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lunedì 17 giugno 2019

L'ANGOLO DELLA TECNICA DEL CLUB DEL VOLLEY: INDICAZIONI METODOLOGICHE NELL'INDIVIDUAZIONE, NELLA SPECIALIZZAZIONE E NELL’ALLENAMENTO DELL’ATTACCCANTE RICEVITORE NELLA PALLAVOLO FEMMINILE



INDICAZIONI METODOLOGICHE NELLA INDIVIDUAZIONE, NELLA SPECIALIZZAZIONE E NELL’ALLENAMENTO DELL’ATTACCCANTE RICEVITORE NELLA PALLAVOLO FEMMINILE

Prof. Marco Bonitta
Prof. Marco Mencarelli

Il materiale che presentiamo nasce da una sintesi di esperienze dirette, da un confronto tecnico costante, sia a livello nazionale che internazionale, e da una serie di riflessioni maturate alla luce di un’analisi complessiva condotta, a livello nazionale, sul settore femminile, sia in ambito giovanile che assoluto.
La prima considerazione ha come riferimento il campionato di serie A1 dove sono poche le giocatrici italiane titolari nel ruolo di ricettore attaccante e nell’immediato non si intravedono elementi di talento capaci di assumere un ruolo da protagonista nella pallavolo di elite. Questo ovviamente a discapito della Nazionale Seniores Campione del Mondo che, nel prossimo futuro, potrebbe avere difficoltà di ricambio generazionale soprattutto in questo ruolo.
I campionati giovanili, negli ultimi anni, hanno subito una serie di cambiamenti di regolamento (soprattutto con le regole sulla tolleranza nel primo tocco e sulla possibilità di utilizzo del libero) che, a nostro avviso, col tempo, hanno inciso negativamente sullo sviluppo delle abilità connesse al bagher in generale e, in particolare, alla sua utilizzazione come tecnica di ricezione.
Le atlete che sono entrate a far parte del Club Italia hanno, in tal senso, evidenziato un livello di partenza decisamente basso e una serie di problematiche tecniche (soprattutto la mancanza di sensibilità che si riflette in basse percentuali della palla statisticamente valutata come perfetta) che restano evidenti anche dopo percorsi intensivi di elevata qualità capaci comunque di abbassare sensibilmente le percentuali negative. Tutto ciò ha inciso in maniera significativa sul lavoro di specializzazione nel ruolo di ricettore attaccante perché, come vedremo, è un ruolo che richiede una dimestichezza particolare proprio delle tecniche di ricezione che, oltre a consentire una buona ricezione della palla, non devono condizionare il successivo sviluppo del potenziale di attacco (non subire la tattica di servizio avversaria).
I dati riportati dalla Nazionale Pre-Juniores durante le due manifestazioni internazionali disputate (Europeo e Mondiale) attestano le difficoltà di cui sopra; infatti, in entrambe le competizioni, è stata riscontrata una bassa efficienza complessiva nel fondamentale di ricezione nonostante la nostra squadra si sia confermata tra le migliori (durante il Campionato Europeo, l’efficienza bassa era dovuta sia a basse percentuali di positività che ad elevate percentuali di errore mentre, durante il mondiale, le percentuali di errore erano state allineate con lo standard delle migliori scuole pallavolistiche ma restava bassa la percentuale di palla “perfetta”).
Da quanto suddetto riteniamo che lo sviluppo specialistico del bagher di ricezione (parallelamente avviene l’individuazione delle attitudini al ruolo di ricettore attaccante) debba essere intrapreso in un momento precedente, rispetto alle tendenze attualmente riscontrate, e che la fase “sensibile” per iniziare questo percorso sia nel periodo compreso tra i 13 e i 15 anni.

