La cavalcata azzurra dell’ItalVolley d’oro di Fefè De Giorgi
Appena il tempo
di smaltire la debacle olimpica di Tokyo 2020, manifestazione che ci ha visto
uscire ai quarti di finale contro una per nulla trascendentale Argentina, e la
pallavolo italiana maschile riparte verso nuovi e stimolanti obiettivi.
Lo fa con una
nazionale nuova di zecca, al cui timone di comando c’è Fefè De Giorgi, neocommissario
tecnico, presentato lo scorso 22 giugno dal Presidente federale Giuseppe
Manfredi, con il compito di dar vita ad un nuovo ciclo azzurro proiettato verso
i Giochi Olimpici di Parigi 2024.
Prima tappa, un
importante banco di prova, i Campionati Europei. Massima competizione
continentale in scena dal 1 al 19 settembre in quattro diverse nazioni:
Polonia, Repubblica Ceca, Estonia e Finlandia.
Nette le scelte
del nostro CT che, una volta chiusa l’era Juantorena e momentaneamente
accantonato causa infortunio Ivan Zaitsev, esclude dalla sua nazionale l’opposto
Luca Vettori, lo schiacciatore Jiri Kovar, il centrale Matteo Piano ed il
libero Massimo Colaci, sostituendoli con giovani di belle speranze. I posti
quattro Francesco Recine e Mattia Bottolo, due opposti alle prime esperienze
nella pallavolo che conta come Giulio Pinali e Yuri Romanò, i centrali Cortesia
e Ricci ed i liberi Balaso e Piccinelli. Conferme invece per il neocapitano Simone
Giannelli, per Alessandro Michieletto e Daniele Lavia, nuova diagonale titolare
di quattro, per il duo centrale Anzani – Galassi, e per il secondo
palleggiatore Riccardo Sbertoli.
Impegnati nella
prima fase a Ostrava (Pool B) insieme a Bielorussia, Montenegro, Bulgaria,
Slovenia e Repubblica Ceca, gli azzurri si sono resi protagonisti fin da subito
di ottime prestazioni chiudendo il proprio girone al primo posto a punteggio
pieno.
Grande attesa per
l’esordio della squadra azzurra, avvenuto a Ostrava il 3 settembre contro la modesta
Bielorussia di Vlad Davyskiba, schiacciatore del Vero Volley Monza.
De Giorgi
modella la sua prima nazionale con un assetto formato da Simone Giannelli, capitano,
e vero leader del gruppo in regia, opposto a Giulio Pinali, 198 centimetri
della Trentino Volley alla sua prima manifestazione internazionale nel ruolo di
titolare. Alessandro Michieletto, con il suo braccione mancino è il preposto a
macinare punti in battuta e in attacco da quattro insieme a Daniele Lavia,
ottimo ricettore e attaccante di buona efficienza. Al centro della rete ci sono
i collaudati Anzani e Galassi, già titolati a Tokyo mentre Fabio Balaso è libero
a cui tocca il compito di dirigere ricezione e difesa.
Tre a zero per
gli azzurri il risultato finale, bissato da un analogo risultato nella partita
successiva contro il debole Montenegro. Nella terza gara gli uomini di Fefè De
Giorgi lasciano per strada un set ai bulgari di Silvano Prandi, per tornare a
vincere tre a zero nelle ultime due gare del girone contro le ben più quotate
Slovenia e Repubblica Ceca, dimostrando di saper tenere il campo con crescente consapevolezza.
Una volta
terminata la fase a gironi, vinta senza particolari patemi d’animo, la squadra
di Fefè De Giorgi fa i conti negli ottavi con la Lettonia, altra equipe di
seconda fascia che crea ben pochi grattacapi al gruppo azzurro. Giannelli e
compagni sbrigano la pratica in poco più di un’ora di gioco con un netto 3-0,
risultato che parla di una partita mai in discussione. Ancora una volta ottima
prova di squadra, con Galassi, Anzani e Lavia sugli scudi.
Prestazioni sempre più autorevoli quelle degli
azzurri, orchestrate da un Simone Giannelli senza alcun dubbio miglior
palleggiatore della manifestazione. Il regista e capitano azzurro, non solo dimostra
abile nel distribuire equamente il gioco per tener caldi e sempre in partita tutti
i suoi attaccanti, ma gara dopo gara dimostra di formare un temibilissimo asse
centrale con Anzani e Galassi, due centrali che fanno dell’attacco la loro arma
migliore. Così come queste prime uscite, evidenziano un tandem di posti
quattro, Michieletto – Lavia, sempre più decisi a rinverdire la miglior
tradizione dei grandi schiacciatori ricettori italiani degli ultimi trent’anni.
