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venerdì 12 aprile 2019

Volley Story: “IO SENTO CIÒ CHE DEVO FARE”. Peter Blangè – Avital Selinger



Volley Story
Siamo alla fine anni ’80 e su un magazine di Volley internazionale viene pubblicata questa interessante conversazione con due grandi alzatori della squadra nazionale olandese. La traduzione non è perfetta ma è un ottimo spaccato della pallavolo dell’epoca.

“IO SENTO CIÒ CHE DEVO FARE”
Peter Blangè – Avital Selinger

Peter Blangè è l’alzatore più alto a livello mondiale, due metri e zero cinque. Gioca nel sestetto base della nazionale olandese. Il suo compagno, Avital Selinger, l’altro palleggiatore della squadra, è trenta centimetri più piccolo, buon tecnico, sovente caratterizzato tatticamente come testa pensante. Di Blangè si dice che non sia ancora un fine e tecnico ma che possiede ugualmente certi vantaggi su Selinger. Per il fatto che egli può facilmente toccare dei palloni molto alti egli provoca un'accelerazione incredibile al gioco. Il muro avversario deve costantemente e attentamente osservare questo alzatore olandese, per il pericolo che egli rappresenta quando gioca tatticamente il pallone. I due alzatori trovano le caratteristiche che gli sono attribuite piuttosto complementari.

Selinger. Blangè e là per fare delle alzate, egli e della squadra. Se un osservatore stima che egli è un buon alzatore perché egli ha potuto inviare cinque palloni del suolo, egli potrà così ben giocare attaccante a questo posto. Ma Peter non sarà alzatore se non possiederà le capacità di eseguire delle buone alzate. Forse per la sua taglia egli è meno forte in difesa che ho giocato alle più piccolo. Peter è talvolta più prestativo, talvolta più di me. Ciò dipende dall'avversario. Di fronte a certi avversari, un buon muro e una carta importante. Questa carta diventa meno importante di fronte ad altre squadre.
Blangè: Non è veramente importante sapere chi di noi due gioca nella squadra. Se una squadra gioca bene con un alzatore con dieci dita rigide, che distribuisce dei palloni alti all’ala, perché dunque porsi dei problemi? Certamente esiste un’immagine di alzatore ideale. Noi non possediamo questo giocatore e ciò significa che dobbiamo adattarci. Oggi noi giochiamo con una squadra che è ben riuscita ad adattarsi alle mie qualità. Chissà, forse con un'altra squadra forse ciò sarebbe un insuccesso. La cosa più importante e la maniera di integrarsi in una squadra .

Se lasciamo da parte queste caratteristiche, quali descrizioni date alle vostre competenze?

Blangè: E difficile da dire; io mi considero abbastanza indifferente nelle situazioni dove bisogna prendere delle decisioni. Per conto prendo sempre molti rischi. Talvolta ciò non riesce, ma se riesce, ciò è bello. Si è capaci di fare qualche cosa. Oggi il gioco semplice non cammina più.
Selinger: Io gioco un gioco. Esistono certi bersagli dove il pallone deve andare. Se il pallone non arriva, noi siamo inquieti. Certo, si può dire che un buon attaccante si suppone che sia capace di fare qualche cosa di buono con qualsiasi alzata ma si attende da me un'alzata perfetto.

Come trattate un attaccante della vostra squadra che non è in forma?

Blangè: Io gli do il più sovente possibile la sua alzata preferita. Se per esempio, non riesce con delle alzate alte all’ala ma se al centro egli riporta dei successi, io provo allora a lasciarlo giocare al centro.
Selinger: Io provo a dargli delle alzate ancora migliori. Io mi sento responsabile per l'attacco. Se qualcosa non va, sono io che devo risolvere il problema. Il mio compito è quello di far giocare i miei compagni. Devo agire in maniera che ciascun attaccante possa prendere fiducia. Se uno è in una cattiva giornata,  io devo dargli delle alzate facili. Io posso anche lasciargli bloccare il muro avversario, così l'attacco diventa più facile per un altro giocatore. Il giocatore che riesce a bloccare un avversario ha reso un servizio importante la sua squadra. Se questa soluzione non riesce più, l'allenatore deve cambiare questo giocatore. Se l'allenatore non lo fa, il resto della squadra deve lavorare ancora più duramente.

