco di Rychlicki Civitanova si riporta avanti 9-6, continuando a rimanere concentrata. La Lube alza la voce a muro e incrementa il proprio vantaggio fino ad arrivare al 18-12 con i muri di Rychlicki e di Robertlandy Simon, incrementandolo ulteriormente con un ace millimetrico (analizzato al video check) di Leal, che porta i cucinieri sul 21-14. Con Perugia che sbaglia due battute, la Lube porta a casa il primo set 25-17.

Il secondo set inizia con una lunga sequela di cambi palla, fino ad arrivare al 10-10, con un muro di Ter Horst su Leal, che spezza l’equilibrio. L’errore nella azione successiva di Leal, il contrattacco di Leon e un paio di grandi servizi di Plotnytskyi portano Perugia in vantaggio 15-10. Per la Lube entra Marlon Yant, e piano piano la Lube recupera, fino ad arrivare sul 17-19 grazie ad un muro dello stesso diciannovenne cubano, ma la Sir resiste e ritrova il break subito dopo con un muro di Ter Horst con uno di Russo, e con un contrattacco ancora di Ter Horst, riportando gli umbri avanti sul 23-17, con l’olandese che chiude il set con un altro muro sul 25-18, pareggiando così il conto dei set.

Tra muri e errori in battuta da entrambe le parti, il terzo set riparte ancora una volta in equilibrio, fino ad arrivare al’8-8, quando, con Luciano De Cecco in battuta, Osmany Juantorena porta a casa il break del 10-8. Leon riporta subito il parità il set a 11, ma ancora una volta la Lube sale di livello e conquista ben sette break, implacabili a muro sempre con Leal e con Simon fino al 19-11. Il set virtualmente finisce lì, c’è spazio per l’esordio nella gara di Aleksandar Atanasjievic, che mette a terra un paio di palle, ma alla fine il set termina sul 25-17 in favore della Lube, con un errore di Leon in battuta.

Il quarto set come da copione comincia in equilibrio, fino ai break Lube su errore di Plotnytskyi e su contrattacco di Simon, per il 6-3 cuciniere. Ancora la Lube sugli scudi con l’ace dell’8-4 di Simon e con il muro di Juantorena del 9-4 e ancora con l’ace di Simon del 10-4, con Civitanova che comincia a mettere le mani sulla partita.
Altra coppia di break per la Lube con la pipe del 13-5 di Leal, e Civitanova nel resto del set non deve fare altro che resistere, gestire, e non concedere break, e ci riesce perfettamente, non concedendo mai a Perugia di riavvicinarsi a più di cinque punti.
La squadra di Fefè De Giorgi ha chiuso set e match ancora una volta con un muro di Simon sul 25-17, portando a casa la vittoria.

La Lube conquista così la sua settima Del Monte® Coppa Italia, bissando la vittoria dello scorso anno e concedendo ancora una volta un grandissimo spettacolo di pallavolo alla Unipol Arena.
Ovviamente onore delle armi alla Sir Safety Conad Perugia, che ha reagito bene nel secondo set ma non è riuscita ad arginare la potenza Lube a muro e in battuta.

La cerimonia di Premiazione alla Unipol Arena ha visto gli arbitri delle Final Four premiati dal Presidente FIPAV Emilia Romagna Silvano Brusori. Successivamente il Capo di Gabinetto della Giunta Regionale Emilia Romagna Giammaria Manghi ha consegnato la Targa ricordo ad Aleksandar Atanasijevic, capitano dei secondi classificati Sir Safety Conad Perugia, mentre le medaglie ai giocatori umbri sono state consegnate dal vice Presidente della Lega Pallavolo Serie A Stefano Fanini.

Il Presidente nazionale FIPAV Bruno Cattaneo ha messo al collo dei vincitori Cucine Lube Civitanova le medaglie, mentre il Titolo di MVP a Roberlandy Simon è stato consegnato da Daniela Granaci Product & Category Lead Company Europe & Africa Del Monte, mentre la Del Monte® Coppa Italia è stata consegnata dal Presidente della Lega Pallavolo Serie A Massimo Righi al capitano della Lube Osmany Juantorena.

Del Monte® MVP: Robertlandy Simon (Cucine Lube Civitanova)


Kamil Rychlicki (Cucine Lube Civitanova): “A un anno di distanza ci siamo ripetuti e la Coppa è ancora nelle nostre mani. Il terzo set è stato cruciale. Sono molto soddisfatto della squadra. Io provo a fare del mio meglio perché per giocare con dei campioni come i miei compagni è necessario alzare sempre il livello al massimo”.
Aleksandar Atanasijevic (Sir Safety Conad Perugia): “Sono stati più bravi di noi, hanno battuto benissimo, va dato merito a loro. Dobbiamo imparare da questa sconfitta. Torniamo in palestra per continuare a migliorare e ci prepariamo per la gara di mercoledì pensando al futuro perché ci sono altri due trofei molto importanti ancora in gioco”.

ALBO D’ORO COPPA ITALIA SUPERLEGA
1978/79 Panini Modena
1979/80 Panini Modena
1980/81 Edilcuoghi Sassuolo
1981/82 Santal Parma
1982/83 Santal Parma
1983/84 Bartolini Bologna
1984/85 Panini Modena
1985/86 Panini Modena
1986/87 Santal Parma
1987/88 Panini Modena
1988/89 Panini Modena
1989/90 Maxicono Parma
1990/91 Il Messaggero Ravenna
1991/92 Maxicono Parma
1992/93 Sisley Treviso
1993/94 Daytona Modena
1994/95 Daytona Las Modena
1995/96 Alpitour Traco Cuneo
1996/97 Las Daytona Modena
1997/98 Casa Modena Unibon
1998/99 Tnt Alpitour Cuneo
1999/00 Sisley Treviso
2000/01 Lube Banca Marche Macerata
2001/02 Noicom Brebanca Cuneo
2002/03 Lube Banca Marche Macerata
2003/04 Sisley Treviso
2004/05 Sisley Treviso
2005/06 Bre Banca Lannutti Cuneo
2006/07 Sisley Treviso
2007/08 Lube Banca Marche Macerata
2008/09 Lube Banca Marche Macerata
2009/10 Itas Diatec Trentino
2010/11 Bre Banca Lannutti Cuneo
2011/12 Itas Diatec Trentino
2012/13 Itas Diatec Trentino
2013/14 Copra Elior Piacenza
2014/15 Parmareggio Modena
2015/16 DHL Modena
2016/17 Cucine Lube Civitanova
2017/18 Sir Safety Conad Perugia
2018/19 Sir Safety Conad Perugia

2019/20 Cucine Lube Civitanova
2020/21 Cucine Lube Civitanova


Fonte: Lega Pallavolo Serie A


sabato 30 gennaio 2021

Semifinali di Coppa Italia: Civitanova e Perugia sono le due finaliste

 


Risultato 1a Semifinale Del Monte® Coppa Italia
Cucine Lube Civitanova - Leo Shoes Modena 3-0 (27-25, 25-22, 25-21)

Cucine Lube Civitanova: De Cecco 0, Juantorena 13, Anzani 2, Rychlicki 15, Leal 19, Simon 8, Larizza (L), Marchisio (L), Hadrava 0, Balaso (L), Kovar 0. N.E. Yant Herrera, Falaschi, Diamantini. All. De Giorgi. 

Leo Shoes Modena: Christenson 1, Lavia 14, Mazzone 4, Vettori 21, Petric 8, Stankovic 4, Iannelli (L), Sanguinetti (L), Karlitzek 0, Grebennikov (L), Porro 0. N.E. Bossi, Buchegger, Rinaldi. All. Giani. ARBITRI: Vagni, Lot. NOTE - durata set: 29', 30', 29'; tot: 88'.
 

Nonostante la ottima resistenza della Leo Shoes Modena, che ha giocato alla pari per quasi tutta la partita contro la Lube, Civitanova è riuscita a portare a casa la vittoria 3-0.
La Cucine Lube Civitanova è quindi la prima finalista della Del Monte Coppa Italia 2021, dopo la vittoria 3-0 sulla Leo Shoes Modena, una vittoria per nulla facile per la compagine di Fefè De Giorgi in una partita all’insegna dell’equilibrio. Il merito della Lube è stato quello di essere più cinica e risoluta nei momenti chiave della partita, lavorando molto bene a muro e in fase di contrattacco. Luciano De Cecco ha sapientemente orchestrato il proprio attacco, innescando a turno Kamil Rychlicki, Osmany Juantorena, Yoandy Leal e Roberlandy Simon con grande maestria, riuscendo ad ottenere il meglio da ogni suo singolo giocatore. Per Modena buona prova di Daniele Lavia e Luca Vettori, ma l’esperienza e la cattiveria agonistica dei cucinieri ha avuto la meglio.

