INDICAZIONI
METODOLOGICHE NELLA INDIVIDUAZIONE, NELLA SPECIALIZZAZIONE E NELL’ALLENAMENTO
DELL’ATTACCCANTE RICEVITORE NELLA PALLAVOLO FEMMINILE
Prof. Marco
Bonitta
Prof. Marco
Mencarelli
Il materiale che
presentiamo nasce da una sintesi di esperienze dirette, da un confronto tecnico
costante, sia a livello nazionale che internazionale, e da una serie di
riflessioni maturate alla luce di un’analisi complessiva condotta, a livello
nazionale, sul settore femminile, sia in ambito giovanile che assoluto.
La prima
considerazione ha come riferimento il campionato di serie A1 dove sono poche le
giocatrici italiane titolari nel ruolo di ricettore attaccante e nell’immediato
non si intravedono elementi di talento capaci di assumere un ruolo da
protagonista nella pallavolo di elite. Questo ovviamente a discapito della
Nazionale Seniores Campione del Mondo che, nel prossimo futuro, potrebbe avere
difficoltà di ricambio generazionale soprattutto in questo ruolo.
I campionati
giovanili, negli ultimi anni, hanno subito una serie di cambiamenti di
regolamento (soprattutto con le regole sulla tolleranza nel primo tocco e sulla
possibilità di utilizzo del libero) che, a nostro avviso, col tempo, hanno
inciso negativamente sullo sviluppo delle abilità connesse al bagher in
generale e, in particolare, alla sua utilizzazione come tecnica di ricezione.
Le atlete che
sono entrate a far parte del Club Italia hanno, in tal senso, evidenziato un
livello di partenza decisamente basso e una serie di problematiche tecniche
(soprattutto la mancanza di sensibilità che si riflette in basse percentuali
della palla statisticamente valutata come perfetta) che restano evidenti anche
dopo percorsi intensivi di elevata qualità capaci comunque di abbassare
sensibilmente le percentuali negative. Tutto ciò ha inciso in maniera
significativa sul lavoro di specializzazione nel ruolo di ricettore attaccante
perché, come vedremo, è un ruolo che richiede una dimestichezza particolare
proprio delle tecniche di ricezione che, oltre a consentire una buona ricezione
della palla, non devono condizionare il successivo sviluppo del potenziale di
attacco (non subire la tattica di servizio avversaria).
I dati riportati
dalla Nazionale Pre-Juniores durante le due manifestazioni internazionali
disputate (Europeo e Mondiale) attestano le difficoltà di cui sopra; infatti,
in entrambe le competizioni, è stata riscontrata una bassa efficienza
complessiva nel fondamentale di ricezione nonostante la nostra squadra si sia
confermata tra le migliori (durante il Campionato Europeo, l’efficienza bassa
era dovuta sia a basse percentuali di positività che ad elevate percentuali di
errore mentre, durante il mondiale, le percentuali di errore erano state
allineate con lo standard delle migliori scuole pallavolistiche ma restava
bassa la percentuale di palla “perfetta”).
Da quanto
suddetto riteniamo che lo sviluppo specialistico del bagher di ricezione
(parallelamente avviene l’individuazione delle attitudini al ruolo di ricettore
attaccante) debba essere intrapreso in un momento precedente, rispetto alle
tendenze attualmente riscontrate, e che la fase “sensibile” per iniziare questo
percorso sia nel periodo compreso tra i 13 e i 15 anni.
Il percorso
che si intende tracciare passa attraverso tre momenti:
- individuare
(l’attitudine al controllo delle tecniche, l’attitudine al ruolo e l’eventuale
talento);
-
specializzare (sia i talenti che coloro che hanno dimostrato attitudine
perché nei giochi sportivi si possono raggiungere elevati livelli di
qualificazione senza essere necessariamente un talento);
- consolidare
(gli apprendimenti perché in una disciplina tecnico – tattica come la pallavolo
l’utilizzazione delle tecniche apprese in gioco è la misura della qualità
dell’apprendimento).
La cronologia
delle suddette tappe di sviluppo costituisce attualmente un problema perché, se
la strutturazione delle sensibilità richieste, in particolar modo nella
ricezione, avviata successivamente alla “fase sensibile” lascia alcune lacune
impossibili da colmare in un secondo momento, anche in ambiti di lavoro altamente
qualitativo, è evidente come venga compromesso il percorso formativo ottimale
del giocatore e compromessa la eventuale identificazione e consacrazione del
talento.
