Volley Story
Siamo alla fine
anni ’80 e su un magazine di Volley internazionale viene pubblicata questa
interessante conversazione con due grandi alzatori della squadra nazionale
olandese. La traduzione non è perfetta ma è un ottimo spaccato della pallavolo
dell’epoca.
“IO SENTO CIÒ CHE DEVO FARE”
Peter Blangè – Avital Selinger
Peter Blangè è l’alzatore
più alto a livello mondiale, due metri e zero cinque. Gioca nel sestetto base
della nazionale olandese. Il suo compagno, Avital Selinger, l’altro
palleggiatore della squadra, è trenta centimetri più piccolo, buon tecnico, sovente
caratterizzato tatticamente come testa pensante. Di Blangè si dice che non sia
ancora un fine e tecnico ma che possiede ugualmente certi vantaggi su Selinger.
Per il fatto che egli può facilmente toccare dei palloni molto alti egli
provoca un'accelerazione incredibile al gioco. Il muro avversario deve costantemente
e attentamente osservare questo alzatore olandese, per il pericolo che egli
rappresenta quando gioca tatticamente il pallone. I due alzatori trovano le
caratteristiche che gli sono attribuite piuttosto complementari.
Selinger.
Blangè e là per fare delle alzate, egli e della squadra. Se un osservatore
stima che egli è un buon alzatore perché egli ha potuto inviare cinque palloni
del suolo, egli potrà così ben giocare attaccante a questo posto. Ma Peter non
sarà alzatore se non possiederà le capacità di eseguire delle buone alzate. Forse
per la sua taglia egli è meno forte in difesa che ho giocato alle più piccolo. Peter
è talvolta più prestativo, talvolta più di me. Ciò dipende dall'avversario. Di
fronte a certi avversari, un buon muro e una carta importante. Questa carta
diventa meno importante di fronte ad altre squadre.
Blangè: Non
è veramente importante sapere chi di noi due gioca nella squadra. Se una
squadra gioca bene con un alzatore con dieci dita rigide, che distribuisce dei
palloni alti all’ala, perché dunque porsi dei problemi? Certamente esiste un’immagine
di alzatore ideale. Noi non possediamo questo giocatore e ciò significa che
dobbiamo adattarci. Oggi noi giochiamo con una squadra che è ben riuscita ad
adattarsi alle mie qualità. Chissà, forse con un'altra squadra forse ciò
sarebbe un insuccesso. La cosa più importante e la maniera di integrarsi in una
squadra .
Se lasciamo da parte queste
caratteristiche, quali descrizioni date alle vostre competenze?
Blangè: E
difficile da dire; io mi considero abbastanza indifferente nelle situazioni
dove bisogna prendere delle decisioni. Per conto prendo sempre molti rischi. Talvolta
ciò non riesce, ma se riesce, ciò è bello. Si è capaci di fare qualche cosa. Oggi
il gioco semplice non cammina più.
Selinger:
Io gioco un gioco. Esistono certi bersagli dove il pallone deve andare. Se il pallone
non arriva, noi siamo inquieti. Certo, si può dire che un buon attaccante si
suppone che sia capace di fare qualche cosa di buono con qualsiasi alzata ma si
attende da me un'alzata perfetto.
Come trattate un attaccante della vostra
squadra che non è in forma?
Blangè: Io
gli do il più sovente possibile la sua alzata preferita. Se per esempio, non
riesce con delle alzate alte all’ala ma se al centro egli riporta dei successi,
io provo allora a lasciarlo giocare al centro.
Selinger:
Io provo a dargli delle alzate ancora migliori. Io mi sento responsabile per
l'attacco. Se qualcosa non va, sono io che devo risolvere il problema. Il mio
compito è quello di far giocare i miei compagni. Devo agire in maniera che
ciascun attaccante possa prendere fiducia. Se uno è in una cattiva giornata, io devo dargli delle alzate facili. Io posso
anche lasciargli bloccare il muro avversario, così l'attacco diventa più facile
per un altro giocatore. Il giocatore che riesce a bloccare un avversario ha
reso un servizio importante la sua squadra. Se questa soluzione non riesce più,
l'allenatore deve cambiare questo giocatore. Se l'allenatore non lo fa, il
resto della squadra deve lavorare ancora più duramente.
Durante le partite voi vi confrontate
con situazioni sconosciute. Dovete allora prendere delle decisioni rapide. Come
lo fate?
