L’esperienza
giapponese vincente di Valerio Baldovin
Un tarlo che si era insinuato nella sua mente
già da diversi anni. Una di quelle curiosità che nascondono il desiderio della
scoperta. È per questo motivo che appena si è presentata l’opportunità di
intraprendere la nuova avventura, accettare è stata l’unica scelta da fare.
Nonostante comportasse un cambiamento radicale. E se l’audacia è stata la
scintilla per iniziare, poi per ottenere i risultati, sono serviti impegno e
capacità di adattamento. Così Valerio Baldovin partito per il Giappone senza
guardarsi indietro, dopo i precedenti due anni sulla panchina di Vibo in
Superlega, ha chiuso in trionfo la sua prima stagione alla guida dei Wolfdogs
Nagoya. Il tecnico di Belluno ha portato la sua squadra alla vittoria della V.
League per la seconda volta nella storia dopo il successo del 2016
interrompendo così il dominio dei Sunbirds, che avevano conquistato il titolo
nel 2021 e nel 2022. Ora annuncia che per la prossima annata agonistica ha già
firmato l’accordo per dare continuità al suo lavoro.
Un capitolo
professionale e di vita che gli ha regalato soddisfazione e insegnamenti:
“Una scelta radicale
che mi ha portato a misurarmi con una realtà completamente diversa dalla
nostra, in un altro continente. Il campionato giapponese è appassionante, è
molto seguito e si percepisce l’entusiasmo dei numerosi follower. Mi sono
arricchito dal punto di vista culturale e umano anche grazie all’incontro con
un popolo che si contraddistingue per la gentilezza e il senso di accoglienza.
Nutrivo curiosità e interesse per questo ambiente già ai tempi in cui allenavo
a Padova, dove mi capitava di osservare le squadre giapponesi che ospitavamo.
Ero affascinato dal modo in cui si allenavano o sulla loro organizzazione”.
Scambio a somma
positiva tra Baldovin e la Società nipponica che ha apprezzato l’operato del
coach ancor prima che portasse a casa il successo stagionale al punto da
riconfermarlo a stagione in corso: “La proposta di restare mi è stata formulata
già nel mese di gennaio quindi abbiamo stretto l’intesa per la stagione
2023/2024 prima ancora che arrivasse la vittoria del campionato. Ho accettato
volentieri, con la consapevolezza che ripartirò da un livello diverso di
conoscenza dell’ambiente che mi permetterà di valorizzare meglio tutto ciò che
funziona bene”.
Uno degli
elementi che Baldovin potrà mettere a profitto sarà la continuità: “Potremo
proseguire un percorso già iniziato, anche perché lavorerò con la medesima
squadra dello scorso anno. Un vantaggio, ma anche un rischio da non
sottovalutare perché nello sport si può migliorare, ma se gli altri riescono a
farlo di più, si rimane indietro. Il prossimo anno incontreremo un paio squadre
che si sono rinforzate molto quindi dobbiamo mettere in conto che le carte sono
state rimescolate”.
Roster
riconfermato in blocco in linea con un mercato molto statico che
contraddistingue il volley giapponese:
“Mentre in
Italia è possibile che in fase di mercato una squadra venga completamente
rivoluzionata perché ci sono contratti in scadenza o perché si fanno delle
scelte tecniche diverse, in Giappone il 70% dei giocatori sono legati da
rapporti di lavoro duraturi con le grosse compagnie industriali che detengono
la proprietà della squadra. Non c’è un vero e proprio scambio di giocatori. Nel
momento in cui un giocatore viene assunto con lo status di impiegato
dell’azienda poi rimane in squadra per tutta la carriera sportiva e quando non
scenderà più in campo verrà collocato in qualche ufficio”.
In un Campionato
che differisce dagli standard europei anche sotto il profilo tecnico e tattico,
poter contare su un giocatore straniero (solo due le caselle a disposizione di
cui una riservata ad un atleta asiatico) con un livello di fisicità importante,
è il vero asso nella manica. È il caso dell’opposto polacco Bartosz Kurek:
“Il nostro
opposto, Kurek, è un giocatore di livello internazionale. Quello che mi ha
colpito di più di lui è l’atteggiamento, la professionalità e anche la caratura
umana. È stato fondamentale dal punto di vista tecnico ma anche della
leadership nel gruppo
(Fonte: ivolleymagazine.it)
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