Quindi il
periodo del minivolley dovrebbe essere una fase in cui il gioco rappresenta l’aspetto
centrale del programma di lavoro e gli strumenti per giocare (tecniche) si
strutturano per imitazione delle situazioni di gioco. Individuazione e
specializzazione devono essere una prerogativa del passaggio dall’under 13
all’under 15 e la categoria successiva (l’under 17) deve essere il momento
della consolidazione in funzione dell’alto livello o dei massimi livelli di
qualificazione individualmente ipotizzabili.
OBIETTIVI
Gli obiettivi
devono necessariamente abbracciare tutti gli aspetti con cui si esprime
l’attaccante ricevitore (tecnici, tattici, fisici e comportamentali che, in
senso lato, implicano gli aspetti intellettivi, psicologici e motivazionali).
Per quanto
concerne gli aspetti tecnici, appare chiaro nella premessa, il problema
prioritario nella pallavolo femminile italiana riguarda le tecniche di
ricezione, ed in particolare il bagher, piuttosto che le tecniche di attacco
che da un lato evidenziano una mole di lavoro, anche nei settori giovanili,
tendenzialmente accettabile, dall’altro presuppongono alcune capacità, come il
salto e la stabilità articolare della spalla, che sono prerogativa di una certa
esperienza pregressa di allenamento.
Sintetizzando
gli aspetti tecnici prioritari del bagher di ricezione:
- gli arti
superiori, al momento del tocco, devono essere tesi e distanti dal corpo, i
polsi uniti ed extraruotati e le spalle chiuse avanti per offrire maggiore
compattezza al piano di rimbalzo a livello dei gomiti;
- gli arti
inferiori in posizione di partenza devono garantire una elevata dinamicità
(diverse sono le interpretazioni relative a quale piede deve stare avanti e
quale dietro) e nel momento dell’impatto un solido punto di appoggio (questo
aspetto va visto relativamente agli adattamenti che il bagher di ricezione
subisce in risposta a vari tipi di traiettoria di servizio).
Dal punto di
vista metodologico, in ambito formativo e di specializzazione, è necessario
perseguire i seguenti obiettivi prioritari:
1- Il bagher
va eseguito spingendo la palla con l’uso prevalente degli arti inferiori. Le
braccia costituiscono un piano di rimbalzo con una funzione di direzionamento
del colpo e devono intervenire il meno possibile nella determinazione della
spinta. L’apprendimento solo per imitazione dei modelli dell’alto livello, da
parte delle giovani giocatrici di pallavolo, tende a sviluppare quasi sempre
un’azione di spinta sia di gambe che di braccia, difficoltosa sia da apprendere
che da ottimizzare in funzione dello sviluppo della sensibilità, presupposto
del controllo tecnico e della precisione. Sicuramente, la spinta a carico degli
arti inferiori, è più faticosa, sia a livello di impegno fisico che mentale,
però l’evoluzione e l’abilità che ne consegue garantisce un maggior controllo
della precisione. In sintesi la spinta di gambe, con un significativo impulso
dei piedi, prevale sulla spinta delle braccia perché queste devono essere
preparate “distanti dal corpo” e con una inclinazione e compattezza ottimali
per consentire il controllo del rimbalzo della palla. Il giovane è tendenzialmente
portato a cercare la palla ponendo attenzione esclusivamente al piano di
rimbalzo e quasi mai alla necessità di facilitare l’impatto e la sua
finalizzazione (raggiungere con precisione l’obiettivo) portando tutto il corpo
sulla traiettoria di arrivo o, quanto meno, nella posizione migliore di
intervento. Lo sviluppo della sensibilità, oltre che nel controllo dell’impatto
con la palla, consiste anche nell’abilità a cercare la palla con lo scopo di
toccarla in posizioni del corpo equilibrate e dinamiche, con gli arti inferiori
in spinta o in tenuta (è spesso impreciso il tocco eseguito durante il
movimento di accosciata passiva ed incontrollata), con azioni del busto che
consentano gli adattamenti del piano di rimbalzo. Proponiamo, come esempio,
alcuni esercizi che potrebbero
essere presi
a modello per il raggiungimento di questi obiettivi specifici:
a- Bagher
alla parete focalizzando l’attenzione sul “lavoro” degli arti inferiori;
b- Una
serie di variabili all’esercizio precedente rese possibili dall’uso di colpi
con un solo braccio, con o senza spostamento, utilizzando palloni di diverso
formato e peso, palline da tennis o di altro tipo, ecc.;
c- Bagher