Il percorso che si intende tracciare passa attraverso tre momenti:
- individuare (l’attitudine al controllo delle tecniche, l’attitudine al ruolo e l’eventuale talento);
- specializzare (sia i talenti che coloro che hanno dimostrato attitudine perché nei giochi sportivi si possono raggiungere elevati livelli di qualificazione senza essere necessariamente un talento);
- consolidare (gli apprendimenti perché in una disciplina tecnico – tattica come la pallavolo l’utilizzazione delle tecniche apprese in gioco è la misura della qualità dell’apprendimento).
La cronologia delle suddette tappe di sviluppo costituisce attualmente un problema perché, se la strutturazione delle sensibilità richieste, in particolar modo nella ricezione, avviata successivamente alla “fase sensibile” lascia alcune lacune impossibili da colmare in un secondo momento, anche in ambiti di lavoro altamente qualitativo, è evidente come venga compromesso il percorso formativo ottimale del giocatore e compromessa la eventuale identificazione e consacrazione del talento.
Quindi il periodo del minivolley dovrebbe essere una fase in cui il gioco rappresenta l’aspetto centrale del programma di lavoro e gli strumenti per giocare (tecniche) si strutturano per imitazione delle situazioni di gioco. Individuazione e specializzazione devono essere una prerogativa del passaggio dall’under 13 all’under 15 e la categoria successiva (l’under 17) deve essere il momento della consolidazione in funzione dell’alto livello o dei massimi livelli di qualificazione individualmente ipotizzabili.

OBIETTIVI
Gli obiettivi devono necessariamente abbracciare tutti gli aspetti con cui si esprime l’attaccante ricevitore (tecnici, tattici, fisici e comportamentali che, in senso lato, implicano gli aspetti intellettivi, psicologici e motivazionali).
Per quanto concerne gli aspetti tecnici, appare chiaro nella premessa, il problema prioritario nella pallavolo femminile italiana riguarda le tecniche di ricezione, ed in particolare il bagher, piuttosto che le tecniche di attacco che da un lato evidenziano una mole di lavoro, anche nei settori giovanili, tendenzialmente accettabile, dall’altro presuppongono alcune capacità, come il salto e la stabilità articolare della spalla, che sono prerogativa di una certa esperienza pregressa di allenamento.

Sintetizzando gli aspetti tecnici prioritari del bagher di ricezione:
- gli arti superiori, al momento del tocco, devono essere tesi e distanti dal corpo, i polsi uniti ed extraruotati e le spalle chiuse avanti per offrire maggiore compattezza al piano di rimbalzo a livello dei gomiti;
- gli arti inferiori in posizione di partenza devono garantire una elevata dinamicità (diverse sono le interpretazioni relative a quale piede deve stare avanti e quale dietro) e nel momento dell’impatto un solido punto di appoggio (questo aspetto va visto relativamente agli adattamenti che il bagher di ricezione subisce in risposta a vari tipi di traiettoria di servizio).

