Trascrizione
dell'intervista rilasciata da Massimo Barbolini agli amici di COACH FACTOR Francois Salvagni e Ciro Zoratti.
In questa
piacevolissima chiacchierata Coach Barbolini, l’allenatore italiano più
vincente in attività, toccherà i punti più salienti del lavoro di allenatore
come la gestione del gruppo, la comunicazione, come rapportarsi ai campioni, o
comunque ai giocatori più esperti che ci troviamo in palestra.
Barbolini
spiegherà inoltre come si costruisce un microciclo settimanale, quali
esercitazioni proporre e come pianificare una singola seduta di allenamento,
con esercizi analitici, sintetici e globali.
Infine, un excursus
su quelle che sono le tendenze della pallavolo mondiale.
Buona lettura
Chi è Massimo
Barbolini oggi?
È un allenatore
di pallavolo che ha avuto la fortuna e anche un pochino il merito di arrivare a
determinati livelli e che nonostante abbia giocato tutte le manifestazioni
esistenti ha ancora tanto bisogno e tanta voglia di imparare. Il bello del
nostro lavoro è che ogni giorno, ogni allenamento, ogni partita, ci può essere
qualcosa che ci fa pensare che devi cambiare o che stai facendo bene.
Sicuramente ci fa capire che devi restare aggiornato, che non puoi rimanere
legato solo a quello che fai da anni. È importante avere una linea guida ma
ogni tanto si può cambiare perché la pallavolo cambia a livello di tempi, di
modi di giocare, cambiano i giocatori che hai a disposizione, per cui anche tu
devi essere capace di cambiare.
Com’è il
nuovo Massimo Barbolini nella gestione della comunicazione con la squadra?
Sicuramente
parlo di più di una volta. L’esperienza all’estero con le relative difficoltà
di comunicazione mi hanno fatto capire quanto sia importante la comunicazione e
quindi adesso che posso farlo sono diventato più loquace. Ci sono momenti in
cui la squadra ha bisogno di una comunicazione di gruppo, generale, e altri
momenti in cui è altrettanto importante parlare individualmente anche se a mio
avviso non bisogna eccedere in questo. Quando si parla tanto, il rischio è che
il messaggio principale non giunga chiaro; un po’ come un padre che se ogni
giorno riprende sempre i figli su tutto quello che fanno, poi quelle due cose
fondamentali se sono mischiate ad altre venti meno importanti rischiano di perdersi.
Per questo credo che con l’atleta sia importante non parlare tantissimo. Magari
parlare nei momenti in cui l’atleta ha bisogno o dal punto di vista tecnico o
morale, questo si, è importante. Quello che invece bisogna sempre avere è la
disponibilità al dialogo, nel senso che se l’atleta ha bisogno di parlare
bisogna esserci. Poi, quello che dico sempre alle ragazze, è che ci sono certe
situazioni che le spiego, altre che semplicemente vanno fatte, ad esempio per
quello che riguarda determinate scelte. Poi certo, la condivisione con le
atlete del perché si fa una cosa è un elemento molto importante anche perché a
differenza di alcune altre nazioni in cui si gioca a pallavolo noi non abbiamo
una cultura totalitaria e quindi quello che dice l’allenatore non è un qualcosa
che cade dall’alto ma un qualcosa che deve essere accettato e quindi è bene
venga spiegato.
Con i
campioni, così come con il giocatore magari trentacinquenne con un passato
importante che oggi gioca in serie D, come si affronta il discorso
miglioramento?