alla parete e/o in campo eseguito con l’utilizzo del “bastone sotto le spalle”
che aiuta a “sentire” le braccia lontane dal corpo (anche in questo tipo di
esercitazioni possono essere sviluppate le variabili proposte al punto b);
d- Bagher
alla parete con “tavoletta” utilizzando palline da tennis e/o differenti
palloni (esercizio capace di focalizzare l'attenzione sul direzionamento del
colpo e sulla capacità di dosare la forza sulla palla o pallina);
e- Bagher
eseguito partendo da una posizione con un ginocchio a terra, da seduti su un
panchetto, passando sotto la rete (azioni che esaltano la funzione delle
gambe);
f- Bagher
eseguito appoggiando un oggetto a terra prima dell’impatto (sensibilizzazione
all’uso del contromovimento per essere attivi di gambe all’impatto);
g- Bagher
eseguito con l’elastico intorno alla vita.
(tutte queste
proposte hanno in comune la capacità di imporre particolare attenzione
sull’azione di spinta a carico degli arti inferiori lasciando agli arti
superiori solo le funzioni di controllo della precisione)
2- Un secondo
obiettivo da indicare, sempre inerente alla sfera tecnica, riguarda la
definizione dei concetti di frontalità e lateralità. Il primo aspetto da
precisare è che frontalità e lateralità sono riferiti alla posizione dei piedi
e delle spalle nel momento in cui avviene il tocco (da non confondere con la posizione
di partenza prima di spostarsi sulla direzione di arrivo della palla). E’ ovvio
che, nel primo approccio all’insegnamento tecnico, l’obiettivo da ricercare è
quello della frontalità, perché educa ad un corretto e rapido spostamento
contro traiettorie che ne consentono l’attuazione, sviluppando i meccanismi
percettivi sui quali si fonda la capacità di lettura delle traiettorie stesse.
Il concetto di ricerca della frontalità assume dei significati diversi a
seconda dei momenti che contraddistinguono il processo di sviluppo della
capacità di ricezione. Nel percorso di individuazione e specializzazione
ricercare la frontalità significa posizionare sempre il corpo sulla traiettoria
di arrivo della palla con una gestualità di arti inferiori che consenta di
essere costantemente rivolti con le spalle al bersaglio (la palla viene
impattata con i piedi sulla stessa linea e nello spazio compreso tra le
ginocchia senza particolari movimenti di orientamento del piano di rimbalzo).
Su questa base tecnica si struttura il meccanismo percettivo specifico di
valutazione delle traiettorie e dei tempi tecnici con cui devono essere
eseguiti i movimenti preparatori (il giocatore impara ad anticipare l’impatto
e, tramite il contromovimento di gambe, riesce ad essere “attivo”, quindi in
spinta verso la palla). L’evoluzione del servizio, tendenzialmente molto rapida
rispetto all’evoluzione delle abilità di ricezione, impone subito
l’insegnamento di altre abilità specifiche per il ricevitore (e per
l’attaccante ricevitore in particolare) che sono da un lato la capacità di
orientare il piano di rimbalzo verso il bersaglio utilizzando rapidi
spostamenti degli appoggi (arretrare l’appoggio per facilitare l’esecuzione del
bagher laterale alto, aprire un appoggio per facilitare l’esecuzione del bagher
laterale avanti, avanzare con un appoggio per facilitare l’esecuzione di un
bagher su palla molto corta, ecc.), dall’altro la capacità di mantenere il
piano orientato al momento del colpo su ogni tipo di traiettoria che può
arrivare nella propria zona di competenza. Il presupposto è che il “bagher” non
può esser eseguito a “spalle piatte” e la capacità di controllare
l’innalzamento della spalla esterna, rispetto alla traiettoria di arrivo della
palla, costituisce l’aspetto tecnico prioritario nel determinare l’orientamento
del piano di rimbalzo. Il concetto di bagher laterale è riferito quindi al
punto d’impatto con la palla rispetto al corpo perché il piano di rimbalzo in
realtà resta costantemente orientato sul bersaglio (quindi frontale al
bersaglio). L’insegnamento del bagher cosiddetto laterale va introdotto quasi
subito perché la sensibilità richiesta è specifica come specifica è la funzione
percettiva con cui viene gestita la traiettoria. Nella specializzazione dei
ricettori attaccanti, per evitare i condizionamenti imposti dalla tattica del
servizio avversario, l’insegnamento di questa abilità tecnica altamente
specifica rappresenta un passo determinante.
