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martedì 11 luglio 2023

L’esperienza giapponese vincente di Valerio Baldovin

 


L’esperienza giapponese vincente di Valerio Baldovin

 Un tarlo che si era insinuato nella sua mente già da diversi anni. Una di quelle curiosità che nascondono il desiderio della scoperta. È per questo motivo che appena si è presentata l’opportunità di intraprendere la nuova avventura, accettare è stata l’unica scelta da fare. Nonostante comportasse un cambiamento radicale. E se l’audacia è stata la scintilla per iniziare, poi per ottenere i risultati, sono serviti impegno e capacità di adattamento. Così Valerio Baldovin partito per il Giappone senza guardarsi indietro, dopo i precedenti due anni sulla panchina di Vibo in Superlega, ha chiuso in trionfo la sua prima stagione alla guida dei Wolfdogs Nagoya. Il tecnico di Belluno ha portato la sua squadra alla vittoria della V. League per la seconda volta nella storia dopo il successo del 2016 interrompendo così il dominio dei Sunbirds, che avevano conquistato il titolo nel 2021 e nel 2022. Ora annuncia che per la prossima annata agonistica ha già firmato l’accordo per dare continuità al suo lavoro.

Un capitolo professionale e di vita che gli ha regalato soddisfazione e insegnamenti:

“Una scelta radicale che mi ha portato a misurarmi con una realtà completamente diversa dalla nostra, in un altro continente. Il campionato giapponese è appassionante, è molto seguito e si percepisce l’entusiasmo dei numerosi follower. Mi sono arricchito dal punto di vista culturale e umano anche grazie all’incontro con un popolo che si contraddistingue per la gentilezza e il senso di accoglienza. Nutrivo curiosità e interesse per questo ambiente già ai tempi in cui allenavo a Padova, dove mi capitava di osservare le squadre giapponesi che ospitavamo. Ero affascinato dal modo in cui si allenavano o sulla loro organizzazione”.

Scambio a somma positiva tra Baldovin e la Società nipponica che ha apprezzato l’operato del coach ancor prima che portasse a casa il successo stagionale al punto da riconfermarlo a stagione in corso: “La proposta di restare mi è stata formulata già nel mese di gennaio quindi abbiamo stretto l’intesa per la stagione 2023/2024 prima ancora che arrivasse la vittoria del campionato. Ho accettato volentieri, con la consapevolezza che ripartirò da un livello diverso di conoscenza dell’ambiente che mi permetterà di valorizzare meglio tutto ciò che funziona bene”.

Uno degli elementi che Baldovin potrà mettere a profitto sarà la continuità: “Potremo proseguire un percorso già iniziato, anche perché lavorerò con la medesima squadra dello scorso anno. Un vantaggio, ma anche un rischio da non sottovalutare perché nello sport si può migliorare, ma se gli altri riescono a farlo di più, si rimane indietro. Il prossimo anno incontreremo un paio squadre che si sono rinforzate molto quindi dobbiamo mettere in conto che le carte sono state rimescolate”.

Roster riconfermato in blocco in linea con un mercato molto statico che contraddistingue il volley giapponese:

“Mentre in Italia è possibile che in fase di mercato una squadra venga completamente rivoluzionata perché ci sono contratti in scadenza o perché si fanno delle scelte tecniche diverse, in Giappone il 70% dei giocatori sono legati da rapporti di lavoro duraturi con le grosse compagnie industriali che detengono la proprietà della squadra. Non c’è un vero e proprio scambio di giocatori. Nel momento in cui un giocatore viene assunto con lo status di impiegato dell’azienda poi rimane in squadra per tutta la carriera sportiva e quando non scenderà più in campo verrà collocato in qualche ufficio”.

In un Campionato che differisce dagli standard europei anche sotto il profilo tecnico e tattico, poter contare su un giocatore straniero (solo due le caselle a disposizione di cui una riservata ad un atleta asiatico) con un livello di fisicità importante, è il vero asso nella manica. È il caso dell’opposto polacco Bartosz Kurek:

“Il nostro opposto, Kurek, è un giocatore di livello internazionale. Quello che mi ha colpito di più di lui è l’atteggiamento, la professionalità e anche la caratura umana. È stato fondamentale dal punto di vista tecnico ma anche della leadership nel gruppo

 

(Fonte: ivolleymagazine.it)


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