FOCUS QUINTA GIORNATA DI ANDATA SUPERLEGA 2024/25

  Sabato 26 ottobre 2024 la quinta giornata di andata della SuperLega Credem prenderà il via all ore 18.00 con l’incontro Gioiella Prisma Ta...

mercoledì 6 maggio 2020

METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO NELLA FASE CAMBIO PALLA. Prof. Silvano Prandi



Una cosa importante nell’insegnamento della ricezione è impostare la tecnica del bagher. Dobbiamo avere molta cura nell’impostare il piano di rimbalzo. Questo si trova posizionato sopra nella zona che va dai polsi ai gomiti. Unisco i polsi e creo il piano di rimbalzo.  L’unione dei polsi deve essere solida e a questo scopo mi aiuto con l’unione delle mani. Questa è una conseguenza per  poter mantenere allineati  e uniti i polsi.
Le braccia: vicine unite o staccate? L’importante è la spalla. Le spalle devono essere morbide, decontratte. Le spalle devono essere sciolte per essere pronte all’adattamento del piano di rimbalzo.
Un vecchio allenatore del passato per capre se il piano di rimbalzo era naturale o forzato diceva di ascoltare il rumore del pallone quando colpisce il piano di rimbalzo.
Ogni atleta ha caratteristiche fisiche diverse dagli altri. Per questo è importante lavorare individualmente sul bagher in modo tale da poter  apportare gli opportuni adattamenti sui singoli atleti.
La posizione delle gambe: la gamba destra leggermente avanti? O la sinistra? E’ ininfluente. E’ importante che le gambe siano vicine. Questo permette una rapida uscita dalla posizione, rapidi aggiustamenti. Se io faccio un affondo in ricezione, non sono piu’ in grado di apportare aggiustamenti sulle gambe e sul piano d’appoggio. Quindi niente affondi e niente passi lunghi, ma corti e rapidi per permettere tutti gli aggiustamenti fisici che dovremo apportare.
Durante le partite vengono analizzate in maniera statistica tutte le ricezioni eseguite per poter capire i lati deboli di un giocatore. Questo permette di concentrare l’allenamento specifico sui nostri giocatori e per poter  “colpire” i nostri avversari nei loro lati deboli.
Un esempio lo si ha nell’analisi partendo dalle tre zone di battuta dell’avversario (1-6-5) rilevando le percentuali di ricezioni positive (# e +) del nostro giocatore  nelle tre posizioni di ricezione (5-6-1) in caso di modulo ricezione a 3 oppure, in caso di ricezione a 2, nella posizione a destra o sinistra del campo.
Nel lavoro sui giovani è importante non fare aumentare le negatività. Va allenato nel suo complesso anche se in prospettiva futura pensiamo che non farà mai quel fondamentale (esempio del centrale che non riceve, sostituito dal libero).
Dobbiamo insegnare la ricezione senza che questa diventi un ossessione: se la ricezione è sporca, l’alzatore deve rincorrere il pallone, farà un’alzata in palla alta, l’attaccante deve attaccare lo stesso, nei tanti modi che siamo andati ad allenare, attacco, piazzata, pallonetto, etc..etc… Regola fondamentale: NON SBAGLIARE!!
Andremo ad allenare principalmente i difetti (soprattutto sui giovani).

Gestione delle zone di conflitto
 E’ l’area posta tra due giocatori  e tra un giocatore e la linea del campo.  In queste zone dobbiamo gestire le competenze tra due giocatori (nella zona tra giocatore e linea la competenza è chiara).
Quando la palla mi viene addosso non c’è problema o dubbio sula competenza: la palla è sicuramente mia: dovrò pensare a compensare con il corpo per poter effettuare al meglio il colpo di ricezione.
La posizione della linea di ricezione viene decisa dopo lo studio statistico dell’avversario.  Statisticamente sappiamo che la maggior parte dei palloni cade nella zona centrale del campo. Da questa analisi potremmo stringere la linea di ricezione per coprire la zona centrale del campo. Lascio più sguarnita le fascia di laterale del campo “sacrificando” un’area del campo dove mediamente cadono meno palloni.
In questo caso “si pretende” che sulle battute che cadono nella zona centrale del campo, la ricezione sia buona, positiva per permettere di sviluppare tutte o quasi tutte le soluzioni di attacco.
Su la battuta che cade nella zona laterale del campo chiedo di “salvare” la palla, alta in mezzo al campo, per permettere di fare un gioco di attacco in palla alta.
Silvano Prandi, nel suo metodo di lavoro, ha tolto le competenze di ricezione a priori (a destra o a sinistra). Ha trasmesso un concetto: quando la palla è cade fra due giocatori, la responsabilità è di entrambi i giocatori.
Questo osservano un accortezza. Viene trasmesso un input ai giocatori. In caso di palla che cade a metà, il giocatore di sinistra (palla a destra) si allunga per effettuare la ricezione ma non cade, mentre il giocatore di destra (palla a sinistra) può cadere. Per primo motivo si evita  il conflitto fisico (uno riceve alto e uno riceve basso, quello che cade), inoltre se il giocatore a sinistra è lo schiacciatore di posto 4, sarà pronto (rimanendo in piedi) per l’attacco.
L’abilità di un allenatore è quello di adattare le regole generali che abbiamo visto alle caratteristiche dei propri giocatori.