Alcuni
esercizi utili nella strutturazione delle abilità descritte potrebbero essere:
a- Bagher
alla parete con tavolette (la tavoletta non bene orientata esalta
l’imprecisione del colpo);
b- Bagher
spalle alla parete su lancio del compagno (questo tipo di esercitazioni si
presta ad un elevato numero di utilizzazioni soprattutto per sviluppare la
capacità di adattare il piano di rimbalzo a traiettorie che arrivano alte e più
o meno vicine al corpo);
c- Bagher
sul campo con lo scopo di inviare la palla al tecnico che, da un plinto
posizionato nella zona di rete dove opera il palleggiatore, lancia la palla su
traiettorie con incidenze caratteristiche di vari tipi di servizio (gestione
frontale o laterale del bagher, gestione del bagher “corto” e del bagher contro
il servizio in salto, ecc.)
3- Per quanto
riguarda gli aspetti comportamentali, e quelli mentali in particolare, è
importante fare diretto riferimento ai concetti di “stile attentivo” connesso
alla “strutturazione della percezione di autoefficacia” e di “reattività della
risposta motoria”. Lo stile attentivo richiesto nella ricezione è di tipo
focalizzato perché l’allenamento di questa tecnica comporta l’analisi di poche
variabili ( battuta, traiettoria della palla, visualizzazione del punto rete).
Lo stile attentivo focalizzato, per il giocatore di pallavolo, comporta un
impegno mentale elevato e un maggiore affaticamento del S.N.C.; tuttavia
sappiamo anche che il controllo tecnico del fondamentale è determinante ai fini
del risultato (sia inteso come apprendimento sia come rendimento) e che il
miglioramento è direttamente proporzionale al numero di ripetizioni proprio in
quelle tecniche che rispondono ad un numero relativamente basso di variabili
situazionali. La considerazione che ne deriva implica, sul piano metodologico,
che debba essere considerata anche la gestione dei tempi di allenamento
specifico proprio per evitare sensibili cali di rendimento quando il tempo di
esercizio diventa lungo e la difficoltà a focalizzare l’attenzione condiziona
la qualità delle ripetizioni rischiando di rendere l’allenamento decisamente
improduttivo se non dannoso (l’insicurezza che scaturisce da un elevato numero
di errori può riflettersi sulla percezione dell’autoefficacia e, di
conseguenza, sul rendimento in gioco). Un aspetto direttamente connesso alle
funzioni attentive e percettive riguarda l’allenamento della capacità di
cogliere rapidamente i punti di riferimento essenziali per la comprensione
della traiettoria e della velocità della palla (discriminazione dei segnali e
reattività della risposta motoria). Questo aspetto rappresenta il modo con cui
il giocatore evoluto ottimizza lo sforzo attentivo e si rende capace di
lavorare per tempi più lunghi e su livelli qualitativi più elevati rispetto al
giovane.
