Nel mondo di
mezzo della pallavolo maschile, settore giovanile e categorie che precedono la
Superlega, non di rado pregiudizio e vecchi dogma, contribuiscono a non
evidenziare ciò che il gioco ci rende esplicito. Non esiste il bagher. Esistono
i bagher. L’altezza della rete posta a 2 m.15 in under 14, via via l’incremento
della forza dei ragazzi, fanno del servizio in salto un colpo importante e
molto utilizzato. In questo ormai consolidato contesto, quantità, attenzione,
correzioni, da dedicare al bagher di ricezione del servizio in salto sono una
delle priorità cui ho notato dare ancora un impegno e una rilevanza
insufficiente. Siamo ancora quelli molto meticolosi nello spiegare il bagher di
appoggio o quello di ricezione vs il servizio float ma meno motivati e convinti
dell’importanza di dare informazioni altrettanto precise e convinte su questa
tecnica?
Approfitto per
dare qualche breve spunto di riflessione su questo.
Ricezione di
battuta salto "forte forte ". Capacità principale da sviluppare;
tenuta e controllo della palla. Parole di aiuto al giocatore; "Dove vanno
gli occhi vanno le braccia " "Fatti trovare fermo e cedi (diventa
piccolo) durante il contatto e non prima ". Esempio utile; La mamma ti
lancia il portachiavi dal terzo piano, come fai perché non cada direttamente al
suolo? Non ricordo il collega che ha fatto per primo questo paragone ma l’ho
fatto mio perché da bene l’idea! Tenere "viva "la palla per
consentire il prosieguo dell’azione è l’obiettivo. Per ottenere un buon risultato
tutti noi sappiamo che occorrono condizioni tecnico posturali che consentano al
ricevitore due condizioni fondamentali, ammortizzare e mantenere orientato il
piano di rimbalzo. Non affronterò questo tema, pur di primaria importanza,
visto che mi rivolgo a colleghi che bene conoscono la tecnica e sul quale
libri, manuali e quant'altro sono di facile reperimento. Preferisco dare il mio
contributo su un aspetto, chiamiamola pre condizione, legato alla grande
difficoltà di lettura provocata dalla velocità del colpo. Proviamo a metterci
nei panni del giocatore pescando nella nostra memoria per meglio comprendere,
in questo modo, le difficoltà che il nostro ricevitore deve affrontare. Quasi
tutti noi ci siamo una o più volte ritrovati nel campetto della parrocchia
coinvolti nella partita di calcio. Quando ci è toccato far parte della
barriera, l’amichetto preposto all’esecuzione della punizione (di solito scelto
per sviluppo precoce e di peluria munito), caricava a tutta forza il suo tiro
verso la porta. Da parte mia, avendo solo due mani a disposizione, (ah gli
umani!) con una difendevo le parti basse e con l’altra parte del viso. Nelle
giornate storte, però, la palla mi colpiva senza che potessi batter ciglio
nella parte del viso rimasta scoperta. Crescendo poi nel mondo del volley, ho
via via sviluppato una maggiore capacità di lettura delle traiettorie,
conseguenza della quotidiana osservazione di attacchi, servizi. Questo,
tuttavia, non mi ha impedito sorprese e nuovi imprevisti. La prima volta che ho
affrontato Crema con Cazzaniga al servizio, qualche anno più tardi a Kazan con
Leon, ho avuto la sensazione che, pur ben distante, la mia preoccupazione era
non tanto che i miei subissero un ace, ma che non avrei avuto chance di
salvezza nel malaugurato caso fossi stato colpito. Il mio occhio non era
sufficientemente allenato a certe velocità e aveva bisogno di uno step
superiore per adattarsi. Per ottenere un significativo adattamento e capacità
di lettura di colpi fulminei occorre tanto allenamento, trovarsi nel citato "mondo
di mezzo" non fornisce un adeguato aiuto in questo senso, troppo poche le
opportunità e la continuità di servizi "forti forti" È l’ostacolo più
importante che un ricevitore si trova ad affrontare se riesce in seguito a fare
parte di una squadra di alto livello. Lo strumento che meglio di tutti, viene
in soccorso alla scarsa abitudine o poca continuità di allenare la ricezione di
un colpo forte forte, è la sparapalloni. Grazie al suo utilizzo avremo la
possibilità di dare continuità e abituare i nostri ricevitori a questo fine.
Creando le condizioni per ricercare man mano risposte tecniche coerenti in
condizioni progressivamente più difficili legando il colpo d’occhio
all’esigenza di tenuta e direzione del bagher in condizioni di alta difficoltà.
Forti motivazioni, concentrazione, permettono di sviluppare una raccolta di
informazioni utili per incrementare le pre condizioni al gesto tecnico;
l’utilizzo del video nello studio della battuta dell’avversario e ancora di più
l’analisi del proprio gesto tecnico forniscono un aiuto altrettanto
significativo.
Ricezione di
battuta forte. Consente al ricevitore un appoggio, un aggiustamento qualora
necessario. Il tutto legato alla massima concentrazione del ricettore che
permette la tempestiva lettura della traiettoria. In caso di mancato intervento
l’allenatore deve essere intransigente e le parole da usare in questo caso non
servono. Serve riproporre non ripetizioni di situazione simile allo scopo di
rimarcare l’arrendevole atteggiamento.
Ricezione
battuta corta Questo tipo di ricezione è di competenza del centrale, ma se
ci si trova in una rotazione in cui non può intervenire, occorre comprendere
che non sempre il giocatore che si dovrebbe occupare di un intero terzo di metà
campo ha il tempo necessario per fare un movimento avendo come priorità la
palla forte. Il suo compito è complicato. "Le braccia sotto la palla"
sarà la canzone che canteremo in tale occasione. Come anticipato, non posso
fare a meno di parlare di competenze, ne parlo in modo sbrigativo e solo per
rimarcare la difficoltà del ricettore di occuparsi di tutta la striscia di
campo in presenza di una battuta forte alternata a un buon colpo short.
Decisamente importante, dunque, allenare i nostri centrali, il cui compito è di
intervenire anche nella non rara possibilità che un servizio tocchi il nastro e
si diriga nella zona di loro competenza. Dì certo un buon posizionamento di
partenza, un martellamento vero e proprio da parte nostra su questo, è
necessario nei confronti dei nostri centrali, utilizzando video di buon esempio
e cercando di non abbassare la guardia perché l'effettiva quantità di questi
colpi in gara non è tale da motivare in se' un giocatore che non ha bene
interiorizzato l’importanza di questo, non soltanto per la ripartizione del
campo in fase di ricezione, ma anche in funzione della preparazione del proprio
attacco.
Come riferimento ho indicato in modo generico un modello di
prestazione definito mondo di mezzo. Il livello dei battitori certifica spesso
la capacità di essere efficaci in una determinata zona di campo e con una
diversa e minore qualità nei colpi che utilizza meno. Lo studio con i video,
permette di individuare caratteristiche e zone importanti, consentendo di
modellare una tattica di ricezione. Stimolare nelle nostre partitelle, con
esercizi specifici, una tattica di ricezione che sappia diversificarsi e metta
pressione al battitore. Sarà di stimolo ai nostri stessi battitori nel cercare la
sfida di colpi e di idee. Forzare o meno qualche scelta, avere idee e
personalizzare il gioco, da risposte alterne; vigilanza e capacità di
valutazione sono la premessa per essere consapevoli protagonisti in movimento.