Durante le partite voi vi confrontate con situazioni sconosciute. Dovete allora prendere delle decisioni rapide. Come lo fate?

Blangè: Ciò può sembrare forte forse un po’ fuori posto, ma non mi sento preoccupato di dover prendere delle decisioni. Io le prendo automaticamente. E’ solamente dopo che posso valutare se ho scelto una buona o una cattiva soluzione. E’ un automatismo punto. Io sento ciò che la difesa avversaria va a fare a rete, anche se non la vedo. Io ho degli occhi nel dorso. Certo, bisogna avere molte conoscenze tattiche, bisogna conoscere i punti deboli dell'avversario e i punti forti della propria squadra. Ma penso sempre che fare delle alzate sia una questione di sensibilità.
Selinger: Io penso a ciò che devo. Fare delle alzate è una lotta tra l'alzatore e il muro avversario. Quest’idea è costantemente nella mia testa. Ciò che io penso, ciò che ho da fare, è sempre, in una maniera o in un'altra, la buona soluzione. Se non sarà così, l'allenatore mi sostituirà.

Voi vi allenate molto e parlate sovente di pallavolo. Potete sempre apprendere qualche cosa?

Selinger: Io spero di poter apprendere qualcosa ogni giorno della mia vita. All'inizio si apprende molto, in seguito si è apprende meno, ma l’importanza è la stessa. Se ho l'impressione di non apprendere più niente, io provo un trucco. Per esempio, in allenamento, metto talvolta i piedi in un'altra maniera di come lo faccio normalmente e ne ricerco l’effetto. E’ difficile dire in quale direzione io improvviso. Io non ho giocato molto in questi ultimi due anni. Ho giocato alcune partite contro gli Stati Uniti e la nostra squadra si è ben comportata. La prestazione individuale non è così importante. Ciò che è determinante e la prestazione della squadra. Se la squadra gioca bene, ciò significa che anche la mia prestazione è stata buona. Gli avversari sono diventati più competitivi. I muri sono più rapidi e più efficaci. Ciò mi obbliga a trovare delle soluzioni migliori. E’ necessario sviluppare delle nuove capacità che permettano di eseguire una buona tattica al fine di mettere fuori posto il muro avversario. La precisione è diventata molto importante. Una buona alzata rappresenta una questione di centimetri.
Blangè: Io ho appreso da Avital ciò che significa uno spostamento efficace. Io non sono mai stato un vero atleta. Mi sono allenato molto per padroneggiare gli spostamenti. Certo, dopo i Campionati d'Europa del 1987 io ho appreso molto. Noi abbiamo sovente incontrato dei buoni avversari. Ho progredito tatticamente. All'inizio ero molto più centrato su me stesso, adesso mi concentro molto più sul gioco dell'avversario e dei miei compagni.

Secondo voi qual è il compito più difficile della da realizzare per un alzatore?

Selinger: L'alzata alta perfetta all’ala. Essa sembra così facile, ed è per questa ragione che è veramente difficile da realizzare.
Blangè: Per me la cosa più difficile da accettare il fatto che non arrivo a da schiacciare molto forte. Ma in allenamento ogni volta l'occasione si presenta io ne approfitto con piacere

Quali sono i vostri alzatori preferiti?

Blangè: Anche se non gioca più nella squadra russa, ho molto ammirato il gioco di Losev. Egli mentre giocava dava l'impressione di essere molto rilassato, ma sapeva esattamente ciò che doveva fare, e non faceva errori. Io ho appreso enormemente osservando simili alzatori. Un altro alzatore attore preferito è Kantor. Della nazionale argentina. Egli è aggressivo, possiede il senso del gioco, e si rivela un ottimo alzatore. Possiede delle buone qualità in difesa, come Avital. E come alzatore è molto, molto rapido. Egli padroneggia inoltre una gamma molto variata di alzate.
Selinger: Io amo degli alzatori che hanno la volontà di mettersi interamente al servizio della loro squadra. Un buon alzatore innesca tutte le azioni della sua squadra. Io amo gli alzatori che lavorano duro nel momento in cui la loro squadra ha delle difficoltà durante una partita. E’ così piacevole osservare un alzatore che si sposta rapidamente verso il pallone. Dusty Dvorak, l'ex alzatore della squadra statunitense, era un vero lottatore. Dal punto di vista tecnico non era veramente spettacolare, ma era molto importante per la sua squadra.




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