Anche questi
aspetti possono essere allenati tramite alcune esercitazioni o, spesso, tramite
alcuni espedienti metodologici particolari:
a-
Durante gli allenamenti di battuta ricezione, per evitare sensibili cali di
qualità legati all’affaticamento attentivo, sono opportuni inserimenti di
esercitazioni intense, con bassa componente mentale e caratterizzate da una
attenzione scarsamente focalizzata (serie di attacchi di potenza, intesivi di
difesa, dinamiche di gioco con bassa componente tattica, ecc.);
b- Nella
lettura della traiettoria, l’abitudine a contare in corrispondenza dei punti
chiave della traiettoria stessa (ad esempio chiamare uno il tocco del servizio,
due l’apice della traiettoria, secondo la visuale del ricevitore, o il
passaggio della palla sulla rete e tre il proprio tocco), facilita la sua interpretazione
e l’esecuzione dei movimenti di adattamento perché il giocatore deve
necessariamente essere attento a cogliere quei riferimenti;
c-
Esercitazioni di ricezione di una palla distinta tra due o tre servite
contemporaneamente (la palla viene distinta da un colore particolare o dalla
chiamata del tecnico o dal tipo di traiettoria che percorre) è un espediente
molto utile per la velocità di focalizzazione attentiva e per la capacità di utilizzazione
di tecniche di adattamento del piano di rimbalzo;
d-
Esercitazioni partendo con le spalle rivolte al battitore (o ai battitori) e,
girandosi al momento del segnale emesso dal tecnico, ricevere la palla pre
indicata o chiamata al momento (queste esercitazioni implicano un alto livello
di maestria tecnica e di capacità di adattamento della tecnica per cui costituiscono
esercitazioni di perfezionamento di abilità già perfettamente strutturate).
4- Il
supporto fisico, necessario per lo sviluppo delle abilità tecniche
richieste all’attaccante ricevitore, non si differenzia essenzialmente rispetto
ad altri ruoli per quanto riguarda la capacità di salto mentre assume
caratteristiche peculiari in riferimento alle abilità di ricezione.
Inizialmente le esercitazioni tecniche, così come sono state presentate, costituiscono
un significativo stimolo allenante, altamente specifico, in funzione dello
sviluppo della forza a carico degli arti inferiori (under 13 e under 14). La
necessità di intervenire in un secondo momento con opportune strategie è legata
soprattutto al miglioramento della dinamica dei piedi (velocità di spostamento
degli appoggi nei movimenti di ricerca della palla) e della capacità di tenere
la posizione di bagher in una condizione di facilità esecutiva (impegno concentrato
sul tocco della palla piuttosto che sul controllo dell’equilibrio, delle
posizioni del corpo e delle spinte). Infatti la carenza di forza sugli arti
inferiori è uno dei fattori che incidono maggiormente come causa di errore
tecnico per cui diventa determinante intervenire con metodiche che prevedano protocolli
propriocettivi, lavori dinamici in regime di velocità con o senza palla e
l’utilizzo di esercitazioni con i sovraccarichi. Premesso che le esercitazioni
con i sovraccarichi richiedono una trattazione specifica e comunque rientrano,
nel discorso ampio della preparazione fisica per la pallavolo, tra le metodiche
per lo sviluppo della forza, indipendentemente dal ruolo tecnico, alcune
importanti proposte, che sono facilmente attuabili e soprattutto sono
facilmente combinabili con il lavoro tecnico, potrebbero essere:
a- Le
esercitazioni propriocettive su tavolette o, in generale, su piani instabili,
con o senza scarpe, combinate con movimenti di accosciata, con cambi di
posizione, con eliminazione del controllo visivo (esecuzione ad occhi chiusi),
con lavoro di bagher o palleggio alla parete o con una compagna;
b- Lavori
di accosciata partendo da spalle al muro con i talloni vicino alla parete ed
eseguendo il movimento richiesto senza appoggiarsi al muro (successivamente si
possono aggiungere una bacchetta tenuta alta a braccia tese durante
l’accosciata o mani alla nuca; in un momento successivo è ipotizzabile anche
l’inserimento di un bilanciere scarico tenuto sempre alto a braccia tese).
Queste dinamiche consentono un
sensibile
sviluppo della flessibilità della caviglia che, per il ricevitore, è un aspetto
determinante per garantire la mobilità, l’equilibrio e il controllo della
direzione delle spinte;
c- Tutte
le andature tecniche per lo sviluppo della sensibilità del piede (skip, corse
calciate, balzi e saltelli, passi saltellati, ecc.) e tutte le dinamiche di
spostamento specifiche eseguite in campo senza palla alla massima velocità
(spostamenti lunghi o corti, in posizione bassa o alta, in tutte le direzioni, con
ritorno rapido alla posizione di partenza, ecc.) costituiscono delle strategie
adeguate allo sviluppo della rapidità se il livello di forza (ottenuto tramite
esercitazioni propriocettive o tramite sovraccarichi) è adeguato;
d-
Esercitazioni intensive di ricezioni in varie zone di campo (sequenze in cui il
giocatore deve ricevere, in zona 5 e zona 1 alternate, almeno 6 palle
consecutive) con spostamenti molto ampi e rapidi ed elevate richieste di
rendimento tecnico.
