La VNL degli azzurri vista da Paolo
Cozzi: “Muro e servizio nostre armi letali”
E’ una marcia trionfale quella degli Azzurri
in terra Filippina, sia dal punto di vista del risultato con 4 vittorie su
altrettanti match sia dal punto di vista del bagno di folla dei tifosi asiatici
che hanno accolto i nostri atleti come delle autentiche star.
Quattro vittorie che ci lanciano
nelle zone nobili della classifica con l’importante qualificazione alle final
eight di Danzica e soprattutto un gioco che comincia a ricordare da vicino
quello che meno di 12 mesi fa ci ha portato sul tetto del mondo. Vero, qualche
pausa di gioco con Canada e Giappone c’è stata, ma i nostri portacolori hanno
sempre dato la sensazione di estrema sicurezza e fiducia, trovando nel muro e
nell’organizzazione muro e difesa un’arma letale per tutte le avversarie.
Cresce molto anche il servizio (chiedere ai brasiliani che sono stati
letteralmente travolti in ricezione subendo 13 ace) e fatta eccezione per il
match con il Giappone siamo anche bravi a sbagliare poco.
Nel primo match di girone proprio
contro i sudamericani è Romanò il mattatore di giornata che chiude con il 48%
di efficienza e un solo errore oltre alla bellezza di 4 ace. Bene anche
Michieletto, e Galassi che con l’87% in attacco e ben 4 muri è letale al centro
della rete.
Qualche alto e basso di troppo con il
Canada complice anche la stanchezza per il match precedente, ma Giannelli è
bravo e attento a far girare tutta la squadra, e quando non basta è lui stesso
attaccante di prima intenzione con un bottino di 7 punti. Se Romanò è più
falloso del giorno precedente, ecco Michieletto e Lavia sfoggiare tutto il loro
talento in prima come in seconda linea, ma sono soprattutto Russo e Galassi a
spingere come forsennati e a chiudere con 15 punti a testa fra attacchi, muri e
ace.
Nel terzo match De Giorgi si affida
sempre ai fantastici 7 e ancora una
volta è il muro a scavare il divario netto con gli sloveni con ben 14 block in tre soli set e un Lavia
che si prende tutta la scena. Giannelli continua ad alternare gioco veloce
laterale con pipe e primi tempi grazie anche ad uno Scanferla ottimo direttore
d’orchestra della seconda linea azzurra.
Nell’ultimo match contro l’imbattuto
Giappone viene fuori il capolavoro di questo gruppo che non si innervosisce
davanti alle difese nipponiche e al loro gioco fantasioso, ma rimane
concentrato e sempre sostenuto da un muro invalicabile trova nel trio laterale
l’arma in più per spegnere gli ardori di Ishikawa e Nishida. Positivo anche
l’ingresso di Rinaldi che si fa trovare subito pronto e sfrutta alla grande
l’occasione concessagli.
Sorprendente comunque questo
Giappone, che seppur facilitato da un calendario non impossibile sembra, sotto
la guida di coach Blain, aver fatto un ulteriore step di crescita. Peccato solo
per i due centrali, ancora troppo leggeri a muro a questi livelli.
In conclusione, e in attesa delle
Final eights di Danzica, si confermano top team gli Usa e la Polonia insieme ai
nostri Azzurri, piace la solita combattiva Argentina di De Cecco mentre lascia
più di qualche dubbio un Brasile che in pieno ricambio generazionale sembra non
aver ancora raggiunto quella mentalità vincente che ha caratterizzato i
verdeoro per oltre un ventennio.
Gli sloveni stringono i denti e si
qualificano, ma da Mozic e compagni mi aspettavo qualcosa in più; trema e
rischia grosso la Francia di Giani che dopo le prime due tappe disastrose
richiama Ngapeth e centra una qualificazione last second ai danni di una Serbia
involuta e senza un vero leader in attacco.
Di Paolo Cozzi
(Fonte: volleynews.it)
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