Dal punto di vista metodologico, in ambito formativo e di specializzazione, è necessario perseguire i seguenti obiettivi prioritari:
1- Il bagher va eseguito spingendo la palla con l’uso prevalente degli arti inferiori. Le braccia costituiscono un piano di rimbalzo con una funzione di direzionamento del colpo e devono intervenire il meno possibile nella determinazione della spinta. L’apprendimento solo per imitazione dei modelli dell’alto livello, da parte delle giovani giocatrici di pallavolo, tende a sviluppare quasi sempre un’azione di spinta sia di gambe che di braccia, difficoltosa sia da apprendere che da ottimizzare in funzione dello sviluppo della sensibilità, presupposto del controllo tecnico e della precisione. Sicuramente, la spinta a carico degli arti inferiori, è più faticosa, sia a livello di impegno fisico che mentale, però l’evoluzione e l’abilità che ne consegue garantisce un maggior controllo della precisione. In sintesi la spinta di gambe, con un significativo impulso dei piedi, prevale sulla spinta delle braccia perché queste devono essere preparate “distanti dal corpo” e con una inclinazione e compattezza ottimali per consentire il controllo del rimbalzo della palla. Il giovane è tendenzialmente portato a cercare la palla ponendo attenzione esclusivamente al piano di rimbalzo e quasi mai alla necessità di facilitare l’impatto e la sua finalizzazione (raggiungere con precisione l’obiettivo) portando tutto il corpo sulla traiettoria di arrivo o, quanto meno, nella posizione migliore di intervento. Lo sviluppo della sensibilità, oltre che nel controllo dell’impatto con la palla, consiste anche nell’abilità a cercare la palla con lo scopo di toccarla in posizioni del corpo equilibrate e dinamiche, con gli arti inferiori in spinta o in tenuta (è spesso impreciso il tocco eseguito durante il movimento di accosciata passiva ed incontrollata), con azioni del busto che consentano gli adattamenti del piano di rimbalzo. Proponiamo, come esempio, alcuni esercizi che potrebbero
essere presi a modello per il raggiungimento di questi obiettivi specifici:
a- Bagher alla parete focalizzando l’attenzione sul “lavoro” degli arti inferiori;
b- Una serie di variabili all’esercizio precedente rese possibili dall’uso di colpi con un solo braccio, con o senza spostamento, utilizzando palloni di diverso formato e peso, palline da tennis o di altro tipo, ecc.;
c- Bagher alla parete e/o in campo eseguito con l’utilizzo del “bastone sotto le spalle” che aiuta a “sentire” le braccia lontane dal corpo (anche in questo tipo di esercitazioni possono essere sviluppate le variabili proposte al punto b);
d- Bagher alla parete con “tavoletta” utilizzando palline da tennis e/o differenti palloni (esercizio capace di focalizzare l'attenzione sul direzionamento del colpo e sulla capacità di dosare la forza sulla palla o pallina);
e- Bagher eseguito partendo da una posizione con un ginocchio a terra, da seduti su un panchetto, passando sotto la rete (azioni che esaltano la funzione delle gambe);
f- Bagher eseguito appoggiando un oggetto a terra prima dell’impatto (sensibilizzazione all’uso del contromovimento per essere attivi di gambe all’impatto);
g- Bagher eseguito con l’elastico intorno alla vita.
(tutte queste proposte hanno in comune la capacità di imporre particolare attenzione sull’azione di spinta a carico degli arti inferiori lasciando agli arti superiori solo le funzioni di controllo della precisione)

2- Un secondo obiettivo da indicare, sempre inerente alla sfera tecnica, riguarda la definizione dei concetti di frontalità e lateralità. Il primo aspetto da precisare è che frontalità e lateralità sono riferiti alla posizione dei piedi e delle spalle nel momento in cui avviene il tocco (da non confondere con la posizione di partenza prima di spostarsi sulla direzione di arrivo della palla). E’ ovvio che, nel primo approccio all’insegnamento tecnico, l’obiettivo da ricercare è quello della frontalità, perché educa ad un corretto e rapido spostamento contro traiettorie che ne consentono l’attuazione, sviluppando i meccanismi percettivi sui quali si fonda la capacità di lettura delle traiettorie stesse. Il concetto di ricerca della frontalità assume dei significati diversi a seconda dei momenti che contraddistinguono il processo di sviluppo della capacità di ricezione. Nel percorso di individuazione e specializzazione ricercare la frontalità significa posizionare sempre il corpo sulla traiettoria di arrivo della palla con una gestualità di arti inferiori che consenta di essere costantemente rivolti con le spalle al bersaglio (la palla viene impattata con i piedi sulla stessa linea e nello spazio compreso tra le ginocchia senza particolari movimenti di orientamento del piano di rimbalzo). Su questa base tecnica si struttura il meccanismo percettivo specifico di valutazione delle traiettorie e dei tempi tecnici con cui devono essere eseguiti i movimenti preparatori (il giocatore impara ad anticipare l’impatto e, tramite il contromovimento di gambe, riesce ad essere “attivo”, quindi in spinta verso la palla). L’evoluzione del servizio, tendenzialmente molto rapida rispetto all’evoluzione delle abilità di ricezione, impone subito l’insegnamento di altre abilità specifiche per il ricevitore (e per l’attaccante ricevitore in particolare) che sono da un lato la capacità di orientare il piano di rimbalzo verso il bersaglio utilizzando rapidi spostamenti degli appoggi (arretrare l’appoggio per facilitare l’esecuzione del bagher laterale alto, aprire un appoggio per facilitare l’esecuzione del bagher laterale avanti, avanzare con un appoggio per facilitare l’esecuzione di un bagher su palla molto corta, ecc.), dall’altro la capacità di mantenere il piano orientato al momento del colpo su ogni tipo di traiettoria che può arrivare nella propria zona di competenza. Il presupposto è che il “bagher” non può esser eseguito a “spalle piatte” e la capacità di controllare l’innalzamento della spalla esterna, rispetto alla traiettoria di arrivo della palla, costituisce l’aspetto tecnico prioritario nel determinare l’orientamento del piano di rimbalzo. Il concetto di bagher laterale è riferito quindi al punto d’impatto con la palla rispetto al corpo perché il piano di rimbalzo in realtà resta costantemente orientato sul bersaglio (quindi frontale al bersaglio). L’insegnamento del bagher cosiddetto laterale va introdotto quasi subito perché la sensibilità richiesta è specifica come specifica è la funzione percettiva con cui viene gestita la traiettoria. Nella specializzazione dei ricettori attaccanti, per evitare i condizionamenti imposti dalla tattica del servizio avversario, l’insegnamento di questa abilità tecnica altamente specifica rappresenta un passo determinante.