PROGRESSIONE
DIDATTICA PER L’ALLENAMENTO DELLA RICEZIONE E LO SVILUPPO DEL RICETTORE ATTACCANTE.
GLI ASPETTI
TATTICI.
Successivamente
alle proposte analitiche enunciate nei concetti base fin qui esposti, che sono
prevalentemente rivolte all’insegnamento ed alla correzione degli errori nel
bagher, si pone la necessità di un programma progressivo di allenamento che
porti al compimento del percorso formativo ed alla padronanza,
nell’utilizzazione in gara, delle tecniche apprese. Utilizzazione in gara
sottointende la capacità di sviluppare una componente tattica come contenuto
della finalizzazione delle tecniche. La tattica l’attaccante ricevitore la
esprime nella rapida individuazione del tipo di servizio avversario, nel modo
di prepararsi a ricevere, nella tecnica utilizzata per ricevere, nel rispetto
delle proprie competenze e nella preparazione e nell’esecuzione dell’attacco (a
tal proposito la capacità di cambiare la chiamata d’attacco del palleggiatore
nel caso di ricezione imprecisa è una abilità specifica di primaria
importanza).
I punti
principali del processo con cui tecnica e tattica si strutturano a vicenda e
definiscono, inizialmente le attitudini, poi le abilità dell’attaccante
ricevitore sono:
a-
Allenamento della ricezione (le tecniche e il rendimento delle tecniche);
b-
Allenamento delle sequenze tecniche proprie del ruolo (collegamento tra
ricezione e attacco o copertura)
c-
Allenamento del sistema di ricezione (la gestione delle zone di conflitto)
d-
Allenamento del sistema “ricezione – punto” (aspetto tattici)
Nell’ambito dei
suddetti contenuti dell’allenamento vanno sviluppati tutti i comportamenti
tecnici e tattici che il giocatore attua nell’espletare le competenze richieste
dal ruolo: ricezione e/o attacco, ricezione e copertura e ricezione e
muro/difesa. Dal momento che la pallavolo possiede una struttura sequenziale delle
azioni di gioco, è possibile individuare sempre dei comportamenti preparatori,
l’effettuazione vera e propria e dei comportamenti conseguenza
dell’effettuazione (dopo l’effettuazione si attuano anche dei processi mentali
molto importanti per i meccanismi di autocorrezione che sono, a loro volta, i
presupposti del metodo basato sulla ripetizione)
La sequenza
temporale dei suddetti comportamenti è la seguente:
PRIMA
a-
individuazione del battitore e del tipo di battuta utilizzata (questo aspetto è
strettamente connesso con le problematiche tattiche);
b-
organizzazione della ricezione di squadra (anche questo aspetto ha dei
presupposti tattici definiti in allenamento);
c-
preparazione individuale alla lettura della traiettoria e all’esecuzione
eventuale della ricezione (sono coinvolti la sfera attentiva e i processi
mentali oltre che quelli tecnici).
DURANTE
d-
valutazione della traiettoria (anche in questo aspetto il coinvolgimento degli
aspetti attentivi, percettivi e mentali è determinante);
e-
eventuale spostamento (gli aspetti tecnici e fisici sono i presupposti
dell’efficacia dello spostamento);
f- colpo
sulla palla e controllo della direzione di uscita della stessa (questo aspetto
costituisce l’espressione della tecnica esecutiva).
DOPO
g-
rincorsa d’attacco ed esecuzione dello stesso oppure;
h-
eventuale muro o difesa se la ricezione finisce oltre la rete. Allenamento
della ricezione Consiste nell’affrontare alcune traiettorie di palla
predefinite determinate da lanci per sviluppare la capacità di applicare le tecniche
adeguate in relazione alla tipologia del servizio utilizzato dall’avversario.