Per mia
esperienza il grande campione è quello che crea meno problemi. Credo che in
questi casi sia importante che tra allenatore e giocatore ci sia l’intelligenza
di riuscire a individuare se ci sono degli spazi in tal senso, senza diventare
l’allenatore “fenomeno” che vuole per forza cambiare un qualcosa su determinate
situazioni che riescono già bene così. Ognuno di noi può avere le sue
convinzioni su determinate situazioni (ricezione, attacco, spostamenti a muro,
ecc…) però su un atleta che per tanto tempo ha fatto la stessa cosa e l’ha
sempre fatta bene, è veramente assurdo imporre determinati discorsi. Per questo
tipo di atleti una cosa che è fondamentale, è la gestione della preparazione
fisica, non tanto per noi allenatori di alto livello che abbiamo il preparatore
atletico, ma per chi questa figura non ce l’ha. Di norma questi atleti hanno
un’elevata conoscenza del proprio fisico, e con loro andare ad imporre
determinati lavori fisici a mio avviso è sbagliato, a meno che la cosa non venga
condivisa tra allenatore e giocatore. Bisogna avere molto rispetto di quello
che è il fisico degli atleti, a maggior ragione se parliamo di atleti di 30 -
35 anni; anche perché se sono arrivati a quell’età a giocare ad alti livelli
significa che si sono gestiti bene fisicamente, e gestirsi non vuol dire
allenarsi poco, ma lavorare bene, e quindi perché cambiare? Da questo punto di
vista una buona collaborazione tra allenatore e giocatore è fondamentale. Non
bisogna mai dare per scontato nulla: anche i grandi giocatori possono aver bisogno,
ad esempio, di richiami di lavori tecnici analitici di richiamo, magari 30-40
minuti, su un particolare fondamentale. Confrontandomi con questi grandi
giocatori ho riscontrato che gradiscono e hanno necessità, ogni tanto, non ore
e ore, di aver tempo di fare qualche ripasso su quei temi di tecnica
individuale che giocando tanto e privilegiano il lavoro globale è normale che
vengano a mancare.
Pianificazione
di una tua settimana standard (una sola partita la domenica), la tua idea di un
microciclo settimanale:
Il primo giorno
di lavoro si fanno i pesi (soprattutto potenza, forza) alternandolo a palla. Un
gruppo inizia a fare i pesi e un quarto d’ora prima che questo gruppo finisca
il lavoro con i pesi un altro gruppo inizia a fare riscaldamento in palestra.
Ci si ritrova insieme e si inizia a fare palla a coppie e si fa 45/60 minuti di
lavoro che può essere a volte a circuito con lavoro aerobico o di velocità
misto a tecnico (più stazioni). Al termine il gruppo che aveva già fatto i pesi
finisce e il gruppo che aveva iniziato direttamente con la palla prosegue il
lavoro con i pesi. Nel pomeriggio c’è sempre un lavoro di tecnica analitico e
sintetico nel senso di riprodurre situazioni di gioco ma senza continuare
tanto. Esempio: battuta e ricezione con attacco di prima palla contro muro a
uno e se c’è difesa, attacco contro muro a due e poi stop e poi si riparte.
Questo per fare in modo di garantire un lavoro più analitico di tecnica
individuale cercando di sviluppare delle situazioni che quando c’è la settimana
breve (partita infrasettimanale) non si riesce a fare. Il secondo giorno lascio
la mattina libera e al pomeriggio si fa un lavoro grosso di 6X6. Da quest’anno
all’inizio c’è sempre un tema a seconda di quello che si fa: se ad esempio
nella situazione di gioco c’è side out mettiamo un po’ di battuta. Finito l’uno
contro uno facciamo dieci minuti di battuta con il filo e bersagli da colpire e
da non colpire proprio per lavorare sul colpo della battuta proprio perché dopo
quando si fa il globale non è che si fanno tantissime battute. Quando c’è da
fare difesa magari facciamo quei 10-15 minuti difesa con quegli esercizi che a
me non entusiasmano, vale a dire con il lavoro dai tavoli. Non mi entusiasma
perché è un lavoro fine a sé stesso però serve per la sensibilità alla palla
forte addosso, serve per dare un po’ di ritmo, alle ragazze piace ecc... E
quindi c’è sempre un esercizio di riscaldamento che serve ad entrare
nell’esercizio di competenza che di solito nel secondo giorno, per dare un po’
di ritmo visto che siamo freschi e ad inizio settimana, non parte con una