Il primo set è nel segno del grande equilibrio, con entrambe le squadre che lavorano bene in fase di cambio palla con un Daniele Lavia ispirato che trascina i gialloblù, e con un Osmany Juantorena che mette a terra palloni con continuità.
É proprio Juantorena a portare a casa il primo break per la Lube sul 7-5, dopo una grande difesa di Fabio Balaso. Modena riacciuffa il break sul 10 pari con Daniele Lavia, che usa molto bene il muro avversario per pareggiare. La Leo Shoes si porta avanti sul 14-12 con un ace di Micah Christenson, ma la partita rimane in equilibrio fino al muro di Lavia che porta avanti Modena sul 21-19. Nemanja Petric in contrattacco porta a casa il 23-20 gialloblù, ma la Lube reagisce a muro e riconquista il pari a quota 23 con un pallonetto di Leal. Vettori conquista un set point sul 24-23, ma la Lube sale ancora di livello a muro, e dopo due vantaggi Leal mura Petric e conclude il primo set sul 27-25.
Il secondo set comincia ancora punto a punto, con Luca Vettori a tenere a galla Modena con alcune soluzioni di altissima qualità.Il primo break per la Lube arriva sul 6-4 siglato da Rychlicki, il più continuo di Civitanova nel mettere a terra la palla. Modena comunque non molla, è ancora Luca Vettori a trascinare la Leo Shoes e a portare a casa il break di vantaggio per Modena sul 10-9.Dall’altra parte la Lube reagisce con un grande muro di Simone Anzani su Daniele Mazzone, che porta avanti 14-13 i cucinieri.Continua l’equilibrio, le squadre rimangono a scambiarsi cambi palla fino al muro di Robertlandy Simon su Dragan Stankovic che sigla il 18-16 per i cucinieri.Leal su contrattacco porta ulteriormente avanti la Lube sul 19-16, salendo ancora di livello mentre ci si avvicina alla fine del set.Modena rientra sul 20-21 con Daniele Lavia da posto 4, e la Leo Shoes rimane a stretto contatto fino al 24-21 siglato da Yoandy Leal che mette la palla a terra dopo un lunghissimo scambio, tre set point per la Lube che chiude il set 25-22 con Rychlicki, che Parte bene Modena nel terzo set, sul 4-2, ma Simon riacchiappa il pareggio Lube a quota 5, con i cucinieri che si portano avanti con un ace di LealIl muro di Simone Anzani porta avanti 10-8 la Lube che si porta sul 11-8 con un ace fortunoso sul nastro di Juantorena.
La Lube è avanti ma Modena reagisce e con il muro di Daniele Lavia la Leo Shoes si riporta a meno uno sul 14-15, mantenendo sempre in equilibrio questa gara. Osmany Juantorena porta a casa il 17-14, e dopo la chiamata del video check su presunto tocco di Rychlicki, la Lube si porta sul 18-14, consolidando il proprio vantaggio sul 20-15. Modena stringe i denti e resiste fino al 21-24, ma nulla può sull’ace di Robertlandy Simon per il 25-21 finale.
La Lube è ancora una volta in finale di Coppa Italia, per la quinta volta consecutiva!

 

Robertlandy Simon (Cucine Lube Civitanova): “Sapevamo di affrontare una squadra tosta con atleti di qualità. Abbiamo espresso una buona pallavolo senza però concretizzare il servizio come volevamo. Abbiamo centrato l’obiettivo, ora si resetta e si pensa a domani. Abbiamo tanta fiducia nei nostri mezzi e le qualità per non mollare mai. Ci siamo guadagnati il pass per la Finalissima e continueremo a lottare”.
Dragan Stankovic (Leo Shoes Modena): “Ci siamo giocati la partita a viso aperto, ma con una squadra come la Lube non puoi permetterti di abbassare il livello, mai. Loro hanno fatto delle serie importanti al servizio e nel terzo set abbiamo ceduto un po’, complimenti a loro che hanno vinto meritatamente il match”.

 

Risultato 2a Semifinale Del Monte® Coppa Italia
Sir Safety Conad Perugia - Itas Trentino 3-0 (25-19, 25-14, 25-17)


Sir Safety Conad Perugia: Travica 1, Plotnytskyi 8, Russo 6, Ter Horst 10, Leon Venero 27, Solé 7, Biglino (L), Vernon-Evans 0, Colaci (L), Piccinelli 0, Zimmermann 0. N.E. Atanasijevic, Ricci, Sossenheimer. All. Heynen. 

Itas Trentino: Giannelli 1, Santos De Souza 10, Lisinac 4, Abdel-Aziz 6, Michieletto 5, Podrascanin 5, De Angelis (L), Kooy 2, Rossini (L). N.E. Sosa Sierra, Sperotto, Argenta, Pol, Cortesia. All. Lorenzetti. ARBITRI: Goitre, Zavater. NOTE - durata set: 28', 23', 26'; tot: 77'.

Una monumentale Sir Safety Conad Perugia conquista l’accesso alla finale della Del Monte® Coppa Italia superando, a tratti molto agevolmente, l’Itas Trentino, un netto 3-0 per gli umbri, vittoriosi grazie ad una esplosiva performance in servizio di Wilfredo Leon (8 aces per lui) e Oleh Plotnytskyi. La formazione di Vital Heynen affronterà domani alle 18,00 nella Finalissima la Cucine Lube Civitanova, che ha superato 3-0 la Leo Shoes Modena nella prima semifinale.
Partita virtualmente perfetta per gli umbri sotto ogni aspetto e in ogni fondamentale, come detto in servizio ma anche in fase di regia, con Travica che ha alternato perfettamente gli schiacciatori ai centrali, con una grande prova anche di Sebastian Solè e del rientrante Roberto Russo.
Trento dopo 16 vittorie consecutive si ritrova a disputare la sua peggior partita nel momento più delicato fino a questo momento, letteralmente crollando nel secondo set e soffrendo tantissimo nel primo e nel terzo. La finale di domani tra Sir Safety Conad Perugia e Cucine Lube Civitanova sarà ancora una volta, come lo sono state queste due semifinali, un grandissimo spot per il volley italiano, il campionato più bello del mondo.

Vital Heynen parte ancora con Thijs Ter Horst come opposto, Dragan Travica in regia, con Roberto Russo di ritorno al centro assieme a Sebastian Solè, con Wilfredo Leon e Oleh Plotnytskyi che completano lo starting six assieme a Massimo Colaci come libero. Angelo Lorenzetti parte invece con l’asse Nimir Abdel Aziz-Simone Giannelli, gli schiacciatori Ricardo Lucarelli e Alessandro Michieletto e i centrali Srecko Lisinac e Marko Podrascanin, con Salvatore Rossini come libero. Le squadre partono servendo molto bene, soprattutto Perugia, che arriva al break più significativo di inizio partita con Wilfredo Leon al servizio, ace del 5-5, free ball per Sebastian Solè del 6-5 e altri due ace consecutivi del cubano per l’8-5 perugino. Ancora avanti Perugia con un altro ace di Oleh Plotnytskyi, ma dopo l’ace di Lucarelli arriva il tocco sapiente di Alessandro Michieletto che riporta Trento a meno 1 sul 12-13. Il pareggio trentino arriva poi a quota 16 con il muro di Simone Giannelli su Leon. Il break perugino non si fa attendere, e arriva sulla battuta di Zimmermann, con Plotnytskyi che mette a terra una palla a fil di rete per il 18-16 Sir. Errore di Nimir e la compagine di Vital Heynen guadagna il 20-17, mantenendo alto il rendimento offensivo fino ad ottenere 5 set points sul 24-19, concretizzando la vittoria del primo set immediatamente, con il muro di Sebastian Solè per il 25-19 in favore della Sir Safety Conad Perugia. Perugia comincia molto bene anche il secondo set, partendo con un 5-0 cavalcando Plotnytskyi in battuta che mette una asfissiante pressione sulla ricezione di Trento. Perugia approfitta del momento di difficoltà di Trento e si porta sul 9-2, mettendo virtualmente la parola fine sul set. Perugia continua a mantenere alta la qualità del proprio attacco, fino ad arrivare al 19-9 con l’ace di Ter Horst, e agli ace consecutivi di Leon fino ad arrivare al 23-11, chiudendo poi il set 25-14, con Trento in enorme difficoltà.
Nel terzo set la formazione di Angelo Lorenzetti parte bene sul 2-0, determinata a cancellare la deficitaria prova del set precedente. Ben presto però Perugia ritorna sui suoi standard offensivi anche grazie al servizio di Plotnytskyi, che trascina Perugia ad un parziale di 4-0, riportando avanti la Sir. Trento si riscopre ancora una volta fallosa con Lucarelli e Nimir, soffrendo per l’ennesima volta il servizio di Leon, che trascina Perugia avanti 11-6. Trento si riavvicina sull’11-13 ma un muro di Roberto Russo riporta la Sir avanti di 4 sul 15-11. Errore di Nimir, 16-11 per Perugia e la partita sembra andare definitivamente dalla parte degli umbri. Ancora un ace per Leon che porta Perugia sul 21-15, che con questo cospicuo vantaggio arriva agevolmente al 25-17 finale, che permette alla Sir Safety Conad Perugia di andare a disputare la finale di domani, ancora una volta contro la Cucine Lube Civitanova, per la quarta volta consecutiva in Finale di Coppa Italia.