Alcuni esercizi utili nella strutturazione delle abilità descritte potrebbero essere:
a- Bagher alla parete con tavolette (la tavoletta non bene orientata esalta l’imprecisione del colpo);
b- Bagher spalle alla parete su lancio del compagno (questo tipo di esercitazioni si presta ad un elevato numero di utilizzazioni soprattutto per sviluppare la capacità di adattare il piano di rimbalzo a traiettorie che arrivano alte e più o meno vicine al corpo);
c- Bagher sul campo con lo scopo di inviare la palla al tecnico che, da un plinto posizionato nella zona di rete dove opera il palleggiatore, lancia la palla su traiettorie con incidenze caratteristiche di vari tipi di servizio (gestione frontale o laterale del bagher, gestione del bagher “corto” e del bagher contro il servizio in salto, ecc.)

3- Per quanto riguarda gli aspetti comportamentali, e quelli mentali in particolare, è importante fare diretto riferimento ai concetti di “stile attentivo” connesso alla “strutturazione della percezione di autoefficacia” e di “reattività della risposta motoria”. Lo stile attentivo richiesto nella ricezione è di tipo focalizzato perché l’allenamento di questa tecnica comporta l’analisi di poche variabili ( battuta, traiettoria della palla, visualizzazione del punto rete). Lo stile attentivo focalizzato, per il giocatore di pallavolo, comporta un impegno mentale elevato e un maggiore affaticamento del S.N.C.; tuttavia sappiamo anche che il controllo tecnico del fondamentale è determinante ai fini del risultato (sia inteso come apprendimento sia come rendimento) e che il miglioramento è direttamente proporzionale al numero di ripetizioni proprio in quelle tecniche che rispondono ad un numero relativamente basso di variabili situazionali. La considerazione che ne deriva implica, sul piano metodologico, che debba essere considerata anche la gestione dei tempi di allenamento specifico proprio per evitare sensibili cali di rendimento quando il tempo di esercizio diventa lungo e la difficoltà a focalizzare l’attenzione condiziona la qualità delle ripetizioni rischiando di rendere l’allenamento decisamente improduttivo se non dannoso (l’insicurezza che scaturisce da un elevato numero di errori può riflettersi sulla percezione dell’autoefficacia e, di conseguenza, sul rendimento in gioco). Un aspetto direttamente connesso alle funzioni attentive e percettive riguarda l’allenamento della capacità di cogliere rapidamente i punti di riferimento essenziali per la comprensione della traiettoria e della velocità della palla (discriminazione dei segnali e reattività della risposta motoria). Questo aspetto rappresenta il modo con cui il giocatore evoluto ottimizza lo sforzo attentivo e si rende capace di lavorare per tempi più lunghi e su livelli qualitativi più elevati rispetto al giovane.