battuta ma con 2-3 palloni inseriti in base a quello che si vuole allenare. Il
terzo giorno c’è ancora pesi + palla alla mattina e al pomeriggio di norma si
fa un lavoro grosso di battuta e ricezione in cui a volte c’è un gruppo che
batte, una gruppo che riceve, e un terzo gruppo che fa un lavoro di difesa nel
campo dove non si riceve oppure un lavoro di ricezione più individuale con
battuta degli allenatori. Il giorno prima della partita facciamo un solo
allenamento grosso, nel senso di un 6X6 in cui si da prevalenza al cambio
palla, più una seconda palla giocata alternativamente su chi riceve e su chi
difende. Lo facciamo ad un orario centrale (11/13,30) perché giocando il giorno
dopo alle 17 ti consente di fare un buon allenamento, con buoni ritmi, saltando
facendo tutto e nello stesso tempo di poter fare un buon recupero fino alla
mattina dopo quando facciamo il solito allenamentino di un’ora, un’ora e un
quarto per muoverci un pochino. Per me l’allenamento della mattina (prepartita)
è importante non solo da un punto di vista fisico ma soprattutto dal punto di
vista dell’attenzione, per entrare già nel ritmo della partita. Mi trovo bene a
fare un allenamento grosso il giorno prima della partita perché altrimenti, il
calare troppo presto il ritmo mi pare non sia produttivo
Lavoro della
mattina: salti sì o no? Salti per tutti? Se si salta si salta al massimo?
La mattina del
giorno della partita nessuno salta per attaccare e ci si allena a ritmo molto
basso. Facciamo però un buon riscaldamento con il preparatore di 20-25 la cui
parte finale prevede esercizi di rapidità e situazioni per risvegliare il
sistema neuronale degli atleti. Lascio 5-10 minuti finali nei quali se qualcuno
vuole provare qualche attacco (con il salto ovviamente) lo può fare. Nelle
mattine infrasettimanali dipende molto dal lavoro. Quando facciamo allenamento
alle 11 di mattina il giorno prima della partita, tutti fanno tutto, a meno che
ci siano problemi fisici. È un allenamento normale, un allenamento di partita.
Quando facciamo palla e pesi dipende molto dall’esercizio che facciamo: di
solito i ricettori lavorano con il palleggiatore alternando ricezione a difesa
(e il palleggiatore palleggia) a livello di tecnica individuale. Nell’altro
gruppo ci sono i centrali e gli opposti che 10-15-20 minuti di salti a muro perché
per loro, per il loro ruolo, il lavoro individuale è quello. Magari nella
seduta pesi si tiene conto di questo facendogli fare meno salti nelle
trasformazioni.
Singola
seduta: al netto del riscaldamento, come sviluppi il lavoro analitico,
sintetico e globale?
Partiamo dal
fatto che le ragazze, quando c’è allenamento tecnico (non quando c’è pesi)
hanno l’obbligo di presentarsi in palestra 20 minuti prima rispetto all’orario
di inizio dell’allenamento. Questo per poter mettersi il cerotti, per andare
dal fisioterapista, e dieci minuti ogni ragazza fa i suoi esercizi individuali
di prevenzione (caviglia, spalla, schiena, ecc…). Poi si parte con il
riscaldamento, che è sempre guidato dal preparatore o dal secondo allenatore.
Poi dipende molto da quello che facciamo. Prendiamo ad esempio un allenamento
sul cambio palla partiamo una decina di minuti con tre gruppi che ricevono
palloni battuti da dentro il campo dagli allenatori. Poi facciamo attacco e
difesa; all’inizio dell’anno mi piace farlo guidato, chiamando i colpi,
cambiando le coppie. Poi andiamo a scaldare l’attacco: un ricettore-attaccante,
un libero, un centrale e un opposto, gli altri battono (possiamo farlo sui due
campi alternando le azioni per non tirarsi in faccia) e si fanno azioni di
ricezione attacco. Quando il ricettore attacca, cambia con l’altro ricettore
che è nel suo campo a battere. Girano anche i centrali, i palleggiatori. È un
esercizio un po’ lento, ma dovendo fare ricezione attacco, se lo si vuol fare
tranquillamente, può andare bene. Poi andiamo al gioco e facciamo azioni di
ricezioni attacco. A me piace cambiare i sestetti, soprattutto per una squadra
come noi che gioca tante partite. Provare la squadra titolare ogni tanto è
importante però durante l’anno, anche per avere un livello alto di gioco, mi
piace mescolare. Alzatore titolare e opposto titolare li tengo sempre insieme.
