Di Filippo Vagli
Alessandro Michieletto, 8,5: si presenta trasformato rispetto alla prima fase del torneo, con uno sguardo determinato e una grinta ritrovata. In ricezione dimostra quasi sempre precisione e, in attacco, si conferma costante e incisivo, mettendo a segno anche tre muri decisivi. La sua prestazione totale è esattamente ciò di cui l’Italia ha bisogno in questo Mondiale, risultando il miglior realizzatore azzurro con 15 punti.
Yuri Romanò, 8,5: sembra aver cambiato marcia rispetto alle difficoltà iniziali nella fase a gironi. In attacco si mostra finalmente continuo, mentre al servizio si trasforma in un vero pericolo con una serie impressionante di tre ace consecutivi che sanciscono di fatto il successo italiano nel momento cruciale del terzo set.
Mattia Bottolo, 7,5: appare sempre più a suo agio nel ruolo e integrato nei meccanismi di gioco della squadra. Sostituire un elemento cardine come Daniele Lavia è una sfida impegnativa, ma il giovane del 2000 sta crescendo partita dopo partita. Oltre a un’ottima efficacia in attacco, ha migliorato la stabilità in ricezione, anche se deve lavorare per evitare ingenuità in alcuni momenti chiave.
Roberto Russo, 7,5: parte con qualche difficoltà, ma riesce a sciogliersi gradualmente, diventando determinante in primo tempo e molto efficace anche a muro. Chiude con un bottino totale di 8 punti, contribuendo in modo importante al risultato.
Giovannimaria Gargiulo, 7: inizialmente facilmente neutralizzato dalla difesa argentina, trova progressivamente le giuste contromisure. Tra i momenti chiave della sua gara spicca un muro fondamentale in una fase decisiva del terzo set, che aiuta a mantenere il vantaggio azzurro.
Simone Giannelli, 8: emerge nei momenti salienti, mettendo da parte le esitazioni della fase a gironi. Il regista torna al livello di genialità che lo contraddistingue, con una capacità di incidere sia al servizio sia con attacchi in prima e seconda intenzione che cambiano spesso l’inerzia della partita.
Fabio Balaso, 8: svolge un ruolo da protagonista rispetto alla fase a gironi, assicurando grande affidabilità in ricezione e trasformandosi in una pedina chiave della difesa italiana, contribuendo con interventi decisivi a mantenere il controllo del gioco.
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