Anche questi aspetti possono essere allenati tramite alcune esercitazioni o, spesso, tramite alcuni espedienti metodologici particolari:
a- Durante gli allenamenti di battuta ricezione, per evitare sensibili cali di qualità legati all’affaticamento attentivo, sono opportuni inserimenti di esercitazioni intense, con bassa componente mentale e caratterizzate da una attenzione scarsamente focalizzata (serie di attacchi di potenza, intesivi di difesa, dinamiche di gioco con bassa componente tattica, ecc.);
b- Nella lettura della traiettoria, l’abitudine a contare in corrispondenza dei punti chiave della traiettoria stessa (ad esempio chiamare uno il tocco del servizio, due l’apice della traiettoria, secondo la visuale del ricevitore, o il passaggio della palla sulla rete e tre il proprio tocco), facilita la sua interpretazione e l’esecuzione dei movimenti di adattamento perché il giocatore deve necessariamente essere attento a cogliere quei riferimenti;
c- Esercitazioni di ricezione di una palla distinta tra due o tre servite contemporaneamente (la palla viene distinta da un colore particolare o dalla chiamata del tecnico o dal tipo di traiettoria che percorre) è un espediente molto utile per la velocità di focalizzazione attentiva e per la capacità di utilizzazione di tecniche di adattamento del piano di rimbalzo;
d- Esercitazioni partendo con le spalle rivolte al battitore (o ai battitori) e, girandosi al momento del segnale emesso dal tecnico, ricevere la palla pre indicata o chiamata al momento (queste esercitazioni implicano un alto livello di maestria tecnica e di capacità di adattamento della tecnica per cui costituiscono esercitazioni di perfezionamento di abilità già perfettamente strutturate).

4- Il supporto fisico, necessario per lo sviluppo delle abilità tecniche richieste all’attaccante ricevitore, non si differenzia essenzialmente rispetto ad altri ruoli per quanto riguarda la capacità di salto mentre assume caratteristiche peculiari in riferimento alle abilità di ricezione. Inizialmente le esercitazioni tecniche, così come sono state presentate, costituiscono un significativo stimolo allenante, altamente specifico, in funzione dello sviluppo della forza a carico degli arti inferiori (under 13 e under 14). La necessità di intervenire in un secondo momento con opportune strategie è legata soprattutto al miglioramento della dinamica dei piedi (velocità di spostamento degli appoggi nei movimenti di ricerca della palla) e della capacità di tenere la posizione di bagher in una condizione di facilità esecutiva (impegno concentrato sul tocco della palla piuttosto che sul controllo dell’equilibrio, delle posizioni del corpo e delle spinte). Infatti la carenza di forza sugli arti inferiori è uno dei fattori che incidono maggiormente come causa di errore tecnico per cui diventa determinante intervenire con metodiche che prevedano protocolli propriocettivi, lavori dinamici in regime di velocità con o senza palla e l’utilizzo di esercitazioni con i sovraccarichi. Premesso che le esercitazioni con i sovraccarichi richiedono una trattazione specifica e comunque rientrano, nel discorso ampio della preparazione fisica per la pallavolo, tra le metodiche per lo sviluppo della forza, indipendentemente dal ruolo tecnico, alcune importanti proposte, che sono facilmente attuabili e soprattutto sono facilmente combinabili con il lavoro tecnico, potrebbero essere:
a- Le esercitazioni propriocettive su tavolette o, in generale, su piani instabili, con o senza scarpe, combinate con movimenti di accosciata, con cambi di posizione, con eliminazione del controllo visivo (esecuzione ad occhi chiusi), con lavoro di bagher o palleggio alla parete o con una compagna;
b- Lavori di accosciata partendo da spalle al muro con i talloni vicino alla parete ed eseguendo il movimento richiesto senza appoggiarsi al muro (successivamente si possono aggiungere una bacchetta tenuta alta a braccia tese durante l’accosciata o mani alla nuca; in un momento successivo è ipotizzabile anche l’inserimento di un bilanciere scarico tenuto sempre alto a braccia tese). Queste dinamiche consentono un
sensibile sviluppo della flessibilità della caviglia che, per il ricevitore, è un aspetto determinante per garantire la mobilità, l’equilibrio e il controllo della direzione delle spinte;
c- Tutte le andature tecniche per lo sviluppo della sensibilità del piede (skip, corse calciate, balzi e saltelli, passi saltellati, ecc.) e tutte le dinamiche di spostamento specifiche eseguite in campo senza palla alla massima velocità (spostamenti lunghi o corti, in posizione bassa o alta, in tutte le direzioni, con ritorno rapido alla posizione di partenza, ecc.) costituiscono delle strategie adeguate allo sviluppo della rapidità se il livello di forza (ottenuto tramite esercitazioni propriocettive o tramite sovraccarichi) è adeguato;
d- Esercitazioni intensive di ricezioni in varie zone di campo (sequenze in cui il giocatore deve ricevere, in zona 5 e zona 1 alternate, almeno 6 palle consecutive) con spostamenti molto ampi e rapidi ed elevate richieste di rendimento tecnico.