Ruoto i tre centrali principali e anche gli schiacciatori ricevitori, per
tenere sempre il livello alto. Anche l’intesa libero – alzatore è importante
perché se hai due alzatori diversi, uno alto a cui puoi ricevere la palla un
metro sopra rete, e uno piccolo a cui la devi ricevere diversamente, è un
qualcosa che va allenato. Di solito faccio tre giri di formazione, tre esercizi
della durata di un set medio (20-25 minuti). Anche se poi alla fine, tutte le
squadre che vincono, lo fanno giocando sempre con le stesse sette giocatrici, è
la storia che ce lo dice. E questo lo sia fa solo creando un’intesa massimale,
un’alchimia perfetta, tra le 7 giocatrici titolari, provando, riprovando e
riprovando le varie situazioni. Per unire le due esigenze (sestetti mescolati o
sestetti bloccati) io di solito nella prima parte della settimana mescolo i
sestetti, faccio ruotare, mentre più mi avvicino alla partita più tengo insieme
il sestetto base.
Lavoro
globale: usi i punteggi? Sempre? Senza i punteggi?
Secondo me sul
globale c’è un po’ di fraintendimento. Molti intendono lavoro globale = lavoro
a punteggio. Secondo me non è così; il lavoro a punteggio è solo una parte del
lavoro globale, così come il lavoro a punteggio può essere usato anche durante
l’analitico (fai ricezione e tieni il punteggio). La prerogativa del lavoro
globale è anche quella di poter fare tante ripetizioni di una particolare
situazione, cosa che non puoi fare quando fai un lavoro a punteggio. Ad
esempio, con i miei attaccanti a volte faccio esercizi globali chiedendogli di
provare un particolare colpo d’attacco (es. oggi giochi solo mani e out,
piuttosto che solo diagonale, ecc…), e in quel caso non è che può sbagliare
quando vuole ma nello stesso tempo devo accettare qualche errore in più se sta
provando un colpo nuovo o che non gli viene particolarmente bene. E questo tipo
di esercizio non si sposa tanto con il lavoro a punteggio. Dipende anche da
quante partite fai. Se fai poche partite è bene inserire più esercizi a
punteggio perché sono quelli che più di ogni altra esercitazione ripropongono
la tensione e lo stress del punto a punto che esiste in partita. SE invece
gioco tante partite, durante il 6X6 preferisco provare determinate situazioni,
senza bisogno dello stress del punteggio. Un’altra cosa che ripeto sempre è che
quando facciamo esercizi a punteggio dobbiamo fare esercizi a punteggio facili.
Vedo fare degli esercizi che ci vuole uno scienziato per tenere i punti e dal
momento che quando gioca il giocatore deve pensare a cosa far bene tecnicamente
non può essere troppo concentrato sui vari tipi di punteggio che valgono i vari
colpi. La pallavolo è un gioco che è già complicato di per sé da giocare, per
cui il nostro compito è quello di semplificarlo il più possibile. Un esercizio
che io faccio molto quando lavoro sul globale è su cinque battute (stessa
rotazione) ci sono tre situazioni di gioco: cambio palla, freeball,
contrattacco della squadra avversaria di palla alta. Se queste 5 battute deve
fare 3 volte cambio palla, 4 volte punto sulla freeball e 2 volte far punto su
situazione di contrattacco avversario (break point). Quando riesce a finire è
un punto grosso. Se non ci riesce ha un’altra possibilità. Se nemmeno con la
seconda possibilità riesce, il punto grosso lo segna l’altra squadra. E dopo si
cambia squadra che batte. E’ un buon esercizio perché unisce tutto, tutte le
tre situazioni di gioco; la situazione che di solito ti fa perdere è quella
della freeball perché 4 su 5 a livello femminile è un numero piuttosto importante,
e soprattutto dipende molto da te, nel senso che devi fare l’appoggio preciso,
l’alzatore deve fare la scelta giusta, ecc… Sulle altre due situazioni dipende
un po’ più dagli altri nel senso che sul cambio palla magari ti danno una mano
perché sbagliano una battuta, nella palla alta magari tirano una palla fuori. È
un bell’esercizio, abbastanza lungo perché su sei rotazioni diventa un
bell’allenamento spesso di un’ora e mezzo. Li è bene fare un tabellone per far
capire alle ragazze come funziona il gioco.