Blangè: Ciò
può sembrare forte forse un po’ fuori posto, ma non mi sento preoccupato di
dover prendere delle decisioni. Io le prendo automaticamente. E’ solamente dopo
che posso valutare se ho scelto una buona o una cattiva soluzione. E’ un
automatismo punto. Io sento ciò che la difesa avversaria va a fare a rete,
anche se non la vedo. Io ho degli occhi nel dorso. Certo, bisogna avere molte
conoscenze tattiche, bisogna conoscere i punti deboli dell'avversario e i punti
forti della propria squadra. Ma penso sempre che fare delle alzate sia una questione
di sensibilità.
Selinger:
Io penso a ciò che devo. Fare delle alzate è una lotta tra l'alzatore e il muro
avversario. Quest’idea è costantemente nella mia testa. Ciò che io penso, ciò
che ho da fare, è sempre, in una maniera o in un'altra, la buona soluzione. Se
non sarà così, l'allenatore mi sostituirà.
Voi vi allenate molto e parlate sovente
di pallavolo. Potete sempre apprendere qualche cosa?
Selinger:
Io spero di poter apprendere qualcosa ogni giorno della mia vita. All'inizio si
apprende molto, in seguito si è apprende meno, ma l’importanza è la stessa. Se
ho l'impressione di non apprendere più niente, io provo un trucco. Per esempio,
in allenamento, metto talvolta i piedi in un'altra maniera di come lo faccio
normalmente e ne ricerco l’effetto. E’ difficile dire in quale direzione io
improvviso. Io non ho giocato molto in questi ultimi due anni. Ho giocato
alcune partite contro gli Stati Uniti e la nostra squadra si è ben comportata. La
prestazione individuale non è così importante. Ciò che è determinante e la
prestazione della squadra. Se la squadra gioca bene, ciò significa che anche la
mia prestazione è stata buona. Gli avversari sono diventati più competitivi. I muri
sono più rapidi e più efficaci. Ciò mi obbliga a trovare delle soluzioni
migliori. E’ necessario sviluppare delle nuove capacità che permettano di
eseguire una buona tattica al fine di mettere fuori posto il muro avversario. La
precisione è diventata molto importante. Una buona alzata rappresenta una
questione di centimetri.
Blangè: Io
ho appreso da Avital ciò che significa uno spostamento efficace. Io non sono
mai stato un vero atleta. Mi sono allenato molto per padroneggiare gli spostamenti.
Certo, dopo i Campionati d'Europa del 1987 io ho appreso molto. Noi abbiamo sovente
incontrato dei buoni avversari. Ho progredito tatticamente. All'inizio ero
molto più centrato su me stesso, adesso mi concentro molto più sul gioco
dell'avversario e dei miei compagni.
Secondo voi qual è il compito più
difficile della da realizzare per un alzatore?
Selinger:
L'alzata alta perfetta all’ala. Essa sembra così facile, ed è per questa
ragione che è veramente difficile da realizzare.
Blangè: Per
me la cosa più difficile da accettare il fatto che non arrivo a da schiacciare
molto forte. Ma in allenamento ogni volta l'occasione si presenta io ne
approfitto con piacere
Quali sono i vostri alzatori preferiti?
Blangè: Anche
se non gioca più nella squadra russa, ho molto ammirato il gioco di Losev. Egli
mentre giocava dava l'impressione di essere molto rilassato, ma sapeva
esattamente ciò che doveva fare, e non faceva errori. Io ho appreso enormemente
osservando simili alzatori. Un altro alzatore attore preferito è Kantor. Della nazionale
argentina. Egli è aggressivo, possiede il senso del gioco, e si rivela un
ottimo alzatore. Possiede delle buone qualità in difesa, come Avital. E come
alzatore è molto, molto rapido. Egli padroneggia inoltre una gamma molto
variata di alzate.
Selinger:
Io amo degli alzatori che hanno la volontà di mettersi interamente al servizio
della loro squadra. Un buon alzatore innesca tutte le azioni della sua squadra.
Io amo gli alzatori che lavorano duro nel momento in cui la loro squadra ha
delle difficoltà durante una partita. E’ così piacevole osservare un alzatore
che si sposta rapidamente verso il pallone. Dusty Dvorak, l'ex alzatore della
squadra statunitense, era un vero lottatore. Dal punto di vista tecnico non era
veramente spettacolare, ma era molto importante per la sua squadra.
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