martedì 25 maggio 2021

LORENZO MICELLI: LA MIA PALLAVOLO


Trascrizione dell'intervista rilasciata da Lorenzo Micelli a Coach Factor in cui l'allenatore di Urbino traccia le linee guida della sua Pallavolo

Chi è Lorenzo Micelli

Sono un emigrato, lavorando all’estero; cosa impegnativa ma anche molto stimolante perché all’estero la posizione dell’allenatore si avvicina molto anche a quella del manager e quindi con grandi responsabilità.

Gestione del gruppo: dialogo con tutti? Solo con alcuni? Solo con il capitano?

Credo si debba procedere a tappe. La prima tappa è un colloquio personale con il giocatore per chiarire insieme a lui quello che sarà il suo ruolo all’interno della squadra. Accettare fin da subito quello che sarà il proprio ruolo all’interno della squadra, limita tantissimo quei problemini di adattamento che possono venire a creare nei primi mesi della stagione. La squadra migliore a mio avviso è quella che riesce a gestire nel tempo più breve questo down mentale generale che può esserci nei primi mesi della stagione all’interno del team. Quando ero un giovane allenatore mi preoccupavo quando accadevano queste situazioni; poi ho capito che i problemi sono sempre gli stessi e quindi chiarire bene fin dall’inizio il ruolo che ogni giocatore avrà all’interno della squadra è un cosa fondamentale. Nel corso dell’anno poi, ci soni giocatori che hanno maggior bisogno di colloqui personali o tecnici con il Coach e altri che ne hanno meno bisogno. Il capitano è quello che gestisce lo spogliatoio, quell’ambiente dove a mio avviso l’allenatore non deve mai entrare, neanche prima di una partita perché le cose che dobbiamo dire le abbiamo già dette durante la settimana. Credo sia comunque opportuno ogni 2-3 mesi sentire tutti; quello che stanno vivendo, le emozioni positive e negative, rinfrescare loro quali sono i loro obiettivi.

Gestione di un classico microciclo settimanale con una sola partita alla domenica:

I carichi di lavoro sono alti ad inizio settimana. La richiesta tecnica sul break point inizia il martedì e il mercoledì e andando sul side out verso il fine settimana. Muro e difesa i primi giorni della settimana e più la voro di ricezione e attacco nella seconda parte della settimana (gli ultimi tre giorni). Raddoppiamo sempre l’allenamento, non con tutti i giocatori, e l’unica mattina libera è il giorno prima della gara. Per il resto alterniamo palleggiatori e centrali, opposti e ricettori; hanno sempre il doppio allenamento tutti i giorni considerando che l’allenamento fisico del giovedì viene preso anche come spunto tecnico per lavorare sulla tecnica individuale del cambio palla e quindi i centrali lavorano sulle rincorse d’attacco, i ricettori sulla tecnica di ricezione. E’ una programmazione standard che ho da sempre, soprattutto relativa al break point nei primi giorni della settimana e il side out negli ultimi giorni della settimana stessa.

Mattina: salti sì? salti no? Solo per alcuni?

Dipende dai periodi. Se la squadra ha lavorato bene fisicamente si può saltare anche alla mattina, ma logicamente chi ha problemi fisici non salta ma lavora da sopra i tavoli provando i colpi d’attacco senza saltare. Quindi non vedo perché non saltare al mattino, ovviamente differenziando atleta in relazione ad eventuali problematiche fisiche. Magari evitiamo di saltare tanto al mattino negli ultimi giorni prima della partita ma soprattutto i primi due giorni della settimana, per gli atleti che hanno disponibilità non avendo problemi fisici, saltare non guasta per elevare il livello tecnico della squadra. Ovviamente se fai un allenamento corposo alla mattina diminuisci il tempo di lavoro pomeridiano per non esaurire troppo le atlete. Riguardo all’orario di allenamento, se saltiamo, la richiesta ai giocatori è svegliarsi 4-5 ore prima dell’allenamento stesso. Se ci dobbiamo allenare presto (es. partita alle 14,30 e allenamento alle 8,30/9) saltiamo solo in battuta perché non posso svegliare l’atleta alle 4 della mattina. E quindi se programmiamo un allenamento con i salti, metterlo in tarda mattinata è l’orario migliore (es. dalle 11,30 alle 13,00) e poi mettere l’allenamento pomeridiano non prima delle 18,00.

Singolo allenamento: come lo costruisci?

Le ragazze arrivano 30 minuti prima dell’orario di allenamento. Ognuna ha i suoi esercizi di prevenzione con gli elastici . Quando inizia l’allenamento c’è una breve parte di attivazione (riscaldamento) di 8-10 minuti e poi si incomincia subito con i lavori tecnici. In base al giorno della settimana c’è un lavoro di 30-40 minuti su ricezione, difesa, o quello che scegliamo per quell’allenamento; poi ci sono 3-4 minuti in cui scaldano la spalla con palla a coppie e poi si parte sul globale generale. A fine allenamento c’è una parte di stretching guidata dal preparatore.