Massimo Colaci (Sir Safety Conad Perugia): “La battuta nella pallavolo moderna è un fondamentale determinante ed oggi Leo ed Oleh (Leon e Plotnytskyi, ndr) erano indemoniati. Direi una delle nostre partite migliori da quando sono qui a Perugia, abbiamo giocato a livelli altissimi in tutti i fondamentali con l’atteggiamento di squadra giusto. Domani sarà un’altra partita complicata contro un grande avversario. Abbiamo fatto tante finali contro Civitanova in questi anni, ci sarà da sudare ed anche da divertirsi perché è bello affrontare squadre così forti specie in una finale”.
Angelo Lorenzetti (Itas Trentino): “Non siamo mai entrati in partita, è un dato di fatto, e questo è avvenuto perché la pressione che ha esercitato Perugia al servizio è stata importante per l’intero incontro e ha finito per condizionare anche altri aspetti del gioco. In attacco avremmo dovuto fare molto meglio quando ne abbiamo avuto la possibilità, ma non è successo. Queste sono lezioni importanti, perché durante la regular season si giocano partite di un certo tipo e in queste occasioni match di un altro tipo: bisogna fare cose straordinarie per vincere e i nostri avversari le hanno fatte”.


Fonte: Lega Pallavolo serie A
 

 

 

 


mercoledì 27 gennaio 2021

Del Monte® Coppa Italia SuperLega: Civitanova, Perugia, Trento e Modena volano all’Unipol Arena. By Filippo Vagli

 


Risultati Quarti Del Monte® Coppa Italia SuperLega

Cucine Lube Civitanova - Kioene Padova 3-0 (25-13, 25-12, 25-16)

Sir Safety Conad Perugia - Consar Ravenna 3-1 (25-27, 26-24, 26-24, 25-21)

Itas Trentino - Allianz Milano 3-0 (25-22, 25-21, 25-21)

Leo Shoes Modena – Vero Volley Monza 3-0 (28-26, 25-17, 26-24)


 Cucine Lube Civitanova - Kioene Padova 3-0 (25-13, 25-12, 25-16)

Cucine Lube Civitanova: De Cecco 3, Juantorena 11, Anzani 7, Rychlicki 10, Leal 4, Simon 9, Marchisio (L), Balaso (L), Yant Herrera 7, Falaschi 0, Diamantini 0, Kovar 2, Hadrava 3. N.E. Larizza. All. De Giorgi.

Kioene Padova: Ferrato 2, Wlodarczyk 4, Vitelli 6, Stern 5, Bottolo 4, Volpato 1, Gottardo (L), Casaro 0, Danani La Fuente (L), Canella 1, Milan 2. N.E. Fusaro, Merlo. All. Cuttini. ARBITRI: Cerra, Brancati. NOTE - durata set: 19', 18', 22'; tot: 59'.

Grande prova della Cucine Lube Civitanova, che dopo le 6 vittorie su 6 partite in campionato passeggia sopra la contro la Kioene Padova nel quarto di finale della Del Monte Coppa Italia. Un tre a zero nettissimo maturato in meno di un’ora di gioco che le consente di volare alla sua undicesima final four consecutiva di Coppa Italia. Semifinale in cui troveranno la Leo Schoes Modena di Andrea Giani che con un ottimo 3-0 ha eliminato il Vero Volley Monza. Poco più che un allenamento per gli uomini di Fefè De Giorgi la gara contro una Kioene, priva del palleggiatore titolare Shoji, sostituito dal giovane Ferrato. In casa Lube spazio per Marlon Yant 8 che terminerà la gara con 7 punti, 60% in attacco e 1 muro, Kovar entrato a gara in corso al posto di un grande Juantorena, autore di 11 punti totali con il 100% finale in attacco e 3 ace, per la diagonale Falaschi-Hadrava, ed infine anche per Diamantini, entrato al posto di Simon.

La parola ai protagonisti:

Jan Hadrava (Cucine Lube Civitanova): “Siamo molto contenti per la qualificazione alla final four, non conosciamo ancora l'avversario ma in ogni caso si tratterà di una partita tosta, vista la posta in palio. Oggi è filato tutto molto liscio per noi, sicuramente positivo anche il fatto che abbia trovato spazio in campo anche chi non ha l'opportunità di giocare con tanta continuità. Ora testa a Bologna”.

Sebastiano Milan (Kioene Padova): “È stata una partita a senso unico e anche non poteva essere preventivabile mi dispiace, perché al di là della qualità dell'avversario dovevamo sicuramente mettere qualcosa di più in campo. Che questa sconfitta così netta ci serva di lezione per le prossime partite, specialmente adesso che sta per finire la Regular Season e prenderanno quindi il via i play off”.

 

 

Sir Safety Conad Perugia - Consar Ravenna 3-1 (25-27, 26-24, 26-24, 25-21)

Sir Safety Conad Perugia: Travica 2, Leon Venero 25, Russo 5, Atanasijevic 17, Plotnytskyi 19, Solé 16, Biglino (L), Vernon-Evans 0, Colaci (L), Piccinelli 0, Zimmermann 0, Ricci 1, Ter Horst 1. N.E. Sossenheimer. All. Heynen.

Consar Ravenna: Redwitz 1, Recine 20, Grozdanov 10, Pinali 11, Loeppky 11, Mengozzi 9, Giuliani (L), Kovacic (L), Zonca 0, Batak 0, Stefani 0, Koppers 0. N.E. Arasomwan, Pirazzoli. All. Bonitta. ARBITRI: Piana, Curto. NOTE - durata set: 36', 29', 30', 32'; tot: 127'.

 

Partita più complicata del previsto per la Safety Conad Perugia per guadagnarsi la semifinale contro Trento deve mettere in campo tutta la sua voglia di vincere contro l’entusiasmo e la sfrontatezza dei giovani romagnoli. Gara combattutissima, molto equilibrata, con un Recine in gran spolvero in casa Ravenna (20 punti alla fine per lo schiacciatore con 2 muri e 3 ace). Perugia concede spazio nel sestetto titolare sia ad Atanasijevic che a Russo ma i troppi errori (34 contro i 16 degli avversari) la obbligano ad una gara di grande sofferenza nella quale riesce a rimanere sempre in partita grazie alla forza d’urto dei suoi battitori, primi fra tutti Leon e Plotnytskyi e al muro, vera specialità della casa. Alla fine, saranno ben 13 i muri vincenti di squadra di cui 4 di Solè, MVP della partita, che metterà inoltre a terra 16 attacchi con un ragguardevole 71% in primo tempo. Ottimi scorer anche per Leon (25 punti con 5 ace), Plotnytskyi (19 punti con 4 ace) ed Atanasijevic (17 punti).

La parola ai protagonisti:

Oleh Plotnytskyi (Sir Safety Conad Perugia): “Queste sono partite secche, contava solo vincere, 3-0, 3-1 o 3-2 non cambia. L’obiettivo era andare a Bologna in Final Four e lo abbiamo centrato. Faccio i complimenti a Ravenna che ha giocato molto bene”.

Marco Bonitta (Consar Ravenna): “Faccio un grande applauso ai ragazzi che hanno fatto una straordinaria partita, di grande attenzione tattica, lucidità mentale, e il fatto di avere tenuto la miglior squadra d’Italia, e probabilmente la miglior squadra del mondo, due ore in campo lottando fino all’ultimo pallone la dice lunga. Abbiamo fatto un passo avanti, ora si tratta di cercare di portare a casa quanto di positivo c’è comunque in questa sconfitta, e c’è tanto, per il finale di stagione. Ci eravamo meritati sul campo di essere qua oggi e siamo venuti qui sapendo che nessuno ci aveva regalato nulla. È importante e straordinario vedere come i ragazzi hanno provato fino in fondo a giocarsi questa opportunità, arrivando tre volte ai vantaggi nei primi tre set”.

 


Itas Trentino - Allianz Milano 3-0 (25-22, 25-21, 25-21)

Itas Trentino: Giannelli 3, Santos De Souza 11, Lisinac 6, Abdel-Aziz 17, Michieletto 7, Podrascanin 5, De Angelis (L), Sosa Sierra 0, Argenta 0, Rossini (L), Kooy 1. N.E. Sperotto, Cortesia. All. Lorenzetti.

Allianz Milano: Sbertoli 1, Ishikawa 11, Kozamernik 6, Patry 7, Maar 8, Mosca 8, Pesaresi (L), Staforini (L), Daldello 0, Weber 1, Urnaut 2. N.E. Basic, Piano, Meschiari. All. Piazza. ARBITRI: Zanussi, Puecher. NOTE - durata set: 27', 24', 25'; tot: 76'.