PROGRESSIONE DIDATTICA PER L’ALLENAMENTO DELLA RICEZIONE E LO SVILUPPO DEL RICETTORE ATTACCANTE.
GLI ASPETTI TATTICI.
Successivamente alle proposte analitiche enunciate nei concetti base fin qui esposti, che sono prevalentemente rivolte all’insegnamento ed alla correzione degli errori nel bagher, si pone la necessità di un programma progressivo di allenamento che porti al compimento del percorso formativo ed alla padronanza, nell’utilizzazione in gara, delle tecniche apprese. Utilizzazione in gara sottointende la capacità di sviluppare una componente tattica come contenuto della finalizzazione delle tecniche. La tattica l’attaccante ricevitore la esprime nella rapida individuazione del tipo di servizio avversario, nel modo di prepararsi a ricevere, nella tecnica utilizzata per ricevere, nel rispetto delle proprie competenze e nella preparazione e nell’esecuzione dell’attacco (a tal proposito la capacità di cambiare la chiamata d’attacco del palleggiatore nel caso di ricezione imprecisa è una abilità specifica di primaria importanza).

I punti principali del processo con cui tecnica e tattica si strutturano a vicenda e definiscono, inizialmente le attitudini, poi le abilità dell’attaccante ricevitore sono:
a- Allenamento della ricezione (le tecniche e il rendimento delle tecniche);
b- Allenamento delle sequenze tecniche proprie del ruolo (collegamento tra ricezione e attacco o copertura)
c- Allenamento del sistema di ricezione (la gestione delle zone di conflitto)
d- Allenamento del sistema “ricezione – punto” (aspetto tattici)
Nell’ambito dei suddetti contenuti dell’allenamento vanno sviluppati tutti i comportamenti tecnici e tattici che il giocatore attua nell’espletare le competenze richieste dal ruolo: ricezione e/o attacco, ricezione e copertura e ricezione e muro/difesa. Dal momento che la pallavolo possiede una struttura sequenziale delle azioni di gioco, è possibile individuare sempre dei comportamenti preparatori, l’effettuazione vera e propria e dei comportamenti conseguenza dell’effettuazione (dopo l’effettuazione si attuano anche dei processi mentali molto importanti per i meccanismi di autocorrezione che sono, a loro volta, i presupposti del metodo basato sulla ripetizione)

La sequenza temporale dei suddetti comportamenti è la seguente:

PRIMA
a- individuazione del battitore e del tipo di battuta utilizzata (questo aspetto è strettamente connesso con le problematiche tattiche);
b- organizzazione della ricezione di squadra (anche questo aspetto ha dei presupposti tattici definiti in allenamento);
c- preparazione individuale alla lettura della traiettoria e all’esecuzione eventuale della ricezione (sono coinvolti la sfera attentiva e i processi mentali oltre che quelli tecnici).

DURANTE
d- valutazione della traiettoria (anche in questo aspetto il coinvolgimento degli aspetti attentivi, percettivi e mentali è determinante);
e- eventuale spostamento (gli aspetti tecnici e fisici sono i presupposti dell’efficacia dello spostamento);
f- colpo sulla palla e controllo della direzione di uscita della stessa (questo aspetto costituisce l’espressione della tecnica esecutiva).