In questa fase la battuta o il lancio sono totalmente al servizio della
ricezione e non può esserci altro che un controllo dei parametri tecnici negli
eventuali interventi dell’allenatore. Il gradino successivo sarà quello di
allenare “la capacità di utilizzazione” delle tecniche specifiche per le varie
tipologie di traiettorie (corta tesa e lenta, media tesa e lenta, lunga tesa e
lenta) determinate da una particolare gestione del servizio (dalla linea, da distante,
in salto flot, in salto con rotazione). In questa fase, pur essendo il tipo di
servizio determinato a priori, il giocatore in battuta deve mettere in
difficoltà il ricevitore (sarà una difficoltà prevalentemente tecnico –
esecutiva). In breve tempo l’allenamento dovrà essere rivolto anche al rendimento
della tecnica per cui tipo di servizio e velocità della palla saranno i
parametri da gestire per rendere l’impegno del ricevitore progressivo. Questa
fase sarà caratterizzata da due tipi di obiettivi: da un lato l’osservazione
della “pulizia tecnica” del gesto eseguito e della precisione della risposta,
dall’altro la capacità di gestire le pressioni legate al rendimento nel
fondamentale tramite esercitazioni dove verrà valutata solo l’efficacia
prodotta (rapporto tra la ricezione positiva e l’errore, in una parola
l’efficienza). In questa fase siamo già ad un livello avanzato di
perfezionamento del ruolo e delle abilità che lo caratterizzano e le
esercitazioni possiedono la stessa struttura delle esercitazioni utilizzate
nell’alto livello di qualificazione.
Allenamento
delle sequenze tecniche Consiste nel collegamento tra ricezione e successiva
azione da eseguire (preparazione della rincorsa ed esecuzione dell’attacco
oppure posizionamento in copertura) In questa fase, sul piano tecnico, assumerà
sempre maggiore importanza la gestione “laterale” del bagher di ricezione. Gli adattamenti
posturali saranno altrettanto decisivi affinchè si possa “economizzare” al
massimo lo spostamento e permettere una migliore preparazione all’attacco.
Il lavoro
specifico sarà quello di riprodurre le varie situazioni a cui deve far fronte
il ricettore attaccante:
- Ricevere la
palla lunga ed andare ad attaccare;
- Lo stesso
sulla palla corta;
- Ricevere
dovendo discriminare se la palla è lunga o corta ed andare ad attaccare sulla
propria ricezione;
- Collegamento
tra due giocatrici contemporaneamente impegnate a ricevere ed attaccare (una
attacca dalla prima linea e l’altra dalla seconda. Definire chi esegue
l’attacco).
Allenamento
del sistema di ricezione
Rispetto al
punto precedentemente esposto questo tipo di allenamento prende in
considerazione anche gli aspetti tattici connessi con la distribuzione delle
competenze tra giocatori vicini nel sistema di ricezione. Tale organizzazione
tiene conto soprattutto del fatto che i giocatori di seconda linea possono
essere liberi da impegni di attacco (o addirittura può essere il libero che
tendenzialmente dovrebbe occuparsi di una zona di campo più ampia). Sia
nell’allenamento di cui al punto precedente che in questo tipo di allenamento
la battuta deve essere in competizione con la ricezione e deve impegnare il
sistema sia sul piano tecnico che sul piano tattico. Tali dinamiche di gioco
andrebbero completate sempre con l’esecuzione dell’attacco contro almeno il
sistema di muro avversario (meglio se contro tutto il sistema di muro e difesa)
Allenamento
del sistema nel globale con particolare impegno del ricettore attaccante
E´ il momento
del lavoro sul rendimento della cosiddetta “fase cambio palla” o “ase ricezione
– punto” che, nel caso specifico, deve essere programmata con obiettivi per
sviluppare al meglio le competenze del ricettore attaccante nell’organizzazione
del sistema complessivo d’attacco. Le esercitazioni contemplate in questo tipo
di allenamento sono esercitazioni di squadra valutate sul rendimento e enfatizzano
la finalizzazione della ricezione allo sviluppo tattico del sistema d’attacco:
- Una proposta
potrebbe essere quella di battere sul ricettore attaccante e stimolarlo a
ricevere in maniera positiva perché soltanto in quel caso potrà avere
l’opportunità di attaccare
- Un passaggio
successivo è quello di sviluppare delle esercitazioni con punteggi speciali; ad
esempio nel caso di ricezione positiva ed attacco in primo tempo, si da un
doppio punto
- Una variante
dell’esercizio precedente potrebbe essere quella che attribuisce il doppio
punto all’attacco eseguito in combinazione.