L’Itas Trentino grazie al perentorio 3-0 su Milano conquista per la dodicesima stagione consecutiva l’accesso alla Final Four di Coppa Italia. La formazione di Angelo Lorenzetti allunga la propria striscia positiva mettendo insieme la sedicesima vittoria consecutiva con una grande prova di attacco di squadra (66%) in cui spiccano le prestazioni di un Michieletto sempre più padrone del campo (78%), del centrale serbo Lisinac e di Nimir, ancora una volta MVP della gara con 17 punti, 67% in attacco, due ace ed un muro. Per gli uomini di Roberto Piazza, menzione per il giapponese Ishikawa che fa di tutto per tenere a galla i meneghini, ma la differenza di caratura tecnica tra le due squadre rimane troppo elevata per sperare in qualcosa di più.

La parola ai protagonisti:

Simone Giannelli (Itas Trentino): “Questa sera siamo stati molto concreti e volevamo essere così perché sappiamo che le insidie in Coppa Italia sono sempre dietro l'angolo. Siamo stati molto continui e ci siamo guadagnati l'accesso alla Final Four; per Trento è una bella abitudine e dimostra come questa squadra sappia sempre restare ad alti livelli”.

Jean Patry (Allianz Milano): “Non è stato facile combattere con una squadra come Trento che ha nel servizio un’arma molto forte. Noi, dal canto nostro, non abbiamo trovato quella continuità in battuta che ci serviva e questo ha fatto la differenza. Adesso ci aspettano le ultime partite di campionato che sono molto importanti: dobbiamo ricominciare e dobbiamo fare il nostro. Dobbiamo sfruttare le nostre chances per arrivare in alto”.

 


Leo Shoes Modena - Vero Volley Monza 3-0 (28-26, 25-17, 26-24)

Leo Shoes Modena: Christenson 2, Lavia 11, Mazzone 6, Vettori 13, Petric 12, Stankovic 9, Iannelli (L), Karlitzek 0, Grebennikov (L), Rinaldi 2. N.E. Bossi, Buchegger, Porro. All. Giani.

Vero Volley Monza: Orduna 0, Dzavoronok 1, Beretta 4, Lagumdzija 17, Lanza 12, Galassi 11, Davyskiba 5, Brunetti (L), Federici (L). N.E. Ramirez Pita, Rossi, Giani, Falgari. All. Eccheli. ARBITRI: Santi, Braico. NOTE - durata set: 34', 26', 27'; tot: 87'

 

Nella gara più incerta e più attesa della giornata la Leo Shoes Modena offre una grande prova di squadra contro una Monza leggermente al di sotto degli standard di rendimento a cui aveva abituato nelle ultime settimane. Al PalaPanini Christenson e compagni eliminano quindi gli uomini di Eccheli in soli tre set e si garantiscono una grande semifinale di Coppa Italia. Modena schiera la formazione titolare: Christenson-Vettori, Petric e Lavia, Stankovic-Mazzone con Grebennikov libero. La Vero Volley risponde con Orduna-Lagumdzija, Beretta e Galassi, Dzavoronok-Lanza, libero Federici. Il primo e il terzo set, combattutissimi e altamente spettacolari, sono stati i momenti più appassionanti di questa bella sfida che ha regalato agli uomini di Catia Pedrini il pass per andarsi a giocare, senza nulla da perdere, una suggestiva semifinale contro la Lube stellare di Ferdinando De Giorgi, sabato, in quel di Bologna.

La parola ai protagonisti:

Jenia Grebennikov (Leo Shoes Modena): "Abbiamo giocato una gara importante contro una squadra che ci aveva battuto. Volevamo assolutamente andare a Bologna e ce l'abbiamo fatta, ora siamo pronti ad affrontare la gara di sabato con la Lube".

Massimo Eccheli (Vero Volley Monza): "Sapevamo che sarebbe stata una gara dura, contro una squadra di alto livello che poteva metterci in grande difficoltà. Gli avversari sono stati più lucidi nei momenti decisivi del match".

 

Del Monte® Finali Coppa Italia

Unipol Arena – Casalecchio di Reno (BO)

Programma delle semifinali:

Sabato 30 gennaio 2021, ore 15.30

Cucine Lube Civitanova – Leo Shoes Modena

Sabato 30 gennaio 2021, ore 18.00

Sir Safety Conad Perugia – Itas Trentino

 

 

 

 


martedì 26 gennaio 2021

Del Monte® Coppa Italia: al via i Quarti di finale. By Filippo Vagli

 


A partire da oggi pomeriggio sono in programma, ad orari diversificati, i Quarti di Finale della Coppa Italia 2020/2021 che si disputeranno in gara unica.

Chi si aggiudicherà le gare di oggi avrà l’accesso alla Final Four che si disputerà all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO), con Semifinali in programma sabato 30 gennaio e la Finalissima calendarizzata per le ore  18.00 di domenica 31 gennaio.

Alle 17.00, all’Eurosuole Forum, apre la giornata Civitanova detentrice del trofeo contro la Kioene Padova priva del palleggiatore Soji, infortunatosi nell’ultima gara di campionato.  Il pronostico è tutto dalla parte dei cucinieri, secondi nella Regular Season e nettamente superiori agli uomini di Coach Cutini (penultimi in classifica) nelle due gare di campionato già disputate.

La Sir Safety Conad Perugia, prima in classifica in Superlega a due giornate dal termine della Regular Season affronta alle 18.00 al PalaBarton la Consar Ravenna di Marco Bonitta, intenzionata a vendere cara la pelle con l’entusiasmo dei suoi giovani e la spregiudicatezza di chi non ha nulla da perdere. La vincente affronterà chi la spunterà Trento e Milano.

L’Itas Trentino, la squadra più in forma del momento, anche alla luce dell’ottima prestazione di domenica scorsa contro Vibo Valentia, si candida come una delle principali favorite della manifestazione. Gli uomini guidati in panchina da Lorenzetti ed in cabina di regia da Simone Giannelli affrontano alla BLM Group Arena di Trento l’Allianz Milano del presidente Fusaro, attualmente sesta in classifica e con tutto l’organico finalmente al completo.

Alle 20.30 chiude la giornata la gara sulla carta più incerta di questi Quarti di Finale, quella fra i padroni di casa della Leo Shoes Modena e il Vero Volley Monza. Modena, che può vantare il palmares più titolato nella storia della manifestazione (12 vittorie), affronta in una sfida ricca di pathos i brianzoli di Coach Eccheli, quinti in classifica e reduci da una serie di prestazioni particolarmente convincenti nelle ultime gare di campionato.  

 

La parola ai protagonisti:

Jiri Kovar (Cucine Lube Civitanova): “Sulla carta siamo superiori a Padova e lo abbiamo dimostrato in Regular Season. Vogliamo rispettare il pronostico, ma senza sottovalutare gli avversari. Ci presentiamo ai Quarti da detentori del trofeo. Per accedere alla Final Four dovremo essere concentrati e fare del nostro meglio. Le partite secche non sono mai semplici, in passato abbiamo sofferto questa competizione, ma ora siamo carichi e vogliamo andare a Bologna. In questo momento storico, con le gare a porte chiuse, sono i grandi appuntamenti a tenere alti gli stimoli”.

Marco Volpato (Kioene Padova): “Affrontiamo una delle squadre più forti al mondo, per lo più in casa loro e in gara secca. Tutti i favori del pronostico sono dalla loro parte, ma sarà nostro dovere giocarci tutte le carte a disposizione per questo match. Sappiamo che dovremo fare a meno del nostro palleggiatore titolare, ma sarà l'occasione per tutti noi di affrontare un grande avversario per crescere ulteriormente come squadra”.

Thijs Ter Horst (Sir Safety Conad Perugia): “In Coppa Italia sono tutte sfide da dentro o fuori, può succedere di tutto e non si possono fare passi falsi. Mercoledì con Ravenna nei quarti di finale dovremo dare tutto ed essere molto bravi per portarci a casa la vittoria perché ovviamente il nostro obiettivo è raggiungere la Final Four”.

Eric Loeppky (Consar Ravenna): “Perugia è una squadra molto forte e molto competitiva, difficile da affrontare. Noi dobbiamo semplicemente lottare, partire dai primi due set fatti contro Monza e provare a mettere energia e forza in tutte le fasi della gara, non scendere mai di concentrazione, senza pensare al risultato. Se giochiamo come gli ultimi due set di domenica con Monza non abbiamo alcuna possibilità: sarà, dunque, molto importante lottare e giocare al meglio e con continuità per provare a mettere in difficoltà una tale corazzata”.

Alessandro Michieletto (Itas Trentino): “Giocare un quarto di finale di Del Monte Coppa Italia è sempre un impegno probante indipendentemente dall'avversario. Noi oltretutto affronteremo una Milano che è in ripresa, anche grazie al ritorno in campo di Patry e l'arrivo di Urnaut. Mi aspetto pertanto una partita molto differente da quella giocata alla BLM Group Arena solo tre settimane prima, ma vogliamo arrivare in Final Four e daremo tutto per centrare questo obiettivo”.