DOPO
g- rincorsa d’attacco ed esecuzione dello stesso oppure;
h- eventuale muro o difesa se la ricezione finisce oltre la rete. Allenamento della ricezione Consiste nell’affrontare alcune traiettorie di palla predefinite determinate da lanci per sviluppare la capacità di applicare le tecniche adeguate in relazione alla tipologia del servizio utilizzato dall’avversario. In questa fase la battuta o il lancio sono totalmente al servizio della ricezione e non può esserci altro che un controllo dei parametri tecnici negli eventuali interventi dell’allenatore. Il gradino successivo sarà quello di allenare “la capacità di utilizzazione” delle tecniche specifiche per le varie tipologie di traiettorie (corta tesa e lenta, media tesa e lenta, lunga tesa e lenta) determinate da una particolare gestione del servizio (dalla linea, da distante, in salto flot, in salto con rotazione). In questa fase, pur essendo il tipo di servizio determinato a priori, il giocatore in battuta deve mettere in difficoltà il ricevitore (sarà una difficoltà prevalentemente tecnico – esecutiva). In breve tempo l’allenamento dovrà essere rivolto anche al rendimento della tecnica per cui tipo di servizio e velocità della palla saranno i parametri da gestire per rendere l’impegno del ricevitore progressivo. Questa fase sarà caratterizzata da due tipi di obiettivi: da un lato l’osservazione della “pulizia tecnica” del gesto eseguito e della precisione della risposta, dall’altro la capacità di gestire le pressioni legate al rendimento nel fondamentale tramite esercitazioni dove verrà valutata solo l’efficacia prodotta (rapporto tra la ricezione positiva e l’errore, in una parola l’efficienza). In questa fase siamo già ad un livello avanzato di perfezionamento del ruolo e delle abilità che lo caratterizzano e le esercitazioni possiedono la stessa struttura delle esercitazioni utilizzate nell’alto livello di qualificazione.
Allenamento delle sequenze tecniche Consiste nel collegamento tra ricezione e successiva azione da eseguire (preparazione della rincorsa ed esecuzione dell’attacco oppure posizionamento in copertura) In questa fase, sul piano tecnico, assumerà sempre maggiore importanza la gestione “laterale” del bagher di ricezione. Gli adattamenti posturali saranno altrettanto decisivi affinchè si possa “economizzare” al massimo lo spostamento e permettere una migliore preparazione all’attacco.

Il lavoro specifico sarà quello di riprodurre le varie situazioni a cui deve far fronte il ricettore attaccante:
- Ricevere la palla lunga ed andare ad attaccare;
- Lo stesso sulla palla corta;
- Ricevere dovendo discriminare se la palla è lunga o corta ed andare ad attaccare sulla propria ricezione;
- Collegamento tra due giocatrici contemporaneamente impegnate a ricevere ed attaccare (una attacca dalla prima linea e l’altra dalla seconda. Definire chi esegue l’attacco).

Allenamento del sistema di ricezione
Rispetto al punto precedentemente esposto questo tipo di allenamento prende in considerazione anche gli aspetti tattici connessi con la distribuzione delle competenze tra giocatori vicini nel sistema di ricezione. Tale organizzazione tiene conto soprattutto del fatto che i giocatori di seconda linea possono essere liberi da impegni di attacco (o addirittura può essere il libero che tendenzialmente dovrebbe occuparsi di una zona di campo più ampia). Sia nell’allenamento di cui al punto precedente che in questo tipo di allenamento la battuta deve essere in competizione con la ricezione e deve impegnare il sistema sia sul piano tecnico che sul piano tattico. Tali dinamiche di gioco andrebbero completate sempre con l’esecuzione dell’attacco contro almeno il sistema di muro avversario (meglio se contro tutto il sistema di muro e difesa)

Allenamento del sistema nel globale con particolare impegno del ricettore attaccante
E´ il momento del lavoro sul rendimento della cosiddetta “fase cambio palla” o “ase ricezione – punto” che, nel caso specifico, deve essere programmata con obiettivi per sviluppare al meglio le competenze del ricettore attaccante nell’organizzazione del sistema complessivo d’attacco. Le esercitazioni contemplate in questo tipo di allenamento sono esercitazioni di squadra valutate sul rendimento e enfatizzano la finalizzazione della ricezione allo sviluppo tattico del sistema d’attacco:
- Una proposta potrebbe essere quella di battere sul ricettore attaccante e stimolarlo a ricevere in maniera positiva perché soltanto in quel caso potrà avere l’opportunità di attaccare
- Un passaggio successivo è quello di sviluppare delle esercitazioni con punteggi speciali; ad esempio nel caso di ricezione positiva ed attacco in primo tempo, si da un doppio punto
- Una variante dell’esercizio precedente potrebbe essere quella che attribuisce il doppio punto all’attacco eseguito in combinazione.

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