Placì
sostiene che è meglio fare esercizi in cu si parte da zero a zero perché
partire 20 pari è si interessante ma a lungo andare si perde un po’
l’attenzione a giocare bene anche i primi punti. Cosa ne pensi?
Io di solito
parto 15-15, 17-17- 20-20, però questa osservazione di Placì è interessante su
cui fare dei ragionamenti, perché anche i primi punti della partita sono
importanti. L’unico problema è che così facendo i set diventano molto lunghi e
si possono fare pochi esercizi.
Analitico e
globale: l’analitico ti consente di svolgere un elevato numero di ripetizioni
però scollegate dal gioco, il globale è eccezionale perché ripropone la
situazione reale ma non ti consente di ripetere lo stesso gesto molte volte.
Come gestisci questi due aspetti?
Io credo che
l’analitico lo si possa lavorare anche all’interno del globale quando proponi
delle esercitazioni senza punteggio focalizzate su un preciso gesto tecnico
(es. attacco di palla alta o il centrale che attacca che dichiara prima la zona
dove attaccherà in modo che nell’altro campo il muro avversario sa dove
attaccherà e questo lo obbligherà ad attaccare contro le mani del muro come se
fosse un esercizio analitico). Io però, ad inizio allenamento, in certi
fondamentali tipo la ricezione, l’analitico individuale lo uso (es. palla a
destra e sinistra, palla avanti e indietro). Così come nulla mi vieta che se
nel globale voglio fare fase break, prima di passare al globale posso fare dieci
minuti di difesa con attacchi dai tavoli su una coppia di difensori che
difendono la diagonale, ad esempio. Sono situazioni che non sono reali, perché
la difesa la devi fare in base a cosa fa il tuo muro, in base all’attaccante,
però quell’idea della palla in mezzo, della palla forte che la senti addosso,
del provare sempre ad andare sul pallone, quello lo puoi mettere. Nell’attacco
fai più fatica a farlo perché i salti che fai nell’analitico li devi sommare
poi a quelli che devi fare nel globale.
Durata della
seduta di allenamento: Mazzanti con un algoritmo, in base al numero di salti
che vuol fare e al ritmo, ricava la durata dell’allenamento. Tu come ti regoli?
Io sono più “a
sentimento”. Di norma sto intorno alle due ore; poche volte andiamo oltre o
meno delle due ore. Riscaldamento, 15-20 minuti di analitico per instradare il
lavoro e poi un’ora e 15, un’ora e 30 di lavoro globale. Il ritmo dipende molto
dall’esercizio che si fa. Il nostro sport non è uno sport da ritmi alti; tra
challenge, time out, e interruzioni varie, è uno sport che ha dei ritmi
bassissimi. E a volte noi allenatori, un po’ perché l’esercizio viene meglio,
un po’ perché alle ragazze piace, teniamo dei ritmi di allenamento che dopo non
si hanno in partita. Ecco perché io a volte faccio allenamento con esercizi di
gioco con solo la battuta e senza la seconda palla, perché poi in partita è
così. È evidente che ti alleni di più facendo ritmo alto però il nostro non è
uno sport da ritmi alti. E quindi è corretto abituarsi a situazioni reali
facendo anche allenamenti a ritmi bassi, magari più lunghi, ma a ritmi bassi.