La ricezione sulla battuta float
Un concetto importante è che sulla battuta float non devo limitare l’attacco. Una battuta float corta la ricevo tenendo la palla alta. Devo pensare a salvaguardare l’attacco di posto 6 (la pipe). La battuta corta in posto 4 la può ricevere lo schiacciatore (che riceve in posto 5) perché dopo aver ricevuto ha il tempo per prepararsi, allargarsi per la rincorsa di attacco. La battuta corta  in 6 la riceve il libero mentre lo schiacciatore di seconda linea si prepara per la pipe. Se abbiamo un opposto che riceve, è lui che copre parte del campo.
Un concetto basilare che gli allenatori devono sempre ricordare (soprattutto gli allenatori di giovanile): la crescita di un giocatore è più importante del risultato.
La ricezione dell’avversario (ma anche la nostra) viene analizzata e scoutizzata per scoprire lati deboli dei singoli giocatori e nelle varie rotazioni di squadra. Queste statistiche ci permettono iniziare ad affrontare una partita con delle indicazioni, ma dobbiamo essere pronti a variare assetto e a portare aggiustamenti durante lo svolgersi della partita stessa.

Alzata
L’alzatore dobbiamo allenarlo con palle da alzare da varie zone del campo, lanciati in varie zone del campo simulando una ricezione sporca. Ogni pallone va attaccato: vicino o lontano da rete, dentro o fuori dal campo.
Non dobbiamo trasmettere al giocatore l’ossessione della ricezione perfetta. Non esiste. Possiamo al massimo generare una piccola ossessione al giocatore: quella di non prendere ace su battuta avversaria e di non ricevere direttamente con la palla nel campo avversario. Queste due tipologie di situazioni non ci permettono di attaccare. Se ci vediamo costretti a fare un pallonetto, dobbiamo cercare di ostacolare l’avversario coinvolgendo la zona 1 o 2, zona in cui si trova l’alzatore avversario.

L’attacco deve funzionare a prescindere dalla positività o meno della ricezione. La rincorsa dell’attaccante deve essere il più rapido possibile. L’attaccante si posizionerà verso la diagonale del campo con l’ultimo passo di rincorsa.
I colpi dominanti da prediligere sono in chiusura e colpo dritto. L’extrarotazione si rivela traumatica per la spalla non permette un buon controllo del pallone con la mano. LA mano segue sempre la direzione del pallone, mentre le spalle devono essere sempre rivolte sulla diagonale (verso zona 5)
Dobbiamo sottolineare un aspetto culturale molto importante della combinazione alzata/attacco: l’alzata perfetta/precisa non esiste. L’attaccante deve saper attaccare qualsiasi tipo di alzata. E’ un aspetto culturale del giocatore.
L’attaccante deve fare l’ultimo passo della rincorsa quando ha capito in che punto si dirige il pallone: l’alzata può arrivare alta, bassa, dentro al campo, spinta e l’attaccante deve compensare queste variazioni adeguando velocemente la propria rincorsa.
Lo scopo dell’attaccante è quello di trovarsi sempre con la palla davanti alle spalle. Sarà sempre la rincorsa ad adeguarsi per far si che l’ultimo passo ci permetta di attaccare la palla davanti a noi.

Attacco di primo tempo.
Occorre trasmettere un concetto. Il primo tempo lo si può giocare anche con palla staccata da rete. Dobbiamo responsabilizzare i nostri attaccanti/schiacciatori. L’alzata perfetta non esiste, ma i nostri schiacciatori devono abituarsi a concretizzare nel migliore dei modi ogni pallone.
Un esercizio utile per abituare l’alzatore alla traiettoria di alzata di primo tempo su palla staccata e all’attaccante di saltare alla distanza corretta, è quello di  legare un elastico da sarta sotto le spalle dell’alzatore con l’asticella della banda della rete. Questa linea sarà la direzione di riferimento che l’alzatore dovrà tenere per la sua alzata e l’attaccante dovrà staccare davanti a questa linea. Questo ci permette di un buon compromesso di distanza da rete per poter fare un primo tempo con buone variabilità d’attacco.
Dopo questo concetto, possiamo scoutizzare una ricezione sui tre metri (2,5 – 3,5 metri) con il segno (!). Snack. Non è una ricezione + o #, ma puo’ permettere un gioco di primo tempo.





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