Prendiamo la giornata del giovedì: diamo qualche percentuale il base al tipo di lavoro che fai svolgere?

Noi abbiamo la fortuna di poter lavorare con due campi. Su un campo lavoriamo con palleggiatori e centrali mentre sull’altro campo, anche con l’aiuto degli opposti, lavoriamo sulla tecnica di ricezione, sulle competenze di ricezione, sui conflitti. Tutto questo per 30/35 minuti. Poi andiamo tutti in campo, scaldiamo un po’ l’attacco con un esercizio di sintesi in cui ricevono ricettori e liberi per poi andare su una situazione di gioco su cambio palla per un’ora e 15 circa. Lo facciamo tramite delle esercitazioni ad obiettivi che possono essere obiettivi sul punteggio, tattici, o esclusivamente situazioni che vogliamo riprodurre sulla nostra squadra. Quindi le due ore di allenamento le dividiamo con 30/35 minuti di lavoro tecnico specifico, 10-12 minuti di attacco e 1 ora/1 ore e 15 di globale sul cambio palla.

Esercitazione globale: so che tu utilizzi molto i punteggi speciali per sottolineare precise richieste tecniche. Quali chiavi usi per trasmettere ai giocatori che non stiamo facendo gioco ma che stiamo allenando precise situazioni tecniche individuali o di squadra?

La prima cosa da far capire agli atleti è che i punteggi speciali servono proprio per porre l’attenzione su un determinato particolare tecnico o una determinata situazione. In questi giorni stiamo lavorando sull’inserimento nel gioco dei centrali visto che abbiamo con noi la palleggiatrice solo da pochi giorni, e quindi stiamo usando punteggi speciali per i centrali, non solo nella fase di cambio palla ma anche nella fase break. I centrali due volte su tre devono fare punto; e comunque dopo il punto del centrale giochiamo una seconda palla con cui i laterali devono fare punto per confermare il punto del centrale. Subito qualche giocatore può faticare a capire questi giochi a punteggio speciale ma poi, quando capiscono la logica dell’esercitazione, capiscono che nell’aspetto tecnico è compreso l’aspetto tattico, e che questo aiuterà la squadra a vincere.    

Riguardo al punteggio, pensi che sia opportuno non usarli quando nel globale vuoi allenare la tecnica individuale e quindi basarsi più sulle ripetizioni che sul punteggio?

Ci sono due punti di vista: il fare punto e il come fare punto. Quando anche facendo errori cercano di fare cose che sanno fare meno bene, vanno premiate con un bravo, perché il coraggio va sempre premiato perché il coraggio porta al cambiamento. Anche se il perfetto sarebbe cambiare con il punteggio. Però mi rendo conto che spesso ci dobbiamo mettere lì, anche con il muro finto, con esercitazioni sintetiche più che globali per creare il miglioramento. Però ho giocatori che provano, e a volte sbagliano, per cercare il miglioramento anche durante l’esercizio con il punteggio. Poi tutti sappiamo che in partita, sul 24 pari, ognuno si rifugerà nei colpi in cui ha le maggiori sicurezze

Prevedi però un allenamento globale senza punteggio, con tante ripetizioni, dove costringi il giocatore ad effettuare quel gesto tecnico che per lui è meno facile?

Certo: possiamo anche giocare 6 giocatori contro due muri finti e un giocatore centrale a muro che mura il centrale dei 6 che giocano. Magari con una battuta e conseguente azione e poi un contrattacco su difesa. Con i giocatori di posto quattro che si alternano ad attaccare. Avendo poi la fortuna di avere due campi, non si forma la fila lunga degli attaccanti da quattro che si alternano ad attaccare. Questo è un aspetto a cui noi allenatori dobbiamo prestare attenzione perché non dobbiamo avere tempi morti durante gli allenamenti con giocatori a lungo inattivi che stanno in fila. E quindi se abbiamo un campo solo dobbiamo pensare bene alle esercitazioni che proponiamo. Anche per questo noi nel lavoro del mattino dividiamo la squadra in tre gruppi: il primo gruppo arriva alle 9, alle 9,15 è pronto e lavora fino alle 10 e quindi 45 minuti con la palla. Alle 9,45 arriva il secondo gruppo in modo che alle 10, quando il primo gruppo ha finito, questo secondo gruppo è pronto per iniziare, e lavorerà fino alle 10,45. E così via con il terzo gruppo. Per gli allenatori sono tre ore piene di lavoro e per ogni giocatore il lavoro è di 45 minuti in cui possono fare tantissime ripetizioni in modo tale da lasciare l’allenamento del pomeriggio libero per il lavoro globale di squadra.

Dualismo tra analitico e globale. Analitico: molte esercitazioni ma in un contesto non ideale. Globale: poche ripetizioni ma contesto ideale. Cosa ne pensi?