Riccardo Sbertoli (Allianz Milano): “La gara dei quarti di finale della Del Monte Coppa Italia sarà per Milano una partita importantissima contro una squadra fortissima. Trento è una delle squadre forse più in forma in questo momento, noi arriveremo lì con il coltello tra i denti pronti per giocarci le nostre carte: siamo molto fiduciosi. Noi puntiamo a toglierci qualche soddisfazione adesso, abbiamo avuto delle grosse difficoltà e ne siamo consapevoli. Ma siamo anche consapevoli che ne stiamo uscendo tutti insieme, quindi questo ci dà sicuramente energia: ce la mettiamo tutta”.

Dragan Stankovic (Leo Shoes Modena): “Contro Monza è la partita più importante di questo periodo, è in palio l’accesso alla Final Four di Coppa Italia. Arriviamo da due sconfitte consecutive, diversamente da loro che sono reduci da buoni risultati e tante gare vinte. È una partita tosta e difficile, abbiamo già giocato due volte contro Monza perdendo entrambe le sfide e quindi servirà anche grinta e voglia di rivincita. Giochiamo in casa nostra, non è un vantaggio ma è sempre un ambiente che conosciamo bene. Dobbiamo cancellare i due precedenti e concentrarci sul nostro gioco, siamo in crescita rispetto alla prima parte di stagione, servirà pazienza e dare il massimo. Dovremo essere più costanti durante i set, abbiamo tanti alti e bassi. A tratti sembriamo una squadra forte che può lottare contro chiunque, poi capitano blackout in cui perdiamo punti e forza, al contrario dei nostri avversari che si caricano di più. Contro Monza non dico che servirà la partita perfetta, ma sicuramente sarà fondamentale non avere questi blackout. Credo in questo gruppo e in questa squadra, abbiamo già vissuto momenti difficili riuscendo a superarli e i ragazzi sono carichi e vogliosi di ripartire”.

Adis Lagumdzija (Vero Volley Monza): “Giochiamo contro Modena fuori casa. Sappiamo per questo che non sarà facile. Penso però che abbiamo ottime chance per andare in Final Four, quindi cerchiamo di dare il massimo e centrare l'obiettivo. Nel volley è zero a zero ogni volta. Il fatto che abbiamo vinto per due volte in campionato non significa nulla. Dobbiamo andare lì motivati a vincere per la terza. Abbiamo una grande energia in questo gruppo. Ci aiutiamo molto in campo. confrontandoci spesso. Tutte queste caratteristiche ci saranno d'aiuto per vincere durante il cammino”.

 


SILVANO PRANDI: LA DIFESA E IL MURO

 


Trascrizione della lezione tenuta dal Professor Silvano Prandi nella primavera 2020 al canale YouTube "Iostoacasaeparlodipallavolo"

Anni fa Doug Beal aveva presentato uno studio per mettere in ordine di importanza gli elementi che più di ogni altro concorrono ala vittoria: al primo posto c’era l’attacco da posto 4, al secondo l’attacco dal centro (primo tempo e pipe), poi il servizio (rapporto tra ace ed errori) e così via con gli altri fondamentali. La difesa in questa classifica veniva al ventesimo posto, tra la meraviglia dei presenti. Non intendeva dire che la difesa non era importante, ma intanto che la difesa non fa punti, mentre altri fondamentali fanno punti diretti. La difesa, quando ha successo, pone solo le basi per un eventuale punto che però deve essere ancora alzato (spesso in maniera difficoltosa) e attaccato (spesso contro un muro a tre e un difesa piazzata). E questi erano i motivi per cui nel loro studio avevano messo la difesa al ventesimo posto. E questo anche per mettere nella testa degli allenatori anche alcune priorità nell’allenare i vari elementi del gioco; ci sono allenatori che dedicano il 50% del tempo di allenamento alla difesa e quindi a suo avviso dedicare così tanto tempo ad un elemento così non decisivo nella formazione del punteggio finale non aveva senso.

Questo però non vuol dire che non sia importante difendere; la pallavolo è il gioco dell’alza e schiaccia e dell’impedire che la palla cada per terra. E quindi ì importante difendere. Io non dedico molto tempo al lavoro analitico sulla difesa, la alleno poco analiticamente, ma nello stesso tempo la difesa c’è sempre nei miei allenamenti. La difesa è parte dell’allenamento. La possiamo anche chiamare ricezione, quando facciamo esercizio di battuta e dall’altra parte mettiamo qualcuno che deve impedire che questa battuta cada a terra. Chiamiamo quello ricezione ma in realtà anche quello è un gesto difensivo perché impedisce che il pallone cada a terra. A volte la chiamiamo impropriamente copertura d’attacco perché nella realtà è una difesa, dal momento che il pallone arriva dal muro avversario e quindi dall’altra parte del campo e quindi il mio è un gesto difensivo.

Quindi non è che dobbiamo allenare la difesa, ma penare che quando siamo in campo difendiamo sempre dal momento che il nostro scopo è non far cadere la palla a terra. Anche quando alziamo, stiamo impedendo che un pallone cada a terra nel nostro campo.

La difesa la possiamo dividere in tre grandi aspetti:

-       Per il 30% la difesa è tecnica individuale

-   Per il 30% è capacità fisiche (soprattutto forza, in tutti i distretti muscolari: gambe, busto, spalle, braccia…). I miei più grandi difensori erano tutti dei grandi atleti; il migliore di tutti era Pasqual, che era un opposto, e poi Boyer, anche lui un opposto.

-      Per il 30% è l’attitudine mentale a non lasciar cadere nulla. Quell’istinto per cui se io cammino per la strada e vedo qualcuno a cui cade un pezzo di carta, io mi tutto per non farlo cadere.

-        Il 10% che rimane io lo inserisco nella mentalità, perché è la cosa più importante

La tecnica: noi possiamo identificare una tecnica difensiva. Io ad inizio stagione faccio un ripasso della tecnica di tutti i fondamentali con i miei giocatori e sulla difesa cerco di sistemare i segmenti del in modo tale che il piede sia totalmente a terra. Tibia e perone a circa 45° con il piede. Coscia con circa 90° tra tibia e femore. Busto, indicativamente 90° rispetto alla coscia anche se a seconda della distanza da rete questo angolo può aumentare, portando il busto ad essere un po’ più eretto. Di questi tre segmenti, in visione laterale, la cosa più importante è la distribuzione dei pesi nel senso che il baricentro deve cadere sull’avampiede (cuscinetto plantare) in modo tale che tutti i segmenti del corpo possano muoversi il più velocemente possibile in ogni direzione. Le gambe dovrebbero essere aperte indicativamente il doppio della larghezza delle spalle (o del bacino) ma questa cosa è abbastanza individuale perché dipende dell’articolarità coxofemorale. Questa è quella che chiamiamo posizione di attesa, quella che dobbiamo tenere un attimo prima dell’intervento per poi esplodere nell’intervento.

Le braccia stanno normalmente rilassate verso il basso, un po’ aperte, e poi si interviene, e lo si fa in mille modi. C’è il bagher, il bagher laterale, con un braccio quando la velocità della palla supera la mia capacità di muovere entrambe le braccia, a volte anche con il palleggio su palloni alti che ad esempio vengono toccati dal muro, ecc… C’è poi il tuffo per recuperare palle morbide e lontane da noi.

Dicevo prima che un terzo della difesa è capacità fisiche; ed infatti noto che quando la squadra sta molto bene fisicamente, uno dei fondamentali che ne beneficiano maggiormente, che si incrementano, è proprio la difesa. Ovviamente unita alla mentalità. Spesso se vediamo i filmati dei grandi difensori si nota come questi si inventano letteralmente dei gesti difensivi, buttandosi, uscendo dalla tecnica scolastica, ed è quello che esorto a fare i miei giocatori.

Nella pallavolo, in ogni aspetto del gioco, è importante avere dei sistemi, che siano più semplici possibili.

