mercoledì 18 settembre 2019

MURO E DIFESA NEL SETTORE GIOVANILE. Di Filippo Vagli


MURO E DIFESA NEL SETTORE GIOVANILE
Filippo Vagli (Allenatore e Responsabile Tecnico del Il Club del Volley)


MURO

Partiamo da una prima considerazione: nell’insegnamento di ogni gioco sportivo e di ogni abilità tecnica la regola base è la seguente: si deve iniziare dal facile e piano, piano, andare verso il difficile, dal semplice al complesso. 
Ecco che, considerando il muro come uno dei fondamentali più complessi della pallavolo, quando parliamo di muro a livello giovanile dobbiamo partire fornendo ai nostri giovani atleti pochi e semplici concetti che andremo ad implementare una volta che essi acquisiranno esperienza e nuove capacità di gioco.
A me piace partire da questo semplice concetto: intendere il muro come una continua gara contro l’attaccante avversario, una sfida nella quale l’obiettivo principale per il muro dovrà essere quello di non subire mai mani – out.

Per arrivare a ciò, tre sono gli elementi principali:
-          Se saltare a muro
-          Dove saltare a muro
-          Con che tempo saltare a muro

SE saltare: Quando è che devo saltare a muro? Sempre? La risposta è: “Si salta a muro ogni qual volta si ritiene che l’attacco possa rappresentare un pericoloso per la nostra difesa”.
In tutti gli altri casi (palla alzata molto distante da rete, palla alzata sotto il bordo della rete, palla alzata molto fuori asta, ecc….) non dobbiamo saltare a muro.

DOVE saltare: la prima cosa da valutare è la ricezione avversaria: vicina o staccata da rete, in mezzo al campo o spostata a destra / sinistra. Poi abbiamo la lettura del palleggiatore avversario per capire se ci da indicazioni su dove muoverci.

CON CHE TEMPO saltare: Il tempo di salto a muro dipende da diversi fattori:
-          Dal tempo di attacco: primo, secondo, terzo tempo
-          Dalla distanza della palla da rete: più la palla è lontana da rete e più devo aspettare a saltare
-          Dal tipo di caricamento del braccio dell’attaccante: in caso di attaccanti che caricano il colpo d’attacco passando da sotto e da dietro il corpo, è necessario ritardare il tempo di salto.
-       Dalle caratteristiche antropometriche: un atleta “piccolo” dovrà anticipare leggermente il salto a muro mentre un atleta dotato di più centimetri potrà aspettare un pochino di più a saltare
-    Dalla capacità di salto dell’attaccante avversario: Facciamo un semplice esempio: poniamo che l’attaccante salti 10 e il muratore salti 8. Nel caso i due atleti dovessero saltare nel medesimo istante, al momento dell’attacco il muratore si troverebbe già in fase di ricaduta verso terra

Su alzata di secondo e terzo tempo la regola base è comunque quella di saltare un attimo dopo l’attaccante e precisamente nel momento in cui l’attaccante inizia il caricamento del braccio per portare il colpo d’attacco.

Una volta fissati questi primi tre concetti, il secondo step per i nostri giovani atleti riguarda altri quattro aspetti:

1.       CAPACITA’ DI OSSERVAZIONE DELL’ALZATA E DELL’ATTACCANTE
2.       CAPACITA’ DI FISSARE LA POSIZIONE A MURO (NON SCORRERE)
3.       CAPACITA’ DI SPOSTARSI LUNGO LA RETE (PASSO LATERALE – PASSO INCROCIATO)
4.       CAPACITA’ DI GESTIONE DEL PIANO DI RIMBALZO: NON ALTO SOPRA LE RATE MA INVADENTE E INDIRIZZATO VERSO IL CENTRO DEL CAMPO


SISTEMI DI MURO:

MURO IN LETTURA: Nel cosiddetto muro in lettura tutti e tre gli atleti di prima linea partono stretti, leggono il palleggio avversario e si muovono di conseguenza. Con questo tipo di sistema diventa fondamentale la capacità di fissare la posizione di muro e di non scorrere (vale soprattutto per i laterali).
Quando stiamo in lettura e la ricezione avversaria non è al centro della rete ma spostata verso posto due e/o quattro i laterali di muro si occupano del muro su primo tempo (azione di aiuto).

MURO IN OPZIONE: E’ la classica azione di uno contro uno, in cui gli atleti a muro decidono cosa fare prima ancora di vedere il tipo di alzata. L’atleta di muro che decide di saltare “a sangue” deve effettuare un salto massimale staccando insieme all’attaccante e andando a cercare il pallone con  le mani. Il muro ad opzione si utilizza solo quando la ricezione avversaria è vicina a rete, mentre appena la ricezione si allontana da rete si cambia e si va in lettura, anche nel caso in cui avessimo preventivamente deciso di opzionare.  