Una squadra in cui si vede lontano un miglio la
mano del tecnico nella correlazione muro-difesa, specialità della casa delle
squadre allenate da De Giorgi, sempre particolarmente attento all’organizzazione
e agli equilibri di gioco. Una squadra che, pur non difettando in qualità e
talento, ha nell’atteggiamento positivo e nella coesione di gruppo i suoi punti
di forza. Nessuna star da mettere in mostra ma con la squadra nel suo complesso
posta come riferimento centrale del progetto.
E mentre
l’Europeo miete le prime vittime illustri, con la Francia neocampione olimpica targata
Bernardinho e la Russia di Tuomas Sammelvuo, buttate fuori rispettivamente da
Repubblica Ceca e Polonia, l’Italia nei quarti trova la Germania di Andrea
Giani.
La tradizione è
a favore dell’Italia con 31 vittorie azzurre su un totale di 41 incontri ma i
teutonici sono avversari per nulla comodi da affrontare. Squadra fisica,
potente, forte in battuta e in attacco, che presenta svariate vecchie conoscenze
del campionato italiano: il palleggiatore Zimmermann, l’oppostone Georg Grozer,
i posti quattro Karlitzek e Kaliberda, e il centrale Tobias Krick, che nella prossima
stagione murerà e attaccherà in quel di Cisterna.
E nello scontro
fratricida tra due protagonisti assoluti della “generazione di fenomeni”, De
Giorgi e Giani, gli azzurri sbriciolano letteralmente la squadra tedesca, annichilita
da Michieletto e compagni, autori di una prestazione magistrale.
Ancora una volta
è il muro a risultare l’arma vincente di questa splendida Italia con tredici
muro punto in tre set. Fondamentale, quello del muro, che demolisce il
giocatore simbolo della Germania di Andrea Giani, Georg Grozer, che a forza di
murate nei denti va in down totale, fino a dover essere sostituito dall’opposto
che schiaccerà a Padova nella prossima stagione, Linus Weber.
La distribuzione
di Simone Giannelli è superlativa, al punto da riuscire a tenere tutti e tre i martelli
sopra il 50% di positività: Michieletto 65%, Pinali 64%, Lavia 56%. Tre a zero
per gli azzurri il risultato finale. Un’Italia spietata, determinata, affamata,
che non ha nessuna intenzione di fermarsi qui. A distanza di sei anni la
pallavolo italiana maschile torna fra le prime quattro d’Europa.
Nella semifinale
di sabato 18 a Katowice, in Polonia, i nostri portabandiera sfidano la Serbia
campione uscente, sconfitta dalla sola Polonia nel girone di qualificazione ma
che se l’è vista brutta negli ottavi con la Turchia, trovandosi sotto per due
set a uno prima di rimediare e portare a casa il match.
Guidati in
panchina da Slobodan Kovac, i campioni d’Europa in carica hanno come punto di
forza l’asse centrale composto da Marko Podrascanin e Srecko Lisinac. Possono inoltre
contare sulla classe di Uros Kovacevic, mancino terribile e miglior
realizzatore della Serbia fino a queste semifinali con 107 punti al suo attivo,
nonché su Aleksandar Atanasijevic e Nemanja Petric, poco utilizzati fino ad ora
dal tecnico serbo.
E gli azzurri di De Giorgi annientano
anche i campioni uscenti con un Michieletto stratosferico cui fanno eco un lucidissimo
Simone Giannelli in cabina di regia e Fabio Balaso, libero “prendi tutto” sempre
più leader della seconda linea italiana. Se il granito muro azzurro è stato il
grande protagonista del primo set, l’attacco lo è stato nel secondo e, più che
un singolo fondamentale, la voglia di divorare l’avversario e di andarsi a
prendere questa finale si è dimostrato essere il fattore determinante nel
quarto e ultimo parziale.
Una strepitosa prestazione di
squadra di un gruppo capace di reagire e uscire da ogni tipo di difficoltà. 29-27,
25-22, 23-25, 25-18 i parziali dell’incontro che consentono agli azzurri di
tornare a disputare una finale europea dopo ben otto anni
Soltanto qualche
ora prima la Slovenia di Alberto Giuliani (dopo essersi garantita la semifinale
regolando con un netto tre a zero la Repubblica Ceca) si era guadagnata
l’accesso alla finale, eliminando la superfavorita Polonia di Vital Heynen e
Wilfredo Leon con una prestazione pressochè perfetta.