Ora parlo del sistema che io uso; scandalizzerà alcuni perché alcuni principi vanno un po’ controcorrente, ma sono principi a cui io credo molto. Credo nella distribuzione dei campo nei sei giocatori; la base del mio sistema di difesa è che ciascun giocatore deve difendere una fetta di campo, una fetta di campo che è di sua responsabilità. Non accetto che qualcuno mi dica che deve difendere fuori dal muro, perché l’espressione “fuori dal muro” io l’ho abolita nel mio modo di pensare perché per me non è aderente alla realtà. Nessun giocatore difende fuori dal muro in maniera consapevole. Siccome il muro del centrale è l’ultimo elemento difensivo che si va a piazzare, fino a che non vedrò un giocatore in difesa che, una volta che il centrale è arrivato a raddoppiare il muro e ha messo le mani, lui si sposta fuori dal cono d’ombra coperto dalle mani del centrale, non crederò a questa cosa. E io questa cosa ancora non l’ho mai vista fare da nessun difensore. E quindi per me il termine fuori dal muro non esiste. Credo molto di più nel concetto che ogni giocatore si difende una parte di campo e tutte quelle che possono essere piccole varianti sono dettate dalla statistica. Se consociamo che quel giocatore ha una prevalenza d’attacco vicina alla linea, piuttosto che un metro e mezzo dalla linea laterale, allora posso fare uno spostamento di un passo più all’esterno o più all’interno, perché la statistica mi ha dato quell’informazione. I miei schemi di difesa su attacco da posto 2 e da posto 4 prevedono 4 giocatori in difesa; ognuno si gestisce più o meno una quota di campo equivalente. Su attacco da posto 2 avversario l’elemento chiave di tutto il sistema difensivo è come il terzo giocatore di rete (quello che non mura) scende in difesa e arriva più o meno con il piede destro intorno alla linea dei 3 metri e si difende la diagonale stretta. Poi il giocatore di zona 1 difende la diagonale lunga, per la quale il riferimento che do è di mettersi su una linea immaginaria che va dalla palla e l’angolo di posto 1. Poi c’è il posto sei che ha come compito principale quello di difendere i palloni che normalmente passano in mezzo al muro; il riferimento che do è avere il piede destro su un’immaginaria linea centrale e quindi deve stare un passo a sinistra rispetto alla linea centrale. E poi c’è il giocatore di posto cinque che difende la parallela e che sta circa mezzo metro all’interno del campo. Loro hanno quindi questi precisi riferimenti che ho appena indicato. Questi non sono il risultato di mie idee ma sono esattamente quello che avviene in realtà. Nelle elaborazioni al computer si vede che le traiettorie d’attacco che gli attaccanti avversari usano prevalentemente si identificano chiaramente in fasci d’attacco. Esempio: Sokolov da 2: ci sono alcune linee che convergono sulla parallela, poi c’è un piccolo raggruppamento sul centro del campo (con un po’ più di linee verso la parallela), poi un certo numero di palloni che vanno verso l’angolo di posto 1 e poi ci sono alcuni palloni che vanno verso la diagonale stretta. Se poi vediamo Wallace da posto 1 vediamo che cambia ben poco.

E quindi il mio sistema di difesa vedete che corrisponde alla realtà. Se andate a guardare tantissimi giocatori, grosso modo vediamo che questi fasci di traiettorie sono la realtà: un po’ di palloni che vanno verso la parallela, un po’ di palloni in mezzo al campo (normalmente leggermente di più verso la parallela), un po’ di palloni sula diagonale lunga e un po’ di palloni sulla diagonale stretta. E quindi avere un giocatore che è responsabile di uno di quei fasci di palloni, è la cosa più banale che un allenatore può dedurre.  

Lo studio di Leal da posto 4 mostra che  ci sono 4 fasci di traiettorie: una verso la prima o la seconda parallela, una sul centro del campo (un po’ più verso la parallela, un passo a destra rispetto la linea mediana del campo), una esattamente sula diagonale lunga e una sulla diagonale stretta.

Sto parlando di aderenza alla realtà. Nella pallavolo di oggi, sia maschile che femminile, il buco in mezzo al muro (e quindi gli attacchi che arrivano verso il centro del campo) è un dato di fatto, non possiamo dire che è un errore che si fa qualche volta. Le alzate sono molto veloci, e quindi parecchia palloni passano in mezzo al muro del laterale e del centrale e cadono su centro campo; ecco perché devo sempre avere un difensore che sta li a presidiare quella zona di campo. Questa per me è la realtà, e quindi il sistema semplice, riconoscibile, è questo.

Altro parametro importante è la distanza che il giocatore deve tenere. In difesa bisogna tenere presente il fatto che a livello di immagine mentale, ciascun difensore difende il terreno che gli sta alle spalle. Nessuno difende il terreno che gli sta davanti; davanti a noi, difendiamo solo le palle lente (pallonetti, pallette, palle toccate dal muro. E quindi un parametro generale che io do è quello di stare sui 5 metri per i giocatori che difendono le parallele, il giocatore di posto 6 sui 6 metri, un po’ più distante quello che difende la diagonale dal momento che la diagonale è più lunga e poi c’è il terzo di rete che scende in difesa che anch’esso è piazzato ad un paio di metri dalla linea laterale. Questo perché noi difendiamo meglio i palloni che ci arrivano all’altezza dei fianchi, dell’ombelico, o al massimo all’altezza delle ginocchia. I giocatori devono quindi sostanzialmente stare abbastanza avanti in difesa e non indietro, perché noi non difendiamo il terreno davanti a noi, bensì difendiamo il terreno alle nostre spalle.

Un’altra cosa che io non accetto è quella di mettere indifesa due giocatori vicini tra loro perché in tanti anni ho verificato che due giocatori vicini difendono peggio di un giocatore solo. E quindi il mio sistema è quello di avere i giocatori in difesa distanziati tra loro ognuno dei quali si gestisce una parte di campo, non ha interferenze nella propria zona di competenza di altri compagni.

Il punto debole di tutto il sistema è il terzo giocatore di rete che non mura; il sistema funziona solo se ogni giocatore rispetta la consegne e il terzo di rete va allenato molto a scendere in difesa perché spesso non lo fa e questo crea pasticci all’intero sistema.

Il principale difetto del sistema difensivo è quello di avere i due laterali di muro che prima ancora che il palleggiatore avversario tocchi la palla sono già in movimento, senza leggere niente. Tra l’altro, questi due laterali oltre a non fare assistenza, incominciando già un movimento, se poi la palla viene alzata alle bande, non riusciranno a scendere sui tre metri per assumere la corretta posizione difensiva. E quindi durante gli allenamenti dobbiamo controllare molto i nostri giocatori che non facciano questo tipo di movimento per far si che il terzo di rete sia posizionato esattamente come nella foto qui sotto, nel momento in cui il posto quattro avversario colpisce la palla. In questa transizione, che deve essere rapidissima, è molto importante che la prima gamba che si muove sia quella interna (la sua gamba destra), poi incrocia con la gamba sinistra (come se fosse a muro) e poi la bamba destra ritorna e si piazza in posizione corretta.

Questo è il mio sistema difensivo. Nessuno penso possa negare che è un sistema semplice, ed è perfettamente aderente a quella che è la realtà.

Zone di conflitto: il sistema non è fato solo per difendere quei fasci di attacchi che abbiamo visto precedentemente ma anche per difendere i palloni che cadono tra i vari giocatori e quindi bisogna che la tecnica si completi.

Noi abbiamo un book, un fascicolo, che diamo ai giocatori e nel nostro book sono mostrate le modalità con cui due giocatori devono gestire la palla in zona di conflitto. Sostanzialmente, la zona di conflitto, si gestisce senza priorità. Non dico mai ad un giocatore che deve intervenire quando ha la palla sula destra piuttosto che sulla sinistra e così via. Ma, quando la palla, arriva più o meno in mezzo, e nessuno può dire se è leggermente più vicino all’uno o all’altro giocatore, tutti i due giocatori devono mettere su o il bagher laterale o cadere lateralmente senza domandarsi di chi fosse quella palla. Tutti e due devono provarci.

Dopodichè il primo giocatore che arriva a mettere le braccia sarà quello che difende. Di solito ci arriva sempre prima il più sveglio, il più abile, ma a livello di sistema quella zona deve vedere i due giocatori che fanno una bagher laterale e che cadono  (se è necessario) lateralmente entrambi.

 Se ricordate come abbiamo delineato il sistema noterete come i giocatori non sono mai sulla stessa linea a difendere; c’è sempre un giocatore che è leggermente più avanti rispetto ad un altro (quasi sempre è il posto sei ad essere leggermente più indietro). E quindi il pericolo che possano sbattere la testa uno contro l’altro quando vanno simultaneamente in caduta laterale, è remoto.