Così come i centrali, quando nelle esercitazioni globali vanno in seconda
linea, è importante che stiano anche fuori dal campo perché poi è quello che
accade in partita e si devono abituare anche se la cosa costa sofferenza.
Cosa si è
visto di nuovo negli ultimi mondiali femminili?
Si è vista la
ricerca di giocare palloni veloci, ma secondo me dipende molto dagli attaccanti
che hai. La mia idea è che con la palla staccata da rete è meglio giocare una
palla più morbida, suffragata dai numeri. C’è molta spettacolarità nel giocare
palle veloci anche da fuori rete però poi bisogna vedere l’efficacia, perché
con una palla di questo tipo l’attaccante si trova a fare quello che può fare e
non quello che vuole fare. Poi, certo, con palla buona bisogna giocare più
veloce possibile anche perché ormai ci sono delle centrali fisicamente molto
forti e veloci che arrivano a chiudere con muri altissimi e quindi cercare di
velocizzare mi trova d’accordo. Sul contrattacco sono un pochino più
tradizionalista, anche se dipende dai giocatori che hai; ci sono giocatori che
faticano con la palla alta o morbida e allora con questi probabilmente è
opportuno velocizzare anche con palla staccata da rete. La mia indicazione di
massima è che fino a che la palla sta nei tre metri cerchiamo di giocare veloce
e appena esce cerchiamo di dare un pochino più pancia perché tanto il centrale avversario
arriva a muro. Sul cambio palla cerchiamo di giocare con quattro attaccanti
anche se alla fine non lo si fa tantissimo. Io quest’anno lo sto facendo perché
ho attaccanti che sanno attaccare bene dalla seconda linea una palla rapida,
altrimenti non avrebbe senso farla. Il mio dubbio grosso è sempre quanto tempo
perdo per sistemare queste situazioni; magari di queste palle ne gioco due a
set e per allenarle ho usato molto tempo che potevo forse usare per allenare
meglio quei dieci palloni di palla alta che poi sono costretto a giocare in
tutti i set. Anche perché se andiamo a vedere i numeri, di tutte queste squadre
che giocano con quattro attaccanti poi nei momenti importanti, giocano
pochissimo con il quarto attaccante dalla seconda linea. La regola che ho messo
io è che sul contrattacco non voglio vedere centrali che corrono per il campo;
se vanno a murare il posto quattro avversario, su rigiocata non mi chiamano la
sette ma giocano un primo tempo vicino a dove sono ricadute da muro; questo
serve anche per giocare con il quarto attaccante, il quale deve sapere che tipo
di primo tempo giocherà il proprio centrale su rigiocata per proporsi a sua
volta da seconda linea onde evitare di andarmi a sovrapporre a lui.
Sovrapporre, è una cosa che puoi farlo nella maschile dove ci sono dei primi
tempi molto, molto credibili e molto alti e veloci, e quindi sovrapporgli una
palla velocissima da seconda linea è buono. Nel femminile lo è molto meno e con
le mie squadre preferisco giocare spostato nel senso che se il centrale fa la
sette l’attacco da sei lo porto in mezzo, se il centrale fa la uno o la due
faccio la pipe la sposto.
C’è qualcosa che
a tuo avviso non andrebbe fatta in palestra?
10-15 minuti di battuta libera, senza i
ricettori, un paio di volte alla settimana secondo me serve. Mi sono però
accorto che farlo a fine allenamento serve a poco perché viene visto dai
giocatori come una sorta di riempitivo per far finire l’allenamento. Invece,
fatto subito dopo il riscaldamento (l’ho imparato dai Giapponesi), magari il
giorno in cui dopo lavoriamo sulla ricezione, secondo me è una cosa utile.
Questi i link attraverso i quali potrete riascoltare l'intervista in oggetto sul canale COACH FACTOR della piattaforma YouTube
https://youtu.be/f1-coDIXw2M
https://youtu.be/ctWbgg10CDA
https://youtu.be/tzng1qBvmjA
https://youtu.be/cFaR5SOi6fY
https://youtu.be/ZGk15GbWrWo
https://youtu.be/Oz68jVLpQy8
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