L’appuntamento azzurro
con la storia è fissato per domenica 19 settembre. L’ultimo metro, quello decisivo
per entrare nella storia della pallavolo italiana, otto anni dopo l’ultima
nostra finale europea. Affrontare la Slovenia vista contro la Polonia è difficile,
ma capitan Giannelli e compagni hanno fino ad ora dimostrato che nulla è
impossibile.
Fefè De Giorgi
conferma i suo “sei più uno”: Giannelli-Pinali diagonale palleggiatore opposto,
Michieletto-Lavia a ricevere e attaccare da quattro, Anzani-Galassi al centro
della rete e Balaso libero.
Il marchigiano
Alberto Giuliani risponde con il suo collaudatissimo sei più uno: Ropret-Stern;
Urnaut-Cebulj; Pajenk-Kozamernik; Kovacic.
Il primo set
parla Sloveno, con la giovane Italia un po’ contratta che evidentemente sente
il peso della sua prima finale. De Giorgi è bravo a sostenere il gruppo e i
suoi ragazzi si prendono il secondo set chiudendolo per 25-20 con un “murone”
di Pinali. Ancora difficoltà per i nostri portacolori nel terzo set in cui è
nuovamente la Slovenia a prevalere per 25-20. Ma questa nazionale non è mai
morta e ancora una volta trova l’energia per reagire e chiudere il quarto
parziale per 25-20 sorretta da un Yuri Romanò, nel frattempo subentrato a
Pinali, che chiude il set con 7 punti e un lusinghiero 86% in attacco.
Sarà il tie-break
a decretare chi festeggerà e chi dovrà spiegare. Pronti, via, Slovenia 3-0. Non
ci perdiamo d’animo e pareggiamo subito i conti. A metà set lo strappo decisivo
con Michieletto devastante dai nove metri. 11-7. L’Italia non si ferma più. Il
dodicesimo punto lo segna Lavia, mentre il set ball ce lo regala un muro di
Ricci. Cebulj, con un errore al servizio mette fine all’incontro. 15-11 Italia
e gli azzurri sono Campioni d’Europa bissando il titolo delle “colleghe” donne
conquistato solo 15 giorni fa contro la temibilissima Serbia.
L’ennesimo successo
dello sport italiano in queste “notti magiche” di un’estate 2021 da apoteosi,
iniziata in una serata londinese del luglio scorso, grazie ai ragazzi del
football di Roberto Mancini.
L’Italia di Fefè
De Giorgi. Il primo tra i protagonisti della “generazione di fenomeni” degli
anni ’90 a sedersi come CT sulla panchina azzurra. Un tecnico che solo pochi
mesi fa veniva esonerato da Civitanova a cui il destino ha concesso
l’opportunità di riorganizzare e rinnovare una squadra che dopo la debacle di Tokyio
pareva essere arrivata a fine corsa.
E l’allenatore
di Squinzano lo ha fatto nel migliore dei modi, trasmettendo al gruppo i suoi
straordinari valori, ed avendo il coraggio di portare a questi campionati europei
la squadra più giovane del torneo, con ventiquattro anni di età media e ben
nove atleti esordienti nella massima competizione continentale.
Dopo aver consegnato
la fascia di capitano e i galloni di leader a Simone Giannelli, oggi il miglior
palleggiatore del mondo alla pari di Bruno e De Cecco, ha puntato sul
predestinato Alessandro Michieletto, un 2001 che gioca come un veterano, concedendo
inoltre spazio a giocatori come Pinali, Balasso, Lavia e Romanò, atleti forse
troppo trascurati della nostra pallavolo, che da par loro hanno ripagato il
tecnico con prestazioni una più bella dell’altra.
Ragazzi a cui
bisognava solo dare fiducia dal momento che nei fatti hanno dimostrato di poter
stare al passo con i campioni ben più navigati delle altre nazionali, spazzando
via l’alibi “gioventù” non solo con grandi prestazioni individuali ma anche e
soprattutto costituendo un gruppo compatto, coeso e sempre più consapevole
della propria forza.
La più bella sorpresa
di questo travolgente cammino europeo, che promette un futuro più che roseo alla
pallavolo italiana.