La zona di conflitto la alleno costantemente. Il primo esercizio di difesa che faccio è la cosiddetta palla a coppie. La faccio tutti i giorni, ma la palla a coppie come la interpreto io non è un modo per riscaldarsi e per prendere contatto con la palla, ma c’è un giocatore che si autoalza la palla e poi la colpisce in direzione del compagno che starà sempre 6 metri davanti a lui. La distanza tra i due giocatori in questo tipo di esercizio è fondamentale, perché se stanno a 9 metri di distanza non va bene. Quando mai noi in campo difendiamo ad una distanza di 9 metri dal punto di impatto della palla da parte dell’attaccante? Quasi mai; ci deve essere una situazione molto particolare, perché normalmente la distanza che un difensore ha dall’attaccante avversario è intorno ai 6 metri (a volte 7 metri ma solo sulle diagonali). In questo esercizio, chi colpisce la palla la deve colpire con un obiettivo ben preciso che può essere: palla forte al corpo del difensore, palla a destra e palla a sinistra del difensore (1 metro) in modo che il difensore debba spostare le braccia fuori dal corpo per gestire la palla fuori dal corpo. In questo modo, analiticamente, possiamo lavorare per la gestione della palla addosso, la gestione della palla a destra, la gestione della palla a sinistra. A volte faccio anche forte addosso e pallonetto alto e corto, e quindi essere rapido nello spostarsi o tuffarsi. Questo lavoro a coppie è quindi un lavoro guidato con degli obiettivi tecnici individuali. L’esercizio successivo che io faccio quasi sempre è 3X3, 4X4, in cui cominciamo il lavoro di attacco e difesa (per poi arrivare al 6X6 didattico); in questi esercizi ho sempre un collaboratore che a bordo campo va a tirare palle forti addosso, zone di conflitto, linee (come nella foto sotto) e quindi mai con un colpo casuale ma con un obiettivo, in modo da far richiamare ai difensori le situazioni che accadono nel gioco

Esercizi quindi in cui la difesa viene richiamata nei suoi aspetti tecnico tattici essenziali, con palle semplici, in modo da allenare analiticamente le stesse situazioni che poi ci saranno nel gioco.

Un altro dei luoghi comuni che io aborro è la fatidica “correlazione muro difesa”. Oggi la pallavolo è così veloce che la correlazione muro difesa secondo me è una favola. Io non a caso ho illustrato un sistema difensivo che non tiene conto di nulla se non delle traiettorie che escono dalle mani degli attaccanti avversari. I difensori, anche se non avessero il muro, dovrebbero difendere quelle zone. Oggi è difficilissimo per i centrali riuscire a chiudere il muro e di questo dobbiamo prenderne atto come un dato di fatto. L’unica cosa che riusciamo a programmare abbastanza bene è quanta parallela o quanto centro del campo riescono a coprire i laterali di muro. Ecco perché per me il sistema difensivo prescinde dal movimento di muro e la famosa correlazione muro difesa, di fatto non esiste. I miei 4 difensori, nel caso di palle spinte (su palla alta si fa muro a tre) si devono gestire quelle 4 macro aree, ed infatti io parto dall’allenamento senza il muro e poi in un secondo momento ci aggiungo il muro e quasi mai il muro modifica le posizioni dei giocatori. Per far sì che ciò avvenga ci vogliono casi molto particolari tipo alzata fuori asta e quindi chi difendeva il lungolinea entra un po’ in campo e alzata molto staccata da rete in cui la diagonale stretta sparisce e quindi il difensore può arretrare leggermente.

Come già accennavo, su palla alta si va sempre muro a tre. Quando la ricezione o la difesa è tale per cui l’unica alzata che può essere prodotta è una palla alta, la risposta del nostro muro è un sola: muro a tre.

E questo è quello che indichiamo sul nostro book che consegniamo ai giocatori.

I giocatori di posto 2 e 4 fanno un passo verso il centro, leggono l’alzata e poi si spostano tutti e tre o a destra o a sinistra per andare a murare. A quel punto il sistema di difesa è diverso perché non è più a quattro giocatori ma a tre giocatori (vedi schema sotto). Per esperienza mantengo un difensore sempre sulla parallela perchè il muro a tre che in teoria chiude la parallela, in pratica spesso non riesce a chiuderla perfettamente e quindi preferisco che un giocatore parta sempre dalla linea laterale. Poi c’è un giocatore sulla diagonale che difende il pallone che passa fuori dal muro sulla diagonale e poi c’è il posto sei che fa un passo all’indietro perché il muro a tre voglio che sia chiuso e quindi si dovrà occupare principalmente di palle piazzate sopra il muro o di attacchi sulle mani alte del muro.

Il difensore di posto sei su muro a tre è quello che subisce i maggior adattamenti di posizione in base a quello che ci dice la statistica. Ogni attaccante, quando attacca contro il muro a tre ha delle prevalenze: c’è chi il mani e fuori lo fa più verso la parallela, chi lo fa più verso la diagonale, chi più sulla parte alta delle mani. Il piazzamento del posto sei su muro a tre nel mio sistema segue le caratteristiche dell’attaccante.

Copertura del pallonetto:

Ciascuno dei quattro difensori deve difendere lo spazio dietro di sé per quello che riguarda gli attacchi forti e lunghe. E ciascun difensore difende lo spazio davanti a sé per quello che riguarda le pallette e i pallonetti, muovendosi in anticipo o con il tuffo, che non è un intervento eccezionale ma un intervento che fa parte dei gesti difensivi che alleniamo tutti i giorni (quando prima ho parlato della palla a copie con cui andiamo a richiamare tutti i gesti difensivi) e quindi il giocatore si tuffa e recupera i palloni che cadono davanti a lui. Nel mio sistema difensivo ogni giocatore ha un cono da difendere, cono che origina dal pallone ed arriva fino a dietro le proprie spalle. All’interno di quel cono ogni giocatore si deve gestire le palle corte. E quindi quando si dice che il pallonetto dietro al muro è di competenza o del terzo di linea o del difensore dietro al muro è vero solo in parte, perché se il pallonetto è fatto verso il centro del campo, entra nel cono del posto sei e quindi sarà di sua competenza. Così come per i colpi d’attacco abbiamo diverse opzioni da usare in relazione all’alzata (parallela, in mezzo al campo, diagonale lunga, diagonale stretta, e tutti questi colpi sulle mani del muro), così in difesa abbiamo diversi interventi difensivi da mettere in campo in base a: palla forte addosso, palla a destra, palle a sinistra, pallonetto, se vengono fatte nel cono di mia competenza. In questo caso, quando rivedo una partita o un allenamento, mi è subito chiaro di chi è colpa per la palla che è caduta a terra.

L’autocopertura del muro per me non deve esistere. Il braccio buttato dietro da chi è a muro, di norma fa solo danni, e sarà sempre meno efficace di qualsiasi intervento difensivo. A meno che parliamo di pallonetti semplicissimi, o quando il muro magari arrivato in ritardo si trova in posizione comoda per poterlo difendere.

 

Difese su attacchi dal centro rete (primo tempo e pipe):

La difesa su primo tempo è una difesa difficile. Il mio sistema prevede che i difensori che stanno sui 6 metri, difendono il primo tempo e la pipe praticamente senza fare nessun movimento particolare.

Dobbiamo sempre lavorare sulla realtà delle traiettorie che arrivano da attacchi di primo tempo

Molti allenatori tengono i posti 1 e 5 molto avanzati (4 metri) e vicini alle linee laterali. Ma la realtà indica chiaramente che le prevalenze di chi attacca sono verso la zona 5 e la zona 1 sui 6 metri (e non sui 4 metri) e molto accentrate, e non vicino alle linee laterali.

E nel mio sistema normale difensivo il 5 e l’1 sono già lì, sui 6 metri e un paio di metri dentro il campo. E quindi sono già in perfetta posizione per poter difendere l’attacco di primo tempo.

Le direzioni dell’attacco pipe sono: diagonale lunga zona 5, centro campo, diagonale lunga zona 1. Questa è la realtà.

Per cui, i miei giocatori devono stare: il posto 6 al centro, il posto 1 sulla diagonale lunga tra il pallone e l’angolo di 1, il posto 5 sulla diagonale tra il pallone e l’angolo di posto 5. Sui 6 metri per aspettare e per difendere.

E quindi con il mio sistema di difesa, gli adattamenti che i difensori devono fare una volta letta l’alzata del palleggiatore sono veramente minimi. Questo sistema non presuppone un grande lavoro di cervello, ma sono solo automatismi di campo che costruiamo tutti i giorni in allenamento.