DIFESA:

La difesa, fra tutti i fondamentali della pallavolo, è probabilmente quello che contiene il minor numero di elementi tecnici ma nello stesso tempo è quello maggiormente influenzato dall’attitudine mentale degli atleti.
Per essere dei buoni difensori è necessario avere coraggio, non aver paura del pallone, avere voglia di andare per terra e soprattutto il voler a tutti i costi toccare ogni pallone attaccato dall’avversario. Non si chiede di difendere ogni pallone, ma di provare a toccare ogni pallone (concetto reso famoso dal modello statunitense di difesa).
La difesa è il fondamentale che più di ogni altro ci informa sul “termometro” motivazionale della squadra, su quanto la squadra è sul pezzo. Inoltre, difendere molto, è sinonimo di organizzazione. Una squadra che difende è una squadra motivata e organizzata perché in assenza di questi due elementi (motivazione e organizzazione) non si difende.

PRINCIPALI OBIETTIVI DELLA DIFESA:

1)      ESSERE FERMI quando si colpisce la palla. Ogni giocatore deve trovare la posizione di difesa a lui più comoda e nel momento in cui tocca la palla deve essere perfettamente fermo e in una situazione di buon equilibrio. Se nel momento del contato con la palla si trova in movimento piuttosto che in una posizione di equilibrio precario, difficilmente riuscirà a difendere positivamente il pallone.
2)      TENERE ALTO IL PALLONE: E’ in assoluto il primo obiettivo che dobbiamo proporre ai nostri giovani atleti. Ogni qual volta arrivi un attacco forte addosso l’obiettivo dovrà essere quello di tenere alto e vivo il pallone. Quando non sarà così è importante rendere il giocatore consapevole di aver commesso un errore grave. Non chiediamo la precisione nella difesa di attacchi forti, ma solo il tenere alto il pallone in mezzo al campo. Altri tipi di attacchi potranno cadere, ma quelli addosso no!!!!
Per riuscire in questo intento è importante sviluppare nei nostri atleti la capacità di mantenere già in posizione di attesa le braccia con i gomiti flessi e davanti al corpo, in modo da “spezzare” il piano di rimbalzo, accorgimento necessario per riuscire a tenere in campo i palloni su attacchi violenti. Eventualmente potremmo proporre qualche richiesta tecnica superiore ai liberi e agli atleti particolarmente dotati in questo fondamentale riguardo la difesa dei palloni che arrivano fuori dal corpo.


CORRELAZIONE MURO – DIFESA

CHIAMATE DI BASE:

1: PARALLELA: il muro copre il lungolinea. Il nostro uomo a muro di posto 2 contro attacco da posto 4 avversario posiziona la mano sinistra davanti al pallone (speculare per nostro muro da posto 4 contro attacco da posto 2 avversario con la mano destra davanti al pallone)
2: DIAGONALE: Il muro copre la diagonale. Il nostro uomo a muro di posto 2 contro attacco da posto 4 avversario posiziona la mano destra davanti al pallone (speculare per nostro muro da posto 4 avversario con la mano sinistra davanti al pallone).

Esiste poi una terza chiamata, piuttosto difficile da eseguire correttamente e quindi poco usata a livello giovanile, ed è una via di mezzo fra la 1 e la 2.

Un principio base importante è che tutte le eventuali chiamate si annullano nei casi in cui ci sia un’alzata fuori asta e/o un’alzata a filo di rete. Con palla fuori asta il laterale di muro deve accostarsi all’asticella (per evitare il mani-out) mentre con palla a filo di rete le mani dei muratori devono cercare direttamente il contatto con pallone.
Soprattutto nelle prime fasce d’età (fino all’under 14) si può anche decidere di giocare senza chiamate a muro. In quel caso il muro dovrà saltare sulla direzione della rincorsa dell’attaccante e la difesa si dovrà schierare di conseguenza.
Infine, esistono diverse scuole di pensiero riguardo al posizionamento preventivo di un difensore fisso in copertura di un eventuale pallonetto. C’è chi sostiene che nel giovanile, soprattutto nel femminile, sia importante posizionare sempre un atleta a copertura preventiva del pallonetto dal momento che in queste categorie ci sono tanti pallonetti. Io sono del parere che a livello giovanile vada privilegiata la costruzione dell’atleta rispetto al risultato di squadra e quindi è mia abitudine non mettere un giocatore fisso a copertura del pallonetto a costo di subire qualche punto. Questo per condizionare maggiormente gli atleti nella lettura delle varie situazioni di gioco e soprattutto nella capacità di analizzare il tipo di caricamento del braccio dell’attaccante avversario in modo tale da sviluppare la capacità di uscire repentinamente dalle loro posizioni di difesa e andare a difendere l’eventuale pallonetto.
Tutto questo tranne che in caso di muro a tre (situazione però piuttosto inusuale nel giovanile) contro attacco avversario da posto quattro. In questo caso, dal momento che la parallela dovrà essere completamente coperta dal muro, il giocatore che difende in posto 1 deve salire preventivamente sui 4 metri e posizionarsi leggermente all’interno del campo pronto a difendere tutti i tipi di pallonetti / pallette morbide che andranno a cadere alle spalle degli uomini a muro. Analoga situazione con in difensore di posto 5 in caso di muro a tre contro attacco da posto due avversario.




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