Io credo che l’analitico, ad un certo livello e quindi non a livello giovanile, è un riscaldamento. Lo uso veramente pochissimo. Per me la pallavolo è sintetico e qualsiasi esercitazione fino ad arrivare al 6X6 la faccio con il sintetico che per me rappresenta la base della pallavolo. Questo perché l’esercitazione sintetica rappresenta il momento in cui tu hai l’esatta ripetizione della situazione di gioco reale; e questo accade anche se hai solo tre giocatori nel campo. Nei miei allenamenti non c’è mai un giocatore solo in campo che prova un colpo ma l’azione deve essere composta da più giocatori, da più stimoli, e non da uno stimolo unico. Chi ha bisogno della tecnica individuale lavorerà alla mattina da solo. Nel settore giovanile è un po’ diverso; l’analitico anche individuale serve, però credo che anche in un settore giovanile sia importante insegnare ai giocatori a riconoscere le situazioni di gioco. Una ricezione fatta con il compagno vicino è una sintesi; è vero che in ricezione devo pensare a come mettere le braccia, ma devo pensare a questo nella situazione in cui c’è il conflitto con l’altro mio compagno ricettore. Ecco perché per me la sintesi è la base della pallavolo.

Dove sta andando la pallavolo?

Partire dal “top” non è mai sbagliato e quindi un gioco rapidissimo, con il libero che è un secondo palleggiatore, sarebbe l’ottimo. Però poi bisogna sempre fare i conti con i giocatori che abbiamo a disposizione. Vedo tante squadre femminili fare attaccare dalla seconda linea in pipe praticamente delle palle alte; questo non ha senso, si fa solo per copiare il maschile ma per loro la pipe è quasi un primo tempo, non una palla alta. A tutti piacerebbe avere sempre quattro punti rete però poi bisogna fare i conti con le qualità dei giocatori che alleniamo. A mio avviso bisogna sempre partire dal livello del campionato che stai giocando; se il tuo obiettivo è vincere significa che devi essere più forte delle altre quattro squadre che oltre a te sono favorite. E per vincere contro queste c’è un sistema di gioco che ti consente di poterlo fare, e quindi devi costruire quel sistema di gioco; magari che non è adeguato quando giochi contro l’ultima in classifica ma quando poi vai a giocare le partite importanti, quelle decisive, quelle gare le sai giocare. L’esigenza primaria è quindi saper riconoscere cosa ti serve per vincere nel campionato / torneo che stai affrontando e applicare il miglior sistema di gioco per arrivare a questo obiettivo, anche se questo sistema di gioco potrebbe essere leggermente diverso da quello che rappresenta il trend del momento.

Analisi post partita della prestazione della propria squadra: come la svolgi?

Non direi la verità de ti dicessi che dopo ogni partita noi ci sediamo tutte insieme per rivedere la partita. Ci sono alcune situazioni che rivediamo con qualche singola giocatrice e altre situazioni che rivediamo con tutta la squadra. Per le situazioni di tecnica individuale io utilizzo molto anche lo smartphone, mostrando situazioni individuali mandando alle singole atlete delle loro azioni, sia di cose positive che di cose in cui devono migliorare. In questo modo le ragazze, avendo le immagini su loro telefonino se le possono guardare dalla mattina alla sera. Clip di 2 minuti, 2,30 minuti massimo, e che quindi non le impegna tantissimo la mente, però nello stesso tempo giustifica il lavoro che noi abbiamo fatto, e consente loro di rivedere le cose giuste e le cose sbagliate

C’è qualcosa che noi allenatori facciamo in palestra che però non ha più tanto senso fare?

Le mie giocatrici sanno che non hanno bisogno delle mie motivazioni per andare a giocare una partita e quindi, come già detto, ritengo assolutamente inutile entrare negli spogliatoi a parlare prima della partita. A loro dico sempre che se hanno bisogno delle mie parole come motivazione per giocare una partita, allora significa che ho sbagliato giocatrici. Il lavoro a coppie prolungato non ha senso: può solo essere inteso come lavoro di qualche minuto, preparatorio all’allenamento. Nelle due ore che abbiamo a disposizione bisogna stare in mezzo al campo per riuscire a creare il nostro sistema di gioco in base alle caratteristiche e al livello dei nostri giocatori.

Consigli per giovani allenatori?

Torno a ripetere che i mini-video da inviare sui telefonini delle ragazze (cosa che hi perso dagli americani) è una cosa molto utile perché tutti i feedback che ho ricevuto dalle ragazze che tornano in palestra dicendomi che hanno visto quello su cui devono migliorare mi da quella sicurezza che non c’è bisogno di utilizzare ore e ore mettendoci tutti insieme a vedere dei video e parlare. A volte faccio scrivere loro quello che è successo nella partita e mi trovo a volte pagine piene e a volte tre righe. Ecco perché credo che utilizzare al meglio gli smartphone, che oggi rappresentano la base della comunicazione, sia la cosa migliore ed è quello che consiglio.   

Questi i Link attraverso i quali si può accedere all'intervista stessa attraverso la piattaforma YouTube 

https://youtu.be/1niKxNcyw6c

https://youtu.be/72bX9pR7pks

https://youtu.be/w10UCQNhnDk

https://youtu.be/xE1Ucjphnhs

 





 

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