Già 30-40 anni fa notavo l’enorme discrepanza tra l’efficienza dei giocatori che c’è tra quando li alleniamo con gli attacchi dal tavolo e quello che succede in partita. Se prendiamo un tavolo e bombardiamo il nostro difensore, questo normalmente è efficientissimo, bravissimo, difendono tutto. Quando poi però ci mettiamo 6X6, nelle stesse situazioni di difesa i difensori non prendevano niente. Questo perché loro, quando sono nel gioco, pensano a dove devono spostarsi in base a dove va la palla, a dove si mette il muro, un passo avanti, un passo indietro, ecc… E quindi ho deciso si togliere gli allenamenti “semplici” e quindi quelli dei tavoli, e basta con situazioni tatticamente troppo difficili, complesse (un passo avanti su quel tipo di palla, un passo dentro su quell’altra palla, contro questo giocatore un po’ più a destra, contro quell’altro un po’ più a sinistra, ecc..). Il giocatore va in tilt se deve pensare a tute queste cose. Ecco perché ho pensato al mio attuale sistema difensivo dove ognuno gestisce una zona di campo, a prescindere dall’avversario. La semplicità tattica si sposa con l’efficacia tecnica e quindi con il rendimento di ciascun giocatore. Più i sistemi sono semplici, meno spostamenti devono fare, più i giocatori sono efficaci in difesa

 

LIVELLO GIOVANILE:

Se volessimo trasportare questo sistema a livello giovanile (o a livelli di categorie inferiori), l’idea è di creare una mappa di dove cade la maggior parte dei palloni e posizionare in quelle zone i difensori. Noi dobbiamo sempre pensare che la nostra tattica deve dipendere sempre da esigenze di campo reali, da quello che succede nella realtà. In questo modo creeremo dei sistemi semplici e rispondenti alle esigenze della nostra realtà, che poi andarli ad allenare diventa facile. Anche la preparazione delle partite diventa molto più semplice quando questi sistemi sono stati metabolizzati bene dalla squadra. Inizialmente dobbiamo spendere un po’ di tempo per convincere i giocatori della bontà di questo sistema, dal momento che ognuno di loro viene da esperienze diverse, ma poi troveremo grande giovamento. Il mio sistema di difesa è un sistema aderente alla realtà (ovviamente se vado nel giovanile o nelle categorie inferiori dovrò adattarlo a quelle realtà e magari modificare qualcosa ad esempio nelle posizioni di attesa) perché tutti quei sistemi che non aderiscono alla realtà io non li capisco e non capisco perché molti allenatori usano la fantasia e la creatività per costruire i loro sistemi di difesa.

 

COPERTURA DELL’ATTACCANTE:

Copertura su palla super: se la ricezione permette sia il primo tempo che la pipe, il libero deve stare fermo (o addirittura arretrare leggermente) in modo da lasciar passare lo schiacciatore che va in pipe. Poi vediamo i movimenti in base a dove va l’alzata:

a)    Alzata in posto 4. Il centrale che aveva fatto la rincorsa per il primo tempo, scende e fa 1 o 2 passi per avvicinarsi e difendere la zona vicina all’attaccante. Poi c’è lo schiacciatore di seconda linea che rappresenta il punto nodale di tutto il sistema: fa la rincorsa per la pipe e quando capisce che l’alzata andrà in quattro deve interrompere la rincorsa rettilinea e si deve muovere per andare a difendere il terreno alle spalle dell’attaccante (con i piedi circa sui tre metri). E’ importantissimo il suo piazzamento corretto perché statisticamente, la zona dove cadono più murate; dietro le spalle dell’attaccante, zona che molto spesso noi lasciamo libera. Il palleggiatore, se può, si mette in mezzo al centrale e allo schiacciatore di seconda linea. Il palleggiatore è un po’ la variabile impazzita perché la sua posizione dipende molto da dove è partita l’alzata, perché quando quest’ultima parte da troppo distante non riesce ad arrivare. E quindi il sistema prevede due difensori fissi (C e S) che difendono vicino, ed eventualmente il palleggiatore. Poi abbiamo due giocatori che difendono l’area lontana e sono l’opposto e il libero. L’opposto spesso è un altro punto debole del sistema per colpa di noi allenatori che non siamo sufficientemente esigenti: l’opposto che ha iniziato la rincorsa, quando vede che l’alzata lo esclude, deve interrompere la rincorsa e di deve posizionarsi come per andare a difendere la diagonale stretta. E’ responsabile di difendere i rimbalzi del muro nella parte di diagonale stretta. E poi infine c’è il libero che è responsabile di tutta la parte di fondo campo.

 Alzata in posto 2. Speculare a situazione “a”. L’unica cosa che cambia leggermente è la posizione del libero: un passo verso sinistra rispetto alla linea mediana del campo quando si attacca da 4 e un passo verso destra rispetto alla linea mediana del campo quando si attacca da 2. 

Copertura su palla alta: quando non c’è più ne primo tempo, e ne pipe, ma solo alzata di palla alta, invertiamo le competenze fra il libero e lo schiacciatore di seconda linea. Il libero va a difendere vicino, dietro le spalle dell’attaccante e lo schiacciatore che, non facendo la pipe, rimane lontano. Questo perché se lo schiacciatore è lontano, un eventuale contrattacco dopo che abbiamo coperto può includere un eventuale attacco in pipe (cosa che non si potrebbe fare se lo schiacciatore di seconda linea fosse andato a coprire sui tre metri).

Nessuno si illuda di sistemare in partita queste situazioni, lasciando che in allenamento ognuno faccia quello che gli pare. I giocatori si muovono per automatismi e quindi se non ripetono questi movimenti tutti i giorni, correttamente (noi dobbiamo sempre riguardare i video degli allenamenti per vedere cosa correggere) poi non possiamo arrabbiarci se non lo fanno in partita.

 

MURO:

Il nostro sistema di muro ideale su palla spinta (su palla alta ne abbiamo appena parlato) è il seguente:

-          B1: si intende block 1 e quindi parallela libera. Noi lo indichiamo con il dito indice. Il cono d’ombra del muro chiude praticamente la zona centrale del campo. Possiamo dire che il B1 è parte del mio “normal system” il mio sistema normale. Questo significa che se gioco contro una squadra di cui non conosco nulla, contro attaccanti di cui non conosco niente, o che non hanno nessuna prevalenza, io gli andrò a chiudere con il muro la zona centrale del campo lasciando libere le zone esterne

-          B0: si intende block zero che significa lasciare zero spazio in parallela (lo indichiamo disegnando uno zero con le dita). Il cono d’ombra del muro mi chiude la parallela e aumenterà lo spazio libero sulle diagonali. Lo facciamo solo quando dobbiamo adattarci a qualche prevalenza che l’attaccante può avere

Tutto questo è bello da vedere disegnato ma la realtà del campo non è mai corrispondente esattamente a quello che si vede disegnato. Ecco perché io non modifico la posizione dei difensori; i miei quattro difensori coprono le zone di cui parlavamo prima perché con il muro tento di fare quello che abbiamo disegnato, sapendo però che nella realtà riuscire a farlo è sempre così difficile che rimangono buchi sulla parallela, sul centro del campo, e quindi i difensori devono tappare quei buchi.

Il muro poi dovrà avere degli adattamenti anche in base alla precisione o meno della parabola d’alzata del palleggiatore avversario. Sulle alzate morbide, o alte, il muro (parliamo soprattutto dei laterali) riuscirà a leggere abbastanza bene e quindi a percepire se dovrà stare un po’ più dentro il campo o un po’ più verso l’antenna. Nel caso, anche se avevamo chiamato B1 o B zero, andiamo a modificare la nostra posizione di muro, perché noi definiamo prima qualcosa che è ideale, ipotetico, un’alzata ideale, ma nella realtà le alzate sono sempre un po’ differenti e quindi il giocatore di muro deve adattare la sua posizione in relazione alla parabola d’alzata reale. Per quanto può fare, perché con le palle super, non è facile capire dove realmente verrà colpita dall’attaccante; l’unico spunto lo puoi prendere dalla rincorsa dell’attaccante e quindi creare un adattamento in relazione a quest’ultima e il centrale che arriva si accosta e mura. Tra l’altro oggi, il muro parzialmente aperto è la norma; anzi, per me è forse la condizione migliore perché se è soltanto parzialmente aperto è praticamente impossibile da vedere per l’attaccante. Nel momento in cui l’attaccante guarda la palla per colpirla il muro lo percepisce pochissimo e non è assolutamente in grado di capire se questo muro verrà chiuso o se rimarrà parzialmente aperto. Se è macroscopicamente aperto l’attaccante all’ultimo momento spesso riesce a capirlo ma se è leggermente aperto no; ed allora quel muro coprirà più zone, sia in parallela che in diagonale rispetto al muro chiuso perfettamente che riduce lo spazio aereo che va a coprire. E quindi quello che noi in gergo chiamiamo “split block” , cioè muro aperto, spesso è un valore positivo.

Quando si incontrano dei giocatori molto tecnici, che tendono ad usare parallela e diagonale stretta, l’esterno a muro chiude la parallela e il centrale più diagonale possibile, è un tentativo per chiudergli i suoi colpi preferiti. Questo è lo split block su base zero, ma si può fare anche lo split block su base 1 (lasciando libera la parallela) e quest’ultimo lo possiamo fare contro i grandi diagonalisti

Tutto questo riguarda il muro in lettura, quello interessato al 70%-80% delle azioni che si svolgono in una partita. Per completare il discorso manca la sistemazione di muro quando si fanno delle scelte (opzioni), situazioni che nel maschile riguardano mediamente il 20% delle azioni, e quindi quando si escludono determinati attaccanti. Si rischia, lasciando un giocatore senza muro, andando a sovraccaricare altri attaccanti. Ad esempio, la statistica ci dice che dopo il ventesimo punto spesso un alzatore si appoggia di più a determinati attaccanti piuttosto che ad altri, a volte esclude l’attaccante che ha ricevuto, ecc… e in quei casi si possono preparare alcune scelte, rischiando che un attaccante attacchi senza muro.

 

 

 


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